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Autore: ARed    29/03/2016    5 recensioni
Bella ed Edward stanno insieme, si amano molto, ma sono giovani e pieni di sogni, lei Los Angeles, lui New York. Troppo distanti, perciò decidono di lasciarsi senza urla e senza rancori, pur amandosi.
Cinque anni dopo, si ritrovano a Los Angeles, si erano sentiti in quei anni e si erano anche visti. Avevano un ruolo importante l'uno nella vita dell'altro, anche se non facevano più le loro lunghe chiacchierate. Diventano amici, ma siamo sicuri che un amore come il loro si possa limitare ad una, se pur bellissima, amicizia?
" Non parliamo più io e te"
" Già.. se non si tratta di Los Angeles o di New York"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Jessica | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..
Bella ed Edward pur amandosi, dopo il diploma decidono di interrompere la loro relazione e realizzare i propri sogni; lei a Los Angeles e lui a New York.
 
CAPITOLO 2 - Bella
BIRRA

Los Angeles - Settembre 2016


Amavo Venice Beach, ci venivo ogni pomeriggio libero che avevo, mi sedevo sul tavolino dello stesso bar e lavoravo per ore, cullata dal dolce suono delle onde e dalla brezza marina. Riuscivo ad isolarmi dal resto del mondo e a pensare solo al mio lavoro, avevo realizzato il mio sogno a Los Angeles, ero felice. Mi concentravo meglio sulla spiaggia di Venice Beach che in ufficio, mio padre me lo diceva sempre, ero impossibile da capire, nemmeno io mi capivo.
Da cinque anni la mia vita era a Los Angeles, mi piaceva tutto: il clima, la gente, il sole, il mare, anche il traffico del mattino. Era l'opposto di Forks, mi mancava la mia vecchia cittadina, quando potevo ci ritornavo, ma con l'avanzare dell'università il tempo era meno, ed ancor meno da quando mi ero laureata e aperto uno studio di architettura tutto mio assieme alla mia migliore amica Alice Brandon.
Io ed Alice c'eravamo conosciute il primo giorno all'UCLA, e non ci siamo più separate, è come sorella, la mia confidente, sa tutto di me.. quasi, ed è anche la mia futura cognata, lei e mio fratello Jasper si sposeranno a giugno del 2017, stanno insieme ormai da tre anni, si sono conosciuti a Natale del 2013, quando Alice è venuta a Forks per festeggiare con la mia famiglia, e da li non si sono più lasciati. Sono bellissimi insieme, si amano, nonostante la lontananza, loro hanno resistito non come io ed..
Una volta sposati Jasper si trasferirà qui a Los Angeles, i due andranno ad abitare in un villa che io ed Alice stavamo progettando, i lavori erano già a buon punto, grazie a cielo. 
A Los Angeles Jasper aveva ottenuto il ruolo di professore di matematica alla Newport Harbor High School, una delle scuole private più prestigiose dei USA. Eravamo molto fieri di lui.
Io ed Alice vivevamo assieme in un appartamento nell'area di Westside, con noi viveva anche suo fratello Emmet, il mio migliore amico, era uno dei fisioterapisti più importanti e bravi degli States, ma di andare a vivere da solo non se ne parlava, tanto meno quella di trovarsi una ragazza fissa, era uno spirito libero lui.
Stavo lavorando sul progetto di una scuola ad impatto zero, dalla sua costruzione fino a quando sarebbe entrata in funzione, era un progetto difficile, per me era una sfida, per questo  ogni pomeriggio venivo a Venice Beach, mi concentravo meglio, avevo le capacità per portare a termine quel progetto.
<< Sempre a lavorare!>>, disse una voce alle mie spalle, una voce che avrei riconosciuto tra mille, mi voltai e lo vidi, era da un po' che non lo vedevo, da Natale del 2015, ed era sempre più bello, i suoi capelli sempre in disordine.
