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Autore: Skiribilla    01/04/2009    0 recensioni
. "Se Èleonore mi era sembrata la cosa più bella che avessi mai visto, quel ragazzo mi fece sciogliere il cuore. I miei occhi si inondarono di lacrime,presa da una angoscia assurda! Ma che mi stava succedendo? Era troppo bello per essere vero,un illusione,un miraggio dorato. Dei brividi mi percorsero per tutta la schiena, avevo forse paura? Ad un angolo della sua bocca comparve un sorriso,non per niente amichevole, anzi,mi fece accattonare ancora di più la pelle. Da sotto i lunghi ciuffi il suo sguardo ardeva di una luce spaventosa. Mi ritrovai ad indietreggiare"...piccola introduzione di una storia assurda,passionale e crudele.Non esistono protagonisti, tutti e quattro lo sono. Più punti di vista per far capire meglio al lettore i pensieri di ciascun personaggio..colpi di scena che neanche immaginate vi faranno accattonare la pelle e chiederne ancora..almeno spero..
Genere: Malinconico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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CIAO FANNY!! scusa scusa scusaaaaaaa ho sbagliato a scrivere il tuo nome!! me imbarazzata!! é che mi era venuta in mete la "funny" di ROSSANAA!!! ahahahah!!scusa anche se ci ho messo un casino per postare ma la situazione in casa nn'è stata delle migliori, mi è morto il cane ( che per me dire "cane" e un termine dispreggiativo visto che era il mio fratellino ) e nn me la sono sentita. Poi ho da aggiornare anche l'altra fic, anche se pure quella l'ho abbandonata da un pò. Ma spero davvero di poter postare presto. Questa fic è un pò più complicata dell'altra, emozioni nuove, personaggi ke nn sono i soliti Edward e Bella..e se nn si è capito Kilian è diverso da Ed e Kaleb..beh credo si sia visto!! Grazie sei un amore a commentare sempre, sei l'unica mi fa un immenso piacere!! E se posto ancora è solo per te!! Spero tanto ti piaccia..il bello arriva sempre dopo..adesso è tutto un pò complicato..uuff cerco di scrivere in maniera semplice ma proprio nn mi riesce. Vabbè dai un bacione e buona lettura ai lettori di passaggio e alla mia fan numero 1!!!! LELE XD



Attraction and Fear
( attrazione e paura )

Le note del pianoforte si diffondevano veloci nell’abitacolo. Ad occhi chiusi immaginavo il movimento delle dita sicure e poi leggere sui tasti e ne imitavo i movimenti nel’aria. Poi fu la volta di Clair De Lune. La melodia così dolce e meravigliosa mi pervase facendomi venire brividi per tutto il corpo, mi straziò il cuore. No, non dovevo piangere, avevo promesso a me stessa di andare avanti. E soprattutto lo avevo promesso ad Abby…. " Mia cara rompi scatole, mi manchi da morire. Ho ricevuto la tua lettera con le foto. New York è bellissima , come ti avevo detto d’altronde! Grazie anche per il cd di Claude Debussy,sapevi che lo stavo cercando. Mamma sta bene, e Kaleb si comporta in un modo strano! Indagherò lo so che sei curiosa! Sai sembri anche più muscolosa del solito, non fare troppa palestra che già mi spezzi quando ci abbracciamo. Non vedo l’ora di rivederti,non ho più lividi mi fa strano!!Ti prego continua a scrivermi e mandarmi foto. Anche se sei lontana continui ad illuminarmi con la tua luce. Starò bene,me la caverò smettila di fare l’apprensiva sono grande e vaccinata! È una promessa, un bacio.
Kris…”  Mio malgrado dovetti aprire gli occhi e guardare l’ora sul cruscotto della mia nuova auto..“uff”..era ora di andare. Scesi dalla macchina e aprì lo sportello anteriore per prendere lo zaino. Infilai le cuffie nelle orecchie e ripresi da dove avevo lasciato. Camminai veloce sotto la pioggerellina fitta stringendomi nell’impermeabile. Notai più movimento del solito quella mattina sotto il porticato dove tutti si riparavano. Sentivo bisbigliare ovunque. Bah…poco importava, alla gente di Forks bastava un niente per provocare scandalo. E come biasimarli. Oltre che essere la cittadina più piovosa d’America era anche la più noiosa.
