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Autore: _ThisIsOverdose_    28/03/2016    2 recensioni
[HunHan]
Luhan sorrise, e nei suoi occhi si poteva leggere un velo di tristezza.
-Lo so bene che succederà ancora, ma è una cosa che non posso evitare- il suo sorriso era costruito, consapevole e malinconico.
Ne era già al corrente, più tempo passava lì, più sarebbe diventato debole e più sarebbe stato male. Ma non voleva pensarci, in quel momento l'unica cosa che poteva fare era godersi quei giorni, incerto su quello che ne sarebbe stato di lui in futuro.
Sehun capì che qualcosa non andava. Che fosse affetto da una grave malattia? Da come ne parlava, dedusse che quel ragazzo nascondeva qualcosa.
-Perché non la puoi evitare? Sei forse malato?- si rivolse in modo schietto e diretto. Il moro scosse la testa in segno di diniego.
-Io... lascia stare, non capiresti comunque...- lasciò la frase in sospeso, entrando in quel luogo a lui ormai familiare e aspettando che entrasse anche l'altro ragazzo, che al momento appariva stralunato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 23


Ogni volta che ti vedo sorridere non riesco più a distinguere tra sogno e realtà. Esisti davvero? Esiste davvero un essere meraviglioso come te? Questo mi chiedo. Poi arrivi con i tuoi tocchi, i tuoi abbracci e i tuoi baci e mi rendo conto di quanto sia fortunato. Ho avuto la fortuna di incontrarti e amarti per davvero, e lo rifarei all'infinito.
Voglio credere che ti incontrerò ancora prima o poi. Voglio credere che potrò di nuovo stringerti tra le mie braccia e non lasciarti più. Voglio credere che avrò la possibilità di rivedere il tuo bellissimo sorriso. Voglio credere tante cose, e voglio invece che tu ne creda soltanto ad una: non smetterò mai di amarti Sehun.
Grazie per tutto quello che mi hai dato, non lo dimenticherò mai, non ti dimenticherò mai. E non smettere mai di sorridere, ti prego.
Ti amo
Luhan”


Sehun rilesse più e più volte le parole scritte su quel misero pezzo di carta, racchiuso tra dita tremanti, che non riuscivano neanche a reggere la presa sul foglio. Il suo corpo era scosso da fremiti, gli occhi erano invasi da numerose e amare lacrime. Amare proprio come la scoperta di risvegliarsi e non trovarlo più al suo fianco, stretto a lui, tra le sue braccia, ma di essere affiancato da quel vuoto, quel maledetto vuoto che rifletteva perfettamente ciò che era rimasto dentro il suo povero e sofferente cuore.
Avrebbe dovuto capirlo prima, avrebbe dovuto intuirlo dal modo in cui Luhan si era comportato il giorno precedente che c'era qualcosa di strano, avrebbe dovuto intuire che l'avrebbe lasciato. Era stato solo uno stupido, un imbecille, e adesso si sentiva impotente, debole. Non riusciva a crederci, non poteva, non voleva. Non voleva credere che il suo Luhan fosse andato via.


