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Autore: Rory Drakon    02/04/2016    3 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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L’elicottero dell’Organizzazione Hellsing sfrecciava veloce nel cielo, diretto verso la piazza di Londra, non troppo lontano da Buckingham Palace.
«Penso proprio che questo esercito di Ghoul sia più affollato dei centri commerciali il sabato, se Lady Integra ci ha detto a tutti e quattro di venire» commentò Rory ad alta voce, lanciando un’occhiata ai suoi compagni.
Alyssa era seduta accanto a lei, mentre di fronte vi erano Alucard e accanto a lui c’era Sebastian Michaelis, il demone al servizio di Alyssa. Non era affatto cambiato dall'ultima volta che Rory l’aveva incontrato: aveva sempre l’aspetto di un giovane, affascinante uomo alto e magro, dai capelli neri corti, con ciocche più lunghe che gli accarezzavano gli zigomi. Aveva un viso ovale dalla carnagione molto chiara, occhi affusolati, le cui pupille erano sottili e verticali come quelle di un serpente e l'iride era di un rosso rubino. Era interamente vestito con un frac nero e una cravatta.

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«Forse hai ragione, Rory» ridacchiò Sebastian. «E magari quei Ghoul sono proprio dei clienti che vengono dal centro commerciale!» e scoppiò a ridere.
Alyssa e Rory si coprirono la bocca con le mani ridacchiando, Alucard invece fece una faccia schifata. «Squallida» commentò, freddamente.
«Eddai Alu!» sbottò Rory. «Possibile che non sai mai stare agli scherzi?»
«Sarà...»
«Chiudi il becco, ragazzina!» ringhiò una voce roca. «Non siamo qui per giocare!»
«Dai, Suba, non fare così!» lo riprese una voce femminile.
Rory si era quasi dimenticata della presenza di Seras seduta al fianco del guidatore dell’elicottero.
Subaru Sakamaki era un altro vampiro al servizio dell'Hellsing, apparteneva ad una nobile famiglia, i Sakamaki, con cui Arthur Hellsing, il defunto padre di Lady Integra e antico padrone di Alucard, aveva stretto un patto tuttora valido: i Sakamaki dovevano occuparsi di mantenere segreta la propria identità sovrannaturale, non dovevano cacciare in tutta Londra e prestare aiuto all'Organizzazione Hellsing qualora lo chiedesse, e questa in cambio non li avrebbe tolti di mezzo.
Subaru Sakamaki era il minore dei sei fratelli vampiri che abitavano alla magione Sakamaki. D’aspetto, a detta di Alucard, aveva sedici anni, anche se a Rory sembrava molto, ma molto più grande. Aveva folti capelli candidi, dalle sfumature rosate, con la frangia che gli incorniciava il suo volto sul lato, occhi rossi, carnagione pallida e fisico slanciato e muscoloso.

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Seras Victoria era una giovane vampira di circa diciannove anni, dagli ispidi capelli biondo chiaro raccolti in una coda bassa, occhi color rubino e un seno prosperoso, che indossava una tuta scarlatta.