<< Edward!>>, dissi alzandomi e abbracciandolo forte, lui mi strinse forte a sé, in questi cinque anni c'eravamo sentiti spesso, per i vari auguri, ma non facevamo più le nostre lunghe chiacchierate, non avevamo mai nulla da dirci che non riguardasse le nostre carriere, perciò evitavamo, essendo una delle cause della nostra rottura.
<< Cosa ci fai qui, nella mia Los Angeles?>>, domandai sedendomi assieme a lui, ma notai che fece un po' fatica.
<< La tu Los Angeles?>>, chiese divertito togliendosi gli occhiali da sole, regalandomi così la vista dei suoi magnifici occhi verdi, che grazie alla luce che c'era sulla spiaggia assomigliavano più a due smeraldi.
<< Oh si! Giusto due giorni fa ho firmato con il governatore della California il passaggio di proprietà!>>, risposi prendendolo in giro.
<< Beh, allora mi inchino a sua maestà!>>, inchinò leggermente il busto in avanti, ma la sua faccia fu attraversata da una smorfia di dolore. Perché?
<< Quanto sei stupido!>>, dissi mettendo una mano sulla sua spalla per radrizzarlo.
<< Cosa ci fai nella soleggiata Los Angeles?>>, non c'era mai venuto, così come io non avevo mai visto New York.
<< Non segui più il basket, vero?>>, aveva ragione, non seguivo più quello sport, da quando era diventata una delle cause della nostra rottura, sapevo solo che aveva realizzato il suo sogno, era il leader della sua squadra. Altro non sapevo, semplicemente non volevo sapere. Dopo anni faceva ancora male.
<< No, il lavoro mi impegna molto>>, mentì.
<< Immagino..>>, fece un sorriso amaro, nel frattempo arrivò la cameriera, che fece gli occhi dolci ad Edward.
<< Cosa ti porto bel ragazzo?>>, domandò chinandosi per mostrare il suo seno siliconato, lui si stava trattenendo dalle risate. 
<< Una birra con ghiaccio, grazie, e un té freddo al limone per la mia ragazza>>, cosa diamine aveva detto?
<< La tua ragazza?>>, domandai iniziando a capire, quando la siliconata si allontanò.
<< Era l'unico modo per scrollarmela di dosso, scusa..>>, disse con aria da cucciolo ed io scoppiai a ridere.
<< Comunque sono qui a LA per la fisioterapia>>, fisioterapia? Perché? Cosa gli era successo?
<< Cosa ti è successo bel ragazzo?>>, domandai preoccupata.
<< Durante un incontro con i Philadelphia 76ers, eravamo in svantaggio di due punti e mancavano pochi secondi.. e mentre saltavo per fare un canestro da tre punti..>>
<< Che vi avrebbe portati alla vittoria>>, dissi mentre la cameriera ci portava l'ordine.
<< Esatto, due giocatori mi sono saltati addosso.. ho troppo fascino, lo so!>>, ma come faceva ad essere così stupido?
<< Cullen continua!>>, lo ammonì bevendo un sorso della sua birra.
<< Sarebbe mia!>>, disse indicandola.
<< Continua!>>
<< Mi hanno preso su entrambi i fianchi e nella caduta mi sono caduti addosso, il colpo è stato violento..>>, doveva essere stato orribile.
<< Che danni ti ha causato?>>
<< Il colpo e il peso di quei due, sai 200 Kg di muscoli, mi hanno spostato due vertebre..>>, ma è orribile, come si può fare del male solo per vincere una stupida partita di campionato?
<< Mio Dio, ed ora?>>
<< Non ti preoccupare, mi hanno operato, sono tornate apposto>>, ed io non sapevo nulla.
<< Quando torni a giocare?>>
<< Devo stare fermo almeno un anno e fare fisioterapia, se voglio tornare a giocare..>>, disse rattristendosi.
<< E non ci sono fisioterapisti bravi nella grande mela?>>, domandai con tono divertito per alzargli un po' il morale, il basket era la sua vita, la sua priorità, ed ora non poteva giocare.. capivo come si sentiva.
