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Autore: Ryu_    30/03/2016    1 recensioni
Sasuke è tornato e si recherà in una nuova missione con Naruto. A fare cosa? Proteggere Harry Potter ovviamente. Quello che non sanno è che i nemici si nascondono tra le tenebre. Nemici che dovrebbero essere morti. Come se la passeranno i nostri due protagonisti nei panni di studenti di Hogwarts? Scopritelo leggendo la storia!
SasuNaru, SasoDei con accenni a KakuHida.
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Akasuna no Sasori, Deidara, Hidan, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke, Sasori/Deidara
Note: Cross-over, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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GIAPPONESE

 

Harry digrignò i denti, cercando di sopportare il dolore. La ferita alla mano, provocata, come punizione, dalla Umbridge, continuava a farsi sempre più profonda e evidente. La stessa pena era stata inflitta a ogni partecipante delle lezioni segrete. L'intero esercito ora sedeva, abbandonato, fuori dalla Sala Comune. Potter si guardò intorno tristemente, posando poi il suo sguardo su Sasuke e Naruto, i quali stavano parlando rapidamente in giapponese. Entrambi avevano un espressione torva sul volto, ma non sembrava dettata dal dolore.

Non l'avevano detto anche loro?

....comunque, hanno passato di peggio”.

No, non glielo avevano detto loro, si corresse mentalmente il mago. Era stato Deidara a dirglielo. Deidara...nessuno aveva più visto lui, Hidan e Sasori da quando il Signor Weasley era finito in ospedale. Dove erano stati? Poi un pensiero attraversò la mente di Harry. E se fossero stati loro a dirlo alla professoressa?

Il ragazzo continuò a guardare i due ninja, per poi decidere di alzarsi e andare da loro, anche se non avrebbe capito nulla di quello che si stavano dicendo, visto che proseguivano a discutere in giapponese.

Non sono stati loro”, persistette testardo Naruto, cupo in volto. Sasuke sospirò sconsolato.

Naruto, sono stati gli unici a non venire all'incontro il giorno della nostra scoperta, dove credi che fossero?”, ragionò il corvino, cercando di mantenere un tono di voce calmo.

“Ma perchè avrebbero dovuto farlo? Non ne avevano ragione. Ci deve essere stato qualcun altro per forza....”, Naruto non finì mai la frase, ma portò invece gli occhi al pavimento, con un'espressione delusa e triste. Seguì un lungo silenzio, nel quale Harry si sentì estremamente fuori posto. Nonostante non avesse capito nulla, aveva la sensazione di sapere ciò di cui stavano discutendo. Il mago aprì la bocca per rompere il disagio che si era creato, quando una voce conosciuta lo precedette.

“Naruto”, tutti e tre i ragazzi si voltarono, incontrando la figura di Sakura di fronte a loro. Naruto si alzò immediatamente appena la vide, si diresse verso di lei e portò una mano al suo volto. Gli occhi di Sakura erano rossi e gonfi, molto probabilmente dal pianto e dalla stanchezza. Il ragazzo non potè fare a meno di sentirsi in colpa.

“Sakura....”, iniziò incerto.

“Possiamo parlare?”, chiese lei senza guardarlo negli occhi. Naruto restò un attimo paralizzato, non sapendo cosa fare. Lanciò anche un'occhiata a Sasuke, il quale stava ricambiando lo sguardo. Il biondo gli lanciò un timido sorriso, prima di tornare con l'attenzione a Sakura.

“Certo che possiamo”, le rispose. L'avrebbe ascoltata e poi avrebbe messo fine alla storia. Non poteva continuare così.

Sasuke e Harry, intanto, osservavano i due amici che, camminando, avevano appena svoltato l'angolo del corridoio. Potter si girò verso il ninja, chiedendo.

“Sei preoccupato?”.

“Riguardo a cosa?”, replicò impassibile Sasuke. Harry sospirò, oramai aveva capito che tirare fuori emozioni o confessioni al corvino era quasi impossibile, così rinunciò.

Rimase seduto in silenzio, ripensando ai suoi amici Serpeverde. Decise che sarebbe andato a trovarli proprio in quel momento, avrebbe chiesto loro spiegazioni. Proprio mentre si alzava, George iniziò a parlare.

