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Autore: aaannacolli    29/03/2016    2 recensioni
E se Draco Malfoy si fosse innamorato durante il suo quinto anno ad Hogwarts di Hermione Granger? E se fosse subito passato dalla "parte giusta" prima della Seconda Guerra Magica voltando le spalle alla sua famiglia?
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Magica. E' la mia prima fanfiction (ovviamente una Dramione), quindi recensite in tante, spero possa piacervi
Dal testo: "Non sento niente, non vedo niente se non lei, che ricambia il mio sguardo. Ma non è il solito sguardo carico di odio e rancore però, è uno sguardo curioso, e in effetti non la biasiamo: che diamine ci faccio tutto sporco e gravemente ferito all'interno della mia stessa casa?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Apro gli occhi lentamente, cullato dai raggi del sole che filtrano dall’apertura della tenda che mi riscalddano il viso. Mi sento bene. Nella mia vita non mi son mai sentito così bene come ora e il motivo di tutta la mia gioia si trova proprio tra le mie braccia, che dorme.
Affondo piano il volto nei suoi capelli per non svegliarla e mi lascio andare al profumo di lavanda che emanano.  Poi mi allontano di qualche centimetro dal suo corpo per ammirarla mentre dorme: ha il volto rilassato, le gote leggermente rosse sono accarezzate dalle lunghe ciglia, le labbra schiuse rosse e piene mi fanno venir voglia di baciarla, ma non oserei mai tanto.
Averla così vicino mi agita e mi calma allo stesso tempo, il mio corpo è completamente in tilt e cerco di pensare razionalmente. Più precisamente cerco di non saltarle addosso.
Rimango ancora per un po’ così, a guardarla dormire e a bearmi del contatto tra il suo corpo e il mio.
Mi riscuote un rumore improvviso, anzi no è una voce. Mi allarmo e scatto in piedi afferrando subito la bacchetta riposta su un comodino vicino al letto. Tendo le orecchie per capire da dove proviene.
-Malfoy ma che..-
-Sssh, ho sentito una voce.-
Si alza in piedi anche lei e prende la bacchetta allarmata. Sento di nuovo la voce di prima, ma questa volta mi rendo conto che proviene dalla scatoletta blu riposta sul tavolo vicino a noi. Lo capisce anche Hermione perplessa.
-Ma è Harry.-
Apre la scatoletta e in effetti  la faccia che appare all’interno del fuoco azzurrino è proprio quella di Potter.
-Hermione finalmente! Pensavamo vi fosse successo qualcosa!-
-Cosa? E perché mai?-
-Voldemort sa di noi, sa che stiamo cercando gli Horcrux.-
-E tu come fai a saperlo?-
-L’ho visto, sa del colpo alla Gringott e sa che siete stati voi, ha torturato Unci unci per avere informazioni.-
Entro nel campo visivo di Potter.
-Potter sai anche se sospetta la nostra posizione? Ci conviene muoverci o rimanere dove siamo?-
-Il primo posto in cui verrà a cercare è sicuramente ad Hogwarts, non muovetevi per ora, è troppo pericoloso. Se ritenete di essere in un luogo sicuro rimanete lì e fortificate gli incantesimi di protezione. Appena avrò altre notizie vi contatterò subito. Fate attenzione, mi raccomando.-
-Fai attenzione anche te Harry, trovate quel diadema al più presto e distruggetelo.-
-Lo faremo Hermione, ci sentiamo presto e buona fortuna.-
Poi il suo volto scompare.
Io esco dalla tenda e comincio a sussurrare incantesimi di protezione tutto attorno a noi, come consigliato da Potter. Mi raggiunge anche Hermione e mi dà una mano a concludere il lavoro. Una volta terminata l’opera rientriamo all’interno della tenda.
Mettiamo in ordine i letti e i piatti che abbiamo usato ieri sera, poi ci corichiamo ciascuno su un letto diverso: lei tira fuori un libro dalla borsa e io sintonizzo la radio su PotterWatch, l’unica fonte di notizie veramente attendibile.
La voce di Lee Jordan comincia a narrare le cronache giornaliere.
