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Autore: Tinucha    02/04/2016    2 recensioni
Sono una di quelle persone dannatamente gelose e possessive. E ho bisogno di una persona che mi faccia incazzare senza smettere però di farmi avere la certezza che è e sarà solo mia. E ho bisogno di te.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I nostri cuori batterono all'improvviso, perforandoci il petto, facendoci sorridere quasi spaventati. Non sembravamo né scoraggiati, né altro. Solo impauriti. Da cosa? Avrei voluto capirlo anch'io, ma ero troppo distratto dal battito irregolare del suo di cuore. Le guance arrossate come sempre, come non lo erano da qualche tempo, gli occhi luminosi, vivi, accesi, la voce quasi balbettante, le mani tremanti che incontravano le mie. La guardai confuso quando fece un passo indietro, ma lei mi fece un sorriso tranquillo per farmi capire che andava tutto bene e posò un orecchio all'altezza del mio cuore. Non so come fu possibile, ma il battito aumentò divenendo sempre più irregolare, sempre più tormentante. I suoi occhi si chiusero d'istinto, e le sue labbra che sognavo su di me da tempo si incurvarono dolcemente. Sorrisi anch'io come uno stupido, ancora frastornato per la potenza e velocità del mio cuore, (così prepotente), ma ero con lei e ormai ci stavo facendo l'abitudine. Con la mano posata sul mio petto si tirò su e ci lasciò un avido, ma piccolo bacio. Le sue labbra su di me. Come le sognavo ogni notte. Avevo la maglietta, forse, ma potei avvertire il calore di quel bacio bruciare contro la mia pelle rovente. Avevamo appena fatto l'amore. I suoi occhi nei miei, i miei nei suoi. Non ci eravamo mai guardati così forse, un'intensità tale da mandarci il cervello in tilt, da rendere tutto invisibile, da spaventare persino noi stessi che quando si trattava della nostra relazione eravamo pronti a tutto. Tremava come sempre, ma non aveva paura. Si stava lasciando andare ed io gliene fui infinitamente grato. Le sue labbra salirono. Il mio collo. La mia mascella contratta. Avrei perso il controllo, non ne avevo molto quando lei era nei paraggi. << Ti controlli, Blanco? >> sghignazzò rocamente ed ingenuamente contro il lobo del mio orecchio. << Se non mi controllo ti scopo qui, e subito. >> sussurrai di rimando << ..ma voglio prima fare l'amore con te, e tu stai rendendo tutto terribilmente difficile ed impossibile. >> << E non sai quanto mi diverte. >> senza preavviso il mio bacino si mosse andando in contro al suo. << E questo? Questo ti diverte Martina? >> sorrisi sghembo vedendola avvampare. << Non da vestiti. >> sorrise maliziosamente con ancora quel colore scarlatto, quel rossore sulle guance, prendendomi alla sprovvista. Un'altra spinta. Un po' più brusca, un po' più violenta, un po' rivelatrice. << Ti ho detto di non giocare con me, piccola. >> soffiai contro le sue labbra, contro il suo sorriso per metà innocente per metà peccaminoso. Quelle labbra erano state fatte per peccare, erano state cucite apposta per contorcersi affamate e bisognose con le mie. Aveva ragione. Come sempre d'altronde. << Me lo avevi detto tu Jorge che volevi giocare con me al gatto e al topo, no? >> il suo sopracciglio dolcemente e presuntuosamente inarcato, le sue mani sui miei fianchi roventi, la sua bocca contro la mia, i suoi occhi miei miei. << Non se io sono il topo. >> risposi ovvio << Non mi si addice la parte della preda. Io sono un predatore. >> mi avvicinai di più e lei fece un passo indietro fino a quando entrambi non finimmo contro il muro. Posai la mano destra di fianco al suo viso, sulla parete, per bloccarle il passaggio ed infilai la mano sinistra nella tasca posteriore dei suoi jeans attirandola a me. << Mi preferisci versione preda o predatore? >> una spinta. I nostri bacini parevano quasi stanchi. Avevamo fatto l'amore da vestiti. Con tutti i muscoli del nostro corpo. << Predatore. Decisamente predatore. >> soffiò in preda agli spasmi. La porta della mia camera si aprì di scatto rivelando il viso sorridente di mia sorella Jennifer. Mi staccai immediatamente da Martina, che con le braccia ancora alzate contro il muro, il respiro corto ed affannato e le guance perfettamente arrossate non si mosse di un centimetro. Jennifer ridacchiò sotto i baffi beccandosi una mio occhiataccia, ero infastidito, non mi piaceva essere interrotto nel bel mezzo di..qualunque cosa stessimo facendo o sperimentando. << Ho interrotto qualcosa? >> << No, cosa te lo fa credere? >> risposi con una punta di acidità. Lanciò un'occhiata al cavallo dei miei pantaloni ed io la seguii a ruota. Oh. Questo era imbarazzante. Per davvero. Cominciò a ridere quasi sguaiatamente, indicando i miei jeans e Martina la seguì a ruota assumendo un colore rosso scarlatto. << Si ho interrotto qualcosa, direi. >> << Sta' zitta. >> dissi coprendomi con una mano la prova incriminante. << Che diavolo ci fai in camera mia? >> << Ehi fratellino non ti scaldare. Ho bisogno del tuo aiuto. >> portò le sue mani supplicanti come se stesse pregando davanti ai miei occhi. << Ti prego. >> << Sarebbe? >> tossicchiò rivolgendomi un sorriso innocente. << Mi chiedevo se stanotte potessi badare tu a Jazmine, dovrei uscire con..mm..delle mie amiche e papà sarà a lavoro. >> << Chi è lui Jennifer? >> domandai duro << I sorrisi ai suoi messaggi, poi il fatto che tu nella frase ci abbia infilato un mm.. Tini lo fa solo quando.. >> avvertii una gomitata abbastanza violenta arrivarmi nel costato e mi girai a guardare Martina con gli occhi spalancati. << Chiudi la bocca, Jorge. >> trattenni un sorriso avvicinandomi al lobo del suo orecchio. << Davvero ti vergogni? Stavamo scopando in pratica, prima che lei entrasse. >> inutile dire che a quell'affermazione mi arrivò un'altra gomitata. << Per che ora torni Jen? >> << Ehm..in realtà non torno, dormo da Ch..Chelsea. >> si morse violentemente un labbro ed io sospirai. << Se non me lo presenti entro la fine del mese giuro che comincio a seguirti e poi gli spacco la faccia. >> feci un piccolo ghigno mentre i miei bollenti spiriti sembrarono calmarsi. << Va bene, grazie Jorge. >> con uno slanciò getto le braccia intorno al mio collo ed io d'istinto sorrisi carezzandole la schiena. << Sta' attenta. >> quando si staccò roteò gli occhi. << Sembri papà. >>


