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Autore: Venus80    30/03/2016    0 recensioni
Evelyn è una giovane strega forte e determinata amante delle avventure. Quando suo zio Gandalf le propone di raggiungerlo nella Terra di Mezzo per unirsi a lui e ad un gruppo di nani in un viaggio verso la Montagna Solitaria, non si lascia sfuggire l'occasione. Parte desiderosa di sperimentare questa nuova esperienza che la renderà ancora più forte, grazie anche ad un potere che finora non aveva mai conosciuto: il potere dell'amore.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: la festa di Beltane
 
Evelyn si svegliò di buon’ora per iniziare con i preparativi per la partenza. Considerando il tipo di viaggio che avrebbe dovuto affrontare, avrebbe voluto portare il minimo indispensabile, ma per non destare sospetti nei suoi genitori ritenne opportuno preparare le valigie mettendovi oggetti e accessori che comunque non le sarebbero serviti e che poi avrebbe lasciato in custodia a Kaytria e Daron.
“Eve, ma sei ancora in vestaglia e camicia da notte?!”, esclamò sua madre con sollecitudine entrando in camera, “Sbrigati a prepararti che tra un po’ inizia la festa!”. “Adesso mi preparo. Stavo finendo di sistemare i bagagli”, replicò Evelyn. Arinne annuì ed uscì dalla stanza.
Evelyn aprì l’armadio e tirò fuori tutti i vestiti; dopo un momento di indecisione, optò per un abito di raso rosso cremisi, con lunghe ed ampie maniche, con ricami in pizzo nero all’altezza della scollatura e delle braccia e una lunga cintura, anch’essa in pizzo nero, che le cingeva la vita. Dopo aver indossato il vestito, pensò all’acconciatura e scelse qualcosa di semplice; fece due trecce con le ciocche che cadevano ai lati del viso e le tirò indietro sulla nuca a formare una sorta di corona. Non appena finì di prepararsi, qualcuno bussò alla porta della sua camera. “Avanti!”, rispose Evelyn. La porta si aprì ed entrò Daron che disse, “Signorina, c’è il signor Jago che vi aspetta nel salone”. E’ giunto il momento!, pensò Evelyn mestamente mentre osservava la sua immagine riflessa nello specchio. Avrebbe voluto tanto svignarsela, ma si fece coraggio pensando che il giorno dopo sarebbe partita e per molto tempo non avrebbe più rivisto il suo insopportabile corteggiatore. Sospirò e asserì abbozzando un sorriso, “Va bene, digli che arrivo”. Daron uscì e chiuse la porta.
Evelyn si guardò nuovamente allo specchio e fece un respiro profondo. Uscì dalla sua camera, scese le scale e quando arrivò nel salone vide i suoi genitori intenti a parlare con Jago che, non appena la vide, si girò verso di lei, la guardò senza riuscire più a staccarle gli occhi di dosso ed esclamò, “Sei bellissima!”. Evelyn non gradì le attenzioni del ragazzo nei suoi confronti e l’apprezzamento che le aveva rivolto davanti ai suoi genitori mettendola in imbarazzo; stava per fargli una sfuriata, ma cercò di trattenersi perché non aveva alcuna intenzione di iniziare male la giornata.