Non aveva ancora fatto alba quando si era svegliato di soprassalto, con la fronte imperlata dal sudore e il cuore a mille. Lanciando uno sguardo confuso e ancora addormentato verso la finestra, poteva scorgere un bellissimo cielo notturno, sereno. Ma quel cielo era la completa antitesi di quello che realmente stava provando. Aveva avvertito chiaramente qualcosa di diverso, di sbagliato. Qualcosa mancava, qualcosa non riusciva a dargli pace, a farlo stare tranquillo come invece sarebbe dovuto essere, e qualcosa continuava a farlo agitare, a farlo andare in panico. Era bastato soltanto inclinare la testa leggermente di lato per capire il senso di tutta quell'agitazione e di quella preoccupazione: Luhan non era più al suo fianco, il suo calore non lo ricopriva più, il suo peso era scomparso. Quello fu il campanellino d'allarme che fece emergere in una volta tutte le sue paure, le sue preoccupazioni, i suoi dubbi. Perché, si era chiesto in un primo momento, perché Luhan non c'era? Controllò il bagno, poi la cucina, poi ogni singola stanza di quel posto, ma per ogni passo che faceva, quella paura che era ormai esplosa dentro di lui, impossessandosi del suo corpo, devastandolo come un uragano, continuava a fare sempre più rumore anche intorno a ciò che lo circondava. Si sentiva soffocare, i respiri erano più corti e vibranti, sintomi di un cuore che non riusciva a darsi pace. Girava come un matto, chiamando il suo nome, poi gridandolo, mentre la vista iniziava ad appannarsi.
Perché dentro di lui, nonostante tutto quel turbinio di sensazioni negative, sentiva allo stesso tempo troppo silenzio. E quel silenzio gli portava solo tanto vuoto, il nulla. E se c'era una cosa che temeva più di tutte, era quella sensazione: sentire ora lì, in quello spazio precedentemente ricoperto, riempito in ogni punto di calore, soltanto freddo, mancanza.
Voleva scartare quell'ipotesi che si era fatto, prima così remota nella sua mente, ma adesso in grado di regnare sovrana.
Luhan se ne era andato.
E più lo ripeteva, più scuoteva la testa, non volendo crederci, non volendo pensarci, non riuscendo neanche a immaginare che il peggiore dei suoi incubi fosse appena diventato realtà.
Non gli importò dell'ora, del contesto in cui si trovava o dello stato in cui era in quel momento, troppo fragile, troppo debole. Afferrò le chiavi della macchina e si diresse immediatamente verso l'unico luogo in grado di dargli risposte. Il rombo del motore risuonò lungo le vie silenziose e le strade in cui passava.
Probabilmente quando arriverai lì Luhan ti spiegherà tutto, ti spiegherà perché è ritornato a casa. Di questo continuava a convincersi, impugnando con forza il volante, premendo di più l'acceleratore.
Quando arrivò, scese subito dalla macchina, e andò ad aprire con una certa urgenza e impazienza l'ormai familiare porta del negozio di Bubble Tea. La luce dentro era accesa, e con questo cercava di rassicurarsi. Ma incontrando gli occhi stravolti, spenti, sommersi dalle lacrime del signor Kim, quella misera speranza, quella mera e ostinata speranza che continuava a conservare si spense, proprio come la fiamma di una candela. Voleva gridare, liberare la sua frustrazione, chiedere dov'era Luhan, ma non ci riusciva. Perché in fondo sapeva la risposta. E faceva male, il suo cuore in quel momento era pervaso da un agonizzante dolore, come se ci avessero conficcato non una, bensì milioni di lame, facendolo sanguinare copiosamente. Le lacrime scendevano da sole dagli occhi devastati, confusi, rabbuiati, sempre più copiose, e non c'era modo di porre resistenza e combatterle.
-Si sente già davvero tanto la sua mancanza, eh...- esclamò il signor Kim con un amaro sorriso, sospirando.
E a quelle parole pian piano Sehun divenne sempre più consapevole della realtà, da cui non avrebbe potuto più scappare.
Luhan l'aveva lasciato.
Luhan era andato via.
Luhan non era più lì con lui.
Il suo Luhan...
Per un attimo la rabbia iniziò a prendere il sopravvento su tutto il resto, accecandolo con la sua forza e la sua perfidia.
-Perché non l'ha fermato?! Per quale motivo gli ha permesso di andare via?? Perché non mi ha detto nulla?!- Sehun alzò il tono di voce, ma più che lui, era la sua disperazione a parlare.
Il signor Kim, sorpreso dalla sua reazione, ma comprensivo, cercò di aprir bocca per spiegargli la situazione, il fatto che Luhan stesse per morire rimanendo sul loro pianeta e tutto il resto. Ma non ci riuscì, perché fermato da una nuova ondata di parole dell'altro ragazzo.
-I-io non riesco a capire... per quale motivo l'ha lasciato andare così facilmente?? L-lei ci teneva a L-Luhan, lei gli voleva bene, e allora perché?? Perché maledizione?! Perché non sapevo nulla??- la frustrazione si liberò sotto una nuova ondata di gocce salate, e Sehun portò le mani davanti al volto, poi le passò stancamente tra i capelli, tirandoli forse più del dovuto.
-N-non posso credere a tutto questo, non posso credere che la persona che amo mi abbia fatto questo. M-mi sento così deluso...- questa volta la sua voce tremante si abbassò, quasi sussurrando le ultime parole prima di girarsi verso l'uscita e andare via, sconfitto, irato, sdegnato, senza neanche rivolgere più un'occhiata all'uomo, che lo lasciò andare sospirando pesantemente.
Era un'altra morsa al cuore vedere Sehun in quello stato, e lo capiva, sapeva che le sue parole erano dettate dalla situazione, dal fatto che fosse stato tenuto all'oscuro di tutto, e per questo non gli importava di sentirsi dire qualcosa di troppo. Aveva bisogno di tempo, aveva bisogno di lasciargli i suoi spazi, poi avrebbe riprovato a parlargli e spiegargli tutto. La persona che amava era scomparsa senza che lui sapesse o potesse fare nulla, immaginava la sua devastazione in quel momento.
Luhan... ti prego... devi ritornare”