<< Si ci sono, ma il più bravo lavora qui a Los Angeles, e il clima è migliore. Freddo ed umidità non fanno bene ai muscoli della mia povera schiena..>>, il più bravo.. non sarà mica Emmet?
<< Meglio il sole e il caldo della California>>
<< Esattamente, quindi ho deciso di trasferirmi qui per un po'>>, disse bevendo la sua birra dalla bottiglia, dove avevo bevuto io, non si schifava, se l'avesse fatto qualcun altro avrebbe ordinato una seconda birra e l'avrebbe riempito di insulti, ma con me no, mai. Nemmeno io con lui.
<< Come si chiama il tuo fisioterapista?>>
<< Emmet.. Emmet Brandon>>, non potevo crederci, come era piccolo il mondo!
<< Lo conosco è..>>
<< Un omone di due metri, mi chiedo come possa essere così delicato nel suo lavoro..>>, era quello che mi chiedevo da anni ormai. Scoppiai a ridere e lui con me.
<< Ma è uno dei migliori, quindi va bene>>
<< Viviamo assieme..>>, dissi, non so perché lo feci, ma vidi la sua faccia cambiare espressione.
<< È.. è il tuo ragazzo?>>, domandò osservando i fogli del progetto della scuola.
<< No, no, no>>, ci tenni a precisare.
<< È il fratello della mia migliore amica, conviviamo tutti e tre>>
<< Ah.. a cosa stai lavorando?>>, domandò quasi sollevato della mia risposta.
<< Ad una scuola ad impatto zero>>
<< Farai un ottimo lavoro>>, disse prendendo la bozza del primo piano.
<< Grazie, hai fatto terapia oggi?>>, mi dispiaceva tanto per lui.
<< Si, Emmet mi ha torturato fino ad un'ora fa! Mi ha detto di fare delle lunghe passeggiate, tenendo la schiena dritta, e così ho scelto Venice Beach, la spiaggia è bellissima>>, povero, è vero Emmet torturava, quando mi ero slogata il polso, lui mi aveva fatto un massaggio ed io l'avevo insultato in tutte le lingue del mondo, tranne in bielorusso, perché non conosco il bielorusso, altrimenti l'avrei fatto.
<< Già.. dove vivi?>>
<< Per ora in hotel, ma sono alla ricerca di un appartamento, odio stare in albergo!>>, non era cambiato gli odiava ancora.
<< Se vuoi ho appena ristrutturato una serie di appartamenti a Westside>>, nella zona dove abitavo io, c'erano delle ville e delle case stupende.  
<< Cos'è. stai cercando di affibiarmene uno?>>, domandò divertito.
<< Ovvio!>>, risposi con aria seria e professionale, trattenendo le risate.
<< Quanto ci guadagni Swan?>>, disse fingendosi serio.
<< Io nulla, tu un bellissimo appartamento ristrutturato dalla sottoscritta!>>
<< Mi piacerebbe vederli>>, stava dicendo davvero, sembrava serio.
<< Davvero?>>, domandai per sicurezza.
<< Si>>
<< Allora domani pomeriggio andrebbe bene?>>
<< Benissimo, dammi l'indirizzo del tuo ufficio così ti raggiungo in taxi>>
<< Non hai la macchina Cullen?>>, era strano lui le adorava, voleva fare il giocatore di basket anche per questo, tanti soldi e tante macchine, così diceva.
<< Non ci sperare Swan, tra due giorni arriva..>>, sapeva a cosa stavo pensando, mi conosceva troppo bene.
<< Ah, allora dai ti vengo a prendere io. A che ora finisci la fiseoterapia?>>
<< Alle 17>>, rispose guardando un foglio che aveva in mano.
<< Allora ti vengo a prendere allo studio di Emmet, per quell'ora>>
<< Va bene..>>, disse alzandosi e dandomi un bacio sulla guancia, era tanto che non lo faceva, cinque anni più o meno.
<< Ti lascio lavorare, ho bisogno di una doccia e di riposare>>, effettivamente..
