Sii
come le onde del mare, che pur infrangendosi contro gli scogli,
hanno sempre la forza di ricominciare.
Il
suono argentino del
pianoforte si propagò per tutta la casa, lento e delicato.
Delle mani svelte e
leggere si posavano con grazia sui tasti d’avorio e la
melodia composta che
usciva dallo strumento si dimostrò triste e addolorata. Come
tutte le mie opere
dopotutto.
Sì,
avevo imparato a suonare
il pianoforte, forse per ricordare, forse per trovare qualcosa che
esprimesse
le mie emozioni…l’unica cosa che facesse
comprendere che anch’io ne provavo.
Qualcuno
mi si avvicinò,
camminando alle mie spalle con leggerezza e grazia. Un giovane,
affascinante uomo
sui trenta anni dai capelli disordinati color dell’oro e gli
occhi ametista mi
affiancò senza parlare, guardando serio le mie dita che
scivolavano sui tasti
del piano.
Sentii
il suo profumo fresco
di vaniglia solleticarmi il naso e chiusi gli occhi, abbandonandomi
alla
musica.
Improvvisamente
una seconda
melodia accompagnò quella che già stavo suonando.
Il giovane uomo era piegato e
con una mano spalleggiava le mie note delicate e malinconiche.
Già,
malinconiche.
Quanti
ricordi, quante
emozioni, quante lacrime mai versate. Sì, perché
io da quel giorno non piansi
più. Forse i miei occhi si erano semplicemente seccati, o
non provavo più
abbastanza emozioni da scoppiare a piangere.
???:
sicura che non ti và di
uscire?
L’uomo
parlò con voce dura,
ma solo io riuscivo sempre a sentirci un fondo di tenerezza verso di
me.
Scossi
il capo senza parlare
e rallentai un po’ l’andatura della melodia,
premendo con più leggerezza i
tasti bianchi e neri dello strumento.
Chissà
che fine avevano fatto
tutti. Chissà se la famiglia di vampiri si era trasferita.
Chissà se mio padre
aveva pianto per me. Chissà cosa aveva fatto Jake appena
saputa la notizia
della mia sparizione. Chissà.
Guardai
i tasti candidi del
pianoforte…bianchi come la Sua pelle.
Smisi
di suonare
all’improvviso e l’uomo si fermò subito
dopo, ritardando di una sola nota.
Mi
alzai dallo sgabello di
legno su cui ero seduta e mi guardai intorno, accarezzando con lo
sguardo il
piccolo salone luminoso dalle cui finestre filtravano grandi fasci di
luce
solare e un caminetto alla mia destra irradiava le pareti con il fuoco
attizzato al suo interno.
Magari
adesso a Forks
pioveva, al contrario di Tolketna (Alaska) su cui splendeva un gelido,
raro
sole.
???:
faresti meglio a
coprirti di più.
Mi
voltai a guardare Koryu
con occhi inespressivi e vuoti come sempre, scrollando le spalle.
Indossavo un
semplice maglione bianco di qualche taglia più grande di me
e un jeans stretto.
Sì, sentivo freddo…ma non mi importava. Ormai
erano nove anni che
l’indifferenza si era fatta spazio sul mio viso, invadendo le
mie giornate e
privandomi anche della più piccola emozione.
Bella:
sei vestito come me,
dovresti cominciare a dare il buon esempio prima di parlare.
Ko:
mpf…
Koryu
trasse una sigaretta
dalla tasca del jeans scuro che indossava e se l’accese,
compiendo un lungo
tiro.
Ko:
vuoi?
Scrollai
le spalle e mi
avvicinai a lui. Mi resse la sigaretta, accostandomela alle labbra
mentre
traevo una boccata e poi cacciavo il fumo con un sospiro.
Be:
grazie.
Lui
annuì e si voltò.
Ko:
senti una cosa.
Lo
guardai, inclinando la
testa di lato. Patetica. Stupida. Ma soprattutto…inutile.
