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Autore: alix7m    01/04/2016    1 recensioni
"Per lei non era di certo un problema, osservarlo così da vicino. Analizzare quel suo viso che a lei - anche se solo a pensarlo le veniva da prendersi a pugni da sola - sembrava semplicemente perfetto, la riempiva di gioia. Una gioia che non era abituata a provare, e a cui presto avrebbe dovuto rinunciare. Era consapevole del fatto che non sarebbe durata, ma avrebbe lottato ugualmente. Perché non poteva farne a meno."
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: James Sirius/Dominique
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La vita di Dominique inizia a farsi complicata, ma lei ancora non lo sa

 

 

Dominique osservò lo specchio attentamente e sospirò. Era un vero disastro. Chiazze rosse sparse per il viso, occhiaie inaccettabili e un groviglio confuso al posto dei capelli. Jason l'aveva lasciata il giorno prima, dicendole che voleva tornare con la sua vecchia ragazza. Perché Mini era piccola, solo al sesto anno, mentre lui si era diplomato a giugno. Lui era grande. Anche se ovviamente non era un problema l'anno prima, quando Mini era sempre a pochi metri di distanza, e sempre disponibile ad andare a trovarlo nella sua camera, mentre la sua ragazza, Cindy, era al Ministero della Magia a leccare i piedi di chiunque. Non riusciva a crederci. Come si permetteva di trattarla in quel modo? Cos'era, forse, un giocattolo? Mentre si sistemava il volto con piccoli colpi di bacchetta, Mini pensò che era proprio una stupida. Ma chi voleva prendere in giro? Per quanto fosse stato carino quando stavano insieme, soprattutto all'inizio, Jason non l'aveva mai convinta del tutto. Non avrebbe dovuto farsi coinvolgere così...non ne valeva la pena. E poi, parliamoci chiaro: Jason sarà anche stato un bel pezzo di ragazzo, ma era più stupido di Maggie McLaggen, per Merlino! E lei era stata più stupida di lui, a fidarsi...a lasciarsi calpestare così.

«Domi, hai fatto?» chiese Louis bussando alla porta.

«Questo è il mio bagno, Lou!» gli urlò lei, cercando di mantenere un tono di voce normale, che non lasciasse trasparire le sue emozioni.

«Gli altri sono tutti occupati, dai! Per favore!» Mini sbuffò pesantemente. Aprì la porta con un colpo di bacchetta.

«Ti adoro!» esclamò Louis entrando come una furia, mentre la sorella riprendeva a truccarsi. «Non puoi usare la magia fuori da scuola, Domi!»

«Nessuno può provarlo, visto che Victoire la usa ogni due secondi, anche prendendo in prestito le bacchette d'altri.» disse passando a lisciarsi i capelli biondissimi.

«Tutto bene?» domandò lui. Mini guardò il fratello mentre si lavava i denti.

«Ho rotto con Jason.» Louis l'abbracciò di slancio, sporcandole la maglietta di dentifricio.

«Mi dispiace. Se per caso...»

«Zitto! Sto bene, tu non devi preoccuparti e non parliamone più, okay?» Louis annuì, e fece per scoccarle un bacio sulla guancia. «Non pensarci nemmeno!» gli urlò dandogli una botta sul braccio. Louis rise e si pulì la bocca.

«Volevo solo essere di conforto.»

«Mi hai sporcato tutta!»

I due fratelli presero a bisticciare, e finirono solo quando i genitori li chiamarono per la quinta volta. Mini non era riuscita ad ottenere l'effetto desiderato – anche se era comunque più bella di molte sue compagne di scuola – e Louis aveva i vestiti sporchi di dentifricio e schizzati d'acqua, ma scesero comunque per andare a King's Cross.

Al binario 9 ¾ maghi e streghe correvano di qua e di là, in gran fermento. Genitori rincorrevano figli che avevano dimenticato libri o famigli, fratellini e sorelline ancora troppo piccoli per Hogwarts piangevano disperati, e gli studenti principalmente cercavano di sbarazzarsi dei parenti. Ma non la famiglia Weasley. Perché la famiglia Weasley era la famiglia perfetta, e doveva mantenere quella fama. Occasioni come il primo giorno di scuola erano l'ideale per mostrare al popolo magico quanto fosse unita. Peccato che Mini odiasse tale ipocrisia. Non odiava la sua famiglia in generale. Anzi, le piacevano quasi tutti. Be', la maggior parte. Diciamo. Quelli che non le andavano a genio erano solo i suoi genitori, sua sorella, lo zio Percy e la zia Audrey, la zia Angelina, Molly, Roxanne e...James Sirius Potter. Che una volta era il suo cugino preferito, l'unico con cui potesse parlare liberamente. Una volta, per l'appunto. Ormai neanche si parlavano più. Ma il 1° settembre dovevano far buon viso a cattivo gioco e fingere di non odiarsi per un po'.

