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Autore: Bill Kaulitz    27/03/2016    1 recensioni
‹‹Bene, passi nuovamente.›› Bill obbedì senza esitare e, come temeva, suonò ripetutamente. Avvampò di più. Constatò di aver sentito qualcuno ridacchiare. Si voltò ex novo, e vide un ragazzo alquanto strano, ridere sotto i baffi. Avvertendo di essere stato sgamato, fece il vago; guardando da tutt’altra parte e grattandosi dietro la nuca. Bill alzò un sopracciglio e schioccò la lingua.
Voglio proprio vedere se nascosta sotto tutti quei rasta neri, non ci sia della droga.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Incest
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- Capitolo 22 -

 

Tre mesi dopo

Bill si sistemò la cravatta nera con aria triste e malinconica. Heidi aveva messo il suo tubino nero opaco. Si guardava allo specchio inclinando la testa a destra e sinistra.

‹‹Non indossavo questo tubino nero da…››

Non continuò la frase.

‹‹…sì, dal finto funerale di nostro padre.›› concluse Bill. Heidi annuì rammaricata e si stirò l’abito con le mani.

‹‹Speravo di non indossarlo mai più.››  si strinse nelle braccia e nascose il collo fra le spalle. Una lacrima nera le rigò lo zigomo, l’asciugò prima che il trucco le colasse.

Bill sapeva che prima o poi sarebbe successo, ma non pensava dopo così poco tempo. Sospirò per l’ennesima volta, socchiudendo gli occhi cercando di ricacciare indietro le lacrime.

‹‹Gli ho sempre voluto bene, Heidi. Nonostante tutto ciò che mi ha fatto…e ti giuro, è strano da dire, ma mi ha lasciato un vuoto dentro. Un vuoto che fa male.›› la sua voce era spezzata.

Heidi si avvicinò e lo abbracciò così forte quasi da soffocarlo. Si mise in punta di piedi e fece sprofondare il viso fra l’incavo del collo e della clavicola. Cercò di trattenere le lacrime. Senza riuscirci più di tanto. Bill le accarezzò il capo e la baciò.

‹‹Dispiace anche a me, Bill. Chi l’avrebbe mai detto.››

Il fratello prese a giocare con i suoi capelli biondi, passandoseli fra le dita come se fossero fili di seta. Non rispose.

‹‹Dovremmo andare, Bill. La messa inizia fra dieci minuti.››

Si staccò contro voglia dal suo abbraccio e lo guardò negli occhi. Poteva leggere chiaramente la sofferenza che stava passando, ma non versò una lacrima seppure fossero pieni di tristezza.

‹‹Sai una cosa, Heidi? Non riesco ancora ad immaginare che Georg non ci sia più.››

*

Bill parcheggiò l’auto non molto lontano dalla Chiesa. Tanta gente era riunita davanti l’entrata. Era davvero triste come scena. Bill sospirò, prese coraggio e uscì dalla macchina. Heidi fece lo stesso.

Si avvicinò subito al fratello prendendogli la mano con entrambe le sue.

‹‹Non lasciarmi mai la mano, Bill. Non farlo mai, okay?››

Bill scosse la testa e, come se fosse possibile, la strinse ancora più forte. Il suo cuore tremava ogni volta che faceva un passo verso la gente radunata. Giurò di aver visto la madre di Georg. Era disperata. Le sue gambe iniziarono a cedere.

‹‹Bill? Bill cosa c’è?››

La sua testa cominciò a girare forte, come se stesse per svenire.

‹‹Bill? Non ti senti bene? Bill, rispondimi?››

Chiuse gli occhi e, d’un tratto, si ritrovò in piedi sull’altare. Davanti a sé, aveva la bara. Era aperta. Si guardò attorno, spaesato, e notò che la stanza era completamente deserta. Era da solo. Iniziò a salire gli scalini, avvicinandosi sempre di più alla bara. Poteva vedere benissimo la presenza di un corpo al suo interno, ma non riusciva a capire chi fosse. Iniziò a sudare freddo. Solo quando fu abbastanza vicino, riuscì a vedere al suo interno. La visione lo sconvolse. Non c’era Georg dentro, Tom.

Cacciò un urlo, o almeno ci provò. Non uscì alcun suono dalla sua bocca. Solo un grido muto. Provò nuovamente a gridare, ma il risultato fu lo stesso.

