Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: Tinucha    03/04/2016    3 recensioni
Sono una di quelle persone dannatamente gelose e possessive. E ho bisogno di una persona che mi faccia incazzare senza smettere però di farmi avere la certezza che è e sarà solo mia. E ho bisogno di te.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV RUGGERO
'Calma Ruggero sono cose che capitano tutti i santissimi giorni, devi solo conoscere i genitori della tua ragazza' respirai a fondo tranquillizzandomi prima di ricordarmi che ero stato invitato a cena in quella casa solo perché avevo lasciato un preservativo sul comodino di Candelaria. Ad un tratto quella piccola, ma accogliente casa mi sembrò un covo di assassini. Se avessi avuto una figlia donna e avessi trovato un preservativo nella sua camera non ci sarebbe di certo stato un domani per il suo ragazzo. Suonai il campanello tossicchiando. Quando la porta si aprì sgranai gli occhi alla vista di un uomo ben piazzato, con un fisico decisamente migliore del mio. << S-salve. >> balbettai sorridendo nervosamente e porgendogli la mano. Lui accettò la stretta con molta decisione e mi guardò negli occhi. << Sono Carlos, il padre di Candelaria. Tu devi essere Ruggero, il suo ragazzo. >> sorrise cordialmente mentre avvertii i miei muscoli rilassarsi. << ..quello che ha lasciato un preservativo sul comodino della mia bambina, no? >> ecco. Avevo cantato vittoria troppo presto. << Carlos Smettila! Voglio vedere questo ragazzo, avanti. >> una donna lo spinse via posando lo sguardo su di me. Dai suoi capelli rossi accesi compresi fosse la madre della mia bimba. Indugiò parecchio sui miei capelli spettinati e poi fece uno di quei sorrisi da togliere il fiato. Uno di quei sorrisi alla Candelaria Molfese. << Mia figlia aveva proprio ragione. >> << Ecco io..posso entrare? >> chiesi imbarazzato mentre lei si spostò di lato porgendomi la mano. << Sono Lilian, la madre di Candelaria. >> << Ruggero. >> le sorrisi avvertendo lo sguardo inceneritore di Carlos su di me. Se li sguardi uccidessero, sarei già nell'oltretomba.


La cena sembrava proseguire..serena, escludendo Carlos ed i suoi occhi inquietanti su di me. << È squisito Signora Molfese. >> sorrisi riferendomi a qualunque buona sostanza stessi ingurgitando in quel momento. << Oh no ti prego Ruggero, chiamaci per nome e dacci del tu. >> sorrise cordialmente indicando se stessa e suo marito. << O-ok. >> << Ok. Basta non voglio fare finta di niente. Ho bisogno che tu Ruggero venga con me di là. Voglio parlare con te. Un minuto. Un solo fottuto minuto. >> deglutii annuendo e voltandomi verso Cande la guardai in modo rassicurante, per poi alzarmi e seguire Carlos. << Quando ho trovato quel preservativo, giuro volevo ucciderti. >> sputò cominciando a fare avanti e dietro nel salotto. << Ma non lo farò. >> << Ah no? >> sbottai invece io abbastanza confuso. << Il modo in cui vi guardate tu e mia figlia. Non è quello di due semplici ragazzini che si stanno divertendo. È quello di un uomo ed una donna innamorati. Anche il fatto che tu l'abbia rassicurata con uno sguardo. Per questo ti risparmierò, ragazzino. Ma se trovo ancora un preservativo in questa casa verrò a cercarti. E non per una semplice chiacchierata in amicizia, puoi starne certo. >> sorrisi ringraziandolo con gli occhi e mentre stavamo per tornare in cucina lo fermai strattonandolo per un braccio. << Ha proprio ragione Signor Molfese. Sono perdutamente innamorato di sua figlia. >> << Mi chiamo Carlos. E non darmi del "Lei" >> sorrise dandomi una pacca sulla spalla. 