Dopo quel piccolo sfogo davanti al signor Kim, ne seguì un altro quando ritornò al dormitorio. Da quando varcò la porta, qualsiasi oggetto gli capitava davanti subiva la stessa fine: distrutto in mille pezzi sul pavimento. Se la prese con qualsiasi cosa gli venisse a tiro, non gli importava neanche di farsi male, perché quel dolore non avrebbe mai potuto compararsi a quello che risiedeva nel suo cuore.
Poi quando arrivò in camera sua i suoi occhi caddero su quel pezzo di carta, con quelle parole. Il suo Luhan era stato a scrivere quelle parole. Il suo piccolo cerbiatto. Le rilesse più volte, sprofondando in una nuova ondata di tristezza, lasciandosi scivolare a terra, piangendo l'anima seduto com'era al lato del letto. Si sentiva un bambino, e avrebbe preferito esserlo davvero in quel momento piuttosto che essere costretto a provare tutto quel dolore. Si sentiva debole, spento, si sentiva tradito in un certo senso.
Luhan gli aveva promesso che avrebbero affrontato tutto insieme, e invece... che ne era stato di quella promessa?
Si sentiva deluso e arrabbiato, sia con se stesso, che con Luhan. Con se stesso perché era stato così stupido da non rendersi conto che il comportamento del moro del giorno prima era stato troppo sospetto, era stato così stupido da credere alla sua bugia e passarci oltre. Era arrabbiato con Luhan perché l'aveva lasciato così, senza dirgli nulla, senza alcun preavviso, semplicemente in balia di un'immensa tristezza e di un dolore insopportabile. E Sehun non era assolutamente pronto ad affrontare tutto ciò. Era arrabbiato con lui perché gli aveva negato la possibilità di dargli conforto, di stringerlo, di fargli capire che era pronto a soffrire insieme a lui. E invece no... aveva sopportato tutta quella sofferenza da solo, sorridendo quando gli era davanti, senza permettergli di entrare in quel tumulto che era il suo cuore. Perché Luhan si era comportato così? Nella sua testa risiedevano mille domande che avevano solo bisogno di una risposta sincera. Ma la persona in grado di dargli quella risposta se ne era andata via, lasciandolo in quelle condizioni.
Si domandava se solo non si fosse addormentato, se solo avesse insistito nel chiedergli cosa avesse, le cose sarebbero potute andare in un altro modo?
Ed ecco che diversi pentimenti e rimorsi si facevano strada in lui. In qualche modo si sentiva colpevole, nonostante avesse tutto il diritto per sentirsi una vittima.
-Mi hai rubato il cuore per poi portartelo via... ti odio Luhan- mormorò tra le lacrime, abbandonando la testa sulle braccia, strette intorno alle ginocchia.
Quell'odio era solo una copertura, un modo per prendersela con Luhan, per scaricare su una persona che ormai era andata via senza dirgli nulla tutta la sua rabbia e la sua frustrazione. Non avrebbe mai potuto odiarlo davvero, neanche dopo questo. Perché nonostante tutto, l'amore era sempre un gradino superiore all'odio. Già gli mancava, gli mancava tremendamente, gli mancava così tanto da voler quasi morire. I suoi grandi occhioni, il suo dolcissimo sorriso, quelle morbide guance fatte apposta per essere accarezzate, i suoi capelli lisci e scuri, il suo corpo, il suo profumo, i suoi abbracci, i suoi baci, le sue carezze, i suoi sguardi, i suoi modi di fare... come avrebbe potuto continuare a vivere senza di lui, senza tutte quelle cose? Era semplicemente una lotta persa in partenza. Sehun non era sicuro di potercela fare, anzi, a dirla tutta, sapeva che sarebbe stata solo questione di tempo prima di arrivare a consumarsi e spegnersi lentamente.
Luhan era la sua vita, il futuro che aveva iniziato a sognare e il futuro su cui aveva costruito delle basi. Aveva già fatto tanti progetti per loro, ed ecco che erano sfumati tutti nel nulla. La vita gli era stata sottratta così aspramente, così duramente, infliggendogli un colpo da cui era difficile che si sarebbe ripreso.
Ogni minuto, ogni secondo che passava, si sentiva soffocare sempre di più, mentre il vuoto che aveva dentro si era ormai espanso in tutto il suo corpo.
Luhan...
Ripeteva quel nome continuamente. E nella sua mente iniziavano a proiettarsi tutti i momenti che avevano trascorso insieme, a partire dal loro primo incontro, avvenuto in una fredda notte d'inverno.


-Ehm... questi sono i Bubble Tea che ho ordinato?- aveva chiesto, ancora sotto shock dopo averlo visto sbracciarsi verso il cielo e gridare a gran voce. Lo aveva preso per un pazzo. Poi quel ragazzo si era voltato verso di lui, guardandolo preoccupato, colpevole, e allargando quei grandi occhioni castani che fin da subito gli avevano perforato l'anima. Senza saperlo, da quel momento il destino li aveva legati, stringendo alle loro dita quell'invisibile filo rosso, pronto a rafforzare quel legame speciale.


