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Autore: Onaila    29/03/2016    1 recensioni
Qualcosa di nuovo crebbe dentro di lei, niente che avesse a che fare con l'amore.
Non provava tenerezza nel vederlo e come poteva?
Non era il suo bambino. Era il figlio di sua sorella, Zelena.
Solo al pensiero di quel nome riuscì a identificare il sentimento che le stava ribollendo dentro: Invidia.
Le sue mani cominciarono a tremare.
Era gelosa?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Henry Mills, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Volevo scusarmi per l'enorme ritardo con la pubblicazione, colpa dei numerosi esami.
Spero davvero che mi perdoniate e che vi piacciano i due nuovi capitolo.

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Capitolo 16
 

Robin stava tenendo una lezione di arco insieme a Roland quando involontariamente si portò una mano al petto << Papà? >> lo chiamò il figlio preoccupato nel vederlo appoggiarsi ad un albero << Continua tu >> fece porgendoli l'arma ed inoltrandosi nel bosco facendoli segno di non seguirlo e solo quando fu abbastanza lontano da occhi indiscreti si abbandonò contro un tronco.
Non era possibile.
Percepì il freddo pervaderlo così come ora stava facendo con lei.
Sentì la debolezza circondarla così come la paura cominciava a regnare in lui.
Non sapeva cosa stesse succedendo, ma qualunque cosa fosse sapeva che non avrebbe più rivisto il suo sorriso.
Strinse il tessuto della camicia tra le mani cercando di portare sollievo al suo cuore straziato.
La sua mente poteva continuare a negarlo, ma lui sapeva.
O mio dio se sapeva...
<< Papà! >> sentì poco lontano da lui e non poté non alzarsi quando lo raggiunse: i suoi abiti erano macchiati di sangue e il suo volto era colmo di lacrime << G-gabriel... >> fece incamminandosi verso di lui << M-mi dispiace papà >> Robin lo abbracciò cercando di tranquillizzarlo << Va tutto bene >> disse portandoli conforto << Non volevo...Io...ma lei...lei... >> il padre scostò il figlio bruscamente guardandolo negli occhi adesso << Di che cosa stai parlando Gabriel? >> Robin riuscì a vederlo appena poiché Gabriel venne scagliato contro un albero << Come hai osato? >> Robin vide Annabelle gettarsi sul fratellastro inerme e colpirlo senza alcuna esitazione e sempre con più forza << Perché?! >> la sentì dire in lacrime mentre sferrava un altro pugno sul volto di Gabriel fino a farlo sanguinare << A-annabelle... >> la chiamò Robin cercando di placare la rabbia della figlia, cercando di capire che cosa stesse succedendo, ma lo sguardo che lei gli rivolse era straziante: in Annabelle continuava a ripetersi la stessa scena più e più volte, anche adesso che i suoi occhi erano rivolti al padre la sua vista era rivolta al corpo freddo della madre.
Fu Darell ad afferrarla di peso per allontanarla dal fratellastro ormai privo di sensi << Calmati Annabelle >> le ordinò lui invano, cercando in lei qualche ferita esterna, ma non trovò nulla se non le nocche sanguinanti a cui rimediò con un incantesimo << Annabelle... >> la chiamò nuovamente il padre << La mamma te l'aveva detto papà! Te l'aveva detto più e più di una volta di allontanare Zelena dalla sua vita, ma tu... >> si allontanò improvvisamente dal ragazzo avvicinandosi al padre con passo minaccioso << No! Voi...tu dovevi lasciare che sua madre le fosse vicino non è vero?! Dovevi essere così dannatamente onorevole! Che cosa te ne fai dell'onore senza una donna da amare?! >> Darell cercò di fermare la sua ira, sapendo quanto se ne sarebbe pentita di quelle parole, ma lei non glielo permise scaraventandolo lontano con un cenno della mano << Tu sei la causa della sua morte! Tu...papà tu e la tua incapacità di amarla completamente! >> Robin non seppe che dire a quelle parole e il suo sguardo si spostava quasi con frenesia dalla figlia al figlio disteso poco lontano da loro << Lui... >> lei sorrise, un sorriso che non aveva mai visto sul suo volto, un sorriso folle e macabro accentuato sempre di più dalle lacrime senza sosta che le bagnavano il volto << Sì, lui ha ucciso la mamma, tuo figlio ha ucciso la mamma... >> a quelle parole Annabelle si lasciò cadere sul terreno ancora bagnato dalla pioggia della sera prima e pianse.
Robin si avvicinò con cautela alla figlia abbracciandola, cercando di darle conforto, ma come poteva quando anche lui sentiva il suo cuore spezzarsi per sempre?
Ricordava ancora il dolore che aveva provato per la morte di Marian eppure stavolta non sarebbe riuscito a superarla di nuovo.
Aveva amato Marian, ma mai quanto amava lei.
Ricordava ancora la sua risata della notte prima e il calore di lei su di lui.
Aveva promesso di proteggerla sempre e per sempre e invece non ci era riuscito.
Annabelle aveva ragione, la colpa era sua, lui l'aveva uccisa il giorno che avevano scoperto di Zelena.
Avrebbe dovuto allontanarla, ma come poteva farlo?
Lui stesso sapeva quanto poteva essere dura per un figlio crescere senza madre, non poteva farlo a Gabriel.
E adesso pagava il prezzo della sua codardia.
Sentì Annabelle abbandonarsi contro di lui e gridare.
Un grido pieno di dolore e sofferenza, ma non poteva lasciarla in quello stato così fece cenno a Darell di avvicinarsi e non servì che parlasse perché lui capisse.
Il ragazzo l'addormentò con un cenno della mano e lei si abbandonò completamente contro il petto del padre << Portala a casa e resta con lei fino al mio ritorno >> ordinò alzandosi in piedi << E porta lui nella prigione di sua madre >> continuò con voce neutra << Dove state andando? >> chiese Darell vedendolo incamminarsi << Dobbiamo dirlo a Roland e a Henry >> si soffermò su quest'ultimo sapendo quanto profondo fosse il legame con la madre << Non voglio che lo sappiamo da altri >> fece prima di scomparire dietro gli alberi.