“Sai Fred, ho sempre creduto che fossimo destinanti a qualcosa di migliore del lavoro scolastico”, disse. Un sorriso malefico gli si disegnò sulla faccia, imitato immediatamente dal gemello.

“Non potrei essere più d'accordo, George”, rispose.

Harry sghignazzò, dirigendosi verso di loro, e attirando la loro attenzione. Ghignò diabolico.

“Lasciate che vi aiuti”, disse.

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Un silenzio pesante premeva sopra Naruto e Sakura. Avevano deciso di andare a parlare in biblioteca, sperando che nessuno venisse a disturbarli.

Il silenzio venne interrotto da Sakura.

Sai, non credo che stessi giocando pulito, in fin dei conti”, disse tristemente. “Non lo lasciavo nemmeno parlare con te. Ero diventata gelosa, e cercavo di allontanarlo”, ammise.

Sakur...

Ma sai cosa ho notato ultimamente?”, continuò la ragazza, guardando Naruto dritto negli occhi. “Lui ha bisogno di te”, concluse.

Naruto arrossì leggermente quando lei disse ciò.

Sasuke ha bisogno di te, ma ancora più importante di questo, Naruto, è che penso che anche tu abbia bisogno di lui”.

Questa volta il ragazzo arrossì vistosamente. Evitò lo sguardo della ragazza, portando il suo fuori dalla finestra.

No...non è vero...”, cercò di convincerla.

La rosa ci accigliò. “Quando eri in ospedale, la persona che chiamasti nel sonno, fu Sasuke”, ribattè lei tristemente, guardando altrove. “Non me”, concluse.

Sakura, non sarei mai uscito con te, se non mi fossi piaciuta veramente”, le disse dolcemente Naruto. La ragazza sorrise amaramente.

Lo so”, gli rispose, prendendo una mano del biondo tra le sue, stringendola debolmente.

Ma voglio finirla qua. Merito di meglio”, con questa affermazione lasciò la mano del ragazzo, e lo guardò negli occhi con determinazione.

Voglio lasciarti, Naruto”, disse.

 

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Ad ogni persona normale sarebbe sembrato che nella stanza comune dei Serpeverde regnasse un silenzio tombale, ma questo pensiero non era condiviso dai tre Akatsuki che la occupavano in quel momento.

Sasori se ne stava, ancora una volta, con la testa persa tra delle pagine di un libro. Accanto a lui ci stava un Hidan, stravaccato sulla poltrona, in una perfetta posa da annoiato. Didara era seduto sulla poltrona opposta alla sua, lavorando manualmente un pezzo di argilla......normale argilla.

Il biondo sospirò. Il fatto che le sue mani fossero coperte da guanti non aiutava a rendere tale lavoro semplice. Molte persone gli avevano domandato il motivo per il quale portasse dei guanti, ovviamente in ninja mentiva dicendo che pensava fossero cool. Ovviamente, la vera ragione, era che doveva nascondere le bocche che aveva sui palmi.

Improvvisamente il bombarolo ruppe il silenzio, parlando a Sasori.

Neh, Danna, non credi che dovresti procurarti una bacchetta?”, chiese. Il rosso alzò lo sguardo dal libro, guardandolo inespressivo.

Perchè dovrei aver bisogno di quella cosa?”, chiese.

Beh, perchè dovresti rassegnarti all'idea di 'giocare allo studente', qui”, rispose il biondo.

Sono ancora qui, perchè preferisco stare con te, che tornare da quei bastardi”, rispose, ovviamente riferendosi al resto dell'organizzazione Alba. Deidara ghignò.

Dai, non sono tutti così male, un”, commentò il biondo. Ma chi voleva prendere in giro? Certo che lo erano!

Si che lo sono, tutti dei fottutissimi bastardi”, mormorò Hidan velenoso.

Sasorì lo guardò divertito. “Pure Kakuzu?”, lo derise. L'albino lo guardò in malo modo.

Ti uccido, stronzo”, lo minacciò Hidan, alzandosi e afferrando la gola di Sasori.