«Dovrei proprio andarmene ora.» disse Mini, seccata.

«Non pensarci nemmeno!» la rimproverò la madre, aggiustandosi il vestito firmato. «Non sono ancora arrivati tutti.»

«Ho già salutato tutti gli zii l'altro ieri. E vedrò i miei cugini tutti i giorni. Per un anno. Non ti sembra una punizione sufficiente?»

«Mamma, lasciala andare. Lo sai che odia queste cose.» intervenne Louis.

«Fleur, in effetti dovremmo lasciare che vada con i suoi amici. Non è necessario che rimanga.» aggiunse Bill. Mini alzò gli occhi al cielo, aspettando una risposta della madre. Lei sospirò, irritata. Lo sguardo della ragazza passò in rassegna i presenti: Percy, Audrey, Lucy, George, Angelina, Fred e Roxanne. Mancavano i soliti ritardatari.

«Fred! Non indovinerai mai cosa mi è capitato!» urlò James raggiungendoli di corsa. Al seguito, il resto della famiglia Potter. Tutti lo salutarono calorosamente – tranne Mini, che non lo degnò nemmeno di uno sguardo – e non riuscì a raccontare la sua storia a Fred. Poverino.

«Mini, hai visto qualcuno dei nostri?» le chiese Albus.

«No, sai, sono ammanettata a mamma e papà.» Al le sorrise. Oh, Al. La grande sorpresa della famiglia Weasley. Se lo smistamento di Mini era stato uno scandalo, quello di Albus Severus era stato un'oscenità. Un Potter a serpeverde era una cosa inaudita. Ma per qualche strana ragione già al suo secondo anno tutti l'avevano “perdonato” ed erano tornati a trattarlo come uno di famiglia. Per Mini non era andata così. Ma se ne era fatta una ragione, e ci pensava il meno possibile.

«Mini! Al!» una voce conosciuta molto bene dalla giovane serpe chiamò lei e suo cugino con impazienza. Nate arrivò in fretta. Non era proprio una corsa la sua, ma una specie di passo veloce molto elegante. Solo i serpeverde sapevano correre/camminare velocemente senza spettinarsi neanche un po' i capelli. Era una benedizione del grande Salazar, ritenevano in molti. Ad ogni modo, appena raggiunse il clan Weasley, si buttò su Mini per stritolarla in un abbraccio affettuoso. Non era proprio una cosa che i serpeverde facevano in pubblico, ma Nate e Mini erano un'eccezione. Erano molto affettuosi. Solo tra di loro, chiaro. Lei ricambiò contenta e si godette la sensazione delle braccia del suo migliore amico che l'avevano sollevata un poco da terra. Quando c'era lui, si sentiva protetta. Appena la lasciò andare salutò educatamente tutti gli altri, dando una pacca sulla spalla ad Al. James sembrava parecchio irritato. Lui odiava Nate. I motivi erano molti. Al primo anno, Nate aveva dimostrato di essere più bravo di James nel volo, diventando il primo del classe. Al secondo, serpeverde aveva stracciato grifondoro al campionato, grazie anche ad una particolare mossa dell'amico di Mini ai danni del maggiore dei Potter. Durante il terzo Nate fu il primo ragazzo del suo anno ad avere un appuntamento romantico, mentre tutti si aspettavano che sarebbe stato James Sirius, soprattutto per il suo, ehm, lignaggio. A metà del quarto anno i due si erano sfidati a duello, e il serpeverde aveva vinto. Durante il quinto poi una ragazza scaricò il grifone per mettersi con Nate. Solo per citare alcuni episodi. Ma il motivo di base, quello che aveva scatenato questa continua rivalità, non era chiaro a nessuno.

«Hai passato delle belle vacanze, Nate?» chiese zia Ginny.

«Fantastiche, signora Potter.» rispose lui guardando Mini, che provò a nascondere il sorriso spuntatole sulle labbra. «Ho sentito che anche voi vi siete divertiti molto quest'estate.» La famiglia Weasley-Potter era andata in vacanza in Spagna durante quell'estate. Solo Victoire e Dominique avevano preferito rimanere in Inghilterra. Vic aveva come scusa il suo lavoro da modella, che la teneva sempre molto impegnata. Mini aveva semplicemente detto che non voleva andare e che sarebbe stata con la sorella. Cosa non vera, ovviamente. Ma Victoire era troppo ricattabile per dire qualcosa ai genitori. Quindi Mini aveva passato quasi tutta l'estate a casa di Nate.

