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Autore: MysteriousSx    01/04/2016    1 recensioni
"Mi ricordo ancora quel giorno.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci. Faceva un caldo tremendo, che diventava peggiore sotto la tunica che indossavamo noi diplomati. D’altronde, quest’ultima era nera, e si sa, il nero attira il sole. Era il giorno che mi avrebbe cambiato la vita.
Ma non per il fatto che mi stavo appena diplomando e che quindi sarei andato al college e tutto il resto … no, quel giorno lo ricorderò per sempre per un altro motivo.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci, quando mi dissero che Thomas Edison era scomparso."
Un'indagine in corso. Un ragazzo scomparso. Numerosi sospettati. Ognuno ha qualcosa da nascondere. Ma chi sarà il colpevole?
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Brenda, Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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You’re the only who makes me happy
 
Newt aprì faticosamente gli occhi dopo quella che gli sembrò un’eternità.
La prima cosa che vide fu una luce a led che lo colpì in faccia e lo accecò per qualche secondo. Per un attimo pensò di essere morto … dopotutto, non succedeva sempre così nei film? Quando una persona vede una luce bianca, di solito vuol dire che è morta.
E invece no, non era morto. Sentiva ancora il suo cuore battere, i polmoni prendere e buttare fuori l’aria … ma gli mancava qualcosa … ricordava benissimo di essere svenuto sentendo del calore provenire dalla mano sinistra, segno che la sua mano era stretta ad un’altra. Ora la sua mano la sentiva fredda. Chiuse a pugno le dita un paio di volte per accertarsi se ci fosse ancora la mano di Tommy ma così non fu.
Aprì definitivamente gli occhi e se li stropicciò. Con delle proteste provenienti dalla sua testa che gli implorava di restare a letto, scansò le coperte e si issò a sedere. Fu una pessima mossa: il dolore irradiato dalla parte sinistra del suo cranio era ancora troppo forte ma lui doveva farcela … doveva trovare Thomas perché in quella stanza con lui non c’era. Era solo. Completamente solo.
Poggiò i piedi sul pavimento gelido e si alzò. Barcollò fino alla porta, quando questa si aprì di scatto rivelando il corpo di Minho e quello di Scott dietro di lui.
-Sapevamo che eri una testa calda, ma alzarsi subito così non mi sembra un’idea sensata … - disse Minho spingendo Newt di nuovo dentro la stanza.
-Sto bene … - protestò.
-Accidenti, no! Non stai bene per niente!- disse Scott –Hai preso un colpo in testa molto forte … una persona normale non starebbe bene … -
-Dimentichi con chi stai parlando … - ribadì Minho.
-Devo vederlo, io … -
-Sta’ bene. Non preoccuparti … la gamba tornerà come nuova e si è già svegliato.-
-Ho un motivo in più … -
-Stai calmo! Sei stato colpito molto più brutalmente di lui. Se ti alzi adesso rischi di svenire di nuovo! E’ già tanto che non hai avuto un trauma cranico … - gli disse Scott.
-Ragazzi, davvero … posso farcela. Aiutatemi solo ad arrivare nella sua stanza. Io … voglio stargli accanto … -
Newt disse questa cosa con un tono molto più drammatico di quanto avesse pensato.
Ma stavamo parlando di Thomas … lo avevano trovato, era vivo ed era solo a pochi passi da lui … Newt doveva vederlo. Doveva stare con lui. Recuperare il tempo perso.
Minho e Scott si scambiarono un’occhiata indecisa. Poi Scott fece spallucce e Minho sospirò rassegnato.
-Uff… d’accordo, vieni dai … - disse mettendogli un braccio attorno alle spalle.
Newt si appoggiò a tutti e due per cercare di stare in piedi. Uscirono dalla stanza e vagarono per qualche minuto lungo il corridoio del piano dell’ospedale. Newt era stato poche volte in quel posto e solo per poco tempo ... non aveva mai pensato a com’era passarci mesi o anni. Non riusciva ad immaginare di vivere lì.
Sperò che lui e Tommy sarebbero usciti presto …
Arrivarono davanti ad una porta bianca come le altre del piano.
Minho bussò un paio di volte con la mano libera.
Dentro si udì un flebile ‘avanti’.
Minho spinse la maniglia e tutti e tre entrarono nella stanza.
-Guarda chi ti abbiamo portato!- disse Scott sorridente mentre entrava.
Gli occhi di Newt e Thomas si incrociarono per l’ennesima volta. Prima confusi … poi i due ragazzi si sorrisero a vicenda. Minho e Scott fecero camminare il biondo fino alla sedia più vicina al letto, dopodiché vollero lasciare loro un po’ di privacy, così uscirono chiudendo la porta.
Thomas e Newt erano stati lontani per troppo tempo e non sapevano cosa dirsi.
Continuarono a sorridersi senza emettere un suono.
Poi, Newt posò una mano sul suo viso e glielo accarezzò.
-Amore mio … - sussurrò.
