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Autore: sil_c    30/03/2016    0 recensioni
Questa storia rappresenta la sesta serie del telefilm Covert Affairs così come la immagino io, dopo che ne è stata sospesa la produzione da parte dell'emittente televisiva americana USANetwork.
non possiedo né i diritti né i personaggi della serie, tranne alcuni personaggi secondari che mi sono serviti per raccontare la mia storia.
Annie è un ex agente opertivo della CIA, ora alle dipendenze di Ryan McQuaid, nella McQuaid Security. Sia Ryan che Annie partecipano personalmente a diverse missioni e servizi di scorta a personaggi politici importanti.
Durante una di queste missioni, il convoglio col quale viaggiano viene attaccato dai guerriglieri jihadisti, in Mali.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo 2

“Mi hai fatto chiamare, Calder?”
“Sì, entra Joan.” Calder Michaels si alzò dal suo posto e le andò incontro, poi rivolto ai suoi collaboratori disse: “Signori, questa è Joan Campbell, ex capo del DPD e ora dirigente di una Task Force di massima sicurezza.”
Spostò l’unica poltroncina libera, quella accanto al suo posto, e la fece accomodare.
Joan ricordava molto bene quella stanza. Quasi nulla era cambiato: lo stesso tavolo e le stesse sedie, nella stessa identica disposizione. Quante riunioni aveva tenuto lì dentro con tutto il suo staff. Si guardò attorno e sorrise a due ragazzi che ben conosceva poiché avevano fatto parte del DPD già da quando lo dirigeva lei, Eric Barber e Andrew Hollman. Mancavano Anderson e Walker, ovviamente, poiché la CIA non era più parte della loro vita ma, senza di loro, quella stanza sembrava più vuota, quasi incompleta.
“Joan, stiamo analizzando alcune trasmissioni dati in codice, intercettate dal satellite nelle ultime tre settimane da una zona del Mali prossima a Timbuctù.” la voce di Calder la riportò al presente. “Dal 2013 ad oggi, come sai, benché i notiziari non ne parlino, la guerriglia continua. La trasmissione dati che ha colpito il nostro interesse è quella relativa ad un’imboscata sulla Via Carovaniera del Sale, tra Timbuctù e le miniere di Taoudenni. Pare che abbiano fatto saltare un intero convoglio di 6 mezzi pesanti e 3 jeep. Da quello che possiamo capire, sembra che siano coinvolti anche degli americani.”
Mentre Calder parlava, il viso di Joan si fece più serio e cupo. “Superstiti?” chiese.
“Non ne siamo certi.” rispose Calder. Poi si voltò verso uno dei suoi collaboratori “Barber?” invitò
“Sì capo.” rispose Eric, estraendo dalla sua cartelletta una marea di fogli con codici decifrati
“Dunque… dalle intercettazioni che siamo riusciti a decodificare, sappiamo che una tribù Tuareg ha tratto in salvo alcune persone facenti parte della carovana portandole poi al più vicino centro di MSF di Timbuctù.”
“Sappiamo chi sono, Eric?”
“No Joan, mi dispiace. Sappiamo solo che dei sei salvati quattro sono deceduti negli ospedali da campo in seguito alle ferite riportate e gli altri due sono ancora in coma”
“Dai rottami ritrovati da una task forse di nostri alleati” intervenne un giovane operatore tecnico “siamo riusciti ad identificare il convoglio.”
Joan lo guardò con fare interrogativo
“Ecco…” continuò il ragazzo “Sembra che fosse un convoglio umanitario diretto a Taoudenni”
“Sembra?” Joan guardò intensamente prima il ragazzo, poi Barber e infine Calder, alzando un sopracciglio con fare inquisitorio “Sembra?” ripetè.
“IL convoglio era scortato dalla McQuaid Security.” intervenne Hollman.
A Joan si gelò il sangue nelle vene. Questo poteva significare due sole cose: in primo luogo che il “convoglio umanitario” poteva benissimo essere una copertura per un dislocamento di milizie in zone di guerriglia. In secondo luogo, se davvero si trattava di una copertura, Ryan McQuaid in persona avrebbe scortato la carovana. E se c’era Ryan…
“A… Annie?” balbettò Joan
“Non sappiamo nulla Joan.” rispose Calder “Nelle intercettazioni che abbiamo decifrato, non si fa cenno a nessuna donna, né morta, né sopravvissuta.” Calder fissò Joan. “Mi spiace Joan, non sappiamo altro.”
“Bene.” rispose la donna cercando di mascherare il tremore della voce “ Assumo io con la mia Task Force l’incarico di indagare.”
“Sapevo che l’avresti detto, Joan. È per questo che sei qui. Di qualunque cosa tu possa avere bisogno, non hai che da chiedere. Io e l’intero DPD siamo a tua completa disposizione.”
“Grazie Calder. Lo apprezzo molto.” Poi si voltò verso Barber “Eric, da questo preciso istante appartieni a me e alla mio reparto. Raccogli tutto quello che può servirti e seguimi nel mio ufficio. Ti aspetto agli ascensori: hai 5 minuti.”
Barber annuì. In cuor suo era felice che Joan lo ritenesse necessario per questa missione. E poi si trattava di Annie.
I due si alzarono e uscirono. Eric si fermò nel suo ufficio, quello che una volta era stato di Auggie e che ora condivideva con Andrew, impacchettò velocemente tutte le sue cose e raggiunse Joan.
Nessuno dei due parlò finchè non giunsero nell’ufficio della TF. Joan mostrò a Barber quella che sarebbe stata la sua scrivania, all’interno di una stanza arredata in modo davvero sobrio ma con tutto quello che la più moderna tecnologia potesse offrire.
“Lavorerai da qui. Ci sono strumentazioni tecnologiche molto sofisticate e all’avanguardia, ma se pensi di aver bisogno i altro, non hai che da chiedere.”
“Qualcosa ci sarebbe.” disse Barber, guardandosi attorno con molta attenzione “In realtà, qualcuno.”
“Chi Eric?” chiese Joan
“La persona per cui è stato allestito questo ufficio. Dovremmo chiamarlo, Joan.”
Lei sollevò lo sguardo dal fascicolo che stava esaminando e lentamente le sue labbra si incresparono in un lieve sorriso.
“Sì. Forse dovremmo.”

   
 
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