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Autore: Rory Drakon    02/04/2016    3 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Come aveva predetto Alyssa, Lady Integra acconsentì che Christ entrasse nell’Organizzazione Hellsing, e Sebastian, ormai diventato maggiordomo della Hellsing al posto del defunto Walter C. Dornez, si era occupato di prepararle una stanza personale in cui dormire e rifocillarsi.
Non appena si ritrovò da sola, Christ si lanciò sul letto e vi si accoccolò.
«Bene, bene, piccola» disse una voce familiare.
«Aion!» esclamò Christ, alzandosi dal letto e buttandosi tra le sue braccia. «Che ci fai qui?»
«Sono passato a salutarti, ovviamente» ridacchiò. «A qualcuno sono mancato parecchio, eh? E dire che non è passato neanche un giorno».
«Per me è stata quasi un’eternità» singhiozzò Christ, affondando il viso nel suo petto. «È viva… Rory è viva… come avevi detto tu… sono così felice…»
«Anch’io sono felice per te, mia bellissima» disse Aion, accarezzandole i capelli. «Ma non dimentichiamoci che adesso è schiava di quel maledetto di Alucard».
Christ lo guardò interdetta. «A me non è sembrata un suo burattino, anzi sembrava praticamente in sé quando l’ho incontrata. E Alucard… non somigliava per niente al demone che mi ha uccisa, e poi… nemmeno troppo crudele… non sembrava che Rory fosse un suo giocattolo…»
«Perché non lo conosci bene quanto lo conosco io, piccola» spiegò Aion. «Non sembra che Rory sia un suo burattino, ma ora è comunque una sua proprietà, e ci gioca praticamente tutte le notti, riempiendole la testa di menzogne. Devi fare in modo che Rory gli stia lontano, cosicché tu possa farle comprendere la verità, e portarla qui da me, assieme alla sua amica Alyssa».
«Perché dovrei portare anche Alyssa?»
«Lei ha stipulato un contratto con quel demone, quel Sebastian» rispose Aion. «Gli ha venduto la sua anima in cambio dei servigi del demone. Sai bene quanto i demoni siano infidi ed ingannevoli. Ucciderà quella ragazza alla prima occasione, divorandole l’anima…»
«Ma è terribile! Non se lo merita!» esclamò Christ. «Sembra una ragazza così dolce…»
«Non temere, piccola» disse Aion, avvicinandosi il suo volto a quello di lei. «Salveremo sia lei che Rory, e distruggeremo Alucard per sempre».
Poi Aion le cinse i fianchi con le mani, la spinse sul letto e cominciò a baciarla con foga, infilandole una mano sotto la camicetta...


***


Rory non riusciva a dormire quella notte, e a dirla tutta, non ne aveva voglia. Così decise di alzarsi dal proprio letto ed uscire fuori ad ammirare la notte. Ma quando si diresse verso l’entrata della propria finestra, vide che questa era aperta, e c’era già qualcuno fuori.
Alucard era in piedi sopra il davanzale della finestra, e fissava il cielo ormai scuro, le stelle che brillavano e la luna piena ancora alta e brillante nel cielo. Un fresco venticello pervadeva l’aria, facendogli svolazzare i neri e folti capelli.
«Non dovresti essere a letto?» ridacchiò il vampiro, senza voltarsi. Aveva chiaramente avvertito la sua presenza.
«Non dovresti essere nel sotterraneo?» lo rimbeccò Rory, arrossendo.
«Io sono libero di fare ciò che voglio» replicò Alucard, ridacchiando. «E tu lo sai che la notte non dormo. A differenza tua».
«Non avevo sonno» mormorò Rory, accostandosi a lui sul davanzale della finestra. «Sono accadute così tante cose tutte insieme… e in un certo senso… sono felice…»
Alucard annuì, continuando a fissare la luna. «Per la tua amica…»
«Non ti fidi di lei.»
«Chi te lo dice?»
«Alucard, ti conosco da diciannove anni. Credi davvero che non sappia come sei fatto?»
Gli occhi del vampiro le si appuntarono addosso, attraverso le lenti degli occhiali, pungendole la pelle come una spilla. Eppure la giovane umana fronteggiò con decisione lo sguardo dell’uomo.
«Io la conosco meglio di te. E so che è una brava persona. Ci possiamo fidare di lei.»
«Staremo a vedere…» mormorò Alucard, quasi fra sé.
«Brrr…» Rory batté i denti per il freddo. Era uscita fuori solo con la camicia da notte bianca e a piedi nudi. Si strinse nelle spalle, rabbrividendo.
Alucard ridacchiò alla vista delle sue guance rosse e le sue labbra viola e screpolate. «Ogni tanto è divertente osservare la stoltezza di voi esseri umani…»
«C-Che f-freddo…» Rory, senza riflettere, si strinse al petto dell’uomo, affondando le mani nella sua camicia.
Alucard ridacchiò ancora, mentre le circondava il busto con le braccia. «Possibile che tu sia sempre così distratta?»
«N-Non è c-colpa m-mia…» balbettò Rory, le guance due carboni ardenti. Si sentiva strana, tutta un fremito, ed il cuore non la smetteva di martellarle nel petto.
«Una bella dormita ti farebbe bene…»
«Non voglio…»
«Perché no?»
Rory chinò lo sguardo, e rimase in silenzio.
Alucard avvicinò il proprio volto a quello di lei, appoggiando la fronte. Occhi color del fuoco incontrarono occhi color dell’oceano. La giovane si sentì come ipnotizzata.

