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Autore: Tomi Dark angel    02/04/2009    8 recensioni
Isabella Swan guarda per l’ultima volta la sua amata Forks, e mentre Edward è a caccia, lei scompare nel nulla. Indossando un curioso diadema d’argento, la ragazza abbandona la sua vita. Abbandona tutto perché ha scoperto qualcosa di orribile su sé stessa. Abbandona tutto perché la sua scelta è salvare coloro che ama. E ora Isabella, pallida imitazione della ragazza che era un tempo, torna a casa accompagnata da un giovane uomo dagli occhi viola. Avrà la forza di incontrare i Cullen? Come reagiranno loro ritrovandosi faccia a faccia con lei?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sii come le onde del mare, che pur infrangendosi contro gli scogli, hanno sempre la forza di ricominciare.

 

Il suono argentino del pianoforte si propagò per tutta la casa, lento e delicato. Delle mani svelte e leggere si posavano con grazia sui tasti d’avorio e la melodia composta che usciva dallo strumento si dimostrò triste e addolorata. Come tutte le mie opere dopotutto.

Sì, avevo imparato a suonare il pianoforte, forse per ricordare, forse per trovare qualcosa che esprimesse le mie emozioni…l’unica cosa che facesse comprendere che anch’io ne provavo.

Qualcuno mi si avvicinò, camminando alle mie spalle con leggerezza e grazia. Un giovane, affascinante uomo sui trenta anni dai capelli disordinati color dell’oro e gli occhi ametista mi affiancò senza parlare, guardando serio le mie dita che scivolavano sui tasti del piano.

Sentii il suo profumo fresco di vaniglia solleticarmi il naso e chiusi gli occhi, abbandonandomi alla musica.

Improvvisamente una seconda melodia accompagnò quella che già stavo suonando. Il giovane uomo era piegato e con una mano spalleggiava le mie note delicate e malinconiche.

Già, malinconiche.

Quanti ricordi, quante emozioni, quante lacrime mai versate. Sì, perché io da quel giorno non piansi più. Forse i miei occhi si erano semplicemente seccati, o non provavo più abbastanza emozioni da scoppiare a piangere.

???: sicura che non ti và di uscire?

L’uomo parlò con voce dura, ma solo io riuscivo sempre a sentirci un fondo di tenerezza verso di me.

Scossi il capo senza parlare e rallentai un po’ l’andatura della melodia, premendo con più leggerezza i tasti bianchi e neri dello strumento.

Chissà che fine avevano fatto tutti. Chissà se la famiglia di vampiri si era trasferita. Chissà se mio padre aveva pianto per me. Chissà cosa aveva fatto Jake appena saputa la notizia della mia sparizione. Chissà.

Guardai i tasti candidi del pianoforte…bianchi come la Sua pelle.

Smisi di suonare all’improvviso e l’uomo si fermò subito dopo, ritardando di una sola nota.

Mi alzai dallo sgabello di legno su cui ero seduta e mi guardai intorno, accarezzando con lo sguardo il piccolo salone luminoso dalle cui finestre filtravano grandi fasci di luce solare e un caminetto alla mia destra irradiava le pareti con il fuoco attizzato al suo interno.

Magari adesso a Forks pioveva, al contrario di Tolketna (Alaska) su cui splendeva un gelido, raro sole.

???: faresti meglio a coprirti di più.

Mi voltai a guardare Koryu con occhi inespressivi e vuoti come sempre, scrollando le spalle. Indossavo un semplice maglione bianco di qualche taglia più grande di me e un jeans stretto. Sì, sentivo freddo…ma non mi importava. Ormai erano nove anni che l’indifferenza si era fatta spazio sul mio viso, invadendo le mie giornate e privandomi anche della più piccola emozione.

Bella: sei vestito come me, dovresti cominciare a dare il buon esempio prima di parlare.

Ko: mpf…

Koryu trasse una sigaretta dalla tasca del jeans scuro che indossava e se l’accese, compiendo un lungo tiro.

Ko: vuoi?

Scrollai le spalle e mi avvicinai a lui. Mi resse la sigaretta, accostandomela alle labbra mentre traevo una boccata e poi cacciavo il fumo con un sospiro.

Be: grazie.

Lui annuì e si voltò.

Ko: senti una cosa.

Lo guardai, inclinando la testa di lato. Patetica. Stupida. Ma soprattutto…inutile. Così mi sentivo. E questa ero. Niente di diverso da un semplice oggetto…anzi, quello sarebbe stato più utile di me.

Ko: domani partirò per incontrare un amico…che si trova a Forks.

E per la prima volta, mostrai qualcosa di vagamente diverso dall’indifferenza. Allargai leggermente gli occhi, alzando automaticamente la mano e sfiorandomi con delicatezza il diadema che mi circondava saldamente la fronte.