POV MERCEDES
"Vieni qui, biondina." Con un broncio e un faccino che faceva invidia al gatto con gli stivali mi rifugiai tra le braccia di Francisco. "È odiosa. Cosa voleva da te quella ragazzina?" "Qualcosa che non potrà avere." "Cioè?" "Me, bambolina. Ma io sono già tuo." Sorrisi a quelle parole e lui mi seguì a ruota stringendomi a se. Sghignazzai avvertendo 'quella cosa' premere contro le mie cosce e lo guardai. "Sei insaziabile, Fran." "Beh, non è che sono proprio insaziabile, cioè.." "Stanotte abbiamo fatto l'amore." Scossi il capo sempre più divertita "Siamo diventati peggio dei conigli." Lanciai un'occhiata dinanzi a noi scorgendo uno Jorge alquanto sconvolto. Fran mi seguì a ruota e prendendoci per mano lo raggiungemmo. "Jorge tutto bene?" Sobbalzò sul posto con un viso più che sconvolto. Sembrava terrorizzato, aveva paura di qualcosa ma non so cosa. "Oggi quando sono andato a casa tua..io..ho quasi baciato Martina". Rimanemmo tutti e tre impalati. Jorge guardava Francisco che lo guardava con occhi di fuoco ed io alternavo lo sguardo tra i due sperando non si sbranassero. "Vediamo se ho capito bene. Tu." Lo indicò con uno sguardo a dir poco inquietante "Hai. Quasi. Baciato. Mia. Sorella." "Non so che mi prende. Mi sento stranissimo. Il cuore mi batte a mille, adesso, ad esempio." "Che cazzo, Jorge! Martina ti piace si o no?" "È ovvio che mi piaccia" "Solo ed esclusivamente esteticamente e fisicamente?" "Oh dannazione non lo so, sta mettendo tutto in discussione." "Sei il mio migliore amico e ti appoggerò sempre, ma continua a far soffrire mia sorella e ti appenderò di testa in giù, chiaro?" "Ragazzi forse è meglio che vi lasci soli.." "Aspetta Mechi." avvertii Jorge bloccarmi un polso e mi voltai confusa "Se le vuoi bene non dirle niente." la mascella di Fran era contratta, gli occhi furiosi, la tempia pulsante più del solito. Gli poggiai una mano sulla spalla. "Va tutto bene, Fran." "Il cazzo va bene, Mercedes." Sbottò guardando male Jorge. "Non dirglielo o le faresti del male, involontariamente ma gliene faresti. Non sono sicuro nemmeno io di quello che sto facendo." Sospirai "Devo mentire alla mia migliore amica?" "No, devi soltanto continuare a farla sorridere."