POV JORGE
<< Si è addormentata. >> sorrise guardando Jazmine stesa sul suo letto, sotto le lenzuola con il pollice in bocca. La guardai anch'io e mi chiesi come quella splendida creatura potesse essere così forte. Poi riposai lo sguardo su Martina. Da quando era entrata in quella casa aveva portato la vita. Proprio come Francisco. Le sorrisi ed anche lei lo fece chiudendo la porta di quella stanza. << Mm..dovrei andare è tardi. >> le rivolsi un'occhiataccia lanciando uno sguardo all'orologio. << Punto primo tu non ci vai girando da sola, soprattutto a quest'ora. E punto secondo Mercedes ha già parlato con i tuoi, credono che tu stia dormendo lì. >> sgranò gli occhi. << Ma come..?! >> << Quando la mia nana ti stava acconciando i capelli ho inviato un messaggio a Mechi. >> fece un broncio con le labbra a dir poco adorabile che stonò con il suo sguardo inceneritore. << Ed il mio consenso quando lo hai avuto, Scusami? >> << Vuoi dirmi che non vorresti dormire con me? >> un sorrisetto si dipinse sul mio volto quando avvertii un leggero luccichio nei suoi occhi. Ero sicuro che in quel momento il suo cuore stesse battendo all'impazzata. << Dormo senza maglietta, sai? >> continuai mentre pian piano le sue guance si imporporarono. << Ho sonno. Voglio andare a dormire. >> rispose gonfiando le guance d'aria ed ignorando la mia affermazione. << Andiamo allora, piccola. >> con una mossa repentina l'attirai a me per la vita cominciando ad attraversare il corridoio. Quando mi voltai e la guardai di profilo per poco il cuore non mi scoppiò. Era dannatamente dolce, dannatamente bella, dannatamente pura. Le labbra peccaminose incurvate leggermente, così belle, carnose ed invitanti. Il naso piccolo arricciato di poco e le ciglia lunghe e definite. I suoi lineamenti perfetti. Sorrisi a quella vista. Era cambiata parecchio. Non aveva più le sembianze di bambina, bensì di donna. I suoi fianchi continuavano a muoversi sotto la mia presa ad ogni passo che facevamo. Nessuno dei due fiatava. Quando si voltò a guardarmi non resistetti più. Troppo ingenuità in una persona sola. La spinsi contro la parete della porta della mia stanza e mi avventai sulle labbra. Il pensiero di quegli splendidi pezzi di carne che peccavano muovendosi contro i miei mi oscurò la ragione. Mugugnò avvertendo l'incastro perfetto del suo corpo tra me e la fredda parete di quella casa. Carezzai una sua coscia lentamente. Senza fretta. E la posai in corrispondenza della mia vita, del mio bacino, scendendo a lambire il suo collo e la sua mascella di baci. I suoi occhi adesso chiusi. Le sue labbra semiaperte con il fiato corto, le sue mani tra i miei capelli. Era morbida. Morbida come la seta. Prendendomi alla sprovvista allacciò entrambe le gambe alla mia vita ed io preso dall'incoscienza, aprii la porta della mia camera per poi richiudermela alle spalle. Bastarono pochi secondi di ragione a farci tornare alla realtà. Quando mi staccai la visione dinanzi a me fu meravigliosa, paradisiaca, infinita. Le sue labbra erano gonfie e mordicchiate ovunque, il suo collo segnato da qualche macchietta che sarebbe svanita nel giro di un paio d'ore, i suoi occhi chiarissimi.



POV MARTINA
Occhi scuri ed affamati. Labbra gonfie e rosse. Trattenni il fiato guardandolo attentamente. Il petto che si alzava ed abbassava troppo velocemente, le sue mani ancorate alla mia vita, il suo sguardo profondo, intenso ed indagatore. Meglio di come mi aspettassi. Non credevo che baciare qualcuno mi avrebbe portato così tanto benessere. Non credevo ne avrei voluto sempre di più. Indietreggiai stendendomi sul letto e premendo con le dita sul posto di fianco al mio. << Non vieni, Jorge? >> sussurrai sensualmente mentre le sue labbra si incurvarono in uno stupendo sorriso << Io vengo sempre, piccola. Sempre. >> spalancai la bocca mettendomi a sedere di scatto. << Depravato, maniaco che non sei altro. >> << È la verità, Tinita. E prima o poi te ne darò la prova. >> << Stai peggiorando la tua situazione. >> sussurrai mentre lo vidi piano stendersi su di me e posare entrambi i pugni al lato della mia testa in modo da sorreggersi. << E quale sarebbe la tua punizione al mio comportamento, Stoessel? >> un sorrisetto si fece spazio sulle mie labbra mentre pian piano alzai un ginocchio in corrispondenza del suo inguine, facendo una leggera pressione. I suoi occhi si strinsero violentemente e la sua mano sinistra scese verso il mio ginocchio riportandolo al suo posto. << Non riprovarci. >> soffiò ansimante. << È il tuo pegno, Jorgito. >> scosse il capo riaprendo gli occhi e piantandoli nei miei. Troppo, troppo intenso. Eccessivamente intenso. << Se lo fai di nuovo stanotte facciamo l'amore, piccola. >> << Ah si? >> << Si, quindi sta' ferma. >>