E poi Sehun ricordò la seconda volta che lo vide, quando dovette soccorrerlo. Fu il loro secondo incontro, e il suo cuore era già stato inesorabilmente rubato.


Lo aveva avvolto tra le sue braccia, cercando di sorreggerlo, di aiutarlo, preoccupato da quell'espressione sofferente che aveva in viso. Non sapeva cosa fare. Aveva deciso di chiamare i soccorsi per fargli ricevere un aiuto più esperto. Ma Luhan aveva posato la mano sulla sua, fermandolo.
-N-non... f-farlo...- gli aveva sussurrato debolmente.
-Allora dimmi tu cosa dovrei fare!- gli aveva risposto lui innervosito.
-S-solo... aspetta qui... f-finché non finisce... puoi farlo?- gli aveva chiesto guardandolo con quegli occhioni stupendi. Confuso, aveva annuito, assistendo poi a qualcosa di meraviglioso: il suo sorriso mentre gli diceva “grazie”.


Sehun sorrise debolmente ripensando a quel momento. Ricordava il loro tragitto insieme verso il negozio di Bubble Tea, la sua insistente curiosità verso quel ragazzo e la sua crescente preoccupazione nel vederlo stare male. Non era riuscito a dormire una notte intera a causa sua, a causa di quel bellissimo visino. E non sapeva ancora che quella sarebbe stata una delle tante sue notti insonni, perse in pensieri di lui.
Poi ricordò il loro incontro al parco. Come dimenticare quei momenti sdraiato sull'erba, la sua vicinanza, l'evidente attrazione che aveva provato per lui, i suoi battiti accelerati, le sue gote arrossate?


-Perché mi stai fissando?- gli aveva chiesto, notando il modo in cui i suoi occhi insistevano sul suo viso.
-Perché hai qualche filo d'erba tra i capelli- gli aveva risposto Luhan, avvicinandosi innocentemente a lui e posando delicatamente una mano fra i suoi capelli, cercando di togliere quei piccoli fili d'erba. E lui non si era mai sentito tanto soggiogato come in quel momento, soggiogato dal moro e da quelle labbra così belle da fargli perdere la testa e fargli fare pensieri inusuali per uno come lui, che non si era mai abbandonato a romanticherie o sogni ad occhi aperti prima d'allora.


Sehun sospirò amaramente. Ripensò a quella sera stessa, quando il suo cerbiatto stabilì che erano diventati amici, facendolo tornare a casa con un sorriso più grande e luminoso della luna. Era uno dei ricordi più belli per lui. La timidezza con cui aveva detto quelle parole, la sua insicurezza, e poi la sua felicità nel sentirsi assecondare. Niente di più adorabile.
Poi gli venne in mente il guaio che aveva combinato subito dopo, “negando” la loro amicizia appena nata, anche se in fondo l'aveva fatto per proteggerlo.


Più si avvicinava, più vedeva quel caldo sorriso allargarsi. Pur volendolo, non poteva trattarlo da amico davanti a tutti. Non lo avrebbero più lasciato in pace.
-Sehun!- lo aveva chiamato felice, con aspettative e tanta innocenza.
-Sehun conosci questo ragazzo?- aveva interrotto l'uomo della sicurezza, aspettando impaziente e visibilmente seccato una risposta, mentre i fans continuava a urlare, gridare il suo nome, fargli foto.
Sehun era combattuto, avrebbe tanto voluto dire di si, avrebbe tanto voluto confermare ciò per cui quegli occhi stavano brillando più di due stelle. Ma non poteva, e lo sapeva bene. Doveva cercare le parole adatte, in modo da ferirlo il meno possibile.
-Certo- aveva iniziato deciso, pregando che quegli occhi smettessero di guardarlo con così tanta trepidazione.
-Come non conoscere i nostri fans? Loro hanno tutti qualcosa di diverso, di speciale. O mi sbaglio?- aveva concluso fingendo un sorriso, guardando tutti annuire soddisfatti, ma non quel piccolo cerbiatto, sorpreso per quella risposta, che si rattristava, mostrando un'espressione imbronciata.


Nel vedere il suo viso deluso si era sentito da schifo, ricordò che i giorni seguenti non poté stare in pace con se stesso. Sentì il bisogno di chiarire, di spiegarsi, di recuperare la sua fiducia. Era un bisogno troppo importante per essere trascurato. E fu quando andò a trovarlo che si rese conto di essersi innamorato di lui. Quando lo vide nella sua semplicità, nella sua innocenza e bellezza, quando semplicemente osservandolo da poco lontano, si rese conto che non avrebbe potuto fare più a meno di lui.
Si sentì più leggero quando chiarì la situazione, passando con lui una bella giornata, vedendolo sorridere, confermando la loro amicizia, sapendo che però non avrebbe saputo accontentarsi solo di quella.
E poi... quel momento quando lo riaccompagnò a casa. Luhan lo abbracciò per la prima volta. Non si sarebbe mai aspettato un gesto simile, per cui il suo cuore esplose dalle emozioni.