*

Non gli assomigliava come aveva sperato né tanto meno sembravano andare d'accordo.
Suo figlio lo odiava questo voleva dire che aveva davvero fatto un ottimo lavoro nel futuro.
Con un gesto della mano smaterializzò nuovi abiti sostituendoli a quelli ormai rovinati con cui era venuto.
Annabelle era seduta su una delle poltrone vicino alla finestra che dava sul corridoio dell'ospedale inattesa che lui si svegliasse nuovamente e Tremotino non poteva fare a meno di darne una colpa se suo figlio era in quello stato, anche se ormai sospettava da tempo che prima o poi il suo sangue avrebbe finito per mescolarsi con quello di Regina.
La sera prima lei e sua madre non erano rimaste molto, così gli aveva detto Belle, ma non si aspettava di certo che quella ragazza sarebbe rimasta al fianco del figlio dal mattino << Allora raccontami >> fece lui giocando con il bastone senza guardarla però << Raccontare cosa? >> non sembrava avere né timore di lui né del Signore Oscuro << Di mio figlio, com'è lui? >> la ragazza accavallò le gambe e si fece avanti con il busto << L'esatto opposto di lei >> disse quasi con disprezzo, ma sapeva che non era ciò che provava << Intendi dire che è un ragazzo per bene? >> << Esattamente quello >> Tremotino la guardò adesso e lei sostenne il suo sguardo << Tu sai chi sono io, vero? >> Annabelle rise a quella domanda come se lui si stesse prendendo gioco di lei << Certo che so chi è lei, Mr Gold >> il Signore Oscuro rise senza distoglierle lo sguardo << Immagino che Belle allora debba averlo cresciuto molto bene >> stavolta toccò alla ragazza ridere e l'uomo non capì << Non è stata Belle, cioè voglio dire non che non fosse presente per Darell, ma siete stato voi a crescerlo >> stavolta guardava Darell mentre gli parlava << E di questo le sono veramente grata o meglio lo sono a lei del futuro. Questa versione di lei non mi piace molto >> fece gesticolando con le mani come ad indicarlo e Tremotino non poté che rimanere sconvolto della sincerità di quella ragazza << Non dovresti parlare con lui >> Tremotino sobbalzò nel sentire la sua voce << Darell! >> esclamò lei invece abbracciandolo con trasporto e il Signore Oscuro uscì dalla stanza lasciando così, intimità alla coppia, ma Darell finse di non accorgersene, così come finse di non vedere gli abiti nuovi e la runa di protezione disegnata sulla porta << Perché sei venuto qui? >> chiese nel frattempo Annabelle e il ragazzo tornò a guardarla mettendosi a sedere << Pensavo ti servisse una mano >> lei sorrise baciandolo ed entrambi si sentirono il petto riempirsi quasi a voler traboccare << Mi sei mancato >> << Anche tu >> si dissero ancora abbastanza vicini da sentire uno il cuore dell'altro sotto il palmo della propria mano << Papà come sta? >> fece lei strofinando le mani nei jeans scostandosi, cercando di calmare il desiderio che provava di toccarlo << Bene...in verità è stato lui a mandarmi ad aiutarti >> confessò lui incamminandosi verso gli abiti e dirigendosi in bagno ringraziando il cielo che fossero una camicia e un paio di jeans << Quindi sta bene, non è che me lo stai dicendo per farmi sentire meglio, vero? >> lo sentì aprire il getto d'acqua e passarono alcuni secondi << No, Annabelle lui sta bene o almeno per quanto possa esserlo >> sentì e si distese sul divano in cui poco prima era seduto Tremotino << Non avrei dovuto lasciarlo solo >> fece coprendosi il volto con le mani << Hai fatto la scelta giusta, Annabelle. Eri l'unica speranza che avevamo di fermare Gabriel >> sentì la sua voce sempre più vicina e lui le scostò le mani, costringendola a guardarlo << E ora alzati che ho davvero una grande voglia di conoscere la Regina di questo tempo >> disse alzandola cercando di farla sorridere << Ma l'hai vista ieri >> il ragazzo sembrò un poco in imbarazzo << In realtà ad essere sincero non è che ricordi molto di ieri sera >> << Non vuoi vedere prima Belle o non lo so magari parlare con tuo padre visto... >> << Annabelle voglio conoscere tua madre, per la mia ho tutta una vita davanti a me >> sapevano entrambi che in realtà non voleva andare a casa o al negozio col timore di trovare anche lui, così Annabelle lo assecondò con la promessa però di portarlo poi alla madre << Però devo dirti una cosa... >> disse lei abbassando lo sguardo e torturandosi le mani << Che cosa hai fatto? >> fece lui conoscendo molto bene il suo comportamento e capendo che stava per rivelargli qualcosa che aveva fatto << Lo sa.... >> << Che cosa?! >> il ragazzo si passò una mano tra i capelli facendo alcuni passi innervosito, capendo che si stava riferendo a Regina << Come puoi averglielo detto? >> << Era l'unico modo per salvarti! Gabriel ci ha incastrato nella grotta dei tormenti, non potevo non dirlo! >> Darell si avvicinò prendendole il volto tra le mani << Non ho detto nient'altro, lo giuro >> sussurrò lei e il ragazzo la guardò per alcuni istanti ancora, dopodiché la baciò per poi stringerla a sé << Andrà tutto bene, te lo prometto >> le sussurra ad un orecchio.