Kaleb era seduto con i suoi coetanei sulle scalette all’angolo. Fumava e rideva come al solito, niente di strano, per adesso. Non riuscivo ancora a capacitarmi del gesto compiuto un po’ di tempo fa. Da quella sera nulla era cambiato, aveva continuato ad ignorarmi.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che tutti gli studenti erano entrati e che la campanella era suonata già da un pezzo. Presi a camminare velocemente e quasi non mi ammazzai sul primo gradino dell’entrata e per non cadere mi aggrappai al corri mano. Sentì ridere qualcuno di sottecchi, e quando mi girai tutti scoppiarono in una risata rumorosa. Infuriata raccolsi le cose cadute per terra, eh no quelle non si erano salvate, e guardai Kaleb infuriata mentre i suoi amici continuavano a sghignazzare. Ma lui anziché fare battutine sulla sua sorellina sfigata mi guardava assorto,pensieroso. Mi fece sentire in un assurdo imbarazzo.
Abbassai subito lo sguardo e ripresi a camminare con più attenzione. Ma che cavolo gli prendeva? O ero io ad essermi sempre fatta tante paranoie per niente o era lui che finalmente si era accorto di me e ora si sentiva in colpa. No, ma figuriamoci!
 Arrivata con il fiatone in classe la prof di Filosofia fece segno di entrare con una smorfia. Camminai lungo le file dei banchi e arrivata al mio,l’ultimo in fondo, notai che non era vuoto come doveva essere. Guardai prima le scarpe e poi i pantaloni neri di stoffa aderenti. Gambe snelle,era una ragazza. Una vestaglia lunga di lana bianca ricamata gli ricadeva sulle gambe e fasciava il corpo esile. La pelle del collo lattea, bianca  come la neve e gli ricadevano dei boccoli neri scompigliati all’altezza delle spalle. Feci scivolare lo sguardo sul suo volto e fu uno sbaglio colossale. Due occhi di oro colato mi guardavano curiosi sotto le lunghe ciglia nere. Mi trafissero come una lama nel cuore,era la cosa più bella che avessi mai visto. Smisi di respirare e un groppo mi si fermò in gola. Quegli occhi stupendi erano circondati da occhiaie profonde ma che non guastavano minimamente la sua perfezione. Il naso dritto e la bocca carnosa rossa come il sangue. I ricci neri gli incorniciavano il viso in contrasto con la carnagione pallida. Un quadro di Michelangelo avrebbe sfigurato di fronte a tanta bellezza. Quando rivolse lo sguardo verso la professoressa che mi chiamava insistentemente fui slacciata da quegli occhi e ripresi conoscenza. Era come sotto un incantesimo. Con un minimo di contegno riuscì a formulare un < s-sei sed-duta a.al..>  mi prestò di nuovo attenzione e con aria annoiata prima che potessi finire fece scivolare la sue cose al posto a fianco e con grazia felina si accomodò sulla sedia. Quando mi sedetti, anche se potrebbe sembrare un particolare insignificante, la sedia era gelata,come se non si fosse seduto nessuno prima di me. Per distrarmi e cercare almeno di non guardarla come un imbecille misi le cuffie nelle orecchie e mi concentrai sulla melodia. Era snervante stargli vicino, mi sentivo terribilmente a disagio! Prestai attenzione alla professoressa quando presentò la nuova ragazza e non potei fare a meno di guardarla. Èleonore Francoise,ecco come si chiamava. Lei e la sua famiglia erano di origini francesi ma per motivi di lavoro si trasferirono da un posto all’altro dell’America. In seguito il padre, il dottor Claude Francoise accettò il posto di lavoro qui a Forks alla stazione di polizia come Anatomopatologo,anche se avrebbe lavorato all’ospedale considerate le più lauree in medicina. Tutti non poterono che paragonarlo al dottor Cullen vissuto qui non so quanto tempo fa,ma che venne ricordato con il passare del tempo per la sua bravura e bellezza strabiliante. Come d'altronde i suoi figli. Mi chiesi se c’èra qualche legame di parentela tra le due famiglie.
Non sentì neanche lo strisciare della sedia quando Èleonore si alzò per presentarsi alla classe.
< grazie professoressa Peterson..> disse con voce bassa e melodiosa. Ti pareva che doveva oltre al suo aspetto da dea,il suo nome perfetto e delicato avere anche una voce sensuale e affascinante?! Come uno schianto di cristalli su un pavimento in marmo. Come le note più alte di un pianoforte.
 Mentre parlava con cautela alla classe come per paura che non la capissero sembrava stesse cantando e istintivamente chiusi gli occhi per impadronirmi di ogni singolo suono emesso da quell’angelo per mescolarli alle melodie prodotte dall’ipod. Era fantastico, sembrava stesse cantando con il pianoforte. Sospirai più volte e quando smise di parlare schiusi gli occhi e mi trovai due occhi dorati a pochi centimetri dalla faccia. Urlai spaventata e prima che potessi cadere dalla sedia mi afferrò per un braccio facendomi riprendere l’equilibrio.