-Quando ritornerai?- gli aveva chiesto timidamente, abbassando lo sguardo. Sehun non era riuscito a resistere davanti a quella dolce espressione, posando una mano sulla sua guancia, e accarezzandola. Gli veniva naturale, spontaneo fare quei gesti con lui. E gli piaceva.
-Ti prometto che appena mi libererò dagli impegni tornerò qui, d'accordo?- aveva cercato di rassicurarlo, non riuscendo a sopportare neanche lui l'idea di non poterlo vedere e passare più tempo insieme a causa della sua agenda con il gruppo. Si era già affezionato tanto. Troppo.
E poi quello che aveva avvertito era soltanto il calore e il profumo di quel piccolo ed esile corpo stringersi, unirsi col suo. E nel suo cuore erano scoppiati mille fuochi d'artificio.


Il suo sorriso si allargò ancora di più tra le lacrime. Era un ricordo troppo prezioso. Quel piccolo cerbiatto lo aveva già reso schiavo del suo volere.
Si incontrarono di nuovo nel loro primo concerto d'apertura a Seoul, quando lui aveva mandato i biglietti a Luhan e al signor Kim invitandoli a partecipare, e quella volta gli aveva fatto conoscere i suoi pazzi amici.
Sapere di avere quella persona speciale che lo stava guardando lo aveva motivato ancora di più. Voleva essere impeccabile, perfetto, e solo perché c'era lui tra gli spettatori, a tal punto si era ossessionato.
L'incontro che seguì questo fu davvero importante per lui, perché in qualche modo sentì di aver creato un collegamento ancora più profondo con Luhan, un rapporto fondato sulla fiducia e sull'affetto. Ricordò che non era stato bene, per cui gli rimase vicino, osservandolo completamente perso, innamorato, mentre dormiva beatamente. Ma al suo risveglio aveva avuto un piccolo sfogo, era crollato.


Vedeva il suo viso malinconico, vedeva le labbra un po' tremanti, e poi delle piccole lacrime fare capolinea dai suoi occhi, lacrime che aveva cercato di coprire subito nascondendo il volto tra le mani.
-S-scusami... n-non volevo p-piangere...- gli aveva detto fra qualche singhiozzo, ma lui non ci aveva visto più, non sopportava di vedere quell'angelo stare male. Lo strinse subito a sé, permettendogli di nascondersi contro il suo petto. Era una delle più belle sensazioni che avesse mai provato, perché in quel modo gli stava comunicando qualcosa: non preoccuparti, ci sono io qui con te.


Sehun quella volta capì che quel bellissimo sorriso nascondeva delle crepe, e sentì che era suo compito iniziare a trovarle e aggiustarle. Quando lo vide piangere il suo cuore soffrì per lui, e non riuscì a trattenersi dallo stringerlo a sé, nasconderlo nel suo abbraccio e dargli tutto il conforto di cui aveva bisogno. Lo sentiva un suo dovere prendersi cura di quella piccola e fragile creatura, forse perché probabilmente già la considerava sua.
Sehun afferrò il cellulare, abbandonato sul letto. Lì c'erano quelle foto, le prime foto che si erano fatti insieme quello stesso giorno. Non appena i suoi occhi si posarono su di lui, che sorrideva felice e divertito, il suo cuore si spezzò ancora e ancora. Non poteva accettare che quello sarebbe rimasto solo un ricordo.
E mentre gli occhi si riempivano di nuove e fresche lacrime, nella sua mente tornò vivido il ricordo del loro tentato primo bacio. Tentato perché erano ad un passo dal far scontrare le loro labbra, ma il signor Kim li aveva interrotti inconsapevolmente.