Così mi sentivo. E
questa ero. Niente di diverso da un semplice oggetto…anzi,
quello sarebbe stato
più utile di me.
Ko:
domani partirò per
incontrare un amico…che si trova a Forks.
E
per la prima volta, mostrai
qualcosa di vagamente diverso dall’indifferenza. Allargai
leggermente gli
occhi, alzando automaticamente la mano e sfiorandomi con delicatezza il
diadema
che mi circondava saldamente la fronte.
Forks.
Quella Forks. La
stessa Forks in cui avevo conosciuto felicità…e
vita. Vita vera. Vita in cui
non ero costretta ad andare in giro con un Dispositivo di Controllo
addosso.
Vita in cui una ragazza maldestra e sorridente abbracciava il suo unico
amore,
pregandogli di non lasciarla mai…ma dov’erano
finiti quei tempi luminosi? Li
avevo mai vissuti? Ero davvero io quella ragazza?
Poi
l’immagine nella mia
testa si trasformò. Una creatura vagamente umana, smunta,
depressa, pallida
ombra di un passato spento come una candela su cui ha soffiato una
folata di
vento.
Potevo
azzardarmi a tornare
lì? Potevo azzardarmi a tornare a Forks? Qualcuno si sarebbe
ricordato di
Isabella Swan? Della ragazza scomparsa? Ricordo quel giorno in cui
Astrea mi
porse i soldi per comprare il giornale…e in ultima pagina
trovai un breve
paragrafo di appena tre righe su una ragazza scomparsa dalla sperduta
cittadina
di Forks. Una ragazza però che non sarebbe mai
più tornata…o questo credeva
fino a quel momento. Già, perché in quel momento
le si presentava una scelta:
poteva non muoversi da dove si trovava…o poteva tornare.
Poteva rivedere La
Push, la sua vecchia casa…e magari anche la Loro. La casa in
cui Lui aveva
camminato tante volte, silenzioso come un giaguaro pronto a balzare
sulla
preda, bello come un dio greco e forse anche di più.
Chiusi
gli occhi, passandomi
lentamente una mano sul volto. Sapevo che Koryu si era voltato per
constatare
le mie reazioni, e sapevo anche che difficilmente avrei potuto
nascondergliele.
Ko:
non insisterò, né ti
costringerò a venire. Ti dico solo una cosa…sei
tu che decidi per te, non
lasciare che l’ansia di tornare indietro o la paura di
rivedere quel posto
condizionino le tue scelte.
Saggio
come sempre, troppo
saggio per uno della sua età.
Socchiusi
gli occhi,
guardando il pavimento.
Mi
voltai, andando a sedermi
davanti al camino acceso. Il calore del fuoco che allegramente
scoppiettava
davanti a me mi avvolse e il suo frenetico danzare mi
ipnotizzò quasi subito.
Non mi accorsi che Koryu mi affiancava con il suo passo felpato,
guardando come
me il fuoco scoppiettante.
Sentii
l’odore acre del fumo
confondersi con quello di vaniglia che lui aveva addosso.
Sospirai.
Be:
ho paura.
Lui
non rispose. Era un
chiaro invito a continuare.
Gli
lanciai una fugace
occhiata e vidi i suoi capelli dorati riflettere la luce delle fiamme
scarlatte.
Be:
e se Loro si trovassero
ancora lì? Come reagirei?
Ko:
sai perché quel giorno di
tre anni fa ti salvai, Isabella?
Lo
guardai, inclinando la
testa. Lui continuò a fissare impassibile le fiamme.
Ko:
quel giorno, tu mi
guardasti alzando gli occhi attraverso la fitta pioggia che
cadeva…
Inspirò
del fumo e lo gettò
fuori con calma.
Ko:
i tuoi occhi mi chiesero
di ucciderti. E per questo io ti salvai.
Si
accostò nuovamente la
sigaretta alle labbra, impassibile.
Lo
guardai, un po’ stranita.
