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Autore: Aagainst    03/04/2016    1 recensioni
Una serie di omicidi sconvolge Washington. Le vittime sono tutti ragazzi, pestati a sangue. La squadra è chiamata a risolvere il caso, ma il rischio di rimanere intrappolati in un gioco mortale sarà altissimo
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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4.
Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per tutta la vita.

(Anonimo)
 

-Agenti Jareau e Reid. Lei deve essere la signorina Marshall.- esordì Spencer. Lui e JJ erano corsi immediatamente alla Clarkmore High School, il vecchio liceo di Elizabeth e, con somma sorpresa, avevano trovato la preside, Paula Marshall, giovanissima, pronta a riceverli.

-Paula Marshall. Mi hanno avvertita del vostro arrivo e ho pensato che, magari, questi documenti potessero servirvi.- spiegò la dirigente, porgendo a JJ delle carte.
-Di cosa si tratta?- domandò l'agente.
-Sono rispettivamente i documenti di iscrizione e la pagella di Elizabeth.- rispose Paula, sospirando.
-Sembra molto preoccupata per lei. La conosceva bene?- chiese Spencer. La signorina Marshall sospirò nuovamente.
-Veniva spesso mandata qui in presidenza. Ho capito subito che non era una ragazza... Come dire? Normale?-.
-Che intende dire?- si incuriosì JJ.
-Intendo dire che compresi immediatamente che il contesto in cui viveva non era dei migliori. Cercai più volte di spronarla a non ficcarsi nei guai e chiesi agli insegnanti di non essere troppo severi nei suoi confronti. Purtroppo non è servito a nulla.- spiegò Paula.
-Per caso ha conosciuto anche i suoi genitori affidatari? O, più semplicemente, l'assistente sociale a cui faceva riferimento?- continuò a chiedere Spencer.
-Conobbi i coniugi Grier, i Russel e gli Smith, rispettivamente la prima, la seconda e la terza coppia a cui fu affidata. Le cambiò tutte e tre nel giro di due mesi. Per quanto riguarda l'assistente sociale, se ne occupava una certa signora Brenda Cornwell, ma l'ho incontrata giusto un paio di volte.- affermò la preside. 
-Se volete scusarmi, provo a cercare altre carte. Torno subito.- dichiarò la giovane donna, uscendo dalla presidenza e recandosi in archivio. Reid aggrottò le sopracciglia. 
-Che hai Reid?- gli domandò Jennifer.
-È troppo preoccupata. Insomma, questa scuola è enorme! Chissà quanti studenti finiscono ogni volta nei guai con la legge. No, c'è decisamente qualcosa che non mi torna.- spiegò Spencer.
-Magari la vedeva molto spesso e l'ha davvero conosciuta benissimo. Forse si è semplicemente affezionata.- replicò la bionda.
-Forse. O magari nasconde semplicemente qualcosa.- ribatté Reid, che si ricompose non appena la dirigente rientrò.
-Ho trovato gli indirizzi delle coppie a cui è stata affidata.- asserì, porgendo un foglio a JJ.
-Spero di esservi stata utile.- aggiunse. Reid la guardò negli occhi. La donna deglutì.
-È insolito vedere presidi così attenti a studenti a cui nemmeno insegnano.- affermò Spencer.
-Ascolti, se non ci ha detto qualcosa riguardo al rapporto che aveva con Elizabeth, è opportuno che lo faccia. Potrebbe servirci.- dichiarò JJ, cercando di tranquillizzare Paula. La donna sospirò, poi si sedette. 
-Elizabeth veniva in presidenza almeno una volta ogni due giorni. Sulle prime, la trattavo come tratto tutti gli studenti indisciplinati: ho chiamato a casa, ho messo note sul registro e l'ho sospesa due volte. Ma subito mi si è palesato che in lei qualcosa non andava. Così ho iniziato a invitarla a uscire con me. È nata una sorta di amicizia.- raccontò la preside.
-Mi raccontò della sua famiglia, di come i suoi genitori erano morti e del fatto che gli assistenti sociali l'avevano separata dal fratello. Si aprì con me, capite?- continuò.
-E perché non voleva raccontarcelo?- chiese Reid. 
-Perché è colpa mia se è scappata di casa.- asserì la signorina Marshall, lapidaria. 
-Mi confessò che non si trovava bene dagli Smith, che non la capivano. Mi chiese se poteva trasferirsi da me.-
-E lei?- domandò JJ.
-E io le risposi di no. Ero appena andata a convivere con il mio fidanzato e non mi sembrava Il caso. Lei ha urlato di odiarmi, mi ha detto che l'avevo solamente presa in giro, che l'avevo usata solamente per tenermi la coscienza a posto.-
-Ed è la verità?- la provocò Jennifer.
-No. Ma fatto sta che, la sera, mi chiamarono per dirmi che era scomparsa, e con lei tutte le sue cose.- rispose Paula, scoppiando a piangere, sotto gli sguardi attoniti di JJ e Reid.
 
