Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    28/03/2016    1 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

15/01/2014

In questa vita la gente ti amerà. La gente ti odierà. E niente di tutto ciò avrà a che fare con te.
(Abraham-Hicks)

 

-Perché non dai un bacio al tuo papà?- Mormorò Justin cercando di sciogliere la tensione nella stanza. Si vedeva lontano un miglio che Alesha era arrabbiata, tanto arrabbiata.

-Alesha..- Sussurrò toccandole i capelli, voleva attirare la sua attenzione, ma non ce la fece, il suo sguardo assente era fisso fuori dalla finestra, non si era ancora medicata, aspettavano l'infermiera, che sembrava essersi persa chissà dove.

-Va bene, forse è meglio se inizio a medicarti io il viso.- Parlò tra sé e sé, mentre cercava la cassetta del pronto soccorso. Appena la trovò tornò dalla figlia, appoggiandola sopra le sue gambe, stese lungo il lettino bianco dell'infermeria.

La aprì, estraendo i batuffoli di cotone e la soluzione salina, non c'era altro, oltre alle garze bianche.-Guardami tesoro.- Ordinò imbevendo il cotone. Lei lo fece, uccidendolo con lo sguardo.

-Non guardarmi così, non ti ho fatto niente.- Borbottò ripulendola dal sangue sotto il naso.-Chi è quella ragazza?- Chiese dopo un po' di silenzio.

-Non lo so.- Rispose con voce roca.

-Una ragazza a caso è venuta a picchiarti?- Inarcò il sopracciglio, non credendogli, c'entrava il pacchettino nella tasca della sua giacca?

-Sì- Sospirò frustrata, non sentiva più niente, così si sentiva quando non era completamente in sé, molto più forte, un'altra persona.

-Alesha cos'hai?- Si decise a chiederle una volta pulito tutto il viso.

-Ha detto che vado a letto con te.- Sostenne distogliendo lo sguardo.-Lo pensano tutti?- Si inumidì le labbra, ancora abbastanza scossa.

-Amore mio.- Sorrise dolcemente, prendendole le mani.-Non mi importa quello che pensa la gente di noi, mi basta sapere che tu sei mia figlia e non farei mai nulla di quel genere con te. Va bene?-

Annuì, sentendo il sangue colare di nuovo dal naso.-Cazzo..- Suo padre afferrò dei batuffoli, infilandoli nel suo naso, tentando di fermare il flusso in qualche maniera.

-Come va il polso? Riesci a muoverlo?- Lo prese delicatamente, facendola sussultare dal dolore.

-No, fa male.- Ammise abbassando lo sguardo, non lo trovava giusto, aveva ricevuto più ferite rispetto alla sua avversaria, non era giusto.

-Okay, vado a cercare l'infermiera, non muoverti da qui.- La lasciò andare e si incamminò verso l'uscita.

-Voglio trovare quella e farla a pezzi.- Nel sentire quelle parole indietreggiò, portando le mani all'interno delle tasche, sapeva di doversi rassegnare, se l'avesse lasciata da sola sapeva sarebbe finita male.

Molto male.

La violenza con cui picchiava l'aveva spaventato e se non l'avesse fermata? L'avrebbe uccisa?

-Dov'è?-

-Non ti deve interessare Alesha, lasciala perdere, avrà quel che si merita.-

–.--..--..--

-Come!? Ha aggredito mia figlia! Ha iniziato lei e le date una stupida punizione, mentre ad Alesha la sospendete? Perché!?-

-Ha provocato lesioni molto più gravi.- Tentò di difendersi il preside, il padre di Cherry pagava molto la scuola per avere il meglio per sua figlia, era intoccabile.

-Non è vero! Ha un polso rotto cazzo!- Sbottò calciando il cestino vicino a lui.

-Senta, si dia una calmata signor Bieber, non ci metto molto a chiamare qualcuno e portarla via da qui.-

-Mia figlia non sarà sospesa, verrà a scuola tutte le mattine come gli altri.- Sibilò puntandogli il dito contro.