Forks. Quella Forks. La stessa Forks in cui avevo conosciuto felicità…e vita. Vita vera. Vita in cui non ero costretta ad andare in giro con un Dispositivo di Controllo addosso. Vita in cui una ragazza maldestra e sorridente abbracciava il suo unico amore, pregandogli di non lasciarla mai…ma dov’erano finiti quei tempi luminosi? Li avevo mai vissuti? Ero davvero io quella ragazza?

Poi l’immagine nella mia testa si trasformò. Una creatura vagamente umana, smunta, depressa, pallida ombra di un passato spento come una candela su cui ha soffiato una folata di vento.

Potevo azzardarmi a tornare lì? Potevo azzardarmi a tornare a Forks? Qualcuno si sarebbe ricordato di Isabella Swan? Della ragazza scomparsa? Ricordo quel giorno in cui Astrea mi porse i soldi per comprare il giornale…e in ultima pagina trovai un breve paragrafo di appena tre righe su una ragazza scomparsa dalla sperduta cittadina di Forks. Una ragazza però che non sarebbe mai più tornata…o questo credeva fino a quel momento. Già, perché in quel momento le si presentava una scelta: poteva non muoversi da dove si trovava…o poteva tornare. Poteva rivedere La Push, la sua vecchia casa…e magari anche la Loro. La casa in cui Lui aveva camminato tante volte, silenzioso come un giaguaro pronto a balzare sulla preda, bello come un dio greco e forse anche di più.

Chiusi gli occhi, passandomi lentamente una mano sul volto. Sapevo che Koryu si era voltato per constatare le mie reazioni, e sapevo anche che difficilmente avrei potuto nascondergliele.

Ko: non insisterò, né ti costringerò a venire. Ti dico solo una cosa…sei tu che decidi per te, non lasciare che l’ansia di tornare indietro o la paura di rivedere quel posto condizionino le tue scelte.

Saggio come sempre, troppo saggio per uno della sua età.

Socchiusi gli occhi, guardando il pavimento.

Mi voltai, andando a sedermi davanti al camino acceso. Il calore del fuoco che allegramente scoppiettava davanti a me mi avvolse e il suo frenetico danzare mi ipnotizzò quasi subito. Non mi accorsi che Koryu mi affiancava con il suo passo felpato, guardando come me il fuoco scoppiettante.

Sentii l’odore acre del fumo confondersi con quello di vaniglia che lui aveva addosso.

Sospirai.

Be: ho paura.

Lui non rispose. Era un chiaro invito a continuare.

Gli lanciai una fugace occhiata e vidi i suoi capelli dorati riflettere la luce delle fiamme scarlatte.

Be: e se Loro si trovassero ancora lì? Come reagirei?

Ko: sai perché quel giorno di tre anni fa ti salvai, Isabella?

Lo guardai, inclinando la testa. Lui continuò a fissare impassibile le fiamme.

Ko: quel giorno, tu mi guardasti alzando gli occhi attraverso la fitta pioggia che cadeva…

Inspirò del fumo e lo gettò fuori con calma.

Ko: i tuoi occhi mi chiesero di ucciderti. E per questo io ti salvai.

Si accostò nuovamente la sigaretta alle labbra, impassibile.

Lo guardai, un po’ stranita. A volte le parole di Koryu erano dense di significato, anche se potevano sembrare stupide o scontate… ma chissà come, riusciva sempre a colpire al cuore.

Be: sarai con me?

Koryu non mi guardò. Si limitò a gettare la cicca nel fuoco e ad avviarsi lentamente verso la porta.

Ko: tsk.

Scossi il capo. Sottotitolato, quel “tsk” era un sì.

Già…io stessa mi sto ancora chiedendo perché mi salvò la vita quel giorno. Non è mai stato tanto chiaro sul perché del suo gesto. Ma quando lo guardai…capii in qualche modo che non mi avrebbe lasciata lì. Tuttavia non mi aspettavo che arrivasse addirittura a prendersi cura di me. Sempre freddo con tutti, sempre distante. Non capivo mai dove aveva la testa, ma era ovvio che quell’uomo aveva scoperto troppe cose troppo presto e questo lo si poteva intuire anche solo dallo sguardo. Non conoscevo il suo passato, non mi ero mai azzardata a chiederglielo. Ma neanche lui conosceva il mio e mai le sue labbra avevano domandato qualcosa. Non mi chiese mai perché quel giorno mi trovavo tramortita nei pressi di Tolketna. Non mi chiese perché passai settimane nel letto senza aprire bocca né guardarlo in faccia nonostante fossi guarita. L’unica cosa che mi ero azzardata a rivelargli era la mia vera natura. Credetti che questo lo avrebbe allontanato da me, lo avrebbe fatto fuggire via urlando…ma Koryu era un tipo assolutamente imprevedibile.