Giunsero tutti nella Sala della Magia dove si tenevano i festeggiamenti. La sala era gremita di gente intenta a parlare o a mangiare e bere le prelibatezze che abbondavano sui tavoli imbanditi per l’occasione, mentre veniva celebrata la cerimonia di consacrazione dell’inizio dell’estate.
Evelyn cercò Kaytria nella speranza di trovare una scusa per allontanarsi da Jago che la seguiva come un’ombra. Finalmente la trovò e si precipitò da lei, “Ciao, Kaytria”. “Ciao, Eve. Mah…tu e Jago?! Cos’è questa novità?”, chiese Kaytria con un sorriso malizioso. “Guarda, lascia perdere…poi ti spiego!”, replicò Evelyn sconsolata. Poi seguitò, “Avrei una cosa da chiederti. Andiamo in un posto tranquillo”. “Ma proprio adesso?! Sai, sono in compagnia di Odhran!”, dichiarò Kaytria orgogliosamente facendo un cenno con la testa per indicare il suo accompagnatore.
Ah, già! La sua nuova conquista!, pensò Evelyn. Odhran era un bel ragazzo dai lunghi capelli mossi e gli occhi castani; l’unica nota dolente era il carattere simile a quello di Jago e la loro amicizia. Infatti Evelyn non era molto entusiasta del fatto che la sua amica fosse interessata ad un tipo del genere e sperava che, facendola allontanare per un po’ di tempo, le sarebbe passata questa infatuazione.
“Sì, adesso…è urgente!”, asserì Evelyn con premura. “E va bene, ma solo qualche minuto”, acconsentì Kaytria un po’ contrariata. “Volete scusarci, ma io e Kaytria andiamo a fare un giro in giardino…non ci metteremo molto”, disse Evelyn rivolgendosi a Jago ed a Odhran che intanto stavano conversando. “Beh, potremmo accompagnarvi?!”, propose Jago. “No, ci andiamo da sole!”, contestò Evelyn indispettita. Jago percepì l’indisposizione di Evelyn, perciò desistette e si limitò ad annuire.
Mentre Kaytria ed Evelyn si allontanarono, Jago e Odhran si misero a parlare. “Non capisco perché perdi tempo con Evelyn. Si capisce chiaramente che non ne vuole sapere di te. Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, perché proprio lei?!”, affermò Odhran. “Perché io non perdo mai e prima o poi Evelyn sarà mia!”, rispose Jago adirato mentre teneva gli occhi fissi su Evelyn che si stava dirigendo verso il giardino con la sua amica.
 
Nel frattempo Evelyn e Kaytria uscirono e si sedettero sotto un gazebo. “Adesso si può sapere cos’hai di così urgente da dirmi?”, domandò Kaytria. Evelyn tirò fuori dalla manica la lettera di suo zio e la diede alla sua amica, “Leggi! E’ una lettera di mio zio Gandalf”. Kaytria lesse la lettera e sul suo volto comparve un’espressione di stupore. “Tuo zio vuole veramente coinvolgerti in questa cosa? Ma è matto?!”, questionò alzando il tono della voce. “Ssshhh, abbassa la voce! I miei genitori non devono sapere…devono credere che andrò a fare un viaggio di piacere”, mormorò Evelyn. Kaytria guardò l’amica perplessa e le chiese, “Ma vuoi davvero affrontare tutto questo da sola?”. “Non da sola…ci saranno mio zio, i nani, te e Daron!”, disse Evelyn sorridendo. “Cosa? Ma sei matta come tuo zio?! Io viaggiare con dei nani alla volta di una montagna occupata da un drago?!”, polemizzò Kaytria alzando di nuovo la voce. “Ti ho detto di abbassare la voce!”, rimproverò Evelyn all’amica. Poi proseguì, “Tu ti fermerai a Minas Tirith con Daron e mi aspetterai lì. Sarò io a proseguire il resto del viaggio con i nani e mio zio”. “E Daron cosa ne pensa?”, domandò Kaytria incuriosita. “Daron per il momento non lo sa…lo saprà quando saremo giunti a destinazione. Mi dispiace non avergli detto la verità, ma non posso assolutamente correre il rischio che i miei genitori sappiano tutto. Se sapessero, non mi permetterebbero di partire”, rispose Evelyn accoratamente. Kaytria guardò Evelyn incredula e le chiese, “Ma perché vuoi affrontare questa impresa che, con molta probabilità, sarà anche rischiosa?”. “Prima di tutto perché voglio vedere la Terra di Mezzo. Seconda cosa, voglio dimostrare che sono in grado di cavarmela in qualsiasi situazione”, replicò Evelyn esaltata. “Oh, Eve, ti prego! Ancora con questa storia!”, obiettò Kaytria severamente. “Sì, ancora con questa storia! I miei genitori mi trattano come se fossi fragile e delicata, anche se sanno benissimo che non è così”, asserì Evelyn con fermezza. Kaytria sospirò e affermò affettuosamente, “Hanno solo paura che ti accada qualcosa perché ti vogliono bene”. “Lo so, ma dovrebbero comunque cercare di avere più fiducia in me. Anche mio zio mi vuole bene, ma questo non gli ha impedito di riconoscere le mie capacità. Anzi, se fosse stato per lui, mi avrebbe portata con sé già cinque anni fa”, dichiarò Evelyn pacatamente. Kaytria abbozzò un sorriso e guardò Evelyn con apprensione. “Ma sei veramente convinta di voler fare questa pazzia?”, le domandò. Evelyn annuì sorridendo. Poi prese le mani dell’amica e sollecitò, “ Allora, verrai con me?”. Kaytria sospirò e rispose rassegnata, “E va bene, ma solo perché sei te!”. “Grazie!”, rispose Evelyn esaltata abbracciando l’amica. Poi la guardò con aria beffarda e asserì maliziosamente, “Magari proprio nella Terra di Mezzo potrei trovare la persona giusta per me! Così sia te che i miei genitori finalmente la smetterete di insistere sul fatto che debba trovarmi un fidanzato!”, e scoppiò in una fragorosa risata. “Beh, se dovesse accadere una cosa del genere, ci sarà da fare un monumento a tuo zio!”, replicò Kaytria mettendosi a ridere insieme ad Evelyn. “Comunque, ora devo convincere i miei genitori a lasciarmi partire con te”, disse Kaytria ancora in preda alla risata. “A questo ci penseranno mia madre e mio padre”, affermò Evelyn soddisfatta.
 