Il preside sbuffò, alzando gli occhi al cielo, avere Justin Bieber come nemico non lo avrebbe aiutato affatto, parlare male della scuola lo avrebbe rovinato.

Insomma, quante ragazzine sue fans avrebbero deciso di non andarci perché lo diceva Justin Bieber?

Tutte.

-Va bene..posso pensare ad un secondo tipo di punizione.-

-Ha un polso rotto, nessuna punizione pesante.-

-Va bene, va bene, ora se ne può andare, sua figlia verrà a scuola regolarmente.-

-E la punizione?-

-Passerà delle ore in castigo, nient'altro, però se accadrà un altra volta dovremo provvedere in modi più seri.-

-Lei deve tenere al suo posto gli stupidi alunni.-

 

-Ti fa tanto male?- Justin notava i continui mugolii di dolore da parte di Alesha, le avevano appena messo il tutore gessato blu.

Fece spallucce, bagnandosi le labbra, la sua voglia di parlare era minima a zero.

-Su, andiamo a cenare.- Disse prendendole la mano sana. Si alzarono e una volta in cucina lui le spostò la sedia cordialmente.-Guarda che ho un polso rotto, non sono mica diventata handicappata.- Ribatté sprezzante.

-Senti Alesha, sto solo cercando di darti una mano..-

-Sì, sì lo so, mi dispiace.- Disse notando di averlo offeso.

-Oggi non c'è il personale di cucina, ho deciso di tenere solo poche domestiche, due a pulire e solo una a cucinare.-

-Licenzierai gli altri?-

-Gli ho già trovato un buon lavoro ben retribuito, stasera dobbiamo arrangiarci. Ti va di ordinare qualcosa?-

-Dipende cosa..- Mormorò appoggiando i gomiti sul tavolo.

-Una pizza magari?- Propose sentendosi improvvisamente a disagio, come doveva comportarsi con lei? Era troppo strana, quasi una ragazza normale della sua età, distante, presa dai suoi problemi adolescenziali.

Però la sua Alesha non era così, era la sua piccolina, aveva sempre bisogno di lui, delle sue coccole, degli abbracci e dei piccoli baci.

-Sì, va bene.- Annuì afferrando il cellulare, per fortuna una mano era sana, altrimenti non avrebbe saputo come fare.

-Verdure e salamino piccante?-

Annuì, mormorando un grazie.

 

-Vieni qui.- La strinse tra le sue braccia, allargando le gambe in modo che la figlia si potesse appoggiare contro il suo petto.

Sospirò, sistemando la coperta fin sotto il suo mento.-Qual'è la mia punizione a scuola?-

-Nulla di che, qualche ora in più a scuola.- Rispose accendendo la piccola televisione davanti a loro.

-Perché urlavi?- Alzò lo sguardo, puntando gli occhi verdi nei suoi.

-Perché voleva sospenderti.-

-Oh..- Ritornò con lo sguardo su Doraemon, pensierosa.

-Domani devo registrare da mezzogiorno fino a tardi, quindi non posso venire a prenderti a scuola.-

-Domani pranzo fuori con Blaze, al pomeriggio devo iniziare la ricerca con Jaxon e la sera c'è una festa.-

-Una festa?- Non aveva chiesto il permesso per una festa.

-Sì, è il compleanno di una mia compagna di classe.- Spiegò mordendosi il labbro. -Vuoi venire?-

-Mi piacerebbe, però lavoro fino a tardi, posso sapere perché non me lo hai detto prima?-

-Che cosa?-

-Della festa. Piccola io i miei piani li programmo tutti in base a te, le devo sapere queste cose, sono pieno di impegni, ma preferisco passare il tempo con te, non voglio che tu ti possa sentire trascurata.-

Si sentì in colpa nel sentire quelle parole, avrebbe dovuto dirglielo, lo aveva capito troppo tardi.

