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Autore: bennata998    29/03/2016    1 recensioni
Benny, dopo dodici anni di silenzio, affronterà il suo incubo peggiore; tuttavia non sarà sola in questa battaglia, che deciderà le sorti del suo futuro. [Continuo di "A day in the rain"]
Dal Prologo: "Non ti preoccupare, il tempo di ammirare l'infinito blu e torno"
Senza dire nulla, Yami si allontanò dal gruppo.
Genere: Comico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Storm of Feelings'
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Appena arrivati al planetario, i due ragazzi videro in lontananza Yami parlare con una dipendente.
Dopo che finì di parlarle, il ragazzo raccontò agli amici le dinamiche: secondo la testimonianza della signorina, Benny sarebbe uscita dal luogo con due uomini.
Quest'ultimi, dall'aria minacciosa, erano caratterizzati da un tatuaggio verde raffigurante un serpente.
La cosa strana che attirò la sua attenzione era l'atteggiamento della ragazza: aveva il capo chino e le braccia dietro la schiena.
Non aveva potuto far niente in quel momento perché il simbolo sul braccio apparteneva a una banda di yakuza, chiamata "Ebi's Destiny":
anche solo sfiorare i suoi uomini significava scavarsi la fossa da soli.
Nessuno conosceva la posizione del loro rifugio o il volto del loro capo, ma una cosa era certa: una volta coinvolti nei loro loschi affari, era finita.
Seto e Franci cercarono di rassicurare il ragazzo, gli promisero che avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di riportarla a casa.
Seto mobilitò tutti i suoi sottoposti alla ricerca di qualche indizio sulla “Ebi’s Destiny”, nel mentre Franci cercava tra i passanti qualcuno che avesse visto la sua migliore, anche se invano.
«Ancora nulla?» chiese Yami preoccupato.
«No, nessuno ha notato qualcosa di strano o visto qualcuno che somigliava a Benny.
Cercare un ago in un pagliaio è molto più semplice.» rispose Franci che continuava a fermare passanti e chiedere informazioni.
“Benny, perché?” si domandava, perché la sua ragazza era stata presa da quei brutti ceffi.
Mentre si tormentava, Seto lo riportò alla realtà dando la buona notizia di aver trovato il loro nascondiglio e che un elicottero li avrebbe condotti lì.
La speranza ritornò nell’animo di Yami: poteva finalmente andare a salvare la sua principessa.



