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Autore: Eristhestrange    04/04/2016    2 recensioni
Un'alternativa agli eventi di Dressrosa: una prigioniera piuttosto singolare, un accordo a cui non si può sfuggire, un piano da portare a termine. Ad ogni costo.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I

 

Giornata a Dressrosa

"D...Doflamingo!"

Il tono tremolante della voce tradiva la sua preoccupazione nel vedere di nuovo quell'uomo coperto dalla sua inconfondibile giacca di piume. Tuttavia non perse coraggio, si riprese in un istante e si rivolse di nuovo al Re; prima che potesse aprire bocca però fu lui a parlare.
"Voi, uscite tutte fuori dalle stanze! Subito! Io ed Eris dobbiamo parlare!"
Quel tono imperativo non fece esitare un momento le donne, le quali raccattarono tutte le loro cose, salutarono con reverenza e si chiusero alle spalle i battenti che facevano da ingresso agli appartamenti.
"Che diavolo stai facendo si può sapere?"
Chiese Eris infastidita, entrando nel boudoir. L'uomo non perse la sua costante alterigia e il suo sorrisetto inquietante.
"Volevo solo scambiare due chiacchiere con te, in privato naturalmente"
"Nell'accordo non erano previste anche le chiacchiere da salottino e le confidenze intime! Sparisci dalle mie stanze, o penseranno che..." "Penseranno esattamente quello che voglio che pensino!" la interruppe bruscamente, guardandola divertito "Non abbiamo certamente incluso appassionanti discussioni, ma sono sicuro che ti annoi qui, in mezzo ai pettegolezzi e ai resoconti riguardanti sarti e parrucchieri!"
Eris, rossa in viso per la rabbia, lo guardò dritto negli occhi (per quanto poteva, vista l'enorme statura del Re) "Preferirei stare in una stanza vuota per il resto dei miei giorni, che farti da amichetta del cuore chiacchierando su uno dei tuoi stupidi canapè rosa!"
Rimase a fissarla per qualche secondo e all'improvviso scoppiò in una risata sguaiata che contribuì ad aumentare la rabbia della sua interlocutrice. Si chinò per portarsi all'altezza della ragazza e le prese il mento con la mano destra; a quel gesto inaspettato, Eris non potè far altro che ribattere digrignando i denti.
"Ti consiglierei di moderare il linguaggio in presenza di un Re, ragazzina. Tuttavia non ho nessuna intenzione di spedirti in un luogo isolato dal mondo, tu mi servi qui, a palazzo. La voce che ti trovi alla mia corte, con la protezione della Donquixote Family, deve diffondersi nel minor tempo possibile! Credimi se ti dico che quest'attesa mi sta uccidendo!"
Sorrise, lasciò la presa e si diresse verso una delle grandi finestre del boudoir, guardando all'esterno, con le mani in tasca.
"Non sono venuto qui per fare una semplice chiacchierata con te! Ormai è qualche giorno che sei arrivata e dato che non accenni minimamente ad abituarti alla vita di palazzo, nonostante i tuoi trascorsi, ho pensato bene di informarti che hai a tua disposizione una scorta adibita a portarti in giro per l'isola. Ovviamente sarai sempre accompagnata da uno dei miei ufficiali...non vorrei ti succedesse qualcosa di spiacevole!"
Eris, da dietro le spalle del Re, riuscì a percepire il suo ghigno: trovava quell'uomo sempre più rivoltante.
"Oh, ma quanta gentilezza da parte vostra, Maestà. O dovrei chiamarti Signorino, come uno di quei tuoi disgustosi sottoposti? Cosa c'è? Hai paura che sfugga dalle tue grinfie? Sai che non me ne andrò..."
"Certo, lo so che non puoi...ma potresti sempre tramare contro di me...vorrei evitare che tu riceva visite troppo informali, mi sono spiegato?"
Tornò a voltarsi verso la ragazza, che in quel momento teneva lo sguardo fisso a terra.
"Molto bene! Se vuoi uscire, sei libera di farlo. Vai dove ti pare e quando ti pare..."
Non si voltò nemmeno mentre Doflamingo apriva le porte alle sue spalle, bisbigliando qualcosa alla servitù e uscendo finalmente dalla stanza.
"Essere insopportabile!" pensò sospirando, mentre tutte le inservienti ripopolavano gli spazi attorno a lei.
"Eris-sama!" salutarono tutte con espressione raggiante "Vi prego di perdonarmi per il mio comportamento così scortese, non mi sentivo molto bene e così..."
Una di loro le sorrise scuotendo la testa "Non si preoccupi, Eris-sama! Eravamo in pensiero, ma ora che il Signorino si è accertato che state bene siamo tutte molto più sollevate!"
Eris fece un mezzo sorriso e, sospirando, si avvicinò alla finestra. La vegetazione rigogliosa dell'isola luccicava verdeggiante alla luce del sole, che si stagliava come un'enorme palla dorata nel cielo terso.
"Oggi sembra proprio una bella giornata..." pensò, perdendosi con malinconia in quella meravigliosa vista.