-A che ora finirà?- Domandò notando di averla fatta rimanere in silenzio.

-Non lo so, domani è venerdì. Tu a che ora torni? Puoi venire a prendermi?-

-Per mezzanotte dovrei aver finito, dammi l'indirizzo e ti passerò a prendere subito.- Portò una mano attorno alla sua vita, scostandole una ciocca di capelli dal viso.

Si soffermò a guardarla, provando a fare dei paragoni con la sua Alesha bambina, lo faceva sempre, ad ogni occasione possibile.

Piano, piano fece scorrere il pollice lungo la sua guancia, guardandola mentre si lasciava andare su di lui, presa dalle carezze.

Giocò a far 'passeggiare' le dita lungo la base del suo collo, soffermandosi sulla scapola scoperta.

Necessitava di incontrare ancora i suoi occhi, per sapere che stava bene, averla persa otto anni fa aveva sviluppato una certa dipendenza da lei, dal suo stare bene.

Abbassò il capo, in maniera tale da poter avere i suoi occhi addosso.-Sei bellissima.-

Sorrise, chiudendo gli occhi, aveva sonno, voleva solo dormire dopo quella lunga giornata e si addormentò, dimenticando per un attimo il suo orsacchiotto.

-Sai...mi chiedo come ho fatto a vivere senza di te in questi anni, sei indispensabile. Insieme possiamo essere tutto ciò che vogliamo, lo sai questo? Non ti lascerò andare mai più, te lo prometto.- Lo disse a voce bassa, sperando lo sentisse comunque. -Alesha?- Quando controllò perché non rispondeva si accorse che si era addormentata.

Sorrise, intenerito, era pronto a far di tutto per lei, anche trasferirsi a New York, Pattie non sarebbe stata d'accordo, per lei viziare i figli non era giusto.

+.+.+.+.+.+

16/1/14

-No mamma, Alesha è mia figlia ed io voglio il meglio per lei.- Ripeté per la quarta volta, alzando gli occhi al cielo.

-Perchè a New York diamine!? Solo per un suo stupido capriccio? Ci sono scuole anche qui!- Strillò alzandosi di scatto dal divano. Era furiosa.

Lui si coprì il viso con le mani, buttando la testa indietro.-Alesha vuole fare quella scuola ed io le farò fare quella scuola.-

-Non deve essere lei quella che comanda, se tu non sei d'accordo glielo devi dire e lei se ne farà una ragione.-

-E' questo il punto, io sono d'accordo, mi piacerà cambiare aria.-

-Quando verrai a trovarci? Sei sempre via per lavoro Justin, una volta che ti avevo così vicino a me..- Disse con voce spezzata.-Quella stupida bambinetta ti porta via da me! Lo ha fatto anni fa e lo fa anche adesso, lei mi odia. -

-Mamma io ti starò sempre vicino, verremo a trovarti ogni fine settimana, ma non ti devi permettere, non dare la colpa a lei di tutto questo. E' ancora una bambina, non è cresciuta come avrebbe dovuto e la colpa è solamente mia, ora devo recuperare tutto il tempo perso con lei, le darò il meglio.-

Pattie aveva sempre avuto una sorta di risentimento verso quella bambina.

 

'' -Alesha!- Selena finalmente riuscì a prenderla e riportarla in camera sua.

-Non ci voglio venire!- Esclamò provando a liberarsi.

-Per favore, tuo padre ci tiene tanto a vederti lì.-

-Papà lo vedrò comunque lunedì.- Disse gattonando sopra il letto matrimoniale. Selena e Justin non stavano più insieme e a lei toccava passare da una parte all'altra, come un giocattolino.

-No, non può venirti a prendere a scuola.- Disse lasciandola di stucco.