«Oh, sì. Ci siamo divertiti davvero molto. La Spagna è incantevole.» disse zia Audrey. Usava la parola “incantevole” per descrivere praticamente qualsiasi cosa.

«Buongiorno, Weasleys!» urlò lo zio Ron, trascinando l'enorme baule della figlia. Ovviamente zio Ron e zia Ginny iniziarono subito a bisticciare per qualcosa che Ron aveva fatto o detto in vacanza, trascinando nella discussione tutti gli altri adulti. Alla faccia della bella famiglia felice.

«Ehi Domi, hai già visto Scorpius?» le chiese Rose.

«Non ancora.»

«Rose, dovresti smetterla di chiedere sempre di lui. Qualcuno penserà che ti piace.» la rimproverò James. Lei arrossì furiosamente.

«E se anche fosse?» intervenne Mini.

«Non dire assurdità. Lui è un serpeverde!»

«Grazie tante.» commentò Al.

«E cosa ci sarebbe di male?»

«I serpeverde non vanno bene per i Weasley. È sempre stato così e sempre sarà.» dichiarò James Sirius, parecchio convinto.

«Forse le ragazze Weasley hanno iniziato a provare interesse per i serpeverde perché i grifondoro sono troppo noiosi, boriosi e pieni di sé.»

«E allora come mai stai con un grifondoro?» la stuzzicò lui.

«Ma non ti eri messa con Nate?» domandò la voce di Scorpius Malfoy, arrivato di soppiatto. Rose divenne più rossa dei suoi capelli. James lanciò uno sguardo scioccato a Dominique, poi uno di odio puro a Nate.

«Cosa?» chiesero i due interpellati in coro.

«Be', è quello che dicono tutti.»

«E da quando credi alle dicerie?» domandò Mini al compagno di casa.

«Be', avete passato tutta l'estate insieme.»

«Que?» la voce di Fleur Weasley risuonò gelida.

«Siamo amici, mamma. È normale vedersi con gli amici d'estate.» Scorpius aveva capito il suo errore, ma non vedeva come rimediarvi, così rimase in silenzio e a testa bassa, sperando di non scatenare l'ira della francese su di lui. Rose gli si avvicinò, cercando di trovare una via di fuga per entrambi.

«Quando e dove vi sareste visti?» chiese Bill alla figlia. Fortunatamente intervenne la zia Hermione, che cambiò rapidamente argomento trascinando Bill e Fleur in una conversazione sull'applicazione della nuova legge magica anti-babbani. Mini la ringraziò silenziosamente con lo sguardo; Nate tirò un sospiro di sollievo.

Quando finalmente ai ragazzi fu concesso di salire sul treno, Scorpius si beccò due pugni ben assestati.

«Avresti potuto ucciderli.» gli sussurrò Rose «Zia Fleur stava per esplodere!»

«Scusate, sono ancora stordito dalla festa di ieri. Non ci ho proprio pensato. Mini, mi perdoni?» Mini alzò gli occhi al cielo mentre Nate spinse l'amico all'interno di uno scompartimento vuoto con forza. Prima di seguire gli amici ed entrare, Mini si guardò intorno. James, a pochi metri di distanza, la stava osservando intensamente. Scosse leggermente la testa, amareggiato. Dopodiché si girò e se ne andò.

 

 

«Comunque non ci credo che non è successo niente tra di voi.» dichiarò Scorpius circa a metà viaggio. I due interessati non si scomodarono neanche di spostare lo sguardo dalle campagne inglesi che scorrevano veloci al di fuori del treno. Veronica, carissima amica di Mini e Nate, gli lanciò un'occhiataccia. Albus continuò a guardarsi le unghie. Rose gli diede un colpetto sul braccio.

«Non dovresti dire certe cose.»

«Rose, Rose, Rose. Cara, dolce, innocente, grifona. In realtà, non doveva aspettare così tanto a chiederlo.» commentò Al.

«Quanto siete strani.»

«Sì, ma adesso lasciateli rispondere.»

«Non mi sembra che siano fatti vostri.» si decise a dire Nate, ancora con lo sguardo che esplorava l'orizzonte.

«Quindi qualcosa è successo.» Finalmente si girò e guardò l'amico negli occhi.

«Non lo saprai mai.» sussurrò esibendo uno dei suoi migliori sorrisi alla serpeverde. Mini sorrise a Nate, senza farsi notare dagli altri. Lui le fece l'occhiolino.