<< Tutto bene, biondina? >> domandò Xabiani mentre mi rivestivo. << Si, solo che pensavo. >> << A lui? >> << Anche. Beh, a lui ci penso sempre, è ovvio >> << E a cos'altro, allora? >> << Alla mia migliore amica, e al migliore amico di Fran. >> << Non capisco. >> rispose lui confuso. << È una lunga storia. Una lunga storia d'amore. >> sorrise sedendosi. << Pazienza. Mi piace ascoltare le parole che abbandonano le tue labbra. >> << Sei pronto? È una storia intensa, eh?! >> << È una storia d'amore, deve esserlo per forza. >> << Mai come lo è questa. Jorge e Martina è come se si fossero conosciuti prima. In una vita passata, ultraterrena. >> << Ti ascolto. >>


POV JORGE
"Fran Perdonami io lo so che non dovevo" "Ma dai?!" Sbottò sedendosi su un muretto ed invitandomi a continuare. "Non lo so che mi è preso. Martina mi rende..strano" "Voglio saperlo, Jorge. È solo attrazione fisica? Devo saperlo." "No." "No?" "No" "Ah" "Ma per adesso non posso lasciarmi andare. Adesso non posso innamorarmi, Fran. Mio padre ha bisogno di me." "Non baciarla. Non baciarla se non puoi amarla. Perché la distruggeresti definitivamente." "Lo so." "Se te ne innamori puoi anche farla tremare sotto il tuo corpo, Jorge. A condizione che io non ne sappia niente, ovviamente." Ridacchiai avvertendo la sua mano darmi una pacca sulla spalla. "Sono anche dalla tua parte, amico. Ma Smettila, per favore. Tornare e vederla persa a guardare il vuoto. Tornare e sentirla piangere nel sonno. Tornare e vederla..così, è straziante." deglutii "Sta così male?" "E tu Jorge? Stai così bene come dimostri?" "Certo." "Non ti credo" "E fai bene" grugnii stanco di mentire. "Tua sorella è speciale. Se un giorno me lo permetterà la renderò felice, ma non ora."


POV RUGGERO
<< Esattamente cosa vuol dire che i tuoi genitori mi hanno invitato a cena a casa tua, rossa? >> domandai quasi terrorizzato << Significa che hai lasciato un preservativo sul mio comodino, amore. >> << Oh. >> << Sei al primo posto sulla lista nera di mio padre. >> << Bimba, non potevi dire che so.. Che erano delle figurine? >> << C'era scritto Durex sopra, non ci avrebbero creduto. >> rispose lei mandandomi un'occhiataccia. Posai le mani su entrambe le sue braccia carezzandogliele. << Andrà tutto bene sta' calma Cande. Ci penso io. >> << Scusami è solo che quando hanno trovato il..il coso... >> << Lo so, lo so. Sei una ragazzina è normale la pensino così. >> << Ah li difendi anche? >> roteai gli occhi posando le mie labbra sulle sue facendola smettere di parlare. Sentii i suoi muscoli e lei rilassarsi. << Stasera andrà tutto bene. Siamo insieme, va tutto bene quando nulla ci separa. >>



POV MARTINA
Scoppiai a ridere muovendo le mie mani sullo stomaco di Jorge accompagnata dalla bellissima Jazmine. Il mio bellissimo messicano dagli occhi verdi rideva a crepapelle chiedendo umilmente perdono. << Pietà ragazze. Pietà. >> sbottò esausto. Guardai la piccola che annuì ed entrambe ci staccammo per tornare a respirare seguite da lui. Aveva gli occhi luminosi e le labbra incurvate in un sorriso. Sapere che metà del motivo di quella curva ero io mi riempì il cuore di gioia. << Avete scherzato con la persona sbagliata.. >> cominciò lui sollevando entrambe come un sacco di patate sulle sue spalle. << NO, NO FRATELLONE, PER FAVORE. >> supplicò Jazmine cominciando a ridere. << Oh si. >> sorrise pericolosamente. << Con te finisco più tardi, quando lei dorme. >> sussurrò invece in modo che solo io potessi sentirlo. Avvertii tutti i nervi espandersi nel mio corpo ed il mio stomaco contorcersi. << Più tardi, piccola. >> più tardi.
  
   
 
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