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«Non essere sgarbato, Subaru» lo riprese Seras. «Due risate non ti farebbero male, lo sai?»
«A che punto siamo?» domandò Alucard, zittendo con lo sguardo il giovane vampiro, che sembrava avere voglia di ribattere alla ragazza in malo modo.
«Siamo arrivati, nobile Alucard, siamo esattamente sotto il luogo in cui sono stati avvistati i Ghoul» rispose Subaru. «Mi preparo immediatamente all’atterraggio».
«Oh, non sarà necessario» ridacchiò Alucard. «Non per me, almeno...»
«Alu?» chiamò Rory, quando gli vide il suo classico lampo di follia baluginare nello sguardo. «Che cosa stai...?»
Ma prima che la ragazza potesse solo finire la frase, Alucard spalancò il portello dell’elicottero e si buttò giù nel vuoto con un ghigno demoniaco, il cappotto rosso e i capelli vorticanti al vento.
«ALUCARD!!!» urlò Rory con tutto il fiato che aveva in gola, quando lo vide sparire.
«Ma... ma... Mio Signore!» gemette Seras, sbattendosi una mano sulla fronte.
«Questo sì che è divertente» ridacchiò Sebastian, e senza aggiungere altro, imitò Alucard e si gettò nel vuoto.
«Sebastian!!!» sbottò Alyssa, alzando gli occhi al cielo.
«SUBARU ATTERRA IMMEDIATAMENTE!!!» urlò Rory, fuori di sé.
«Non urlare e non ti azzardare a darmi ordini, umana!» sibilò il vampiro.
«ATTERRA SUBITO O TI STACCO LE DITA A MORSI!!!»
«Rory, calmati» tentò Seras, prendendola per un braccio.
«Stai calma, Alu e Seby sono immortali invulnerabili, non moriranno certo per una stupida caduta da un elicottero! E poi sanno entrambi volare, o te lo sei dimenticato? Ora, Subaru, facci atterrare, per favore» concluse Alyssa, in tono fermo.
Subaru imprecò fra i denti, ma fece quanto Alyssa gli aveva detto. L’elicottero atterrò in mezzo all'erba, sollevando un cumulo di foglie. Rory, Subaru, Seras e Alyssa scesero in tempo per vedere Alucard e Sebastian combattere i Ghoul, schiena contro schiena, il primo che sparava proiettili da Casull e Jackall ridendo come un pazzo, il secondo che lanciava coltelli e forchette argentate, con un sorriso poco rassicurante sulle labbra sottili.
«Ma in questo posto non c’è verso di incontrare qualcuno che sia normale!?» sbottò Rory.
«È quello che mi sto chiedendo anch’io da quando sono stata integrata» borbottò Seras.
«Coraggio ragazzi, ballate anche voi!» sghignazzò Alucard. «Questo è il momento più bello! Il grande valzer dei Freak!» e rise, sguaiato.
«Sei un caso disperato!» esclamò Rory, sguainando Excalibur. Anche gli altri seguirono subito il suo esempio: Alyssa estrasse le pistole e Seras il suo cannone, mentre Subaru si limitò a scrocchiare le dita e a serrare i pugni. Fu il primo a gettarsi nella mischia; rapidissimo afferrò la testa di un Ghoul con le mani e la staccò con un solo gesto, poi sferrò un pugno al petto di un altro Ghoul e lo trapassò, facendogli saltare il cuore.
Seras ne falciò via tre file sparando ripetutamente col suo potentissimo cannone, ridendo folle come il suo Signore.
«Miseriaccia ladra, ma è un esercito in piena regola!» esclamò Rory, schiena contro schiena con Alyssa, mentre menava fendenti, affettando teste e infilzava cuori.
«Così sembrerebbe» replicò Alyssa, mentre sparava. «Dobbiamo trovare il vampiro che li ha creati, così li toglieremo tutti di mezzo all’istante!»
«Fosse facile» ringhiò Rory, schivando un colpo di lato e trafiggendo il Ghoul. Subito però ne arrivarono altri, che furono falciati via dai proiettili di Alyssa. All'improvviso dei Ghoul atterrarono Rory, facendole volare via la spada di mano.
«Rory!» gridò Alyssa, e fece per correre da lei, ma un’altra marea di Ghoul le sbarrò la strada e lei fu costretta ad indietreggiare sparandogli contro.
«Andate via maledetti ammassi di carne rancida!!!» strillò Rory dimenandosi mollando calci e pugni ma quelli continuavano ad arrivarle addosso, le loro luride manacce che le sfioravano ogni parte del corpo...
«LASCIATEMI!!!» urlò con tutto il fiato che aveva in gola, e all’improvviso fu come se dentro di lei crescesse una forza immensa, una forza che non sapeva di possedere. Una luce potentissima si liberò dal suo corpo, falciando una fila di Ghoul. Rory riuscì a sollevarsi in piedi, ma subito altri Ghoul l’attaccarono. Dal nulla comparvero degli strani affari bianchi che spazzarono via i Ghoul più vicini. Rory sbatté le palpebre e guardò meglio. Non erano degli strani affari bianchi.
Erano delle ali, delle ali bianchissime e piumate, le ali di un angelo, ed erano attaccate alla sua schiena!

