Anime & Manga > Nana
Segui la storia  |       
Autore: Glicia    29/03/2016    1 recensioni
"Se le mie mani fossero state irreparabilmente danneggiate, non avrei più potuto fare l'unica cosa in cui davvero eccellevo, ma se fossi morto, ti avrei abbandonata di nuovo."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Ren Honjo, Yasushi Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


TI VOGLIO BENE

NANA

La mattina del matrimonio una marea di gente entrava e usciva da casa mia.
Fissavo immobile gli uomini tirati a lucido, acompagnati dalle loro mogli imbellettate. Qualcuno me li aveva presentati. Cercavo di ricordare i volti, i nomi, ma mi erano totalmente estranei.
Sorridevo.
Qualcuno mi aveva detto: " Non smettere mai di sorridere Nana. E' il segreto per mascherare l'insofferenza e se non riconosci qualcuno, recita."
In fondo, lo faccio in continuazione. La Nana dei Blast è forse la vera Nana?
Sono una donna così sicura di se, così magnetica?
Ma allora, perchè la Nana della TV sembra sempre così serena? Se quella sono io, che fine hanno fatto tutti i pensieri, le paranoie, le angoscie che trascino giorno dopo giorno?
Chi se ne frega. Non sono le paure che fanno grande una persona. La gente non vuole vedere una donna angosciata, non vuole ascoltare una cantante insicura. 
Se vuoi questa vita, se vuoi la fama, il denaro, se vuoi cantare nei posti più grandi, sui palchi più importanti, devi indossare la maschera che i Mass Media hanno preparato per te. Incollala bene sul viso e vedrai che un giorno sostituirà la tua vera faccia e non dovrai più preoccuparti. Non rischierai più di svelare la vera te, perchè quella mascherà l'avrà soffocata. In fondo, è la vita che hai scelto. 
E proprio perchè l'hai scelta tu stessa, devi piegarti ad essa e allora, sarai obbligata a sorridere a persone che non conosci, a vedere gente sconosciuta al tuo matrimonio. E non potrai ribellarti quanto ti diranno che le tue nozze sono solo una questine d'affari. Hai venduto la tua vita e insieme ad essa hai ceduto te stessa, le tue azioni, le tue esperienze, persino la vita dei tuoi figli.
Hachi, io mi sono sempre chiesta cosa prova una madre quando suo figlio è in pericolo.
Desidera proteggerlo?
Ma noi, Ren, se mai avessimo un bambino, come potremmo difenderlo dai giornalisti, dalla nostra popolarità?
Forse l'unico modo per proteggerlo è non darlo mai alla luce.
Ma allora, Ren, che ne sarà di noi tra due, cinque, dieci anni?
Sconfiggeremo la noia con le nostre sole forze?
Ma anche se ci riuscissimo, come potremmo conciliare i nostri desideri così distanti?
E intanto sorridevo e continuavo a guardare la gente che entrava e usciva, sperando sempre più intensamente di veder entrare l'unica persona che desideravo davvero incontrare quel giorno. 
Ma, non c'era.

<< Nana, dovremmo cominciare ad andare. >>

<< Possiamo aspettare solo altri cinque minuti? Voglio godermi questi attimi di calma visto che non avrò pace per tutta la giornata. >>

<< Ma, hai riconosciuto qualcuno di tutte quelle persone che sono venute? >>

<< Sì Hachi, te. >>

Rise.

<< Dai, quando arriverai da Ren non farai più caso a tutte queste persone, vedrai solo lui. >>

<< Tu dici? In realtà sto cominciando a stufarmi anche di Ren. Potrei piantarlo in asso e scappare. >>

Sbiancò. 

<< M...ma cosa dici? Non puoi parlare sul serio, tu e Ren siete fatti per stare insieme, il vostro amore è talmente luminoso da accecare, non puoi abbandonarlo. >>

Scoppiai a ridere senza riuscire più a fermarmi.

<< Il nostro amore è talmente luminoso da accecare? >>

<< Stupida! Non scherzare su queste cose! >>

Mi alzai e aggiustai la gonna aderente dell'abito. 
Mi avevano praticamente trascinata nell'Atelier, eppure alla fine, mi era piaciuto veramente il vestito che avevo scelto, anche se il termine "scegliere" non è del tutto appropriato; diciamo piuttosto che la stilista della Gaia  aveva appoggiato i miei gusti e l'abito fu felicemente approvato.

<< Avanti, possiamo andare. >>

Il citofono squillò.

<< Ma chi è che viene all'ultimo minuto? Avevamo dato la fascia oraria delle visite. >>

<< Basterà ignorarli e smetteranno. >>

<< No, per favore Mika rispondi. >>

<< Ma sei sicura? >>

<< Sì, ti prego. >>

Il cuore batteva all'impazzata. Mi aggrappai a quell'ultima speranza con tutte le mie forze. Tutto il mio corpo rimase in tensione finchè Mika rispose al citofono.

<< Sì? Chi è? >>

Consultò la lista che la Gaia ci aveva fornito, con tutti i nomi delle persone che sarebbero passati dal mio appartamento prima delle nozze. Poi mi guardò.
Coprì con una mano la cornetta per non far sentire le sue parole.

<< E' un certo Satoshi Ikeda, Nana, lo conosci? >>

I nervi si sciolsero e fu come se mi avessero tolto un macigno dal cuore. 