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"Signorino! Mi ha mandata a chiamare?"
"Si! Voglio che tu parta con lei, non lasciarla sola nemmeno per un momento! Quando farete ritorno a palazzo, vieni subito qui e raccontami ogni cosa..."
"Parto immediatamente, Signorino"

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Nel frattempo, a Punk Hazard...

"Quanto ancora dovremo aspettare?" Trafalgar Law era visibilmente irritato, il suo tono di impazienza trasmetteva la sua angoscia e la sua frustrazione.
"Adesso basta! Devi calmarti! Non puoi continuare a girare avanti e indietro per l'isola sbraitando! Cosa pensi di risolvere?" rispose la navigatrice della Thousand Sunny, ormai furiosa a causa del comportamento del pirata della Flotta dei Sette.
"Ehiiiiiii Franky! Quanto pensi che ci vorrà ancora?" chiese Luffy tranquillamente dal ponte della nave, dove si stava svolgendo la scena, smettendo per un secondo di addentare un enorme pezzo di carne rubato dalle cucine.
"Ti ci metti anche tu adesso???" "Non infastidite la dolce Nami! EHIII! Chi ti ha dato il permesso di prendere quello dalla MIA cucina??! A proposito Nami, desideri qualcosa da mangiare???" anche il cuoco di bordo aveva raggiunto il ponte, sentendo dall'interno le grida della sua amata compagna, la quale aveva deciso di ignorarlo totalmente.
"Non preoccuparti, Luffy! Non manca ancora molto, sto finendo le ultime riparazioni e poi finalmente potremo salpare!Entro domani la Sunny sarà come nuova!" la voce del cyborg giunse flebile, dall'alto dell'albero maestro.
"Sentito? Che razza di bisogno c'era di fare tanto baccano?" ancora una volta la navigatrice si rivolse allo scontroso pirata "DOMANI? Quanti altri giorni dovremo ancora perdere su questa stupida isola?" disse sbattendosi dietro le spalle la porta della cucina, lasciando tutto l'equipaggio perplesso sul ponte. Nami sospirò.
"E' inutile tentare di fargli cambiare quel suo pessimo umore..." "Lascialo stare un po' da solo Nami...non si metterà il cuore in pace finché non arriverà a Dressrosa!" Robin le pose una mano sulla spalla.
"Non vedo l'ora di mettere le mani su quell'uomo-uccello!!! Gliela farò pagare per quello che ha fatto!" sentenziò Luffy, finendo di divorare la sua mastodontica pietanza.
"Aspettate un momento! Dovremmo davvero andare a Dressrosa?? Insomma...avete visto...è un membro della Flotta dei Sette! M...magari...potremmo andare prima da qualche altra parte! Per farci un giretto!"  "Già, quell'uomo è davvero spaventosoooo" le congetture di Usopp e Chopper vennero prontamente stroncate dalla rabbiosa voce di Nami.
"Smettetela tutti! Anche voi due! Non ci tireremo indietro, ma non dobbiamo essere avventati! Caesar Clown è ancora nelle nostre mani  e, come sappiamo, Doflamingo non potrà certo fare a meno di lui, quindi verrà di nuovo a cercarci, anche se fuggiamo! Dobbiamo trovare una strategia vincente..." l'espressione della navigatrice si fece pensierosa e assorta "Uno scambio è fuori questione, purtroppo il piano originale di Law è fallito e dobbiamo rimediare prima di essere attaccati!Io dico che nonostante l'impedimento il progetto debba essere portato avanti! Ci infiltreremo a Dressrosa, distruggeremo la fabbrica e scopriremo dove si trova Eris, così riusciremo a liberarla!"
Zoro si alzò da terra, dove era stato seduto per tutto il tempo ad ascoltare, con braccia e mani incrociate "Sono d'accordo per quanto riguarda lo sbarco sull'isola e la distruzione della fabbrica, tuttavia...non possiamo riprenderci Eris tanto facilmente quanto pensi! Ha stretto con Doflamingo un Sacro Accordo e non può venire meno alla promessa, comprometterebbe il suo onore di pirata!" A quelle parole dal tono tanto greve, Nami sbuffò indispettita "Ma che razza di sciocchezze vai blaterando! Chi se ne importa dell'onore! Non possiamo permettere che..."
"Nami, calmati! Purtroppo Zoro ha ragione...non si può infrangere un Sacro Accordo!" lo sguardo della ragazza si fece molto più preoccupato non appena udì le parole della compagna di ciurma "Ma...Robin...".
"Eris non può infrangere l'accordo, ma Doflamingo lo farà. Che lo voglia o no."
Così sentenziò lapidario dall'uscio della cucina il Chirurgo della Morte.