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«Ma cosa diamine...»
Ma Rory non poté finire la frase che subito dei Ghoul arrivarono di lato e si attaccarono alle sue ali.
Istintivamente Rory immaginò di scrollare l’ala, e così accadde: i Ghoul vennero spazzati via come prima.
Rory osservò le ali stupita: erano grandi il doppio di lei, eppure sembravano leggere e potenti, sembravano muoversi in sintonia con i suoi desideri.
Erano così belle, così... familiari.
Ma non ebbe il tempo di rimirarle a lungo che subito altri Ghoul partirono all’attacco.
Istintivamente Rory tese il braccio. Excalibur si sollevò da terra e volò dritta nella sua mano. La ragazza ripartì all'attacco, menando fendenti con la spada e falciando le teste con le ali da angelo.
«Ehi!»
Rory sollevò lo sguardo e vide Alyssa sparare contro i Ghoul. Sulla sua schiena vi erano due ali d’angelo praticamente identiche a quelle di Rory, e anche Alyssa come Rory brillava di luce propria mentre lottava, falciando i Ghoul con le ali.
«Ragazze! Ma che cosa cavolo vi è successo!?» gridò Seras, mentre sparava e colpiva senza fermarsi.
«Non lo sappiamo!» gridò Alyssa in risposta.
«Non è il momento! Merda!» imprecò Subaru, tutto scarmigliato e sporco di sangue. «Questi bastardi sono in troppi, non ce la faremo mai eliminarli tutti!»
Fu allora che apparve all’improvviso una silhouette dagli occhi rossi, lunghi capelli e grandi ali nere e piumate.
Si gettò a capofitto su tutti i Ghoul, sguainando una spada nera come le tenebre e li fece a pezzi, falciandoli con le ali e la lama dell’arma.
In un attimo non vi era più un solo Ghoul che scorrazzasse in quella radura.
«Impressionante» commentò Alucard, scrutando sospettoso la figura spettrale che aveva compiuto quel massacro. Sollevò Casull e Jackall e le puntò le pistole contro.
«Alucard, aspetta!» lo fermò Rory. «Non sappiamo neppure chi è!»
«Rory?» chiamò una voce femminile.
Lentamente la figura d’ombra venne sotto la luce della luna, che ne illuminò i lineamenti.
Era una ragazza di circa venti anni, dalla carnagione chiara, lunghi capelli color della luna e grandi occhi rosso sangue. Attraverso la bocca leggermente dischiusa si intravedevano i canini appuntiti e scintillanti da vampira.
«Rory, sei davvero tu?» disse la ragazza, fissando Rory dritta negli occhi incredula.
Rory la fissò a sua volta, il volto una maschera di puro stupore.
«C-Christ?»
«Sì, Rory, sono io» mormorò Christ, con le lacrime agli occhi. «Sei cresciuta tantissimo...»
«Non è possibile...». Rory si accorse di stare piangendo solo quando udì la propria voce incrinata. «Sei viva...» disse a Christ, singhiozzando. «Sei viva!»
E sotto gli sguardi increduli di tutti, le si lanciò contro e l’abbracciò forte, piangendo.
Christ la strinse a sua volta. Era più alta di lei; appoggiò la sua testa su quella di Rory e scoppiò in un pianto dirotto, bagnando i capelli dell’amica.
Era un sogno. Doveva essere per forza un sogno.
Eppure Rory sentiva chiaramente le braccia dell’amica che la stringevano, il suo respiro singhiozzante, le lacrime di Christ che le bagnavano i neri e lunghi capelli.
Non era un sogno, era la realtà. E il suo cuore fu sopraffatto dalla commozione.
Le ali nere e bianche sparirono dalle schiene delle due ragazze, mentre il loro pianto divenne una cosa sola, riecheggiando nell’intera radura.


   
 
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