POV MARTINA
<< Puoi sederti sulle mie gambe se vuoi, bionda. >> sorrisi notando la mia migliore amica assumere un colore scarlatto sedendosi sulle gambe del suo nuovo 'amico'. Sembrava un tipo ok, lo avevo appena conosciuto, ma mi sembrava che riuscisse a capire Mercedes meglio di tutti noi messi assieme. << Quindi anche tu sei Messicano? >> trattenni un sorriso guardando gli occhi di Jorge illuminarsi come quelli di un bambino che aveva appena ricevuto un regalo. << Aha. >> annuì Xabiani sorridendo amichevolmente. << Mi sono trasferito qui all'incirca 6 anni fa. >> riportai l'attenzione sulla mia bionda che sempre con le guance rosse sorrideva flebilmente guardando le labbra del moro muoversi. Il cuore mi si riempì di gioia a vedere che finalmente qualcuno le stesse ridando i sorrisi veri. Lodo e Diego si stavano sbaciucchiando senza ritegno, nel bel mezzo del parco sotto lo sguardo sconvolto di una coppia di anziani che scuotendo il capo si lamentavano. Ridacchiai tra me e me per poi riportare l'attenzione su Ruggero e Candelaria che si sussurravano parole dolci per poi arrossire. << ..la storia della tua ragazza ad esempio, coincide parecchio con la mia. >> mi voltai di scatto mentre Jorge ascoltava attentamente Xabiani che mi indicava con l'indice. Mechi aveva la fronte aggrottata e gli occhi curiosi, ma non sembrava voler approfondire il discorso. Alle sue spalle intravidi Macarena tirare una sberla a Damien per chissà quale battuta sarcastica e scoppiai a ridere sul serio. I 3 seduti con me si voltarono a guardare nella mia stessa direzione cominciando a ridere anche loro. Il moro dagli occhi di ghiaccio aveva gli occhi sgranati e protestava contro la castana che lo stava trucidando con lo sguardo. << Sono unici. >> << Siamo tutti unici a modo nostro. >> sentii Jorge sussurrare e dolcemente gli carezzai una guancia per perdermi nei suoi occhi. << Allora Cuginetta, io vengo a farti visita e tu non sei neanche in casa? >> sbarrai gli occhi, e girandomi lentamente trovai alle mie spalle mio cugino Facundo in compagnia di sua moglie Alba. Frettolosamente mi alzai dalle gambe di Jorge e corsi ad abbracciare entrambi così forte che credevo stessero per soffocare. << Cosa ci fate a Buenos Aires? >> sgranai gli occhi con un sorriso che andava da un orecchio all'altro. << Dobbiamo darti una bella notizia. >> << Cioè? >> << Aspettiamo un bambino. >> mi immobilizzai. 'Aspettiamo un bambino'. Cercai di elaborare la frase mentalmente e sorrisi come una stupida. Erano ormai anni che provavano ad avere un bambino, ma nulla. Ed ora invece il loro sogno stava diventando realtà. << Santo Cielo, parlate sul serio? >> annuirono contemporaneamente quasi come dei robot e senza esitare oltre gridai come una bambina piccola, battendo le mani. << E Toti non è con voi? >> << No, è rimasto a Londra, sai era..indaffarato. >> Facundo roteò gli occhi ed io ed Alba scoppiammo a ridere alzando gli occhi al cielo. Quando i miei amici si alzarono dalle panchine si presentarono uno ad uno, e quando fu il momento di Jorge quasi trattenni il fiato. << Sono Jorge, il ragazzo di Martina. >>


POV MERCEDES
<< Tutto ok? >> domandò Xabi mentre mi riaccompagnava a casa stringendomi forte la mano. << C-certo. >> balbettai fingendo un sorriso. << Dai biondina sputa il rospo. >> << No, davvero Xabiani non è niente. >> la sua camminata si arrestò e di conseguenza anche la mia. << Mio fratello ha perso la vita in un incidente. >> confessò respirando a fondo. Oh no. Ero davvero pronta ad ascoltare la sua storia? La sua storia che per pura casualità coincideva con quella di Martina? Rimasi in silenzio guardandolo. << Si chiamava Maximiliano era 2 anni più grandi di me ed era un grande patito di moto. È morto durante la sua ultima gara. Qualcuno ha dato fuoco alla sua moto. >> sentii l'aria venire a mancare. Una storia troppo forte per una debole come me. Le gambe tremarono, per questo con entrambe le mani mi aggrappai a lui, sorreggendomi alla bell' e meglio e spingendo la mia fronte contro la sua. I miei occhi si chiusero all'istante e le mie mani corsero a navigare tra i suoi capelli. Morbidi, come la seta. << E la cosa che mi fa incazzare è che il colpevole non è mai uscito fuori. Nonostante tutti sapessero chi fosse. >> sussurrò portando le mani sui miei fianchi e stringendomeli (quasi fino a farmi male), per poi chiudere gli occhi. << Abbiamo le vite incasinate, eh?! >> << Perfettamente disordinate si, biondina. >> << Ti sento..strano. >> sussurrai quando la sua presa si allentò. << Ho bisogno di starti lontano. Solo un paio di minuti, Mercedes. >> << E-e perché? >> << Perché sinceramente adesso vorrei fare l'amore con te. >> i miei muscoli si irrigidirono a quel pensiero. Io che tremavo sotto il corpo di un altro. Di uno che non era Fran.