<< Sì, fallo salire, per favore. >>

Rimasi immobile davanti alla porta, pronta ad aprire appena avessi udito il campanello, ma mi bastò percepire dei passi sul pianerottolo per spalancare l'uscio.
Appena lo vidi, in tutta la sua altezza, la sua solita eleganza e il suo solito atteggiamento schivo e silenzioso che mi portava ad assimilarlo ad un gatto, mi si inumidirono gli occhi.

<< Sono contenta che tu sia passato. >>

<< Scusami, sono arrivato proprio all'ultimo minuto, no? Comunque non ti rubo altro tempo, volevo solo farti gli auguri. Sei molto bella. >>

<< Grazie. >>

<< Allora io vado. Tanti auguri, Nana. >>

Si era già voltato quando mi avvolse una sensazione talmente opprimente che cominciai ad ansimare.
Ebbi l'assurdo presentimento che se l'avessi lasciato andare avrei perduto qualcosa di essenziale.
Lo afferai per la manica della giacca. Le lacrime cominciarono a scivolare prepotentemente lungo le guance.

<< Per favore, per favore, ti prego, non andartene. Accompagnami da Ren. >>

I suoi occhi si spalancarono e le sue labbra si dischiusero leggermente.
Non c'era ombra di dubbio nella mia voce. Non c'erano tentennamenti. Non gli avevo dato la minima possibilità di pensare che la mia fosse una semplice richiesta di cortesia.
Io lo volevo acanto a me, quel giorno e per sempre.
Volevo stringergli il braccio mentre camminavo lungo la navata. E volevo che Ren vedesse mio padre, che lo conoscesse, che capisse che era entrato nella mia vita e che non potevo più allontanarlo. Ed ero certa, che Ren l'avava capito ancor prima di me e che stesse apettando pazientemente il momento in cui l'avrei ammesso a me stessa.

<< D'accordo. >>

Avevamo poco tempo a disposizione. Certamente sarei arrivata abbastanza in ritardo, ma Mika, dopo avermi rimproverata per aver pianto, disse che ad una sposa era consentito qualunque ritardo, anche se non ne fui totalmente convinta.
Mio padre si mosse subito dal mio appartamento, innanzitutto perchè non volevo che i giornalisti mi vedessero arrivare con lui; ero ancora totalmente intransigente sul non voler svelare la sua identità, e poi perchè sarebbe passato da casa sua per indossare un abito più elegante. Sarebbe arrivato e mi avrebbe aspettata all'ingresso. I giornalisti non potevano entrare nella sala della cerimonia e l'avrebbero scambiato per un semplice invitato.
Salì in macchina.
Ero totalmente sola, Hachi e Mika erano in un'altra auto e ci saremmo viste direttamente nel luogo della cerimonia.
Le mani cominciarono a tremare. Provai a chiudere gli occhi e a respirare profondamente, ma tutta l'ansia che non avevo provato in quei giorni o nelle ore precedenti si era riversata totalmente in quel preciso istante.
Scesi dalla macchina e mi avviai verso il grande portale  che avevo di fronte.
C'ero quasi. Pochi istanti e sarebbe cominciato quell'ironico spettacolo.
Appena entrai si voltarono tutti verso di me. Cercai di tenere alto il viso o mi sarei dovuta sorbire le ramanzine di Ginpei. Aspettai che il portone alle mie spalle si richiudesse e afferrai il braccio di mio padre.
Non riuscivo a vedere lo sguardo di Ren, che mi aspettava in fondo alla sala, o di Yasu, o di Nobu, o di Shin che si affacciavano dal primo banco, ma non mi fu difficile immaginare che Ren fosse finalmente soddisfatto.
La navata era lunga e mi avevano imposto di camminare lentamente.
"E' il tuo momento, goditelo" mi ha detto qualcuno. Ma quanto più lentamente camminavo, tanto più mi agitavo e stringevo il braccio di mio padre.

<< Hai qualche consiglio da darmi? >>

Sussurrai tra i denti, con lo sguardo che man mano si abbassava sempre più.

<< Ho divorziato da mia moglie dopo cinque anni di matrimonio, che consiglio potrei darti? >>

<< Appunto per questo. Sei il più adatto a dare consigli. >>

<< L'unica cosa che posso dirti è di vivere senza preoccuparti di quello che può succedere in futuro e amare quanto più intensamente puoi. >>

Anche se avessi potuto, non sarei riuscita a rispondere. 
Sai papà, quel tuo consiglio, cerco di seguirlo ancora ora.
Avevo ormai raggiunto Ren.
Ci guardammo negli occhi per un istante e notai che anche lui, come me, cercava di mascherare l'ansia e l'imbarazzo.
Mi voltai verso Satoshi.

<< Grazie. >>

Mi prese il viso tra le sue grandi mani e mi baciò sulla fronte.

<< Sii felice, figlia mia. >>

Tutta la forza del mondo non sarebbe riuscita ad impedirmi di piangere.
Mio padre strinse la mano di Ren, mentre io, con il volto basso, cercavo disperatamente di frenare le lacrime.
Poi, Ren baciò la mia mano e mi condusse verso di lui.
Sai papà, quelle tue parole risuonano ancora nella mia mente e le custodisco nel mio cuore, gelosamente.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Nana / Vai alla pagina dell'autore: Glicia