*

<< Regina che cosa sta succedendo? >> fece Robin alle sue spalle, circondandola con un abbraccio << Di che cosa stai parlando? >> fece la donna sorridendo, toccando le mani dell'uomo sulla sua vita << Da quando siete tornata, vi comportate diversamente. Che cosa è successo con Annabelle? >> la donna si voltò lentamente, senza interrompere il contatto con l'uomo << Niente di cui tu debba preoccuparti >> mentì scostandosi adesso e dirigendosi verso il frigorifero per depositarvi il succo d'arancia << Di che cosa si tratta? >> la donna sentì il respiro dell'uomo alle sue spalle e capì che non avrebbe lasciato stare questa volta << Annabelle mi ha rivelato che cosa accadrà nel futuro >> Regina fece un lungo respiro prima di voltarsi e guardare l'uomo che amava negli occhi << Che cosa vi ha detto? >> << Te lo dirò solo perché ho giurato che non ti avrei mai più nascosto niente, Robin e non è detto che accada per forza. Il futuro di Annabelle può essere cambiato.... >> << Regina di che cosa si tratta? >> la donna prese le mani dell'uomo << Gabriel mi ucciderà >> lo sguardo del marito si spense davanti agli occhi di lei che lo vide indietreggiare fino ad appoggiarsi all'isola della cucina << Robin andrà tutto bene >> fece lei prendendo il volto del marito tra le mani << Andrà tutto bene >> ripeté lentamente appoggiando la propria fronte a quella di lui << E se non dovesse andare tutto bene? >> domandò lui sconvolto allontanandosi dalla moglie << E se dovessi perderti? >> domandò ancora cominciando a marciare interrottamente e agitandosi << Robin andrà tutto...devo...devo sapere che andrà tutto bene >> fece lei quasi in un sussurro e solo in quel momento Robin si rese conto di quanto in realtà fosse spaventata << Ho bisogno che tu mi dica che andrà tutto bene >> continuò alzando il volto adesso e lui poté vedere i suoi occhi lucidi << Perché se perderai la speranza anche tu...io...io >> l'uomo si affrettò ad abbracciarla << Perdonatemi, sono stato uno sciocco, ma questo è l'effetto che fate ad un umile ladro, vostra altezza >> la fece sorridere, dopodiché la sua attenzione si rivolse alle sue labbra, baciandola con passione, fino a farla indietreggiare contro la parete << Vi amo Regina >> disse baciandola ancora, per poi sollevarla e trasportarla in camera da letto.

 

 
   
 
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