"Fino a quando ci sarò io biondina, tremerai solo sotto il mio di corpo, chiaro?" Boccheggiò roco aumentando l'andata delle spinte. Sempre più violente, più brusche, più intense, più..dolci. "Si-si Fran solo sotto di te." Parlai senza forze mentre avvertii le mie gambe irrigidirsi. "Solo me." Sussurrò avventandosi bisognoso sulle mie labbra e carezzandomi una guancia. 


Il moro indietreggiò di poco e quasi potei avvertire il battito del suo cuore rilassarsi tornando a battere regolarmente. Quando aveva cominciato ad avere la tachicardia? << Scusami. >> scossi il capo come a dirgli che andava tutto bene. << Un paio di minuti. Sta' lontana dal mio corpo solo un paio di minuti. >> continuava a ripetere, trattenni un ansito sconvolgendo persino me stessa. Era Xabiani. Non Francisco. Sapevo di dover andare avanti, me lo aveva insegnato lui stesso. Ma le mani di questo bellissimo ragazzo non erano le sue, gli occhi non erano i suoi, le labbra non erano le sue. << Non voglio occupare un posto che non è disponibile Mercedes. Perdonami, per favore. >> << Non c'è nulla da perdonare. Non voglio le persone fuori dalla mia vita. E se è così è solo perché me lo ha insegnato proprio Lui. >> << Doveva essere un angelo, allora. >> sorrisi con lui. << Una specie. >>



POV JORGE
<< Tutto. Voglio sapere tutto, Jennifer. >> sbottai sedendomi sul divano e cercando di fare il maggior silenzio possibile, visto che era notte tarda e Jazmine dormiva. << Si chiama Chad, ha 30 anni e fa il pediatra. >> << Aw. Aspetta. Frena. Frena. Quanti anni ha? >> spalancai la bocca quasi sconvolto. << 30. >> << E lo sa che tu ne hai solo 20? >> domandai evitando di 'calcare la dose'. << Ovvio, Jorge. >> roteai gli occhi. Non volevo essere il solito petulante e pesante fratello. Ero solo preoccupato per lei. I miei pensieri corsero a Francisco, lui sarebbe stato capace di dire qualcosa di unico e sensato a modo suo. Avrebbe sorriso. << Posso conoscerlo? >> << Si Jorge, ma non ora. >> annuii e quando lei fece per alzarsi la fermai. << Non voglio mettermi in mezzo, so di dare quell'idea. Mi dà solo fastidio. Ed ho paura. Paura di perderti. >> << Paura di perdermi? >> domandò sbalordita spalancando la bocca. << Un'eccessiva e forse anche stupida paura, Jennifer. Ma la sento fin dentro il cuoio capelluto. Fin dentro le ossa. Sapere che un giorno non ti vedrò più a fare lavatrici ed imprecare, sapere che un giorno lui ti bacerà sulle labbra e ti stringerà a se, sapere che non sarai più la mia dolce sorellona, beh non mi piace. Lo sto accettando, ma è più forte di me. Ti voglio bene, Jennifer. >> sorrise. Gli occhi lucidi e grondanti di lacrime. << Che ti salta in mente, Jorge? Non me ne vado neanche morta da qui. >> mi alzai di scatto stringendola tra le mie braccia. << ..e ti voglio bene anch'io, fratellino. Dì a Martina che anche lei è fortunata, che se non fossi mio fratello ti avrei già sposato. >> sghignazzai a quelle parole << Ma io non avrei sposato te. >> << Ehi. >> rispose offesa dandomi una pacca sulla spalla. << Ma sei Stronzo proprio. >> << A Martina piaccio così. >> << Ho come il presentimento che con lei tu faccia tutto tranne che lo Stronzo. >> << Va beh, vado a dormire. >> << Perché Jorge? Non vuoi parlare di voi due? >> rabbrividii mentre una smorfia mi si dipinse sul volto << Non con te, Jen. >> << Ah quindi non vuoi parlare di quando vi ho beccati in camera tua, lei ansimante e tu..e tu.. >> scoppiò a ridere indicando il mio bassoventre, senza sapere come altro spiegarmelo. Avvampai di colpo sbuffando. << Succede. No? >> << Dimmi solo una cosa: ti capita spesso? >> << Cosa? Ma non te lo dico neanche morto. Buonanotte Jennifer. >> e detto questo scappai letteralmente in camera mia avvertendo il suono leggero della sua risata.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Tinucha