<< Giusto, a domani Edward>>, lo salutai ricambiando il bacio sulla guancia.
Lasciò una banconota da 20$ sul tavolino, ma non glielo avrei permesso.
<< A domani Bella>>
<< Edward, offro io oggi>>, mi lamentai prendendo i soldi e mettendoglieli in mano.
<< Non ci provare Swan a domani!>>, mi fece l'occhiolino e andò via.
<< Allora a che punto sei?>>, domandò Alice appena entrai nello studio.
<< Ho bisogno di una pausa.. ci penserò domani>>, dissi sdraiandomi sul divano presente in ufficio.
<< Hai tempo.. riposa e ti verranno in mente altre idee>>
<< Hai ragione..>>, io che davo ragione ad Alice, cosa più unica che rara.
<< Sei diversa Bella>>, disse sedendosi ai mie piedi.
<< Come?>>, domandai alzandomi e mettendomi accanto a lei.
<< Hai un'aria boh.. spensierata..>>
<< Ho passato un bel pomeriggio>>, risposi sincera.
<< Jake è qui?>>
<< No, arriva settimana prossima>>, così mi aveva detto nella telefonata di sta mattina.
<< Con chi hai passato un piacevole pomeriggio signorina?>>, era molto curiosa, decisamente troppo curiosa.
<< Con un mio vecchio amico>>, decisi di essere sincera con lei, almeno in parte.
<< Chi è? Lo conosco?>>
<< Si chiama Edward>>, non le avevo mai parlato di lui, da quando ero a Los Angeles, volevo solo dimenticarlo, non perché per me non fosse importante, semplicemente non volevo soffrire, e parlarne significava ricordare.
<< Non mi avevi mai parlato di lui..>>
<< No>>
<< Siete stati insieme?>>, Alice in cinque anni aveva imparato a conoscermi meglio di qualsiasi altra persona, solo Edwadr la superava.
<< Si, fino al diploma>>, forse era arrivato il momento di dirle tutto. Era arrivato il momento di raccontarle uno dei periodi più brutti della mia vita, perché lasciarmi con Edward, era stato devastante per me, anche se era quello che volevo. Non mi pentivo della decisione presa cinque anni prima.
<< Perché vi siete lasciati?>>, dritta al punto lei.
<< Lui partiva per New York ed io per Los Angeles.. così abbiamo deciso di lasciarci prima, piuttosto che dopo odiandoci>>
<< Vi amavate e avete sacrificato il vostro amore per il vostro futuro.. non te ne penti?>>, lei era un'inguaribile romantica.
<< No>, dissi sicura delle mie parole.
<< Sei sicura sia solo questo? Intendo magari c'erano altre persone..>>, tutti avevano pensato quello quando io ed Edward ci eravamo lasciati.
<< No ci siamo lasciati senza urla e senza corna, mi dispiace.. semplicemente non volevo arrivare al punto di odiarlo, volevo andare avanti senza di lui, volevo che fosse felice..>>
<< Per questo non me ne hai mai parlato?>>, domandò.
<< Esatto>>
Era stato piacevole rivederlo, mi era mancato chiacchierare con lui, aveva un posto importante nella mia vita, era stato il mio primo amore, la mia prima volta, il mio migliore amico, il mio confidente, sapeva tutto di me come io sapevo tutto di lui.
Il destino aveva deciso di rimetterlo nuovamente sul mio cammino ed io ero felice di riaverlo nella mia vita.

Da dove devo cominciare, non pensavo piacesse così tanto ed invece mi avete stupito, davvero grazie a tutte.
Siamo a Los Angeles 5 anni dopo, rincontrarsi ha fatto piacere ad entrambi.. nel prossimo capitolo capiremo alcune cose, cosa hanno fatto, se hanno una relazione con qualcuno..
Allora cosa ne pensate di questo secondo capitolo? Fatemelo sapere..
Vi aspetto settimana prossima, un bacio AlmaRed

   
 
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