A volte le parole di Koryu erano dense di significato, anche se
potevano
sembrare stupide o scontate… ma chissà come,
riusciva sempre a colpire al
cuore.
Be:
sarai con me?
Koryu
non mi guardò. Si
limitò a gettare la cicca nel fuoco e ad avviarsi lentamente
verso la porta.
Ko:
tsk.
Scossi
il capo. Sottotitolato,
quel “tsk” era un sì.
Già…io
stessa mi sto ancora
chiedendo perché mi salvò la vita quel giorno.
Non è mai stato tanto chiaro sul
perché del suo gesto. Ma quando lo guardai…capii
in qualche modo che non mi
avrebbe lasciata lì. Tuttavia non mi aspettavo che arrivasse
addirittura a
prendersi cura di me. Sempre freddo con tutti, sempre distante. Non
capivo mai
dove aveva la testa, ma era ovvio che quell’uomo aveva
scoperto troppe cose
troppo presto e questo lo si poteva intuire anche solo dallo sguardo.
Non
conoscevo il suo passato, non mi ero mai azzardata a chiederglielo. Ma
neanche
lui conosceva il mio e mai le sue labbra avevano domandato qualcosa.
Non mi
chiese mai perché quel giorno mi trovavo tramortita nei
pressi di Tolketna. Non
mi chiese perché passai settimane nel letto senza aprire
bocca né guardarlo in
faccia nonostante fossi guarita. L’unica cosa che mi ero
azzardata a rivelargli
era la mia vera natura. Credetti che questo lo avrebbe allontanato da
me, lo
avrebbe fatto fuggire via urlando…ma Koryu era un tipo
assolutamente
imprevedibile.
Ko: essere ciò che sei
non ti rende una bestia come
credi.
Già,
mi disse così. Ma non
capii quelle parole e ancora allora stavo cercando una risposta.
Ko:
partiamo domani
all’alba…se fai tardi, resti qui.
Se
i miei sorrisi non fossero
stati così faticosi, Koryu mi avrebbe fatto ridacchiare
molto spesso. Non
cambiava mai.
Koryu:
spero che non soffri
il mal d’aria.
Salimmo
veloci sull’aereo. Un
lungo vestito di lana azzurra avvolgeva il mio corpo magro e perfetto.
Un corpo
da cacciatrice, simile a quello di una vampira, un corpo allenato e
scattante.
I lunghi capelli ondulati castano chiaro erano legati in una crocchia
per
agevolarmi i movimenti e il diadema d’argento con il diamante
nero incastrato
al centro attirava fin troppo l’attenzione della gente.
Be:
accidenti a loro, perché
mi guardano così?
Koryu
scrollò le spalle, un
po’ nervoso.
Ko:
dannato aereo, non è
permesso fumare…
Il
suo fu molto simile ad un
ringhio, ma non lo sentii quasi. I miei occhi erano fissi nel vuoto e
lo
sguardo spento era immobile. Appoggiata alla spalliera del sediolino,
ascoltavo
il suono dell’aereo che lentamente decollava verso il mio
destino o la mia
distruzione…
Mi
avrebbero riconosciuto?
Avrebbero capito che la ragazza dagli occhi tristi e a volte spiritati
era ciò
che restava di Isabella Swan? No, forse non avrebbero
compreso… ma una parte di
me sperava ardentemente che fosse così.
Mi
voltai verso il vetro,
guardando il riflesso che esso mi rimandava… non ero
invecchiata, niente rughe,
niente imperfezioni sulla pelle…se non quelle due grandi
occhiaie scurissime
che mi circondavano gli occhi color cioccolato. Già, erano
anni che non
dormivo. Non dormivo perché gli incubi erano la mia costante
compagnia ogni
volta che chiudevo gli occhi. Non dormivo perché le mie
colpe tornavano
continuamente a ricordarmi cos’ero in realtà.
