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Autore: Butterfly8    01/04/2016    2 recensioni
Questa storia inizia quando Betty scopre la carta di Calderon. Tuttavia dopo un primo momento di sconforto, tale e quale a quello della storia originale, Betty decide di cambiare. Insomma dal giorno dopo, quando torna in ufficio qualcosa sarà diverso...
Sarà breve!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
Betty si era svegliata in ospedale piuttosto confusa. Non sapeva bene cosa le fosse successo. Era stata sua madre a dirle che era svenuta in casa e che avevano duvuto ricoverarla d'urgenza e operarla, perchè la sua cisti era scoppiata e aveva avuto una emorragia interna.
Soltanto dopo aver parlato con la sua dottoressa si era rassicurata sul fatto che non ci fossero state serie conseguenze al suo problema. La dottoressa le aveva detto che se l'era cavata con una piccola resezione ovarica, ma doveva stare sotto controllo per evitare conseguenze in seguito.
Naturalmente, il pensiero di Betty era rivolto a trovare Armando. Doveva dirgli che era stata una stupida e che non era incinta. Che adesso niente avrebbe potuto separarli.


*****


"Signor Mendoza" aveva detto il medico "suo figlio è in condizioni critiche, però è stabile.  Ha un grave trauma cranico e una gamba rotta. Ha un grosso ematoma nella zona frontale, se non avesse avuto la cintura di sicurezza sarebbe morto sul colpo. Se l'ematoma non si riduce dovremo operarlo. Quindi le prossime ore sono cruciali. Dovrà comunque essere sottoposto ad un intervento per ridurre la frattura della gamba e dovrà stare in trazione per venti giorni circa, ma al momento ciò che mi preoccupa di più è quell'ematoma" aveva concluso.

Le parole del medico avevano terrorizzato  Roberto e Margherita. Camila era annichilita dal momento che aveva saputo dell'incidente stradale. Aveva avuto la forza di chiamare i suoi genitori ma adesso le sembrava che il mondo le stesse crollando addosso.
"Dottore" aveva chiesto Margherita "possiamo vederlo?"
"Si, ma solo da dietro un vetro. E' sedato, l'abbiamo messo in coma farmacologico. Così le sue possibilità di guarigione sono maggiori".
Margherita guardava suo figlio da dietro quel vetro in preda all'ansia e al terrore di perderlo. Aveva iniziato a pregare dal momento che Camila l'aveva avvisata dell'incidente. Armando era suo figlio e lei viveva nell'angoscia di perderlo. Non aveva più lacrime, nè rabbia. Voleva solo che suo figlio si riprendesse, dopodichè avrebbero risolto tutti gli altri problemi.


*****

Mario Calderon aveva combinato un pasticcio. Roberto Mendoza l'aveva mandato in ospedale a cercare il dottor Botero, un neurochirurgo di fama mondiale e suo intimo amico. Roberto aveva voluto che Mario lo cercasse di persona perché era inopportuno presentargli il caso al telefono. In Colombia, nessuno sapeva dell'incidente di Armando. A parte Mario e Marcela.
"Dottore" stava dicendo Mario "capisce che la situazione è grave, Armando è da tre giorni in coma farmacologico. L'ematoma si è ridotto, ma i medici continuano a tenerlo sedato perchè non è ancora scomparso."
"Stanno seguendo la giusta prassi" aveva risposto il medico. "Venga con me dottor Calderon, andiamo a prenderci qualcosa da bere, così mi spiega bene cosa è successo". Era stato in quel modo che erano andati nella caffetteria dell'ospedale, dove seduti a un tavolo avevano parlato delle cause che avevano portato all'incidente di Armando Mendoza, senza accorgersi di una giovane in vestaglia che seduta al tavolo accanto al loro, non si era mai voltata e aveva seguito tutta la loro conversazione dal momento che aveva visto Mario e sentito le parole Armando e incidente.
Ma non aveva potuto fare a meno di voltarsi, facendo impallidire Mario, quando stavano per andare via.

Betty aveva preteso che le dicessero dove si trovava Armando. Non faceva che dire che doveva andare da lui. Che doveva raggiungerlo. Che se adesso si trovava in quelle condizioni era solo colpa sua che non sapeva fare altro che abbandonarlo.