-Perchè?-

-Non lo so, potrai chiederglielo oggi, metti questo vestito e non si discute! Basta con le salopette e le tute.-

-Uffa.- Borbottò afferrando il vestito, era blu notte, lungo fino alle ginocchia, con un fiocco pieno di brillantini al centro.-Tu cosa metti?-

-Un vestito del tuo stesso colore, saremo bellissime. Dopo vieni qua che ti trucco.-

Justin era contro il trucco sui bambini, lo trovava eccessivo, se non era per carnevale o feste simili.

-Papà non si arrabbierà con te?-

-Non mi interessa quello che dirà Justin.-

-Ok...-

 

-Papà!- Alesha corse verso di lui non appena lo vide, spalancando le braccia.

-Piccolina.- Ricambiò il sorriso, prendendola in braccio.-Allora? Come stai?- Le chiese portando una mano sulla sua morbida guancia.-Mi sei mancato.- Ammise cerchiando il suo collo con le piccole braccia.-Perchè non sei venuto a trovarmi?-

-Alesha..avevo da fare, mi dispiace tanto, domani però staremo un po' insieme.-

-Sul serio!?-

-Sul serio.-

-Sìì!-Un grosso sorriso comparì sul suo viso, preferiva di gran lunga passare del tempo con lui invece di andare a fare spese con Selena tutto il tempo, dopo un po' le facevano male i piedi ed era sempre affamata.

-Perché ti ha truccata?- brontolò infastidito dal lucidalabbra, matita ed ombretto.

-Non lo so.- Sospirò, appoggiandosi su di lui.

-Va bene..andiamo a salutare gli altri, ti va?-

-Sì.- Sempre tenendola in braccio raggiunsero Pattie e Ryan, seduti su dei divanetti.

-La mia piccola migliore amica- Rise Ryan aprendo le braccia.

-Non ti avvicinare!- Ribatté lei stringendosi di più al padre.

-Daii, non ti vedo da molto, dammi un abbraccio.-

-No!-

-Solo un piccolo abbraccio, dai.- Justin ridacchiò, abbassandosi in modo da farla cadere tra le sue braccia.

-Traditore!- Strillò una volta in braccio a Ryan, che aveva già iniziato a sbaciucchiarla, infastidendola.

-Torno subito, devo parlare con Selena, tu fai la brava.-

-Non posso fare la brava con Ryan! Lui mi fa arrabbiare.-

-Prometto che sarò un angelo.- Rispose lui abbracciandola forte.-Mi sei mancata.- Le sussurrò baciandole ripetutamente la guancia.

-Smettila! Tu non mi sei mancato proprio per niente.- Provò a non mettersi a ridere, difficilmente.

-Tanto lo so che mi ami- Fece labbruccio, tentando di farle pena.

-No, preferirei mangiare un gigantesco piatto di broccoli che amare te.-

-Alesha smetti di essere così maleducata con Ryan e quello non è il modo di sedersi per una signorina, è questo quello che ti insegna tua madre?- Pattie quel giorno era molto nervosa, arrabbiata perché Justin aveva deciso di passare le prossime vacanze di natale solo con la figlia e non in famiglia.

La bambina alzò gli occhi al cielo.-Non dirmi quello che devo fare, se mi voglio sedere così mi siedo così.-

-Anche nel caso delle buone maniere hanno proprio fallito, sono delusa da mio figlio.-

-Sono delusa da mio figlio.- La scimmiottò causando la risata silenziosa di Ryan. Aveva una sua risata lui, consisteva nel muovere freneticamente tutto il corpo, senza emettere suoni.

-Stupida bambina! Con quello stupido trucco sul viso proprio come una lurida prostituta.- Ryan si zittì, sconvolto da quelle parole dette in maniera così dura.

Sgranò gli occhi, colpita, era solita rispondere a tono, ma quando si parlava di lei, del suo aspetto esteriore, le faceva male. Scese dalle gambe del ragazzo, camminando via da lì.-E quel vestito mostra le tue gambe enormi!-

-Pattie! Ma ti sembra il caso?- La rimproverò Ryan alzandosi per cercare Justin o Selena, parlare con Alesha sarebbe stato inutile.

