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Autore: Rory Drakon    01/04/2016    3 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Una risata maschile, di gola. Gemiti. Il suo nome pronunciato singhiozzando.
Alucard tese l’orecchio, e si rese conto che quei rumori provenivano dalla camera di Rory, dove per l’appunto lui si stava dirigendo.
Gli bastò sentire ciò per usare la sua velocità di vampiro per arrivare subito davanti alla porta. L’attraversò, come fosse fatta di gelatina, e si ritrovò nella stanza della ragazza.
E vide Pitch Black chino su Rory, che si agitava e mormorava parole sconnesse nel sonno, e dei cavalli scheletrici dagli occhi dorati danzare sopra la testa di della ragazza seguendo il movimento delle dita dell’Uomo Nero. Ma Alucard non poteva vederli, non con la vista normale, almeno.
«Bene bene… chi abbiamo qui?»
L’Uomo Nero si voltò di scatto a sentire la voce di Alucard, e il vampiro avrebbe giurato di aver visto una smorfia di paura sul suo volto. Ridacchiò, maligno. «Credevo che ci saremo incontrati all’Inferno, Black».

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«Alucard il Nosferatu che mi conosce. Quale immenso onore» disse Pitch Black, con un elegante inchino.
«Cosa fa qui il Guardiano degli Incubi?» domandò Alucard, con una risatina.
«Ciò che mi riesce meglio» rispose Pitch. «Portare la paura attraverso gli incubi» e indicò Rory con un cenno del capo.
«Davvero ammirevole» commentò Alucard, sarcastico. «Ora allontanati subito da lei e sparisci all’istante, o ti darò un assaggio di quello che è realmente la vera paura» aggiunse, minaccioso, gli occhi color del sangue che si accendevano come fiamme infernali.
Pitch non parve affatto impressionato. «Mi chiedo come sia possibile che il Conte Dracula ora si sia abbassato a prendere ordini dagli esseri umani. Una volta non eri dalla parte del mio collega?»
«La mia pazienza sta giungendo al termine» ringhiò Alucard. «Ti converrebbe sparire da solo, prima che ci pensi io».
«E sia, me ne andrò» sospirò Pitch. «Ma non finisce qui». Si trasformò in ombra e svanì nelle tenebre, lasciando Alucard solo nella stanza con Rory.
Senza esitazione, il Conte si avvicinò alla ragazza. La giovane era sdraiata supina, i pugni chiusi, stringeva i denti e serrava le palpebre con forza, dimenandosi lentamente.
«Alucard…» chiamava, quasi delirando, tendendo la mano verso di lui, come se fosse nel dormiveglia e sapesse che lui era lì.
Il vampiro senza dire una parola la strinse, si sedette sul letto e si chinò, soffiando dolcemente all’orecchio della giovane, e istintivamente cominciò a cantare le due ninnananne che era solito cantarle quando da bambina non riusciva a dormire, per colpa di ciò che le era accaduto nella sua infanzia.
Senza riuscire a trattenersi posò la bocca sulla pelle nivea del collo di lei e vi lasciò una scia di baci, e salì, fino a sfiorarle un orecchio con le labbra. «Nessuno ti farà mai del male finché ci sarò io…» sussurrò.
Come aveva sperato, lentamente Rory si rilassò, sul suo viso apparve un’espressione beata e le sue guance erano due squisite e calde sfere rosse. Il suo profumo gli giunse alle narici all’improvviso: sapeva di vaniglia, inebriante, dolcissima e delicata… inspirò profondamente, tentando di catturare con la mente quella fragranza sensuale… di nuovo spostò la sua attenzione sul collo della ragazza, baciandole nuovamente il collo, stavolta però stava scendendo…
«Tu sei mia…»
La desiderava, l’aveva sempre desiderata, un pensiero che era emerso dai margini della sua coscienza dannata sin da quando l’aveva incontrata, sin da quando l’aveva salvata dalle fiamme di quel demone maledetto che le aveva portato via la casa. Ma si era sempre tolto quel desiderio dalla testa, ma ora che era cresciuta, con lei era cresciuto prepotentemente in lui quel desiderio. Rory era giovane, bella, sfrontata, impetuosa, ed era attratta da lui, glielo leggeva negli occhi e nella mente.
Ma Alucard aveva imparato a conoscerla per quello che era veramente: una ragazza che aveva cresciuto come una figlia e che avrebbe potuto benissimo esserlo, la cui irruenza nascondeva un animo fragile e tormentato.
Con estrema riluttanza le si allontanò, ma non riuscì a resistere e continuò a guardarla, quasi volesse divorarla con gli occhi. Vedeva in lei sia una donna bellissima, sia la stessa bambina che aveva salvato anni fa. L’aveva salvata e presa con sé per capriccio, come quando aveva trasformato Seras.

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Ma con Seras era diverso. Seras non gli metteva il cuore in subbuglio quando gli volgeva lo sguardo, Seras non gli scatenava quel desiderio insaziabile di amore, Seras non era bellissima, non lo affascinava quanto Rory. Seras era sempre troppo gioiosa, sempre troppo felice, e con la trasformazione in Nosferatu era cambiata: non era più la ragazza fragile e timorosa dell’oscurità che era un tempo, era diventata forte e coraggiosa, e per questo Alucard era molto fiero e orgoglioso di lei, nient’altro di più. Anche se non l’avrebbe mai ammesso con nessuno, le voleva bene, certo, le era affezionato, ma nulla di più.
In ogni caso era chiaro che Rory scatenava in lui un’attrazione potentissima, e lui le sarebbe stato accanto sempre, anche se lei non lo voleva, avrebbe fatto di tutto per proteggerla da qualsiasi minaccia.
Anche da sé stesso. Sapeva che se si fosse lasciato andare del tutto alle sue passioni avrebbe anche potuto farle del male lui stesso. Era pur sempre un mostro. Un mostro eterno e dannato. E avrebbe preferito sparire, piuttosto che farle del male.
E poi c’era anche un altro fattore: il tempo. Lui sarebbe stato costretto a vagare sulla Terra in eterno, ma non Rory. Prima o poi sarebbe invecchiata e poi sarebbe morta. Aveva visto molte persone care spirare davanti ai suoi occhi, ed ogni volta era andato avanti, ma non era sicuro che avrebbe sopportato la perdita di Rory.
Doveva starle vicino, ma non al cuore di lei. La sofferenza non l’avrebbe nemmeno sfiorato.


   
 
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