Nonostante lei stessa non fosse in grado di  viaggiare perchè aveva subito da poco un intervento, non era stato possibile fermarla. Davanti gli occhi attoniti di Nicolas aveva prenotato un biglietto per la Svizzera senza sapere dove si trovasse Armando. Se non glielo dicevano lei avrebbe chiamato tutti gli ospedali fino a quando non l'avesse trovato.
Hermes e Giulia erano sconvolti dal comportamento della figlia. Fino a quel momento erano stati convinti che lei amasse Jorge e che lo avrebbe sposato. Ma questa Betty completamente impazzita dall'ansia e dal dolore che provava temendo per la vita di Armando, non l'avevano mai vista. Le sue spiegazioni tra l'altro erano state abbastanza deboli. Aveva solo detto a sua madre "Non starò lontana dall'uomo della mia vita un minuto di più, costi quello che costi. Spero che tu possa capirmi mamma".


Mario non aveva potuto fare a meno di dirle dove fosse ricoverato Armando e lei col primo volo disponibile l'aveva raggiunto. Non stava bene, lei stessa aveva bisogno di riposo, ma non aveva voluto sentire ragioni. Doveva andare da Armando.


*****

Quando finalmente aveva raggiunto l'ospedale e il reparto nel quale si trovava Armando e si era avvicinata ai Mendoza per avere notizie, Camila l'aveva letteralmente aggredita, accusandola di essere la responsabile delle condizioni in cui si  trovava suo fratello.
"Cosa sei venuta a fare adesso?" le aveva urlato. "Cosa vuoi da lui, l'hai rifiutato per tutto questo tempo, adesso è tardi! Armando è in coma!"
In quel momento era giunto anche Yousef . Nicolas l'aveva chiamato e gli aveva chiesto di andare in soccorso di Betty. Sapeva che lei da sola non era in grado di affrontare quella situazione e che i Mendoza non sarebbero stati teneri con lei.
"Coma?" aveva chiesto Yousef. "In coma farmacologico giusto?"
"No" aveva risposto Roberto con le lacrime agli occhi. "Il medico è venuto ad informarci che l'ematoma si è assorbito e che hanno tolto la sedazione ad Armando, tuttavia lui non si sveglia. É entrato in coma e i medici non sanno dirci se si sveglierà."
"Cosa significa che non sanno se si sveglierà?" aveva chiesto timidamente Betty.
"Significa che potrebbe non svegliarsi mai più" le aveva urlato Camila. " É in coma Betty ed colpa tua. Non so nemmeno cosa tu ci faccia qui! Perchè sei venuta? Cosa vuoi? Hai distrutto mio fratello non una ma ben due volte e lui come un imbecille che continua ad amarti. Vai via! Vai viaaaaaaa! Gli hai distrutto la vita! Magari non fossi diventata mai la sua segretaria! A quest'ora sarebbe sposato con Marce. Passerebbe da una donna all'altra ma sarebbe vivo e vegeto!"
Camila era un fiume in piena. Urlava contro Betty e piangeva.
Solo Margherita era riuscita a calmare un pò sua figlia.
Betty era rimasta allibita davanti quel fiume di parole e si era appoggiata a Yousef. Sapeva di meritare il disprezzo dei Mendoza e di meritare quelle parole, perchè lei fuggendo prima per orgoglio e poi per codardia avevo fatto si che Armando in quel momento fosse in coma. Non se lo sarebbe mai perdonato. Anche lei non faceva altro che piangere.  
"Betty andiamo via da qui!" le aveva detto Yousef. "Vieni a casa mia. Lì c'è Niala che ci aspetta!"
"No" aveva risposto Betty. " Io non voglio lasciare Armando, rimango qui."
"Betty, anche tu sei stata appena dimessa. Ho promesso a Nicolas che mi sarei preso cura di te. Altrimnti vengono lui e tua madre e ti riportano a forza in Colombia!" aveva risposto Yousef.


Così era iniziato il calvario di Betty. Ogni giorno andava a trovare Armando che già da un mese era in coma. Avevano preisposto il suo trasferimento in una struttura specializzata e sarebbe stato trasferito tra due giorni. In quel mese lei, non lo aveva abbandonato un attimo. Era stato difficile farsi accettare dai Mendoza e da Camila in particolare, ma lei non era arretrata. Ogni giorno andava a trovarlo e gli parlava, lo massaggiava, lo accarezzava. La trazione della gamba era sparita, ma lui non dava segni di volersi svegliare. Nonostante questo lei non demordeva. Sapeva che era troppo importante dargli degli stimoli. Quando arrivava gli dava un bacio sulle labbra e così quando andava via. Gli faceva ascoltare la sua musica preferita, gli aveva letto un sacco di libri. Gli parlava di moda e di economia. Di Ecomoda e di Terramoda. Di Yousef, di YouCorp. Gli aveva chiesto perdono, gli aveva raccontato dei suoi sentimenti, nella speranza che lui potesse sentirla e svegliarsi. Gli aveva detto che le mancavano le sue urla, che era l'uomo della sua vita, ma niente sembrava servire.