-Justin!- Lo rintracciò, a parlare con alcuni amici.

-Hey Ryan, qualche problema? Dov'è Alesha?- Si guardò attorno, estraniato dalla conversazione precedente.

-Lei è scappata non so dove, tua madre l'ha insultata in maniera esagerata.-

-Oh merda..- Evitò tutte le persone di quella sala affollata, non sapendo dove andarla a cercare, in bagno?

Si sentì quasi sollevato quando una volta in bagno la vide seduta a terra, a testa china e appoggiata al muro, indossava dei pantaloni, presi dalla borsa della madre, li aveva messi all'interno, sapeva le sarebbero serviti, però non aveva ancora tolto l'abito.

Si avvicinò, piano, sedendosi davanti a lei.

Ricordava molto la scena iniziale, quando si erano visti per la prima volta.

-Mi dispiace, mi dispiace tanto.- Disse allungando la mano verso di lei.

Si scansò, affondando le mani tra i capelli.-Lasciami stare...- Strinse con forza, disperata, non voleva una delle sue crisi, non in quel momento.

-Non devi ascoltare quello che dice, ora torniamo di là e...-

-Non voglio tornare di là, non voglio più fare nulla che c'entri con tutto questo, lasciatemi stare, per favore.- Pianse, non era solita farlo, ma in quei casi non si tratteneva.-Tutto questo non fa per me, per favore, basta.- Sfogò la sua rabbia, strappando il vestito con pochi gesti, abbandonandolo lacerato ai piedi del padre, rimasto in silenzio ad ascoltarla.

-Non voglio più indossare questi vestiti, non voglio più questo trucco, non voglio più essere una persona diversa.- Cominciò a singhiozzare rumorosamente, aveva bisogno di uno stacco, da tutto.

Il biondo la raggiunse, abbracciandola.-Ti porto via da qui, ma ti prego.... per favore, non lasciarmi.- Non lo avrebbe sopportato.

-Papà io penso che voi mi stiate distruggendo. Ti stai facendo del male.-

-Non è vero, tu mi stai riaggiustando, noi due insieme possiamo essere tutto ciò che vogliamo.- ''

-Blaze io e Jaxon siamo solo amici, dobbiamo svolgere una ricerca insieme nulla di che.- Ripeté per la terza volta smettendo di mangiare.

-Ma tu ci sei stata a letto..- Mugolò geloso.

Sospirò.-Devo andare, sono quasi le due e Jaxon sarà qui tra poco.-

-Viene a prenderti qui?- Alzò lo sguardo su di lei, arrossendo, le piaceva molto, la trovava ogni giorno più bella. Quel giorno indossava dei jeans a vita alta blu e un top nero scollato sul davanti.

-Sì, tu come torni a casa?- Si leccò le labbra, guardando la sedia a rotelle.

-Viene mia madre.- Si sporse, prendendo tra le mani il suo polso rotto, era rimasto sconcertato quando l'aveva vista in quello stato, ma quando aveva chiesto le risposte erano state brevi, non sapeva con chi aveva litigato.

-Uhm, okay, oggi offro io.- Fece per alzarsi, ma lui la bloccò.

-Come mai oggi sei così strana? Sembri più...seria.-

Lei inarcò le sopracciglia.-Non lo so..io sto bene.- Rimase di stucco quando la spinse a sedersi sopra di lui.

-Ti prego non mentirmi, puoi dirmi tutto se vuoi.- Toccò le morbide labbra della ragazza, pensando a cosa potesse avere.

-Non lo so..io mi sento strana, però mi è successo altre volte, sto bene.- Disse chiudendo per un attimo gli occhi.

-Va tutto bene.- Mosse la mano su e giù per la sua schiena, sapendo quanto l'aiutava in quei momenti.

-Cosa farò quando te ne andrai?-

-Starai bene come sempre, nulla sarà diverso, ci vedremo ogni volta che potremo.- Detto ciò, fece scontrare le loro labbra, in un dolce bacio.

  
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