< scusa..ti ho spaventata..> Così vicine potevo sentire chiaramente il suo odore zuccherino, mi venne l’acquolina. Non sapevo cosa rispondergli,avevo il respiro mozzato. Rimanemmo a guardarci per alcuni secondi che mi sembrarono ore. Non volevo sapere che faccia avessi in quel momento,sapevo solo che quegli occhi mi ispiravano fiducia. Guardò in direzione della porta e prima che potessi reagire raccolse le sue cose e sparì dall’aula,un secondo dopo la campanella suonò. Rimasi immobile.. rimuginai tra me. Quando alzai lo sguardo dalle mie mani attorcigliate tutti mi stavano fissando sbalorditi. “oh oh”..dovevo andarmene. Presi lo zaino e corsi fuori dalla classe. La mattina proseguì così,tra stupore e bisbigli. Incontrai Èleonore anche nella lezione di Chimica e Spagnolo ma mantenni bene le distanze,chissà come gli ero sembrata. Ero patetica.
Finalmente arrivò la pausa pranzo, non che avessi fame. Quell’incontro mi aveva scombussolato lo stomaco,ma volevo approfittarne per leggere un po’. Cosa che non fu possibile, il salone era stra colmo di gente,eppure nonostante il fulcro delle discussioni fossero i nuovi arrivati tutti si tenevano a debita distanza. Èleonore era seduta al tavolo più isolato della mensa,inizialmente pensai stesse da sola quindi mi incamminai verso di lei, forse potevo recuperare la figuraccia di prima,ma quando arrivai a due tavoli di distanza e scansai la gente vidi che non era affatto da sola. Ora capivo tutto quel frastuono. Se Èleonore mi era sembrata la cosa più bella che avessi mai visto, quel ragazzo mi fece sciogliere il cuore. I miei occhi si inondarono di lacrime,presa da una angoscia assurda! Ma che mi stava succedendo? Era troppo bello per essere vero,un illusione,un miraggio dorato. Poteva tanta bellezza racchiudersi in un corpo umano? O meglio,era umano quello che vedevo?! Cento angeli messi insieme sarebbero risultati insignificanti se messi in confronto. Schiudeva appena le labbra velocemente, sembrava stesse parlando. Ammirai il suo volto perfetto, con le stesse particolarità della sorella,la pelle pallida come la luna, mi venne voglia di toccarla ma ebbi paura che si potesse rovinare. I lineamenti dolci erano accarezzati da dei capelli lisci come la seta, biondi quasi bianchi che riflettevano la luce al neon. Nonostante fossero molto lisci e sottili erano scompigliati e lunghi sopra gli occhi e sul collo. Gli zigomi alti ma per nulla sporgenti e le labbra carnose pallide si chiusero un una linea dritta quando si accorse che lo stavo guardando. Venni travolta da non so quante emozioni,ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quegli occhi ambrati che mi scrutavano dentro come se quello che stessi provando glielo stessi urlando. Dei brividi mi percorsero per tutta la schiena, avevo forse paura? Ad un angolo della sua bocca comparve un sorriso,non per niente amichevole, anzi,mi fece accattonare ancora di più la pelle. Da sotto i lunghi ciuffi il suo sguardo ardeva di una luce spaventosa. Mi ritrovai ad indietreggiare. Kaleb corso al mio fianco mi strattonò fuori dalla mensa mentre quel “ragazzo” seguì i nostri movimenti finché non fummo fuori dal salone. Ripresi a respirare regolarmente cercando di riprendermi.
< ma cos’è un cobra?> annaspai. Kaleb appoggiato al muro con le mani infilate nelle tasche scuoteva la testa. < che vuoi! Perché mi hai portato fuori?!> non sapevo neanche cosa stessi dicendo,avrei dovuto essergli grata. < eri pallidissima in faccia,quasi verde, e respiravi a fatica! Ho pensato ti stessi sentendo male!>  Da quando Kaleb si rendeva così disponibile e aperto?! Mi sembrava perfino..imbarazzato. Cercai di formulare una frase con un minimo di senso logico ma ero ancora immersa nello sguardo di poco prima. Ci guardammo a lungo senza spiccicare parola. < devo andare..> e fu l’unica cosa che dissi,presi a camminare verso il corridoio lasciandolo li imbambolato con lo sguardo perso, chissà a cosa stava pensando.. In segreteria firmai un permesso per uscire prima e mi rifugiai in macchina al caldo. Chiusi gli occhi e mi premetti le tempie. Era accaduto tutto troppo velocemente. Lo strano cambiamento di Kaleb e quei due ragazzi sconosciuti tanto belli da far venir da piangere. Mi rilassai sul sedile e ascoltai la pioggia rumorosa sul parabrezza. Con un crampo al cuore ricordai quegli occhi spaventosi e un lungo brivido mi attraversò il corpo. Era impossibile non pensarci, una cosa era certa..”almeno una..”dovevo stare alla larga da lui.
  
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