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Autore: Rory Drakon    02/04/2016    3 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Christ passeggiava nel giardino di rose della magione Hellsing, divorando con gli occhi quella meraviglia.
Le rose erano bellissime, di tutti i colori e le dimensioni, e sotto la luce pallida della luna sembravano brillare come pietre preziose.
La vampira adocchiò una delle aiuole, e vide che era ripiena di rose esclusivamente nere. Le si illuminarono gli occhi: quelle erano le sue rose preferite in assoluto!
Senza esitazione si avvicinò all’aiuola e inspirò l’intenso ed inebriante profumo, chiudendo gli occhi.
«Che cosa diavolo ci fai tu qui!?»
La voce di Subaru la raggiunse alle spalle come un pugno, facendola sobbalzare. La ragazza si girò di scatto, perse l’equilibrio, scivolando indietro verso il rigoglioso roseto.
Prima ancora che i suoi pensieri potessero elaborare cosa stesse succedendo e le sue labbra articolare anche il più fievole suono d’allarme, Subaru le afferrò il polso strattonandola in avanti. Il suo braccio destro le circondò la vita, stringendola tanto forte da sentire le dita affondare nel fianco; i loro petti aderirono l’uno all’altro.
Christ arrossì di botto quando si accorse di trovarsi tra le braccia del vampiro.
«Subaru! Ma sei del tutto rimbambito!» sbottò Christ, stizzita. «Lasciami!»
«Ma sta’ zitta! Ti ho appena salvata! Potevi cadere e farti male!» la rimproverò aspramente Subaru.
Christ si rese conto che aveva ragione.
«Scu… scusami. Grazie» mormorò, rossa in viso.

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«Non serve» borbottò lui, lasciandole i fianchi. «Che cosa accidenti ci facevi qui?» domandò, burbero, scrutandola con i suoi penetranti occhi rossi.
«Stavo ammirando queste bellissime rose nere, prima che arrivassi tu e mi facessi prendere un infarto!» replicò Christ, infastidita dall’intensità di quello sguardo. Si sentiva tutta un fremito, ma non ne capiva il motivo.
«Capisco…» La voce di Subaru si addolcì di colpo, lasciandola quasi basita. «Così ti piace il nero, eh?»
«Molto» confermò Christ, imbarazzata.
Subaru fece un impercettibile cenno d’assenso, poi si chinò al fianco di un bocciolo di rosa nera particolarmente piccolo. Con fare quasi paterno, il ragazzo controllò le foglie per accertarsi che la sua crescita procedesse senza problemi o fastidiose complicazioni.
«Tu qui ci vieni spesso, vero?». Dal tono di voce di Christ, quella sembrava più un’affermazione che una domanda.
«A volte» rispose Subaru, senza staccare gli occhi dalla rosa nera.
«Perché tieni tanto a questo roseto?»
Il vampiro si alzò, appoggiando una mano sul fianco snello, scrutandola con tanto d’occhi, sul viso era dipinta un’espressione corrucciata.

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«Perché degli insulsi fiori come questi dovrebbero interessarmi?»
«Si vede che ne sei molto legato» ammise Christ. «E non ho mai visto Sebastian mettere piede in questa parte di giardino per occuparsene. E queste rose, questo intero roseto, è decisamente curato con tanto amore».
«Non me ne frega niente di queste stupide rose. Sono banali.»
«Non ti credo, Subaru. Nemmeno un po’».
Lui la fulminò con lo sguardo, ma Christ non si lasciò intimidire e ricambiò con un’espressione tenace.
«Cosa ne sai, tu!?» sbraitò Subaru, afferrandole di scatto il polso con tanta forza da farla gemere. «Che cosa ne sai tu di me!?»
«Subaru, mi fai male!» pigolò Christ, dimenandosi. «Lasciami!»
Lui allentò la presa ma non la lasciò. La fissò, penetrante, negli occhi color del sangue.
«Cosa vuoi da me?» La voce di Subaru era poco più di un bisbiglio, e sembrava parlare fra sé. «Cosa ti aspetti da una persona inutile, ripugnante e corrotta come me?»
Stavolta fu Christ a fissarlo intensamente negli occhi.
«È così che ti vedi?» chiese la ragazza. «Come una persona inutile, ripugnante e corrotta?»
Subaru non rispose.
«Non lo sei» affermò Christ. «Sei solo… fragile. Ti comporti sempre in questo modo irruente e scontroso perché hai paura di mostrare i tuoi veri sentimenti».
«Come te?»
Christ chinò il capo, senza proferire risposta. Non voleva ammettere che Subaru aveva fatto centro. Sin da quando l’aveva incontrato e l’aveva visto atteggiarsi aveva compreso che persona fosse. Perché anche lei si comportava così. Il vampiro sembrò percepire il disagio e la tristezza che avevano invaso la giovane. E l’attirò a sé, stringendola al suo petto, accarezzandole i lunghi capelli.

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Christ avvertì un’immensa sensazione di sicurezza, e il suo cuore martellarle nel petto.
«Mi hai chiesto perché tengo molto a queste rose» esordì il vampiro, sfiorandole la fronte con le labbra.
«Sì…» balbettò Christ.
«A casa mia, nella magione Sakamaki, c’è un altro roseto, anche se solo di rose bianche» raccontò Subaru. «Quelle rose, e anche queste, sono l’ultimo ricordo che mi lega a mia madre Christa. L’unica, evanescente linea che mi permette di rammentare il suono della sua voce, lo sfavillio triste nei suoi occhi imprigionati. Di lei si innamorò mio padre, Tōgo Sakamaki, un uomo subdolo e lussurioso, che la rapì, la rinchiuse in una torre e la violentò più volte. Fu così che nacqui io, e non passò molto tempo che mia madre morì, uccisa da mio padre perché lei non riusciva più a soddisfarlo nei suoi luridi bisogni. Ed io non potei fare nulla per fermarlo».
Christ trasalì e fissò Subaru con gli occhi sgranati, all’udire quella storia terribile.
«Subaru, mi dispiace, io non…»
Il vampiro la zittì, posandole un dito sulle labbra. Subaru si avvicinò all’aiuola di rose nere, tuffando una mano nella foresta di spine e petali. Christ trattenne il fiato nell’udire il fragile rumore di uno stelo che si spezzava, accompagnato dal frusciare impercettibile delle foglie. Subaru estrasse un bocciolo di rosa completamente fiorito, e ne rimosse delicatamente le spine.
«Ciascuna di queste rose mi permette di ricordare, giorno per giorno, che lei esistette nella mia vita. A differenza dei miei fratelli, io voglio che mia madre permanga nei miei pensieri per l’eternità, assieme a ciò che di più importante mi insegnò» mormorò Subaru, accarezzando il nudo stelo della rosa nera, per poi posarla con dolcezza tra i lunghi capelli di Christ.
«Che cosa ti insegnò tua madre?» mormorò Christ, accorata.
«Mi insegnò che l’amore era una bellissima rosa dalle mille sfumature. Delicata e preziosa, ma anche aggressiva e pericolosa».
Le dita del vampiro sfiorarono la guancia della giovane, ipnotizzandola con i suoi occhi di rubino. E Christ si ritrovò a desiderare ardentemente di annegare nel suo sguardo per l’eternità.


   
 
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