-.. Oggi è avvenuto il secondo attacco da parte dei Mangiamorte direttamente ad un edificio babbano a Londra, circa 21 morti tra cui due bambini. Il numero delle vittime dei nati babbani oggi è salito 127 a causa di altre 8 uccisioni causate da un ulteriore attacco, ricordiamo con onore quindi Emma Shield, Gregory Crouser, Rose Buttleford, Albert Hamilton, Christian Prouse, Nolan West, Christine Jones e Alexander Green, molto in pericolo sono le zone di..-
Spengo la radio con un colpo secco di bacchetta, sono stufo di notizie tristi, di gente che non si fa scrupoli ad uccidere nemmeno se di mezzo ci sono dei bambini. Sospiro frustrato e arrabbiato. Serro la mandibola e le nocche mi diventano bianche, cerco di rilassarmi, ma con scarsi risultati. Poi sento delle dita sottili e fredde che si stringono attorno alle mie mani, alzo lo sguardo e incontro il suo dolce, che riesce, non so come, a rasserenarmi.
-Risolveremo tutto questo, vedrai.-
-Granger io sono stanco di tutto questo, sono stanco di sentirmi in colpa per ogni singola vittima.-
-Ma non devi sentirti in colpa, perché non è così. A cosa serve, eh? Non puoi fare niente adesso, siamo bloccati qui.-
Sospira rassegnata e si sieda di fianco a me.
-Dobbiamo trovare qualcosa di produttivo da fare.-
Sorrido malizioso.
-Io avrei in mente qualcosa..-
Ride e mi tira un cuscino in faccia.
-Eccolo qui il Malfoy di sempre.
Ride, ma le sue gote si tingono di rosso
-No dai sul serio, troviamo qualcosa da fare, ti prego.-
Si alza e comincia a frugare in tutti gli armadi, scaffali, armadietti e cassapanche finchè non tira fuori una scacchiera e degli scacchi.
-Bingoo!-            
-Granger, non so se ti è arrivata voce ma hai davanti a te un campione di scacchi. Prepara la tua autostima alla serie di duri colpi che sta per subire.-
-Lo sai che io sono brava in tutto?-
-Lo sai che le saputelle rompicoglioni dentro questa tenda finiscono male?-
-Meglio saputella che biondo finto.-
-Una cosa alla volta. Prima ti umilio a scacchi e poi ti dimostrerò che sono biondo vero.-
Mi guarda con aria perplessa.
-Si può dimostrare?-
-Oh si che si può. Dai cominciamo un po’ ‘sta partita.-
La Granger mi dà del filo da torcere, ma dopo un’ora di gioco faccio scacco matto.
-Scacco matto Granger.-
Lei guarda incredula la scacchiera.
-No.-
Scoppio a ridere.
-No, no, no, no, no, non è possibile.-
-A quanto pare.-
-Ti odio, hai barato, dai!-
-Uhuhuh qualcuno qui non sa proprio perdere, eh?-
Le do un buffetto sul guancia per canzonarla ma lei mi da uno schiaffo alla mano.
-Non è giusto.-
-Va bene senti, sono disposto a concederti un’oretta a riflettere su quanto io sia grandioso, intanto cucino qualcosa, ci stai?-
-Vaffanculo, ti aiuto.-
Ci mettiamo tutti e due ai fornelli, faccio bollire l’acqua mentre Hermione prepara il sugo alla babbana.
-Perché non usi la magia?-
-Così, certe volte è più piacevole fare senza.-
Poi accende la radio su un canale dove non trasmettono altro se non musica e parte una canzone allegra e ritmata. Le si illumina lo sguardo dalla gioia.
-Ma questa è una canzone babbana! Oddio l’ascoltavo sempre quand’ero piccola.-
Comincia a canticchiare la melodia e a muoversi a ritmo del tempo mentre prepara la salsa.
L’ascolto anche io e devo ammettere che fa venir voglia di ballare. Afferro Hermione per i fianchi e la faccio girare con un piroetta verso di me, lei ride e appoggia una mano sulla mia spalla e l’altra prende la mia. Cominciamo a volteggiare per tutta la tenda a ritmo di musica e ridiamo felici.
E’ un’ottima ballerina ed è bellissimo ballare con lei, è molto leggera e riesco a sollevarla come niente. Poi la canzone cambia e parte un lento, lei arrossisce e io sorrido felice, sembra un bambina.
