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Autore: _happy_04    01/04/2016    4 recensioni
Conan è arrivato alla soluzione del caso, ed è pronto per mettere fine ai giri dell'Organizzazione Nera, ma c'è un imprevisto: Vodka è andato da Ai per farla tornare tra i corvi... la ragazza accetterà? Questo potrebbe essere il capolinea per il Detective dell'Est...
--tratto dal testo--
"Io non le do' mai retta, ma la mia vocina interiore mi dice che stavolta sarà diverso, che stavolta ci sarà un motivo in più per contrastare e rischiare. O per accettare e tornare al lato oscuro. O forse, più semplicemente, voglio smettere di cercare di mimetizzarmi nel bianco del foglio nonostante io sia il nero di seppia. Forse voglio solo rassegnarmi al fatto che il nero non viene più via dal cuore."
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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  1. Istinti pericolosi

 

[(Shiho)]

 

Non potrei essere più felice di così (per quanto lo possa essere in un campo di battaglia in pratica). Temevo che Shinichi avrebbe continuato a comportarsi in modo diffidente nei miei confronti, invece sono parte della squadra e mi sento tale come mai prima d'ora. E sinceramente non rimpiango di aver ripreso l'Apotoxin: per Shinichi il suo corpo di bambino era una prigione, ma perché aveva un sacco di amici come Shinichi Kudo che lo aspettavano, oltre ad avere Ran, ovviamente. Quando è ed era nel suo corpo di Shinichi Kudo sta bene, mentre come Conan Edogawa era costretto a fare molte cose che avrebbe sinceramente preferito non fare. Invece, pensandoci, nel corpo di Ai Haibara sono sempre stata una bambina normale, con degli amici e una cotta come qualunque altra bambina, mi sono sentita amata. Come Shiho no. Nel mio corpo “originale” sono sempre cresciuta sola, senza amici, priva di sentimenti e lasciata raffreddare come ghiaccio.

Sento la mano sfiorarne casualmente un'altra, e quando, alzando gli occhi, mi rendo conto di chi è, non posso fare a meno di arrossire e abbassare lo sguardo, portandomi le braccia dietro la schiena. Non so neanche perché, in fondo era stato un tocco casuale, ma è bastato a farmi avvampare.

Poi però, all'improvviso, la temperatura si abbassa di almeno dieci gradi, o perlomeno io ho quest'impressione, e un attimo dopo ho anche modo di capirne il perché. Sull'uscio della tenda c'è un uomo alto, dai lunghi capelli biondo platino, gli occhi di ghiaccio e un sorriso da lupo. Quell'uomo mi mette addosso una sensazione strana, quella sensazione che provo quando ho a che fare con uomini in nero. Istintivamente, completamente paralizzata, afferro il polso più vicino, che è quello di Mitsuhiko. Ma in questo momento sono insensibile a qualunque cosa che non sia lo sguardo spietato di Gin, che continua a fissarmi con un'espressione preoccupantemente folle che mi mette i brividi. Comincio ad ansimare. Lo sguardo fisso di Gin è terribile, è come una scatola che mi sta mettendo addosso, impedendomi di uscire e scappare. Mi sento quasi mancare.

Improvvisamente, qualcosa sulla mia mano mi fa sussultare. Sforzandomi per abbassare lo sguardo... mi accorgo che è Mitsuhiko, che mi sta stringendo la mano. “Stai tranquilla, calmati. Non ti potrà fare niente finché siamo con te.”

Non posso fare a meno di notare che dopo “niente” ha fatto una pausa, come se stesse per dire qualche altra parola al posto di “siamo”.

Mitsuhiko mi porta in un altro ambiente della tenda, per sottrarmi a quell'inquietante sguardo imprigionante del miglior cecchino dell'Organizzazione. Da quest'altro locale posso solo sentire la conversazione, per mia fortuna. Si sente la voce di Shinichi che chiede a Gin il motivo della sua visita, ma lui risponde con un enigmatico “Volevo solo sapere se siete sicuri che Miyano non sia rimasta con noi.”