Thomas prese la mano del compagno tra le sue dita e ne accarezzò il palmo con il pollice.
-Dovresti riposarti … che ci fai qui?- gli domandò.
-Noi due dovremmo parlare, Tommy, lo sai vero? Una volta che sarai uscito da qui … -
-Perché lo dici con questo tono? Vuoi lasciarmi?-
-Ma sei impazzito? Certo che no … è solo che … ok, io mi sento dannatamente in colpa per non aver saputo proteggerti!-
-E allora?-
-Allora non mi spiego ancora cosa ci fai tu con me … io … sarei dovuto correrti dietro quando abbiamo litigato. Sarei dovuto andarti a prendere a casa di Scott … non ho fatto niente. Ti ho solo consegnato nelle mani di Teresa … -
-Ok, Newt … stai dicendo un mucchio di stronzate! Non è stata colpa tua se è successo tutto questo. Io avrei dovuto dire la verità fin da subito … se l’avessi fatto a quest’ora tutto questo  non sarebbe successo … -
Calò di nuovo silenzio sui due innamorati.
Poi fu la volta di Thomas accarezzargli il viso, asciugando anche con il pollice una lacrima sfuggita al controllo di Newt. Sapeva che il suo fidanzato piangeva solo in rare occasioni e ciò lo fece riflettere.
-Scusa … - mormorò Newt.
-Scusa per cosa? Perché stai piangendo?-
-Perché … ho aspettato tanto per averti tutto per me e tutto quello che sto facendo ora che sei qui è recriminare su ciò che avrei potuto fare … hai ragione tu … forse sarebbe successo e basta.-
I due ragazzi intrecciarono le loro mani ed in seguito i loro sguardi.
-Ero così preoccupato per te … - gli sussurrò Newt. –Non hai idea di cosa sia andato a pensare … -
-Ora sono qui … e ci sei anche tu … sai una cosa, Newt?-
-Cosa?-
-Sei l’unico che mi rende felice … -
Fu troppo per Newt. Troppo.
Spezzò la distanza che vi era tra loro con un bacio dolce e sincero. E pieno di lacrime. Tante lacrime.
Ma questa volta non erano lacrime di tristezza o di rimprovero. Erano lacrime di gioia. La gioia di aver ritrovato Tommy … di poterlo di nuovo avere tra le sue braccia.
I baci che si diedero furono piccoli e lenti, come se si stessero godendo il momento per paura che qualcuno lo interrompesse da un momento all’altro. Quando le loro labbra si staccavano, i due sorridevano e ognuno di loro accarezzava il viso dell’altro.
Quel piccolo momento di felicità però venne interrotto.
Marcus spalancò la porta, facendoli scansare. Afferrò Newt per il camice dell’ospedale e lo sbatté contro il pavimento. Il ragazzo provò un dolore allucinante.
-PAPA’, NO LASCIALO! LASCIALO!- urlava Thomas.
Ma Marcus non lo sentiva. Riprendendo Newt per il colletto da terra, lo scaraventò contro il muro.
-TI HO DETTO DI STARE ALLA LARGA DA MIO FIGLIO, LURIDO FROCIO!-
Newt non poteva rispondere, tanto era il dolore che provava in quel momento che non sapeva trovare le parole. Ma se solo avesse avuto la forza, avrebbe dato a Marcus un vero colpo di grazia.
-PAPA’ SMETTILA, PER FAVORE! NON C’ENTRA NIENTE!-
-ZITTO THOMAS! CON TE FARO’ I CONTI DOPO … -
-MARCUS, MARCUS ADESSO BASTA … - urlò la moglie entrando nella stanza, seguita a ruota da Minho e Scott. I due esitarono sulle prime … ma poi si buttarono contro Marcus per staccarlo da Newt.
Il ragazzo tentò di riprendere fiato come poté. Il padre di Thomas c’era andato giù pesante.
-Papà, lo vuoi capire che io amo Newt. Lo amo e non ci sarà niente, ascoltami, niente capace di farmi cambiare idea. Che ti piaccia o no, io non lo lascerò mai e lui non lo farà con me. Se mi vuoi almeno un po’ di bene ancora, ti prego smettila di impedirci di vederci. –
Tutti in quella stanza rimasero in silenzio, imperterriti da ciò che aveva appena detto Thomas. Era stato un discorso breve ma conciso e sincero. Marcus non riusciva a trovare le parole.
Sta’ volta suo figlio si era ribellato e sapeva per certo che non sarebbe riuscito a smuoverlo ne’ con  le buone ne’ con le cattive. Gli si avvicinò risoluto e gli puntò un dito contro.
-Da questo momento in poi, non ti devi considerare più mio figlio, è chiaro?-
Thomas sostenne lo sguardo del padre con durezza prima che questo girasse i tacchi e se ne andasse.
La madre guardò Thomas. Il suo sguardo gli prometteva di trovare una soluzione.
Poi se ne andò anche lei.
Nessuno ebbe il coraggio di parlare tra gli ultimi rimasti.
Fino a quando Minho con la sua solita scioltezza disse, battendo le mani:
-Beh, non siete contenti? Ora si che potete stare insieme!-
Newt rivolse a Thomas uno sguardo colmo di dolcezza prima di tornare verso di lui e baciarlo nuovamente, sotto lo sguardo di Minho e Scott che li guardavano con tenerezza.
-Ti amo!- sussurrò Newt tra un bacio e l’altro.
-Anche io!-
 
Ma le cose non furono tanto facili, da quel momento in poi.
E Thomas lo capì soltanto nove mesi dopo …
  
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