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"Eris-sama, il Signorino mi ha pregato di augurarle buon divertimento in città!"

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Dopo qualche minuto di silenzio Violet aveva finalmente deciso di parlare. Da quando erano salite sulla carrozza reale i suoi occhi, scuri ed intensi, non avevano fatto altro che scrutarla durante il tragitto; la sua espressione assorta la faceva sentire a disagio.
"Non ho bisogno di tutta questa farsa".
Il tono deciso e altero di Eris, che dal finestrino aveva rivolto lo sguardo verso il membro della Family, fece trasalire Violet "Siete entrambi dei bugiardi, ma questo non mi riguarda e non mi interessa. Sono uscita solo per svagarmi un po', non avere il vostro rivoltante 'Signorino' sempre tra i piedi e per uscire da quel luogo opprimente. Non serve che mi parli, né che fingi compassione per me affinché io mi confidi. A tutto questo preferisco il silenzio!"
La ragazza dai capelli rossi tornò a guardare fuori; la sua interlocutrice abbassò tristemente lo sguardo, sussurrando un flebile "Capisco..".
"Quel fastidioso seguito di ragazze ha deciso di non venire in segno di rispetto per questa componente della Family. Nonostante mi stiano sempre alle costole, non c'entrano nulla coi piani di quell'essere...spero notino i miei tentativi di essere gentile..." Pensò; aveva lasciato infatti le sue donne a palazzo fra i saluti e gli auguri di buon divertimento nel grande cortile con piscina, mentre alcuni degli ufficiali erano intenti a divertirsi sorseggiando un drink o facendo un tuffo in piscina. "Quel vecchio disgustoso, quella grassa donna raccapricciante..." rabbrividì al pensiero "Beh...è proprio una famiglia che ben gli si adatta!"
Fuori dal finestrino del cocchio si stagliava davanti a lei la magnifica vista dei paesaggi dell'isola, abitati e non,  tutti caratterizzati da colori vivaci e da un'insolita aria di allegria, probabilmente dovuta alla bella giornata. In poco tempo giunsero nel centro cittadino: anche lì si respirava un'aria di gioia e serenità, gli abitanti avevano l'aria di essere molto felici e soddisfatti, tuttavia ad Eris non poté sfuggire un particolare, per far luce sul quale, suo malgrado, avrebbe dovuto rivolgersi a Violet. La ragazza, che era stata in silenzio tutto il tempo, assunse un'aria speranzosa non appena la giovane si rivolse a lei "Come mai in mezzo alle persone camminano anche questi strani giocattoli?" "Oh, beh...loro convivono con le persone...sono esseri senzienti che vivono nella nostra città e fanno parte di essa!" Di primo acchito le parve che tutti quei giocattoli colorati contribuissero a rendere la città un posto più carino e accogliente, tuttavia qualcosa non la convinceva..."Sarà perché è la prima volta che sento parlare di una situazione tanto singolare..." pensò, mentre percorrevano le strade della città. Non appena si trovarono vicini ad una delle grandi piazze, Eris ordinò di fermare la carrozza, in modo da poter passeggiare per la città. Non appena mise piede