Avvicino le mie labbra al suo orecchio, sussurrando.
-Mi concede questo ballo, signorina?-
Annuisce ancora un po’ imbarazzata. Appoggia tutte e due le braccia sulle mie spalle e posa la testa sul mio petto, troppo bassa per arrivare alla spalla. Io le cingo la vita con le mani e ci muoviamo lentamente seguendo la melodia.
Il suo viso si sposta piano e affonda nell’incavo tra la testa e il mio collo, sento le gambe molli e un senso di vuoto nello stomaco. E’ vicina. E’ troppo vicina per riuscire a resisterle.
Porto delicatamente la mia mano sotto il suo mento per farle alzare il volto verso di me. Poi lentamente, con molta calma, appoggio la mia fronte alla sua, in modo da darle il tempo per respingermi, ma non lo fa. Tiene  gli occhi incatenati ai miei. Deglutisco e mi avvicino alle sue labbra piene e invitanti, desideroso di assaporarle. Lei chiude gli occhi e io sfioro finalmente la sua bocca, riesco a malapena a percepire il dolce sapore delle sue labbra quando qualcosa ci interrompe. E’ di nuovo la voce dello Sfregiato.
Ci allontaniamo entrambi l’uno dall’altra imbarazzati, poi ci fiondiamo ad aprire la scatoletta e il volto di Potter appare all’interno del fuocherello che divampa in mezzo all’oggetto.
-Hermione è come pensavo, Voldemort sta venendo qui ad Hogwarts, vuole attaccare la scuola. Rimanete ancora stanotte lì, poi smaterializzatevi nei pressi di Hogsmeade, ma non all’interno, è sorvegliata. Una volta lì avvertitemi e farò in modo che Dobby vi raggiunga, è più sicuro perché non è rintracciabile. Lui vi porterà al Pub del fratello di Silente e lì c’è un passaggio che porta direttamente alla Camera delle Necessità. Bisogna avvertire più Houror possibile, la Professoressa McGranitt ha cacciato Piton, ci siamo ripresi la scuola e sono tutti pronti a combattere.-
Parla in modo deciso ma allo stesso tempo eccitato.
-Ci penso io a contattare gli altri, tu hai preso il diadema?-
-Si ce l’ho, ora dobbiamo solo prendere le zanne di Basilisco.-
-Va bene, ora chiudo. Spero di vedervi domani.-
-Lo spero anche io, ciao Hermione.-
Chiude la scatola e la ripone sul tavolo sospirando. Poi sembra ricordarsi di qualcosa e scatta in cucina dove sta una pentola praticamente vuota e una padella piena di sugo che sfrigola dal troppo calore. Cerchiamo di riparare al disastro e ce la caviamo con una pasta al burro.
Il resto del pomeriggio passa lentamente, non ci rivolgiamo praticamente parola, come se ci fosse una sorta di muro invisibile che ci separa.
Alle luci del crepuscolo esco dalla tenda e mi godo lo spettacolo del bosco dorato dai raggi del sole. Fortifico le difese ancora di più in modo da passare una notte tranquilla, poi ritorno dentro dove c’è Hermione che prepara la cena: pollo con patate arrosto.
Mangiamo in silenzio il nostro pasto. Qualche volta uno dei due prova a cominciare conversazioni che, però, terminano subito in un silenzio carico di imbarazzo.
Arriva il momento di andare a dormire e una sensazione di vuoto si impossessa di me nel momento in cui mi distendo sul mio letto da solo. Non ho mai avuto problemi a farmi avanti con le ragazze, forse perché sapevo che loro volevano che mi facessi avanti. Con lei invece è tutto diverso, è come fare un salto nel vuoto e questa cosa, devo ammetterlo, mi terrorizza.
Mi infilo tra le coperte e provo a prendere sonno, ovviamente senza riuscirci. Hermione si trova a qualche metro da me e non riesco a capire se sta dormendo o no.
Passano due ore almeno e sono ancora più sveglio di prima. La luna deve essere piena perché la sua luce è visibile anche attraverso le piccole fessure dell’entrata della porta.