Sento la rabbia montarmi in corpo, e sibilo tra i denti i peggiori epiteti e insulti che mi passino per la testa. Se Mitsuhiko non mi fermasse, temo che gli salterei anche addosso.

Dopo quella che ci arriva come un'accesa discussione tra la squadra e Gin, sento il Corvo mormorare la resa. Chissà perché, mi azzardo a sporgere il viso, ma è una pessima idea. Per un attimo incontro gli occhi di Gin, e lo sento chiaramente sussurrare: “A più tardi, mia dolce Sherry.”

Rabbrividisco. “Shiho, stai...” comincia Mitsuhiko, incerto. Faccio per annuire, ma le gambe mi cedono all'improvviso, facendomi cadere proprio tra le sue braccia. Non posso dire il contrario, una bugia simile non sarebbe possibile da dire, verrebbe scoperta subito: quest'intervento di Gin mi ha turbata molto, e questo è dire poco. Ha lasciato un segno nella mia mente, che non credo sarà tanto facile da cancellare.

“Oh! Shiho, ti senti bene?” Mitsuhiko sembra sinceramente preoccupato. Io però mi rimetto in piedi, e dopo aver alzato lo sguardo a fatica, prendo un bel respiro e annuisco. Non so perché, ma vicino a lui mi sento più tranquilla.

 

[(Shiho)]

 

Per quanto sia ancora un po' turbata, mi sono piuttosto tranquillizzata dagli avvenimenti di stamattina.

Ora sto risistemando le armi, visto che, giocando a pallone, Genta e Ayumi le hanno messe tutte in disordine. Mi ricordo anche io, anche ora, le fantastiche partite che facevamo tutti insieme quando eravamo ancora i Detective Boys, tutti insieme, come bambini. Appena sette anni fa... cavoli, sembra passato un secolo da allora.

All'improvviso, una voce dietro di me mi fa sobbalzare: “Ciao, Sherry.”

Come per una reazione immediata e automatica, comincio ad ansimare, il cuore che batte all'impazzata per l'inquietudine. Istintivamente, cerco la mano di qualcuno, qualcuno qualsiasi, ma mi ricordo all'improvviso di essere sola, tutti gli altri sono in giro per la tenda a farsi i fatti propri. Un'ondata di terrore mi assale, ma mi sforzo di mettermi in piedi e mettermi di fronte a lui. “Cosa vuoi?” Cerco di tenere la voce quanto più ferma possibile, ma riesco io stessa a percepire il folle tremore nella mia voce.

“Come sei fredda...” risponde Gin, avvicinandosi a me, lentamente ma inesorabilmente. Per istinto, indietreggio, fino a toccare qualcosa con la schiena. Con orrore, mi accorgo di essere finita con le spalle al muro. Sono in trappola.

“Lascia che ti riscaldi...” Gin è vicino, dannatamente vicino, pericolosamente vicino. I visi sono a pochi centimetri. Gin appoggia una sua lurida manaccia di assassino sulla mia guancia, facendomi rabbrividire completamente. Urlerei, ma il terrore ha paralizzato anche le mie corde vocali.

Quando sento il suo respiro sulle mie labbra, il panico mi stinge ancora di più. Mi rifiuto di baciare una bestia come lui, non voglio neanche averci a che fare. Cerco di spingerlo via, ma è più forte di quanto pensassi. Anche divincolandomi non ottengo nulla, mi stringe anche i fianchi impedendomi di muovermi. È sempre più vicino, sento i nostri respiri incrociarsi: per quanto possa ribellarmi Gin è troppo forte. Così, quando le labbra si sfiorano, cado del tutto nel panico, tanto che perdo il controllo di me stessa.