fuori dall'abitacolo, il profumo di agrumi e di fiori colpì subito le sue narici. Fece un giro su sé stessa, ammirando a bocca aperta i meravigliosi edifici dalle forme stravaganti e dai colori sgargianti. Dietro di lei una rotonda fontana zampillante mescolava il rumore cristallino dell'acqua con le voci felici dei bambini che giocavano per la piazza, correndo qua e là, inseguiti da scimmiette e cani di pezza. La sua presenza tuttavia non passò inosservata agli occhi degli abitanti, incuriositi dallo stemma regale della carrozza. Mentre procedeva attraverso le strade lastricate della città, accompagnata da Violet e da qualche guardia, la gente fissava e vociferava lasciando passare quell'inusuale seguito. "Mi sento già meno a mio agio...se solo potessi starmene per conto mio senza tutto questo teatrino! Ma ovviamente il Signorino non può nemmeno farmi avere una parvenza di libertà su quest'isola!"
"Ehi...quella deve essere Eris!" "Si! E' proprio lei! Ha deciso di fare un giro per la città!" "Com'è vestita bene! Sarà una moda esotica! Voglio un abito come quello!".
Dopo aver comprato un cappello a tesa larga appesantito da un paio di girasoli, tra la riverenze del bottegaio, decise di ristorarsi nel primo cafè che avrebbe incrociato sul suo cammino. "Violet, che cos'è quella costruzione circolare?" chiese indicando un edificio che svettava fra gli altri e che non si trovava molto distante da loro. "Quella è il Corrida Colosseum! Diamante ha indetto un torneo ufficiale che si svolgerà fra qualche giorno! Lì avvengono combattimenti all'ultimo sangue fra i gladiatori, uomini esperti nell'arte della guerra!" "E' davvero deplorevole!" esclamò indignata la ragazza per tutta risposta "Giochi degni di intrattenere un uomo squilibrato come il tuo sovrano! Sono disgustata, ora basta! Riportatemi alla carrozza, quest'isola non riserva altro che amare sorprese per me!"
Eris cambiò la sua direzione, ritornando indietro e lasciando Violet particolarmente scossa e affranta. Nell'impeto del suo discorso, la donna non aveva osato né assecondarla né contraddirla.

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"Vederla entrare così arrabbiata con quel ridicolo cappello in testa, lo confesso, è stato particolarmente divertente! Allora, che cosa hai scoperto?"
"Eris non si sente affatto a suo agio qui..."
"Su questo non c'è alcun dubbio...ha qualche piano per farmi fuori? Qualche contatto esterno?"
"E' completamente rassegnata al suo destino, non vuole mettere a rischio la vita di nessuno dei suoi compagni!"
"Tutto ciò mi rassicura molto, Violet! Ora puoi andare...aggiornami se ci sono dei cambiamenti!"
"Certamente, Signorino!"
La donna uscì dalla sala dei Quattro Troni, lasciando solo il Re. Seduto comodamente sul suo scranno, con gli ultimi raggi del sole al tramonto ad illuminare i suoi occhialini rosa, rifletteva tranquillamente sul da farsi.

"Non importa ciò che hai in mente, ragazzina. Troverò io il modo per potermi fidare totalmente di te!"

   
 
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