I
lunghi capelli castani (ora
legati in una crocchia) si erano fatti boccolosi e l’odioso
diadema d’argento
mi circondava la fronte, brillando sinistramente.
Ko:
anche se siamo alla fine
di Ottobre, sarà meglio che ti copri bene.
Scossi
il capo, rabbrividendo
di freddo. Come al solito mi ero vestita molto leggera, ma in
previsione del
caldo che avrei sentito a Forks a parer mio non era stata una scelta
stupida
quel vestito.
Poi
la mia testa si svuotò e
passai ore intere con la testa inclinata da un lato a fissare il vuoto.
Astrea: BELLA, VAI
VIA!!!!!!!!!
Be: ma…
As: VATTENE!!!!!!!!!
ORA!!!!!!!!!!!!!!!
Chissà
cos’avrebbe detto
Astrea vedendomi in quello stato…magari mi avrebbe tirato un
delicato pugno in
testa dicendomi che ero un idiota…e non aveva torto.
As:
l’importante è credere in sé stessi,
una
persona che non crede di potercela fare non merita nemmeno di
impegnarsi, no?
Alzai
gli occhi, respirando a fondo. Maledetti ricordi. Avevo perso tutto,
anche me
stessa. Abbandonata a me stessa, mi ero lasciata andare
all’indifferenza che mi
aveva accolto a braccia aperte.
Stupida.
As: io credo in te,
sorellina.
E
dopo anni di totale
indifferenza e freddezza, il mio cuore batté velocemente,
così forte da far
male.
Mi
posai una mano sul petto,
sentendo la sorpresa farsi spazio dentro di me ma non sul mio viso
inespressivo.
???: Bella…
Mi
toccai il diadema. Cosa
diavolo stavo combinando??? Perché tornavo nel luogo dove
era finita la mia
vita? Semplice pazzia o smania di farmi del male?
???: tu sei tutta la
mia vita adesso.
Affondai
le dita nella carne
delle tempie, sperando di trovarmi in un brutto incubo… ma
in un incubo senza
uscita ci ero entrata anni fa. E intanto il mio subconscio umano,
rimasto
seppellito in un angolo di me per anni, si svegliava lentamente.
“Sei impazzita???
Credo di sì…
Ti stai conducendo da sola al
suicidio.
Lo so.”
Altro
pessimo
capitolo! Noooon mi uccidete…
Jacob:
wof! ^O^
Jake!!!
Tu non
ci sei ancora nella storia, che cavolo fai qui??? O.o
Jake:
arf!!!
^O^
?!?!?!
Alice
(apparsa
dal nulla): wow!!! EEEEEEDDDDDDDYYYYYY HA FUNZIONATOOOOOO
Funzionato
cosa??? °v°
Edward
(apparso
dal nulla): stiamo seguendo un corso di ipnotismo… a quanto
pare la tecnica del
pendolo funziona! °.°
Pendo…aspettate…
MI AVETE IPNOTIZZATO IL CANE????????
Jake:
wof! ^O^
Ali: in
parole
povere sì! ^o^
FATELO
TORNARE
NORMALE!!!!!!! SUBITO!!!!!!!!!
Ed:
abbiamo
fatto il corso per ipnotismo non per disipnotismo u.u
(Risatina
sinistra)
ihihihihihihihihihihihihihi…uhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuhuhu
Ali/Ed:
che…Tomi?
perché hai le stelline assatanate agli occhi??? O__o
ehi… no,
aspetta…caaaalma…IUTTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
(Con una
motosega in mano) VI UCCCCCIIIIIIDOOOOO!!!!!!!!!! TROVATE UN ALTRO
BOTOLO CHE
LO SOSTITUISCAAAAAA MI SERVE PER LA
STORIAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ali
(indietreggia): ma non lo sapevamooooo
NON
PUO’
RECITARE SE ABBAIA SOLOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ed
(indietreggia): ma infondo è un cane e…
E’
UN MEZZO-CANE!!!!!!!!!!!!!