Quando torno in me, ho un coltello in mano, e Gin è a terra, una spalla sanguinante. Ha un'espressione scioccata, piena di furia assassina. Fisso l'arma che ho in mano, bagnata di rosso, e, senza riuscire a controllarmi, mi porto una mano alla bocca, gemendo allarmata.

All'improvviso però Gin si rialza, come ignorando il dolore alla spalla, afferra un coltello e mi si avventa contro, feroce come un lupo, animato solo dal desiderio di vendetta, vendetta per il colpo che gli ho inferto, vendetta per il mio rifiuto. Continuo a ripetergli che non volevo colpirlo, che non lo avevo fatto apposta, ma lui sembra sordo alle mie suppliche e cieco alla mia disperazione, e lo vedo sempre più vicino, il coltello alto nella sua mano. Lo so, è la fine per me. Mi dispiace solo di non aver fatto in tempo a mantenere il giuramento che mi ero fatta, ma anche di non aver mai rivelato i miei sentimenti al ragazzo che amo.

Poi però, all'improvviso, qualcosa, o meglio qualcuno, si frappone tra me e Gin, tenendolo in qualche modo lontano e gettandogli il coltello a terra. Improvvisamente, facendomi sussultare, Gin si afferra la spalla, ansimando... e crolla a terra, privo di sensi... o forse morto.

Mi porto le mani alla bocca, gli occhi che minacciano di bagnarsi. Da quando ho fatto quel giuramento, ho deciso che non avrei mai ucciso una persona... ma a quanto pare è tutto saltato.

“Shiho... cosa è successo?” Mitsuhiko mi si avvicina, preoccupato. “Va tutto bene?”

“L'ho ucciso io.” sussurro, sforzandomi per non scoppiare in lacrime. Non lo avrei mai creduto, ma in questo momento ho paura di me stessa e di quello che potrei fare fuori controllo.

Mitsuhiko sembra confuso. “Eh?”

“L'ho fatto io, non l'ho fatto apposta. Lui stava cercando di baciarmi, e io... io... non lo so, ho perso il controllo di me stessa... quando sono tornata in me, lui era a terra, ferito, e io tenevo in mano un coltello insanguinato.” Il respiro mi si strozza. “È stata tutta colpa mia.”

“No, nono dire così.” Mitsuhiko mi appoggia una mano sulla schiena. “Era il tuo istinto. Certo, a volte è meglio seguire la logica che l'istinto... ma c'è un motivo se si chiama così. È proprio perché non puoi fermarlo, a meno che tu non impari a domarlo. Ma in situazioni estreme come questa neanche il più allenato potrebbe riuscirci.” Mi alza lo sguardo, fissando i miei occhi nei suoi. “Non è colpa tua.”

Come ci è riuscito? Mitsuhiko ha dissipato parte della mia angoscia, ha avuto su di me come un potere calmante. Ma appena smette di parlare mi torna alla mente l'immagine del sangue di Gin sulle mie mani. Stavolta non riesco neanche a sbiadire il pensiero, e crollo. Cercando di stringermi quanto più riesca, sento le lacrime scorrere veloci, rincorrendosi sulle guance, scossa da singulti che non riesco a reprimere. Vorrei trattenermi, ma non ci riesco, è più forte di me. Poi però qualcosa si posa sulla mia schiena, aiutandomi in qualche modo a calmarmi. È Mitsuhiko: mi ha poggiato le mani sulla schiena, mettendomi la testa sulla sua spalla. Normalmente mi staccherei, ma ora sono troppo scossa per pensarci, così non faccio altro che affondare il viso sulla sua spalla, ringraziandolo nella mia mente per essermi vicino in un momento simile.

---------Angolo dell'autrice----
Ciao a tutti!!
eccomi con questo altro capitolo... chiedo scusa per avervi fatto aspettare tanto e presentarmi con un capitolo tutto impuntato su un unico personaggio... spero che vi piaccia!!!
bacioni!!!
<3, _happy_04

   
 
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