Deidara li osservò discutere un attimo e stava per intervenire a fermarli, quando si fermò. Aveva notato la porta aperta, ma non c'era vento che avesse potuto spostarla. Qualcuno era ovviamente entrato. Ne ebbe la conferma quando sentì dei passi. Sospirò. Sapeva benissimo a chi appartenevano.

Afferrò la candela poggiata sul tavolo che aveva di fronte, puntandola sui due compagni.

State zitti, un”, intimò loro. Tirò poi uno schiaffo sul retro della testa a Hidan.

Per cosa cazzo era questo?”, protestò arrabbiato l'albino.

Per farvi stare zitti, un”, rispose Deidara.

Beh, allora tirane uno anche a lui, cazzo!”, continuò Hidan, riferendosi a Sasori.

Il biondo lo ignorò, tornando a occuparsi dell'intruso.

“Faresti meglio a uscire allo scoperto, sappiamo che sei qui”, disse minaccioso. Ci fu silenzio per pochi istanti, prima che qualcuno parlò.

“Ragazzi, non riesco ancora a capire come facciate a scoprirmi sempre”, confessò Harry, uscendo allo scoperto da sotto il mantello dell'invisibilità.

Deidara ghignò. “Chiamalo intuito, un”, disse divertito.

Hidan lo guardò sorridendo beffardo.

“L'intuito femminile è dalla tua parte, Dei-chan”, lo derise. Il citato lanciò un altro colpo all'albino, questa volta dritto alla fronte.

Sasori li ignorò, proseguendo la conversazione.

“Come sei entrato qui, Potter?”, chiese, guardandolo serio.

“Mi sono intrufolato qua dentro al secondo anno. È stato semplice come lo fu allora”, rispose il mago pieno di orgoglio. Sasori alzò un sopracciglio.

“Beh, allora che cosa vuoi?”, chiese acido.

“Parlare con voi”, rispose serio il moro.

“Riguardo a cosa?”, gli chiese Hidan.

“Sapete come la Umbridge è venuta a conoscenza dell'esercito di Silente?”, un sospirò collettivo echeggiò nella stanza, Harry continuò. “Beh, noi non lo sappiamo, ma voi ragazzi eravate gli unici a mancare la sera in cui siamo stati scoperti, e ora tutti quanti sospettano di voi, ma non è così, vero? Non l'avete detto voi a quel mostro, no?”, chiese speranzoso il mago.

“Tu pensi che siamo stati noi?”, chiese Sasori.

“No! Certo che non lo penso!”, rispose quasi oltraggiato il moro.

“Ma potremmo essere stati noi veramente”, continuò il rosso. Harry ebbe improvvisamente una bruttissima sensazione. Perchè non stavano negando?

“Mi fido di voi...”, mormorò.

“Beh, hai ragione, non siamo stati noi, un”, rispose allegramente Deidara. Il volto di Harry si illuminò di gioia.

“Davvero?”, chiese speranzoso.

“Certo. Pensi veramente che saremmo andati a dire tutto a quella stronza?”, chiese Hidan.

“Ma allora chi potrebbe essere stato?”, chiese perso nei suoi pensieri il mago.

“Hai provato a chiedere alla tua fidanzata?”, chiese beffardamente Sasori. Harry lo guardò incredulo.

“Chi? Cho? Non può essere”, cercò di difenderla. Deidara e Hidan lo guardarono ghignando.

“Invece si. E ora fuori, Malfoy sta tornando”, ordinò l'albino, prima di rimettere il mantello dell'invisibilità addosso a Potter.

Come preannunciato dai ninja, Malfoy entrò dalla porta poco dopo, guardando i presenti con astio e disgusto. Harry intanto uscì dalla stanza sorridendo. Almeno ora sapeva che non erano stati loro.

La sua felicità svanì, quando un pensiero attraversò la sua mente.

'Già, non sono stati loro, ma succedono cose strane lo stesso. Potrebbero star giocando una parte, in tutto questo?', si chiese.

Ancora una volta però, il mago rise, cacciando via la preoccupazione.

'Impossibile', si disse.

 

 

NOTE AUTRICE.

Buongioorno!

Eccovi il ventesimo capitolo, spero vi piaccia!

Per qualsiasi critica/dubbio/constatazione etc, sono disponibile.

Vi lascio, un bacione e grazie a chi leggerà.

Ryu_

   
 
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