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«Perché ieri notte hai avuto un incubo». Non era una domanda quella del vampiro, ma un’affermazione.
«Come fai a…?»
«Ti ho vista e sentita agitarti nel sonno» rispose Alucard. Ma decise di non svelarle che aveva visto l’Uomo Nero provocarle quell’incubo, per non spaventarla ulteriormente. «Ero lì accanto a te».
«In camera mia!?»
«Esatto» ridacchiò il vampiro all’espressione furiosa della ragazza.
«CHE COSA DIAVOLO CI STAVI FACENDO IN…!!!» sbraitò a squarciagola la ragazza, ma non poté finire la frase che si ritrovò le labbra del vampiro sulle sue.
Fu come se il tempo si fosse fermato, per intrappolarli per sempre in quell’unico momento. Non c’era spazio per vedere, ma solo per sentire: la morbidezza delle labbra di lui, il suo respiro gelido, la forza con cui le sue mani le cingevano i fianchi…
Alucard si allontanò, un ghigno soddisfatto sulle labbra sottili.
Rory lo fissò con gli occhi sgranati, il sangue in tutto il suo corpo era diventato una lava rovente, il suo cuore una palla che rimbalzava nella gabbia delle sue costole.
«Ma tu… ma che cavolo… perché l’hai fatto?» balbettò lei.
«Di’ un po’, avevi forse intenzione di svegliare tutta l’Hellsing con i tuoi strilli isterici?» sghignazzò Alucard. «Qualcuno doveva pur fermarti.»
«Ma… ma…»
«Adesso è davvero tardi, signorinella, va’ a dormire». La voce inflessibile del vampiro non diede alcuna possibilità di scelta alla ragazza che, sospirando per contenere il fastidio crescente, chiuse gli occhi e chinò lo sguardo.
«Alucard… io ho paura…»
«Cosa temi, Rory?». Alucard le accarezzò il viso con dita delicate come petali di rosa.
La giovane deglutì, poi gli raccontò l’incubo che aveva avuto la sera precedente, e manifestò la sua paura nell’addormentarsi e precipitare di nuovo nell’oblio.
Il vampiro l’ascoltò in silenzio, senza mostrare alcun segno di sorpresa.
«Non devi temere nulla» la rassicurò il Conte. «Se non la paura stessa. Niente ti potrà mai minacciare, finché ci sarò io con te. Per sempre…»
«Per sempre…» ripeté Rory, e fu come se quella parola le procurasse una stanchezza immensa. Sbadigliò e si accasciò sul petto del vampiro; dopo pochi secondi era addormentata.
Alucard le baciò teneramente la fronte.
«Per sempre…» sussurrò di nuovo, solenne come una promessa d’amore.


   
 
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