NELLA STORIA E’ ANCHE UMANO COME CA**O PARLA CON
BELLA???????????
Ed
(scappa):
INSEGNALE IL CAGNESE!!!!!!!!!!!!
Jake:
wofff!!!!!!!!! ^O^
Domanda (sempre la stessa! XD):
COS’E’ DIVENTATA
BELLA?????
Ps: le anticipazioni sono alla fine
dei
ringraziamenti!!!!
CriPattinson: eheh,
diciamo che per ora avete conosciuto un po’ Koryu. Non
lasciarti ingannare
dalle apparenze, si scoprirà una persona ben diversa dal
ghiacciolo che è ora!
non dico altro! In ogni caso quando Bella andrà a
Forks…beh…ti dico solo che
farà un incontro speciale! Grazie delle recensioni, sei
stata gentilissimissima
e questo capitolo è per voi commentatori! Baci!
MonicaLaBuona:
davvero ti è piaciuto??? Wow,
sono contentissima! Che bello, sei tornata!!! Mi sei mancata, mia
regina! XD in
ogni caso forse qualcuno ha già capito cosa è
diventata Bella, mi sono un po’ fregata
infilandoci subito Koryu! Non dico altro, tra qualche miliardo di
capitoli
capirete che bestia è Bellina!!! Grazie mille del commento!
Cullengirl: eheh,
già, secondo te cos’è Bellina???
Rispondi un po’, vediamo se indovini! Siete
dei geni, nelle altre storie avete indovinato! Coraggio faccio il tifo
per
voi!! grazie del commento!!
Mazza: come faccio?
Semplice, sono abbastanza folle da scrivere queste cavolate pietose che
poi a
me non piacciono mai!! XD non preoccuparti, l’altra storia
non la dimentico,
promesso! Anche perché l’ho già finita
devo solo aggiornare!!! Muahahahahahahha
grazie del commento, mi ha commossa un sacco, davvero.
Toru85: ecco il
seguito, spero che ti sia piaciuto…anche perché a
me le mie storie non
piacciono maiiii!!! XD grazie del commento sei stata/o gentilissima/o!!!
Kirya: hai molte
domande, vedo! Beh, le risposte le conoscerai leggendo… e
recensendo se per te
non è una scocciatura! XD presto sapremo la storia di Koryu
e riguardo ad
Astrea…beh, forse un po’ si è capito
perché non è con Bella! Fammi sapere cara,
e grazie!!!
Michelegiolo: Goku?
Mmm, forse! Grazie mille del commento, spero che indovini presto che
bestia ho
piazzato a quella poverina di Bella in questa storia pietosa!!!
Grazissimo, vi
dedico questo capitolo, anche se non è molto! ^________^
EsthelBlackAngel:
l…l’ho scritta bene??? IO????
O///////////////////O oddio,
mi fai arrossireeee!!!! In più sono contentissima che provi
curiosità verso
Koryu! Più in là sapremo di più su di
lui! che ne pensi ora di questa new
entry? Forse ti è un po’ antipatica!!! Fammi
sapere…e grazie, ti sono debitrice
di miliardi di recensioni più o meno! XD
Shinalia: grazie,
ecco il nuovo capitolo, spero sia piaciuto!!! Fammi sapere, ok?
E… grazie!
Anticipazioni:
è
il momento di tornare, è il momento di trovarsi faccia a
faccia col passato.
Bella sarà in grado di contrastarlo? Riuscirà a
restare impassibile davanti
alla sua vecchia io? sì, no, forse. La ragazza si volta e
una Volvo argentata
le passa accanto. Crack! Qualcosa si crepa e minuscole schegge di
dolore le
graffiano l’anima già martoriata.
“Nessuno
poteva sentirmi. Nessuno poteva
tendermi la mano…la luce di speranza che mi aveva salvato,
si era spenta un
giorno come tanti insieme ai miei sogni che in qualche modo avevo
tentato di
far rinascere.”