Si era appena svegliato, e non ci era voluto molto per rendersi conto di essere completamente sdraiato sopra Luhan. Nonostante la bellissima sensazione provata ad averlo così vicino, subito era entrato nel panico, temendo di avergli fatto male, essendo più grande e pesante di lui. Aveva portato preoccupato le mani ai lati del suo dolce viso.
-Ti ho fatto male? Perdonami, sono stato uno sconsiderato, ma perché non mi hai svegliato? Potevi dirmelo, chissà come sarai indolenzito adesso!- aveva esclamato un po' arrabbiato con se stesso, ispezionando attentamente quegli occhioni che lo guardavano timidamente e sorpresi. Non si aspettava di essere ricambiato con uno sguardo adorabilmente determinato e serio.
-Tu non mi hai fatto male, no, non potresti mai farlo, non ho nulla da perdonarti, invece ti ringrazio, perché è stata la prima volta che ho dormito così bene, e non mi importa se mi fa male da qualche parte, ritornerei a tenerti in quel modo altre dieci, cento, mille volte- gli aveva risposto appoggiando delicatamente le mani sulle sue e guardandolo prima felice, poi un po' imbarazzato, mentre si avvicinava per cercare di nascondere le guance arrossate contro il suo petto.
Ma Sehun dopo quelle parole, così dolci e sincere, non poteva più sopportare di aspettare, tanto che gli aveva ripreso il viso tra le mani, questa volta avvicinandolo lentamente al suo perché voleva, desiderava ardentemente far scontrare le loro labbra, fargli capire quanto ormai fosse perso in lui, quanto fosse innamorato di quell'esserino così speciale. E Luhan non lo stava allontanando affatto, anzi, aspettava con trepidazione quel tocco, chiudendo gli occhi e abbandonandosi, lasciandosi guidare completamente da lui.
Ma l'entrata improvvisa del signor Kim in quella stanza li fece allontanare subito imbarazzati.
Il desiderio di Sehun di baciarlo però non si era affatto arrestato, si era fatto ancora più grande e ardente se possibile.


Sehun non dovette aspettare molto prima di conquistare finalmente quel dolcissimo premio. Fu quando si ritrovò Luhan davanti alla porta di camera sua che le cose iniziarono.
Ricordò la sua timidezza e il suo imbarazzo nel vederlo seminudo, per poi dimostrare tutta la sua preoccupazione verso di lui nel sapere che non stava bene, che aveva la febbre, pur avendo ricevuto informazioni false da quella volpe di Baekhyun.
E poi ricordò la sua espressione pensierosa, un po' triste mentre gli asciugava i capelli, e quel sorriso un po' forzato.
Non poteva ancora minimamente immaginare cosa si nascondeva oltre quegli occhi.
Gli chiese cosa avesse, facendogli presente come quello non fosse il suo vero e bellissimo sorriso, quello che rivolgeva solo a lui, e che finalmente ricomparì dopo pochi minuti grazie a lui. Era stato Sehun a ridargli quel sorriso, e ne era estremamente orgoglioso.
E ciò che seguì fu il momento più dolce e significativo. Quella complicità che si erano creati, scherzando e giocando, lì porto a qualcosa che agognavano entrambi da tanto tempo.


-No, non pensarlo neanche, sono stato io ad aver sbagliato, mi dispiace, puoi perdonarmi?- gli aveva chiesto Luhan, sperando di essere perdonato dopo non aver risposto a nessuna delle chiamate e messaggi di Sehun, cosa che aveva fatto preoccupare da matti quest'ultimo. In verità Sehun lo aveva già perdonato, era bastato guardare quell'espressione da cucciolo bastonato per farlo. Ma voleva un po' tenerlo sulle spine, scherzare.
-Mmh... fammi pensare...- gli aveva risposto mettendo su una finta faccia pensierosa, che non era però durata a lungo. Vedere come l'altro aveva preso tutto così seriamente, com'era in ansia, con occhi trepidanti d'attesa, lo fece sorridere. E questo bastò a Luhan per capire il suo gioco e assecondarlo, mettendo a usare il suo aegyo. Dove aveva imparato a comportarsi così era un mistero per Sehun.
-Ti prego...- continuava a piagnucolare, avvicinandosi sempre di più, stringendo il tessuto della sua maglia, guardandolo dritto negli occhi. E questo lo aveva fatto già vacillare, perché se c'era una cosa a cui non era in grado di resistere, quella cosa erano i suoi grandi occhi castani. Per cui aveva deglutito a fatica, sentendo i battiti aumentare a ogni centimetro che veniva accorciato tra di loro. E poi improvvisamente aveva iniziato a mimare un gattino, lasciando così poco spazio tra i loro corpi e i loro visi che a Sehun fu impossibile resistere. Quello era l'effetto che Luhan aveva su di lui quando gli si avvicinava. Lo faceva fremere, sentiva i brividi salire lungo la schiena e colpirlo come piccole scosse, sentiva il cuore battere così forte da non riuscire a trattenerlo nel petto, sentiva le sue mani muoversi da sole verso di lui, accompagnate da tutto il resto del suo corpo. Lo desiderava. Desiderava averlo per sé, desiderava dimostrargli quanto era impazzito a causa sua, desiderava stringerlo e non lasciarlo più andare via. Fu questo immenso desiderio, questa voglia accesa di fargli capire quanto lo amava che lo spinse a riempirsi di coraggio e determinazione e finalmente baciarlo.
E quando avvertì quel morbido e caldo tocco fra le loro labbra, capì di aver raggiunto il paradiso, il suo paradiso personale.