Evelyn e Kaytria tornarono dentro la sala e incrociarono Arinne e Idwal, “Buongiorno Kaytria!”. “Buongiorno a voi!”, rispose Kaytria facendo un inchino. “Immagino che Eve ti avrà già raccontato tutto?!”, chiese Arinne. “Sì, mia signora”, replicò Kaytria. “Noi abbiamo già parlato con i tuoi genitori e hanno acconsentito a lasciarti partire con nostra figlia!”, ribadì Idwal.
Le due amiche si guardarono sorridendo e dopo essersi accomiatate da Arinne e Idwal andarono a cercare Jago e Odhran. I due ragazzi quando le videro arrivare andarono verso di loro. “Eccovi finalmente! Ce ne avete messo di tempo! Cosa avevate da dirvi di così urgente?”, disse Odhran con un tono ironico. “E chi ti ha detto che avevamo qualcosa da dirci?!”, asserì Kaytria simulando indifferenza. “Di solito le ragazze quando si appartano per tanto tempo è perché hanno qualcosa da dirsi!”, dichiarò sarcasticamente Jago. Evelyn non gradì la curiosità dei due ragazzi e sentenziò irritata, “Qualsiasi cosa abbiamo detto o fatto non sono affari che vi riguardano!”. Kaytria ed Odhran si guardarono sbigottiti e capirono che era il caso di chiudere il discorso. “Beh, noi andiamo a farci un giro…visto che siamo qui, cerchiamo almeno di divertirci!”, affermò Odhran sagacemente e Kaytria annuì. Si allontanarono con tutta l’intenzione di godersi ogni istante della festa, così Evelyn e Jago rimasero da soli. Dopo un momento di imbarazzante silenzio Jago domandò ad Evelyn, “Ti andrebbe di fare un giro in giardino?”. Evelyn, nonostante fosse ancora in collera con Jago, accettò perché sentiva il bisogno di prendere una boccata d’aria.
 
Mentre passeggiavano nei viali dell’immenso giardino, ad un certo punto, Jago cercò di prendere la mano di Evelyn, ma lei la ritrasse; allora Jago insistette e le afferrò il polso. “Ahi, mi fai male!”, sbottò Evelyn. Intanto che le teneva stretto il polso, Jago la guardò negli occhi e contestò furibondo, “Ma perché fai così? Io cerco di essere gentile con te e tu invece sei sempre scontrosa!”. Evelyn assunse un’aria minacciosa e intimò, “Lasciami immediatamente!”. Poiché c’era tanta gente e non voleva dare troppo nell’occhio, Jago la lasciò e si scusò. Evelyn continuò a guardare il ragazzo con aria di sfida e replicò, “Comunque, domani parto per andare da mio zio nella Terra di Mezzo”. Jago la fissò esterrefatto e questionò, “Cosa!? Stai scherzando?”. “No, non sto scherzando. Ieri ho ricevuto una sua lettera nella quale mi ha invitato ad andare da lui. E’ da tanto che aspettavo questo momento, perciò ho deciso di partire subito”, rispose Evelyn con tono serio.
Il volto di Jago assunse un’espressione sempre più cupa e un sentimento di rancore crebbe in lui, ma ad Evelyn non importava; in quel momento quello che le interessava era che stava per realizzare il suo sogno.
 
 
 
 
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