Provo a cambiare posizione, ma sento le mie coperte spostarsi e il suo corpo distendersi di fianco al mio. Mi volto e mi ritrovo a un centimetro dal suo viso. Le sorrido felice, questa volta però, non riesco a trattenermi.
Avvolgo la sua guancia con la mia mano accarezzandola, avvicino il mio viso al suo e assaporo quelle labbra bramate da non so quanto tempo.
E’ qualcosa di paradisiaco sentire il suo corpo reagire al mio bacio. Sale a cavalcioni sulle mie gambe e io mi alzo a sedere per non perdere il contatto con la sua bocca. Appoggio i palmi sui suoi fianchi per far aderire il suo corpo al mio e lei accarezza il mio volto e i miei capelli con tocchi leggeri.
Mordo, succhio e gioco con le sue labbra che presto diventano più gonfie e rosse del normale. Hanno un sapore dolce che me le fa desiderare ogni secondo di più.
Lentamente la sue mani fredde risalgono per tutta la mia schiena bollente causandomi brividi di piacere. Sposto le mie labbra sulla sua mandibola, poi dietro l’orecchio, sul collo e la gola lasciandole una scia di baci roventi. Sospira sotto le mie carezze e mi sfila la maglietta da sopra la testa. Faccio lo stesso con la sua e la lancio dall’altra parte della tenda. Ho il cuore in gola e la pelle d’oca, mille emozioni attraversano la mia mente, non riesco a pensare razionalmente, so solo che in questo momento non voglio altro se non lei.
Ribalto le posizioni in modo che il suo corpo sia sotto al mio, ma sto attento a non schiacciarla sotto il mio peso.
Mi avvento di nuovo sulle sue labbra. Non capisco più niente percepisco solo il mio corpo a contatto col suo. Sfioro e accarezzo ogni centimetro della sua pelle, una pelle così liscia, morbida e profumata da sembrar seta.
Prendo il suo seno tra le mani e lo bacio con passione provocandole gemiti di piacere. Scendo poi con le labbra verso il basso, ad esplorare il suo corpo: sfioro i fianchi, l’ombelico e il ventre piatto e liscio. Le sfilo i pantaloni, poi l’intimo e bacio la sua femminilità fremente di piacere. Mille scosse la percorrono, le sue dita scendono a denudarmi degli ultimi indumenti rimasti facendomi ansimare, sono pazzo di lei.
Prende il mio volto tra le mani e mi guarda negli occhi, mi perdo in quel mare ambrato e capisco dal suo sguardo che vuole le stesse cose che voglio io. Entro piano in lei per paura di farle male, lei non dà cenno di dolori, così aumento lentamente il ritmo. Le sue unghie mi graffiano le spalle e la schiena facendomi diventar matto.
Affondo il viso tra i suoi capelli per sentire il suo profumo di lavanda e dopo alcune spinte sento il suo corpo lasciarsi andare al piacere seguito dopo qualche secondi dal mio.
Sono esausto, sudato e ansimo e lei non è da meno. Mi accascio al suo fianco stanco ma felice. Sento come un senso di gioia e di lietezza mai provato prima, completo e perso e innamorato. E voglio urlarlo al mondo che l’amo e voglio dirlo a lei, ma ho paura.
Ciò che è appena accaduto è fare l’amore in effetti, eppure dicendoglielo a voce ho il timore di spaventarla, di allontanarla da me.
Perché dovrebbe amarmi? Probabilmente nel giro di qualche giorno moriremo, perchè non fare l’amore con me se il domani è incerto e irraggiungibile?
Mille pensieri vorticano nella mia mente, ma si arrestano non appena il suo corpo si stringe al mio: il contatto tra la mia pelle e la sua mi fa dimenticare in parte i miei dubbi. La avvolgo con le mie braccia e ci avviciniamo l’uno all’altra in un groviglio di lenzuola e corpi.
Non dice niente e capisco che il suo silenzio è ricco di significato, si tira leggermente su con le braccia e posa un bacio dolce sulle mie labbra, sorride e arrossisce timidamente, poi ritorna nella posizione precedente, con la testa poggiata sul mio petto.
Dopo questa visione mi addormento beato: ci saranno momenti migliori per dirle quanto io sia follemente innamorato di lei.
   
 
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