Una voce d’un tratto riecheggiò per la Chiesa. Era la voce di Heidi.

‘Bill, svegliati, Bill. Svegliati.’

Bill si girò, cercando di capire da dove provenisse la voce, ma non c’era nessuno assieme a lui. si lasciò cadere sulle ginocchia e si afferrò il capo con le mani stringendo i capelli.

‹‹Coraggio, Bill. È solo un sogno. Svegliati.›› si strinse ancora di più il viso. ‹‹SVEGLIATI!›› urlò nel sogno, svegliandosi di soprassalto.

*

Iniziò a respirare affannosamente. Heidi era seduta sul suo letto e gli stringeva la mano. Il suo sguardo era spaventato.

‹‹Bill, cosa c’è? Ti agitati nel sonno in maniera convulsiva.›› Bill si mise seduto e l’abbracciò fortissimo, scoppiando a piangere.

‹‹Ho fatto un sogno orribile, Heidi. Orribile.››

‹‹Tranquillo, fratellino. Era solo un incubo. Niente di tutto ciò che hai visto è vero.›› la sorella gli accarezzò i capelli e gli baciò il capo, poggiandovi successivamente una guancia sopra di essa. Cercò di tranquillizzarlo al meglio. Ci riuscì.

‹‹Ti chiedo scusa se ti ho svegliata nel cuore della notte, Heidi.››

‹‹Non preoccuparti. Sono solo le tre di notte.›› ironizzò Heidi scompigliandogli ancora di più i capelli. Bill non oppose resistenza. Sorrise.

‹‹Resta nel mio letto, sorellina. Dormiamo ancora un po’.›› Bill fece spazio dimodoché Heidi potesse benissimo entrarvici. Si accoccolarono l’un l’altro e si riaddormentarono in un sonno senza incubi.

*

Quando Bill si svegliò, erano le dieci del mattino. Aprì lentamente gli occhi e notò che era solo, nel letto. Sbadigliò rumorosamente stiracchiandosi. Tese braccia e gambe e, con un rapido movimento, si mise seduto. Restò a contemplare per qualche minuto, fissando un punto vuoto della stanza. Volse successivamente la propria attenzione al cellulare sul comodino. Stava lampeggiando. L’afferrò e notò che segnava una chiamata persa di un numero che non conosceva. Non poteva essere quello di Georg. L’aveva salvato dall’ultima volta che l’aveva chiamato, e poi, Georg era morto un mese prima. Il suo cuore perse un battito. Provò a richiamare ma, ovviamente, c’era la segreteria. Avrebbe riprovato più tardi.

Scese di sotto e, come ogni mattina, i suoi genitori non erano in casa. Heidi era alle prese con dei pancake, che sembravano più uova strapazzate. L’odore era anche pessimo.

Bill storse il naso e si tappò il naso. C’era odore di bruciato in cucina.

‹‹Ehm…Heidi? Vuoi per caso una mano a cucinare? Se vuoi li faccio io. Non c’è bisogno di affannarti.››

‹‹No, ho la situazione sotto controllo.›› del sudore le colò dalla fronte e lei l’asciugò con la manica del pigiama. Bill rise sotto i baffi. Non aveva affatto la situazione sotto controllo. Anzi, era piuttosto degenerata. Quella sottospecie di pancake stavano avendo la meglio.

‹‹Heidi, lascia stare. Non vedi che sono da buttare? Tranquilla. Siediti. Preparo io la colazione. Così sprechi solo tempo.›› le cinse i fianchi e le diede un bacio sulla guancia. Heidi si arrese e decise di lasciare il posto a suo fratello.

‹‹Volevo fare qualcosa di carino…›› ammise lei, sedendosi sul divano. Sembrava agitata.

‹‹Qualcosa di carino? Per me? Ma se non hai mai fatto un toast in vita tua.››

Heidi lo fulminò con gli occhi e gli fece il verso.

‹‹Infatti non era per te, imbecille di un fratello…forse sarebbe stato meglio ordinare dei cornetti al bar.›› pensò poi, immergendosi nei suoi pensieri. Bill non capì. Erano soltanto loro in casa. La guardò accigliato.