Ko: essere ciò che sei non ti rende una bestia come credi.

Già, mi disse così. Ma non capii quelle parole e ancora allora stavo cercando una risposta.

Ko: partiamo domani all’alba…se fai tardi, resti qui.

Se i miei sorrisi non fossero stati così faticosi, Koryu mi avrebbe fatto ridacchiare molto spesso. Non cambiava mai.

 

Koryu: spero che non soffri il mal d’aria.

Salimmo veloci sull’aereo. Un lungo vestito di lana azzurra avvolgeva il mio corpo magro e perfetto. Un corpo da cacciatrice, simile a quello di una vampira, un corpo allenato e scattante. I lunghi capelli ondulati castano chiaro erano legati in una crocchia per agevolarmi i movimenti e il diadema d’argento con il diamante nero incastrato al centro attirava fin troppo l’attenzione della gente.

Be: accidenti a loro, perché mi guardano così?

Koryu scrollò le spalle, un po’ nervoso.

Ko: dannato aereo, non è permesso fumare…

Il suo fu molto simile ad un ringhio, ma non lo sentii quasi. I miei occhi erano fissi nel vuoto e lo sguardo spento era immobile. Appoggiata alla spalliera del sediolino, ascoltavo il suono dell’aereo che lentamente decollava verso il mio destino o la mia distruzione…

Mi avrebbero riconosciuto? Avrebbero capito che la ragazza dagli occhi tristi e a volte spiritati era ciò che restava di Isabella Swan? No, forse non avrebbero compreso… ma una parte di me sperava ardentemente che fosse così.

Mi voltai verso il vetro, guardando il riflesso che esso mi rimandava… non ero invecchiata, niente rughe, niente imperfezioni sulla pelle…se non quelle due grandi occhiaie scurissime che mi circondavano gli occhi color cioccolato. Già, erano anni che non dormivo. Non dormivo perché gli incubi erano la mia costante compagnia ogni volta che chiudevo gli occhi. Non dormivo perché le mie colpe tornavano continuamente a ricordarmi cos’ero in realtà.

I lunghi capelli castani (ora legati in una crocchia) si erano fatti boccolosi e l’odioso diadema d’argento mi circondava la fronte, brillando sinistramente.

Ko: anche se siamo alla fine di Ottobre, sarà meglio che ti copri bene.

Scossi il capo, rabbrividendo di freddo. Come al solito mi ero vestita molto leggera, ma in previsione del caldo che avrei sentito a Forks a parer mio non era stata una scelta stupida quel vestito.

Poi la mia testa si svuotò e passai ore intere con la testa inclinata da un lato a fissare il vuoto.

 

Astrea: BELLA, VAI VIA!!!!!!!!!

Be: ma…

As: VATTENE!!!!!!!!! ORA!!!!!!!!!!!!!!!

 

Chissà cos’avrebbe detto Astrea vedendomi in quello stato…magari mi avrebbe tirato un delicato pugno in testa dicendomi che ero un idiota…e non aveva torto.

 

As: l’importante è credere in sé stessi, una persona che non crede di potercela fare non merita nemmeno di impegnarsi, no?

 

  Alzai gli occhi, respirando a fondo. Maledetti ricordi. Avevo perso tutto, anche me stessa. Abbandonata a me stessa, mi ero lasciata andare all’indifferenza che mi aveva accolto a braccia aperte.

Stupida.

 

As: io credo in te, sorellina.

 

E dopo anni di totale indifferenza e freddezza, il mio cuore batté velocemente, così forte da far male.

Mi posai una mano sul petto, sentendo la sorpresa farsi spazio dentro di me ma non sul mio viso inespressivo.

 

???: Bella…

 

Mi toccai il diadema. Cosa diavolo stavo combinando??? Perché tornavo nel luogo dove era finita la mia vita? Semplice pazzia o smania di farmi del male?

 

???: tu sei tutta la mia vita adesso.

 

Affondai le dita nella carne delle tempie, sperando di trovarmi in un brutto incubo… ma in un incubo senza uscita ci ero entrata anni fa. E intanto il mio subconscio umano, rimasto seppellito in un angolo di me per anni, si svegliava lentamente.

“Sei impazzita???

Credo di sì…

Ti stai conducendo da sola al suicidio.

Lo so.”

 

Altro pessimo capitolo! Noooon mi uccidete…

Jacob: wof! ^O^

Jake!!! Tu non ci sei ancora nella storia, che cavolo fai qui??? O.o

Jake: arf!!! ^O^

?!?!?!

Alice (apparsa dal nulla): wow!!! EEEEEEDDDDDDDYYYYYY HA FUNZIONATOOOOOO

Funzionato cosa??? °v°

Edward (apparso dal nulla): stiamo seguendo un corso di ipnotismo… a quanto pare la tecnica del pendolo funziona! °.°

Pendo…aspettate… MI AVETE IPNOTIZZATO IL CANE????????