Il loro primo bacio. Il momento in cui i gesti avevano preso il posto delle parole. Il momento in cui era rimasto senza fiato, non solo per il bacio in sé, ma perché non poteva ancora credere che Luhan avesse accettato ciò che aveva da “dirgli”.
E come Luhan aveva accettato quelle sue silenziose parole, anche a lui era toccato accettare qualcosa di più grande e complesso: il suo mondo, il mondo di una persona non appartenente a quel pianeta, di una persona che i terrestri avrebbero comunemente chiamato “alieno”.
Quella stessa sera Luhan gli aveva rivelato i suoi sentimenti per lui, quelle parole che erano entrate così profondamente dentro il suo cuore, tanto da lasciargli dentro un segno indelebile.


-Prima di tutto voglio ringraziarti Sehun, perché averti conosciuto ha portato nella mia vita un grande cambiamento. Hai riempito i miei giorni di tanto colore, hai riempito il mio cuore di tanta felicità, il solo pensare a te mi rende più forte, più determinato, mi fa affrontare la vita con un sorriso, mi fa dimenticare tutti i miei problemi. Non puoi immaginare quanto tu sia speciale per me, quanto sia felice quando mi sei vicino e quanto odi non poterti vedere, essere lontano da te. Mi hai fatto scoprire cosa significhi sentirsi vivo, cosa significhi amare ed essere amati- gli aveva detto, guardandolo con sincerità, non preoccupandosi di nascondere le lacrime che facevano capolinea dai suoi occhi, in quanto cariche di sentimenti ed emozioni. Proprio come quello che stavano provando in quel momento.
-Perché io ti amo Sehun, mi sono perdutamente innamorato di te e lo sarò per sempre- e qui Sehun sentiva il suo sogno realizzarsi, tutto fermarsi per quegli interminabili attimi, per poi riprendere a scorrere lentamente.


E come realizzò il suo sogno, un attimo dopo quello stesso sogno venne messo a dura prova. Trovò un ostacolo incredibile, una verità incomprensibile, qualcosa a cui non avrebbe mai pensato in vita sua.


-Sehun, io non sono come te, non sono umano-


Quella frase portò tutto su un diverso piano, quella frase portò qualcosa di inaspettato. Sehun ricordava bene lo sguardo attonito davanti a quelle parole, che sembravano uno scherzo per qualcuno come lui. Eppure non credeva possibile uno scherzo in un momento così importante e carico di significato per entrambi. Ma come poteva crederci?
Qualche minuto dopo si ritrovò a fluttuare in aria. Com'era possibile una cosa del genere? Ancora a ripensarci poteva riprovare sulla sua pelle quella serie di incredibili sensazioni che lo avevano attraversato: sorpresa, incredulità, sconvolgimento, turbamento, panico, e tante altre ancora.


-Sono arrivato qui per sbaglio, per un errore. Ma sai, mi farei colpire da quella scarica di energia altri milioni di volte se ritornando qui incontrerei di nuovo e ancora te Sehun, non mi importerebbe di soffrire, non avrei paura di morire- Luhan continuava ad avvicinarlo a sé, guardandolo dolcemente e accarezzando una sua guancia.
-Ti amo così tanto, nonostante so che un giorno dovrò ritornare lì, che un giorno non potrò mai più rivederti, toccarti, starti vicino, guardare mentre mi sorridi, sapendo che un giorno tu rimarrai solo un ricordo per me- gli aveva detto abbracciandolo e baciandolo, ma Sehun non riusciva a reagire, non poteva.
-Adesso puoi credermi?- gli aveva domandato disperatamente prima di svenire tra le sue braccia.


Sehun non poteva crederci ancora in quel momento, gli sembrava qualcosa di surreale, un sogno. Considerò tutto ciò ridicolo, strano.
Come riuscì ad uscire da quel vortice? Probabilmente a causa di quel forte sentimento che provava verso Luhan. Probabilmente perché il suo attaccamento all'altro superava il resto, mettendolo da parte. Probabilmente perché la paura di perderlo quella volta era stata più forte della paura di accettare quella verità. E realizzando tutto questo, Sehun fece un passo avanti, maturò il suo modo di pensare. Capì che quello che contava non era la differenza, bensì la personalità. Accettare una persona significava accettare il modo in cui era, quell'insieme di caratteristiche che la risaltavano e la rendevano tale. Tutto il resto veniva dopo.
Questo realizzò Sehun. E scegliere di comportarsi in questo modo si rivelò la strada corretta: non aveva perso, ma aveva trovato la vera felicità.


-Ascoltami- aveva iniziato a parlare serio, incontrando i suoi occhi stanchi, velati ancora dalle lacrime, ma felici perché lui era lì.
-Non mi importa chi sei, da dove vieni, cosa hai fatto o perché l'hai fatto. Mi importa che tu continui ad essere così come sei adesso, il cerbiatto per cui ho completamente perso la testa. Ti amo Luhan, sei l'unica cosa che voglio. Se ho te, io mi sento completo. Affronteremo insieme le difficoltà, non sarai più solo, io sarò sempre al tuo fianco, e non ti lascerò mai- si era dichiarato, facendo chiarezza una volta per tutte con i suoi sentimenti. Era sicuro di volere questo, di volere Luhan, nonostante tutto. E gli era bastato vederlo sorridere di nuovo per capire che a fare quella scelta ne era valsa la pena.