Nel nascondiglio, intanto, Benny non poteva più resistere alle corde che la legavano e allo scotch che tirava sulla bocca.
Non le era permesso, però, abbassare la guardia in mezzo a tutti quei uomini e a quella pervertita del loro capo.
Cercava di non piangere, doveva rimanere forte davanti a quei mafiosi altrimenti poteva salutare la luce del sole per sempre, dire addio ai suoi amici e familiari, al suo caro Yami.
Come una pellicola di un film la sua vita le passava davanti agli occhi, anche se alcuni ricordi le apparivano sfocati, come ad esempio eventi risalenti a prima dell’incidente o la sua stessa famiglia:
il trauma l’aveva portata a dimenticare queste cose importanti nulla riuscì a farli riemergere.
Pensava da piccola che la sua coscienza l’avesse fatto per proteggerla, per non farla più soffrire, che avesse chiuso le porte di questi ricordi a chiave e quest’ultima gettata da qualche parte nel suo inconscio.
Immersa nei suoi ricordi, pian piano Benny cominciò a estraniarsi dalla realtà e lentamente a perdere la concezione dello spazio e del tempo.
Era alle stremo delle forze e non poteva più reggere uno stress simile; credeva ormai che fosse finita per lei.
Qualcosa, però, la stava riportando indietro, qualcosa stava rompendo quell’aria viziata che la circondava:
credeva di star sognando quando vide degli uomini scaraventati contro i muri e urla di qualcuno che chiedeva rinforzi.
Solo una persona era in grado di fare tutto questo trambusto e significava una sola cosa: i suoi amici l’avevano trovata finalmente.
Ma non poteva ancora cantare vittoria; infatti davanti a lei si mise Martha, pronta ad accogliere gli ospiti indesiderati:
«Bene, bene, sono arrivati i cavalieri a reclamare la loro principessa: peccato però che non siamo dentro una favola mia cara.
Quando il tuo caro tesoro mi vedrà, cadrà ai miei piedi e dimenticherà per sempre la vostra storia e di te, mio dolcetto.
Non ti preoccupare: forse riusciremo a fare qualcosa a tre, sempre se sarai ancora qui…»
Tra disgusto e ansia, un brivido scosse la poverina che poteva solo aspettare inerme i suoi amici; trovarsi in quella situazione non le andava giù, non le piaceva affatto il ruolo dell’ostaggio.
Gli occhi, tuttavia, brillarono alla vista del suo adorato Yami, spossato dalla battaglia che aveva tenuto nell’altra stanza. Il ragazzo urlò il nome della sua amata, ma il boss interruppe il momento:
«Carino il fustacchione, chi si aspettava questo bronzo di Riace! Posso chiederti perché stai con una come lei?
In giro ci sono certe pollastrelle… cosa ti perdi mio caro, cosa ti perdi.
Lascia stare questa e mettiti con me: ti farò provare tutti i piaceri di questo mondo e…»
«Smettila!» disse Yami interrompendo il suo monologo «Come hai osato legarla in quel modo e come hai potuto dire certe cose?
Potrai essere anche bella ben truccata, ma al confronto Benny è uno schianto anche al naturale.
La sua semplicità, la sua infantilità, la leggerezza con cui prende le situazioni, la sua goffaggine, la sua sincerità: ecco perché mi sono innamorato di lei e soltanto lei.
Nessuna prima d’ora mi aveva fatto venire il batticuore, mi aveva fatto arrossire e balbettare; solo lei è riuscita a sciogliere questo cuore di ghiaccio.
Adesso levati di mezzo, devo salvare la mia principessa!»
Martha, che fino a quel momento si era mostrata una fortezza, crollò sulle ginocchia con il capo chino:
«Come è possibile? Nessuno prima d’ora aveva resistito al mio fascino: cosa sentono le mie orecchie.
Davvero credi che la vita sia così semplice, che tutto è lecito?
Allora perché a me tutto ciò non è stato dato, mentre a quella ragazzina sì?
Sono una boss di un importante organizzazione mafiosa russa, tutti erano ai miei piedi: ma adesso tutto ha perso un senso, la mia vita non ha più senso…»
«Ti sbagli» urlò Benny dopo che Yami la liberò dallo scotch e dalle corde che la tenevano prigioniera:
«Non credere che solo tu hai avuto una vita difficile: basta essere egoisti e affronta la realtà. In questo mondo ci sono persone che se la passano peggio di te.
Invece di tormentarti, riparti da zero e ricomincia una nuova vita. Vedrai che andrà meglio, basta non arrendersi mai!»
Quelle parole riuscirono ad aprire la mente del boss e a farle capire il vero senso della vita:
lacrime scesero dai suoi occhi e la donna sfogò i suoi sentimenti in un sonoro pianto, pronta per un nuovo inizio.
Così lasciò andare i due ragazzi che si riunirono con Franci e Seto.
«Benny!» disse Franci abbracciando l’amica «Finalmente sei sana e salva! Sono così felice!»
«Bentornata: ci hai messo tempo a farti liberare. Non ti piacciono proprio le giornate tranquille, ti devi sempre cacciare nei guai: ma tu guarda un po’ con chi ho a che fare…» commentò Seto.
«Grazie per avermi salvata, ma soprattutto grazie Yami per avermi difesa. Ti amo, resta sempre al mio fianco!» ringraziò Benny guardando intensamente negli occhi il suo amato.
«Il minimo per la mia valentina: ti prometto che non ti lascerò mai e ti proteggerò sempre!» disse Yami prendendo le mani di Benny.
Così, in quel momento si baciarono, confermando che la magia che vince su tutto è l’amore!

«Dannazione, quella sgualdrina non è riuscita a portare a termine il suo compito: ci pensi tu Kuro a riportare indietro mia figlia?»
«Certamente master, ogni suo desiderio è un ordine per me!»


  
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