-Allora, che ne pensi?- domandò Jennifer a Spencer, una volta usciti dal liceo.
-Penso che Elizabeth sia scappata e, una volta per strada, possa essere venuta a contatto con la setta che cerchiamo.- rispose l'agente più giovane. 
-Giusta osservazione.- replicò JJ.
-Beh, direi che possiamo andare a fare due chiacchiere con i coniugi Smith.- affermò la bionda.
 
-Allora, Josh, parlaci di tua sorella.- esordì Derek. Il ragazzo lo fissò dritto negli occhi. 
-Io e mia sorella non ci vediamo da oltre due anni. Gli assistenti sociali ci hanno separati. Ho compiuto diciotto anni tre mesi fa e ho deciso di venire a cercarla.- spiegò il giovane.
-Sai per caso se è entrata in un brutto giro?- domandò Emily. Josh si morse il labbro, poi scosse la testa.
-Non so niente di niente.- rispose.
-Ragazzo, non fare il furbo con noi. Andiamo, dì la verità.- lo rimproverò Morgan.
-Ma è la verità.- si difese Josh. 
-Lo sappiamo tutti e tre che non lo è.- replicò l'agente Prentiss. 
-Voi non sapete un accidente! Mi avete portato qui, in una sala per gli interrogatori, sperando che io potessi aiutarvi a far arrestare mia sorella! Mi credete un imbecille, forse? Elizabeth è tutto ciò che mi resta! Lo sapete voi cosa significa restare in uno schifo d'istituto da soli, senza nessuno che vi ami? Senza nessuno che vi voglia bene o che, almeno, ci provi? Siete dei luridi vermi!-.
Derek si innervosì, ma Emily lo tranquillizzò.
-Noi vogliamo solo aiutare tua sorella. Abbiamo paura che sia immischiata in un caso che stiamo seguendo e dobbiamo sapere se è venuta a contatto con persone strane negli ultimi tempi.- asserì.
-E come faccio a saperlo?- sbottò Josh.
-Lo sai eccome!- esclamò Morgan, alquanto nervoso. Josh sospirò.
-C'è un uomo che si fa chiamare Il Pastore. Nessuno l'ha mai visto in faccia e chi entra in contatto con lui e riesce poi a raccontarlo sostiene che indossi una maschera. Ha creato una vera e propria setta, si fanno chiamare gli Unchained. Non so che cavolo facciano lì dentro, so solo che mia sorella bazzica quelle persone.- spiegò il ragazzo. 
-Sai solo questo? Sei sicuro?- chiese Emily, fissando il giovane negli occhi. I due sostennero uno lo sguardo dell'altra per qualche istante.
-Sì. Non so altro.- rispose Josh.
-Va bene, puoi andare.- affermò Derek, accompagnandolo alla porta. Lo guardò andarsene.
-Non ti convince del tutto, vero?- domandò l'agente Prentiss.
-Perché, a te sì?- ribatté Morgan.
-Per me sa benissimo cosa fanno e chi sono questi Unchained. Ma non aveva senso insistere oltre, mi sembrava davvero molto spaventato. Chiunque siano, devono sapere il fatto loro.- continuò l'uomo. I due agenti furono interrotti da Hotch.
-Prentiss, Morgan, preparatevi. Abbiamo una nuova vittima.- annunciò.
 
Elizabeth stava correndo. Un uomo mascherato la inseguiva. Era alto, muscoloso e la sua risata maligna le gelava il sangue nelle vene. Le aveva ordinato di finire il lavoro. E lei aveva scelto di non farlo. Ora avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.
 
Elizabeth si svegliò di soprassalto. Era tutta sudata. Si guardò le mani, piene di sangue. Ancora una volta si era piegata. Era stata debole. Lei era debole, lo sarebbe sempre stata. Si odiava. Scoppiò a piangere, disperata. Le aveva ordinato di finire il lavoro e lei lo aveva fatto. Ora avrebbe dovuto pagarne le conseguenze.
 

 

Angolo dell'Autrice

Scusate il ritardo, ma durante le vacanze ho avuto poco tempo e ho scritto poco. Spero di farmi perdonare con questo capitolo. 
Ringrazio di cuore 
Shiori Lily Chiara e CloveRavenclaw39 per le recensioni. Alla prossima!

 
   
 
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