Solo una cosa era cambiata. Vedendo la sua testardaggine, Camila si era un pò ammorbidita nei suoi confronti. Così come Margherita. Camila, sapeva che il fratello era follemente innamorato di Betty, al punto di lasciarsi morire, di non volere vivere e quando Yousef le aveva raccontato che Betty aveva lasciato l'ospedale di Bogotà ed era corsa in Svizzera, quando lei stessa aveva bisogno di una convalescenza, mettendo a rischio la sua stessa vita, aveva capito che lei era davvero pentita di aver fatto del male a suo fratello. Non era pronta a perdonarla. Questo sarebbe accaduto quando e se Armando si fosse svegliato.


****

Un giorno, dopo una settimana dal suo arrivo in quel centro specializzato, lei aveva dovuto fare un controllo in ospedale e poi era corsa da lui. Quel giorno, finalmente Armando si era svegliato. Ancora piuttosto frastornato non aveva subito capito cosa gli fosse successo. I medici l'avevano sottoposto agli esami del caso e avevano stabilito che stesse abbastanza bene. Non aveva riportato danni neurologici, nè di memoria. L'unica cosa che avrebbe dovuto fare era fisioterapia per recuperare il tono muscolare e per la gamba fratturata.
Gli avevano detto che sarebbe dovuto restare ancora un mese e poi poteva tornare a casa.
Armando ricodava tutto. Non aveva perso la memoria. Quando era in coma aveva fatto dei sogni incredibili che ricordava confusamente. La presenza di Betty accanto a sè non l'aveva stupito, in qualche modo l'aveva sentita. Ma non era pronto ad accettarla come se nulla fosse successo. Al contrario, provava molta rabbia nei suoi confronti. Solo che non era ancora arrivato il momento di affrontarla.
Una settimana dopo il suo risveglio, quando tutti facevano finta di essere felici, Armando aveva ricevuto la visita delle due signore che aveva investito e della loro figlia.
La bambina aveva sette anni e si chiamava Rose. Quando Armando aveva realizzato che a causa dell'alcol avrebbe potuto ucciderla e distruggere la sua vita, si era giurato di non alzare mai più il gomito sapendo di dover guidare e il suo odio nei confronti di Betty era aumentato.
Per colpa sua, avrebbe potuto ammazzare quella bambina.
Il giorno dopo in reception.
"Buongiorno Gunter, sono venuta a trovare il dottor Mendoza! Sai dirmi se sta facendo riabilitazione?" aveva chiesto allegra.
"Buongiorno Dottoressa Pinzon" risponde il receptionist. "Mi dispiace ma non posso darle informazioni sul dottor Medoza. Lui stesso ci ha detto di non farla passare, nè di farle sapere nulla sul suo stato di salute. Mi dispiace!"
"É uno scherzo vero?" chiede Betty.
"Temo di no" risponde Gunter.
Betty, indomita prende l'ascensore e si dirige nella stanza di Armando, prima che possano fermarla. Quel centro è all'avanguardia, le stanze dei degenti sono più dei bilocali con camera da letto e soggiorno che delle stanze di centri di recupero. Quado raggiunge la camera di Armando inizia a bussare e a chiamarlo.
"Armando apri, non andrò via fino a che non apri! Hai capito?" urla quasi.
Armando stanco di tutto, di sentirla dietro la porta e di sentire quel dolore apre, la guarda negli occhi, anche lei lo guarda, non sembra nemmeno lui, con i capelli spettinati  e la barba lunga, perchè non ha voluto tagliarla, cerca di capire cosa stia succedendo, ma lui la gela.
"Per una volta Betty" le dice "fai quello che ti chiedo. Esci dalla mia vita, non voglio averti intorno, vai via, lasciami in pace! Hai capito? Lasciami in pace. Lasciami in pace" e le chiude la porta in faccia senza darle la benchè minima possibilità di dire alcunché.
   
 
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