‹‹Scusami Heidi, per chi avresti dovuto fare qualcosa di carino? Mi sono perso qualcosa forse? È il compleanno di qualcuno?››

Heidi si morse il labbro inferiore e si portò le ginocchia al petto nascondendovi il viso.

‹‹Heidi, mi stai facendo agitare…››

La ragazza non rispose, ma cominciò ad agitarsi anche lei. Come se si stesse trattenendo dal dire o fare qualcosa. Il cuore di Bill cominciò a battere all’impazzata, salendogli quasi in gola.

Improvvisamente delle mani si posarono sul suo viso, coprendogli gli occhi. Non vedeva nulla.

‹‹Ehi, ma cosa diavolo…››

‹‹Sshh…indovina chi sono?››

Lo interruppe la voce misteriosa. Bill era confuso. Sentì Heidi urlacchiare e ridere nello stesso momento. Gli cominciò a girare la testa. La sua risata cominciò a risuonare nelle sue orecchie in maniera ovattata. No…non poteva essere lui. Non poteva. Deglutì rumorosamente e iniziò a piangere.

‹‹Allora? Non mi riconosci già più?››

A quel punto, Bill riacquistò la vista. Ci mise un po’ prima di mettere a fuoco, vedeva ancora appannato. Si girò di scatto e, in quel momento, le gambe gli cedettero, il cuore tremò e le lacrime iniziarono a scendere ancora più forte di prima.

‹‹ODDIO TOM!›› gli gettò le braccia al collo, lo strinse quanto più forte potesse, con tutta la forza che aveva nelle braccia. Anche Tom fece lo stesso. L’abbracciò con tutto sé stesso.

‹‹Mi sei mancato da morire, Bill. Mi sei mancato da morire.››

‹‹Anche tu, Tomi. Mi sei mancato da morire. Oddio cosa ci fai qui? Non ci credo, non ci posso credere.›› Il ragazzo continuava a piangere per la gioia, stringendosi quanto più forte poteva contro il corpo del rasta.

‹‹Dal Giappone sono venuto direttamente qui, da te. Non so nemmeno da quanto tempo non torno a casa mia. Spero non ti dispiaccia.››

Bill non rispose, l’abbracciò ancora di più, come se fosse possibile. Heidi si commosse nel vedere quella scena, era davvero così felice per suo fratello.

‹‹Bill aveva perso le speranze, ormai. Credeva non l’avresti più contattato. Credeva non tornassi più.›› si asciugò una lacrima che cominciò a scenderle lungo il viso. Sorrise.

Tom si staccò riluttante dalle braccia del suo amato Bill e, guardandolo negli occhi, gli avvolse il volto e lo baciò.

‹‹Ricordi cosa ti dissi, Bill? Ti ricordi la promessa che ti ho fatto?››

Bill socchiuse gli occhi ed annuì. Sorrise felice.

‹‹Non sarà l’oceano a separarmi da te. Tornerò a prenderti.››  Tom ricambiò il suo sorriso, entusiasta di sapere che Bill non aveva dimenticato la sua promessa. Lo baciò ancora.

‹‹Sono tornato, Bill. Sono tornato a prenderti.››

-         Fine -

******

Note: prima di tutto, vorrei scusarmi per aver atteso così tanto per postare l'ultimo capitolo che, a dir il vero, non doveva essere nemmeno l'ultimo ma, per mancanza di ispirazione, ho deciso di concluderla qui e non di dilungarmi più di tanto onde evitare che la FF diventasse pallosa. Che dire, 'The cruise' è entrata nella mia vita nel febbraio del 2014 e, come ogni long, scrivere la parola fine è sempre un duro colpo, soprattutto dopo così tanto tempo. non credo ci saranno spin-off su questa FF, forse solo uno. Per ora non ho intenzione di scriverlo in quanto ho alcuni lavori da terminare (che non riguarda il twincest) detto questo, questo che la FF vi sia piaciuta. <3

Ringraziamenti: vorrei ringrazioare tutte coloro che hanno sempre recensito, lasciandomi dei bellissimi commenti ed opinioni motivandomi ancora di più nel proseguire la FF. Vorrei ringraziare anche tutte coloro che hanno aggiunto la FF nelle preferite, ricordate e seguite e, ovviamente, tutte le lettrici fantasma. vi ringrazio di cuore. <3

   
 
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