Jake: wof! ^O^

Ali: in parole povere sì! ^o^

FATELO TORNARE NORMALE!!!!!!! SUBITO!!!!!!!!!

Ed: abbiamo fatto il corso per ipnotismo non per disipnotismo u.u

(Risatina sinistra) ihihihihihihihihihihihihihi…uhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuhu

Ali/Ed: che…Tomi? perché hai le stelline assatanate agli occhi??? O__o ehi… no, aspetta…caaaalma…IUTTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

(Con una motosega in mano) VI UCCCCCIIIIIIDOOOOO!!!!!!!!!! TROVATE UN ALTRO BOTOLO CHE LO SOSTITUISCAAAAAA MI SERVE PER LA STORIAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ali (indietreggia): ma non lo sapevamooooo

NON PUO’ RECITARE SE ABBAIA SOLOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ed (indietreggia): ma infondo è un cane e…

E’ UN MEZZO-CANE!!!!!!!!!!!!! NELLA STORIA E’ ANCHE UMANO COME CA**O PARLA CON BELLA???????????

Ed (scappa): INSEGNALE IL CAGNESE!!!!!!!!!!!!

Jake: wofff!!!!!!!!! ^O^

 

Domanda (sempre la stessa! XD): COS’E’ DIVENTATA BELLA?????

 

Ps: le anticipazioni sono alla fine dei ringraziamenti!!!!

 

CriPattinson: eheh, diciamo che per ora avete conosciuto un po’ Koryu. Non lasciarti ingannare dalle apparenze, si scoprirà una persona ben diversa dal ghiacciolo che è ora! non dico altro! In ogni caso quando Bella andrà a Forks…beh…ti dico solo che farà un incontro speciale! Grazie delle recensioni, sei stata gentilissimissima e questo capitolo è per voi commentatori! Baci!

 

 MonicaLaBuona: davvero ti è piaciuto??? Wow, sono contentissima! Che bello, sei tornata!!! Mi sei mancata, mia regina! XD in ogni caso forse qualcuno ha già capito cosa è diventata Bella, mi sono un po’ fregata infilandoci subito Koryu! Non dico altro, tra qualche miliardo di capitoli capirete che bestia è Bellina!!! Grazie mille del commento!

 

Cullengirl: eheh, già, secondo te cos’è Bellina??? Rispondi un po’, vediamo se indovini! Siete dei geni, nelle altre storie avete indovinato! Coraggio faccio il tifo per voi!! grazie del commento!!

 

Mazza: come faccio? Semplice, sono abbastanza folle da scrivere queste cavolate pietose che poi a me non piacciono mai!! XD non preoccuparti, l’altra storia non la dimentico, promesso! Anche perché l’ho già finita devo solo aggiornare!!! Muahahahahahahha grazie del commento, mi ha commossa un sacco, davvero.

 

Toru85: ecco il seguito, spero che ti sia piaciuto…anche perché a me le mie storie non piacciono maiiii!!! XD grazie del commento sei stata/o gentilissima/o!!!

 

Kirya: hai molte domande, vedo! Beh, le risposte le conoscerai leggendo… e recensendo se per te non è una scocciatura! XD presto sapremo la storia di Koryu e riguardo ad Astrea…beh, forse un po’ si è capito perché non è con Bella! Fammi sapere cara, e grazie!!!

 

Michelegiolo: Goku? Mmm, forse! Grazie mille del commento, spero che indovini presto che bestia ho piazzato a quella poverina di Bella in questa storia pietosa!!! Grazissimo, vi dedico questo capitolo, anche se non è molto! ^________^

 

EsthelBlackAngel: l…l’ho scritta bene??? IO???? O///////////////////O oddio, mi fai arrossireeee!!!! In più sono contentissima che provi curiosità verso Koryu! Più in là sapremo di più su di lui! che ne pensi ora di questa new entry? Forse ti è un po’ antipatica!!! Fammi sapere…e grazie, ti sono debitrice di miliardi di recensioni più o meno! XD

 

Shinalia: grazie, ecco il nuovo capitolo, spero sia piaciuto!!! Fammi sapere, ok? E… grazie!

 

Anticipazioni: è il momento di tornare, è il momento di trovarsi faccia a faccia col passato. Bella sarà in grado di contrastarlo? Riuscirà a restare impassibile davanti alla sua vecchia io? sì, no, forse. La ragazza si volta e una Volvo argentata le passa accanto. Crack! Qualcosa si crepa e minuscole schegge di dolore le graffiano l’anima già martoriata.

“Nessuno poteva sentirmi. Nessuno poteva tendermi la mano…la luce di speranza che mi aveva salvato, si era spenta un giorno come tanti insieme ai miei sogni che in qualche modo avevo tentato di far rinascere.”

  
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