 

In un'ora o poco più sarebbero arrivati a Hogwarts. Mini e Nate si erano appisolati l'una addosso all'altro, Albus e Scorpius giocavano a carte, Rose e Veronica chiacchieravano. La porta si aprì ed entrò James Sirius. I suoi occhi si posarono immediatamente sulla cugina, decisamente troppo vicina a quel Nate.

«Sì...?» fece Albus, concedendo uno sguardo di sufficienza al fratello. Il quale si riscosse rapidamente.

«Ehm, ti volevo parlare. Di quidditch.» disse accomodandosi vicino a Rose. Scorp alzò gli occhi al cielo, mentre le ragazze continuarono a parlare tra loro. Nate e Mini dormivano.

«Non potremmo parlarne dopo? E poi il capitano sta dormendo.»

«Sono venuto a parlare con te, non con “il capitano”.» fece un'espressione disgustata in direzione di Nate, capitano della squadra di quidditch di serpeverde.

«Allora usciamo, che mi devo sgranchire le gambe.»

«No. Stiamo qua.» Al si alzò, esasperato.

«Non essere così palesemente geloso, non ti si addice.» James fulminò il fratello con lo sguardo. Ci mise un po' per rispondere, poiché mai si sarebbe aspettato un'uscita del genere.

«Smettila di sparare cavolate. Adesso dimmi in che giornate vi serve il campo per le selezioni.» Albus lo guardò divertito dalla sua reazione. «Mi vuoi rispondere?»

«Certo. Non ne ho idea. Scorpius? Tu per caso lo sai?» Malfoy scosse la testa in segno di diniego. «Bene. E credo che neanche Rose e Veronica ne sappiano nulla. Non sembrano nemmeno sul nostro pianeta, al momento.» aggiunse accennando al fatto che le due ragazze stavano continuando a ciarlare tra loro. James guardò il serpeverde con espressione omicida.

«Al.»

«Be', sembrerebbe che l'unico che potrebbe avere la risposta alla tua domanda sia Nate. Probabilmente dovrei svegliarlo.»

«Non ti azzardare a-» il maggiore dei Potter non fu abbastanza rapido nel protestare – non che sarebbe servito, in ogni caso – e il secondogenito svegliò il suo capitano.

«Sì?» domandò ad Albus dopo essersi sgranchito le braccia.

«James voleva parlarti di Quidditch.» Jamie alzò gli occhi al cielo, esasperato. Nate gli rivolse un ghigno divertito.

«Dimmi pure», lo incoraggiò. Discussero dei loro affari sportivi alla svelta, facendo divertire Albus e Scorpius. Lo spettacolo era in effetti quasi comico: James si rivolgeva al serpeverde con freddezza e persino con sdegno talvolta, mentre l'altro faceva tutto il possibile per provocarlo. Dal tono che utilizzava al modo in cui lo scrutava, dalla sicurezza eccessiva con i piccoli gesti al ghigno fastidioso sempre pronto sulle sue labbra. Ma il Potter si fece forza, e riuscì a portare a termine quell'incontro senza rompere il naso a nessuno, nonostante la vista della cugina addormentata addosso a quell'individuo lo innervosiva alquanto.

«Penso che sarà un anno piuttosto interessante», se ne uscì Albus dal nulla, mentre il fratello si alzava per andarsene. Quel ragazzo era veramente strano.

«Che intendi?» chiese Veronica, guardando il compagno di casa. Il Potter dagli occhi smeraldini sorrise semplicemente, guardando prima Dominique, poi James Sirius, ed infine Nate.

 

 

 

Note:

 

Innanzitutto, grazie mille a chiunque sia arrivato a leggere fin qui. Un grazie ancora più enorme a tre lettrici speciali: Piplup, che ha aggiunto questa storia tra i preferiti, e a _Littles_ e lenemckinnon, che l'hanno messa tra le seguite. Grazie, grazie, grazie!

 

Ora un piccolo chiarimento che ci tengo a fare: probabilmente l'immagine che ho dato (e che darò) della famiglia Weasley non corrisponde a quella che molti di voi hanno, e a dire il vero persino a me risulta difficile descriverla così. Dopo aver impiantato la storia su una Dominique serpeverde però ho iniziato a guardare il mondo della Rowling con un po' più di cinismo, e mi sono accorta che questa poteva essere una possibilità.

 

A presto,

Alix

 

P.s.:

Sarei strafelice se mi lasciaste qualche commento, sia positivo che negativo: mi interessano i vostri pareri e le vostre eventuali critiche, qualsiasi cosa mi permetta di migliorare nello scrivere

   
 
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