La sua unica paura era stata quella di doverlo vedere andar via un giorno, proprio la paura che si era appena avverata, nel più crudo dei modi. Senza sapere nulla, senza capire nulla, senza poter dire nulla. Luhan era andato via, Luhan era ritornato nel suo luogo di appartenenza, lasciandogli dietro tanti ricordi e allo stesso tempo un vuoto immenso. Ma nonostante tutto si ostinava a credere a quelle parole, alle sue parole quando si trovavano ancora in ospedale, quella sera. Poteva essere un folle, ma ci credeva, credeva davvero che Luhan voleva restare con lui.


-Quindi un giorno... dovrai andare via?- gli aveva chiesto azzardatamente, non essendo neanche sicuro di voler davvero sapere la risposta. Il solo pensiero di perderlo era qualcosa di davvero riluttante, insopportabile.
-Non lo so Sehun, non so cosa mi riserva il futuro. So solo che qualunque cosa sia io non voglio nulla. Io voglio solo rimanere con te. Io... io non riesco neanche più a immaginarla... la mia vita senza averti accanto. Non voglio neanche pensare all'idea di dovermi separare da te. Non credo riuscirei a sopravvivere. Dentro di me c'è solo tanta confusione, tu sei la mia unica certezza Sehun. Io ho solo bisogno di te- la sincerità traspariva dalla sua voce e soprattutto dai suoi occhi. Luhan si stava aggrappando a lui, riconosceva Sehun come indispensabile punto di riferimento nella sua vita precaria. E chi era lui per negargli questa unica certezza che aveva? Ormai era completamente perso in lui, lo sapeva che doveva tenersi pronto ad affrontare qualsiasi cosa, che doveva essere consapevole che prima o poi avrebbe sofferto, solo che in quel momento si era lasciato prendere un po' la mano, preferendo stare dalla parte della positività, preferendo vivere ciò che la vita gli stava dando, senza pensare al domani.


Quanto aveva dovuto soffrire Luhan?
Quanto dolore si era nascosto dietro la purezza e l'innocenza di quegli occhi?
Quante parole non dette, mascherate da falsi sorrisi, aveva dovuto tenere per sé?
Questo si chiedeva. E la cosa lo faceva arrabbiare. Lo faceva diventare una belva. Sentiva che in tutto questo tempo avrebbe dovuto dargli di più, sarebbe dovuto riuscire ad entrare in quel mondo di sofferenza e tristezza che aveva costruito intorno a lui, in quel mondo coperto da una campana di vetro che aveva tenuto il più lontano possibile da lui.
Sehun sentiva di aver fallito. Quello che aveva visto di Luhan non era sempre qualcosa di vero. A volte era qualcosa di costruito, qualcosa creato per non contaminare la sua felicità, la felicità di Sehun.
Luhan aveva voluto proteggerlo dalla sua instabilità, dalle sue incertezze, ma era stato ingenuo a non capire che tutto ciò non aveva fatto che aumentare la miseria di Sehun. Perché si, adesso si sentiva anche misero, patetico, stupido, e sempre più colpevole.
Per quanto poteva nascondersi dietro a tutti i loro ricordi, i loro momenti insieme, faceva sempre e comunque male.
Non aveva nessun rimpianto riguardo tutti i loro baci, i loro abbracci, i loro sguardi. Tuttavia, rimpiangeva il fatto di non aver guardato bene, fino in fondo, dentro quegli occhi.
Sehun si sentiva triste, perso, vuoto.
Sehun si sentiva anche colpevole, perché non aveva saputo leggere tra le righe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^

Finalmente l'ho finito, non mi sembra vero! >.<

Come potete vedere, quello preso in esame è tutto il punto di vista di Sehun, la sua reazione alla triste scoperta, e i suoi pensieri seguiti da tutta quella carrellata di ricordi, che spero di aver reso bene (non so perché, ma non mi sento del tutto soddisfatta... spero sia solo la mia impressione ^^”)

Mi scuso se in tutto ciò appariranno errori, quando avrò un po' di tempo ricontrollerò tutto!

E niente... credo restino forse due o tre capitoli... o forse quattro... devo regolarmi. Non molto comunque!

Voglio ringraziare Wonderland___x, XiaoSaseum, _Beautiful_Nightmare_ e chi continua a seguirla! Grazie mille, davvero! ^^

Auguri di Buona Pasqua a tutti e... alla prossima!!

  
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