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Autore: cin75    04/04/2016    3 recensioni
Jared è un artista molto particolare e unico nel suo genere.
Jensen è un critico molto apprezzato e unico nel suo genere.
Entrambi hanno un passato alle spalle. Entrambi capiranno che devono vivere il presente. Entrambi faranno di tutto per avere un futuro insieme!!!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jensen partì la mattina dopo e quando arrivò in Texas per assistere suo padre, il suo stato d’animo, quello legato alla sua situazione con Jared, era ben diversa da quella che aveva la prima volta che era partito.
Ora tutto era chiaro tra loro. E il fatto che Jared prima di farlo andare via dal suo appartamento, gli avesse sussurrati mille “ti amo” e “torna presto!” lo entusiasmavo al limite della felicità.

Parlò del suo giovane amore ai suoi genitori. Mostrò loro delle foto e i due ne furono immensamente felici e grati al Cielo che finalmente quel loro prezioso figlio avesse ritrovato la fiducia nell’amore. E Jensen promise loro che un giorno si sarebbero conosciuti.
Così, se per Jensen le cose sembravano sistemarsi bene a casa dei suoi e per la salute di suo padre, per Jared qualcosa , invece, sembrò voler portare nuvole di furiosa pioggia.
 

Era passata una settimana da quando Jensen era partito e da quello che il suo amato gli riferiva per telefono, sarebbe potuto tornare a giorni e ogni volta che il telefono squillava , Angel, veloce recuperava l’apparecchio e lo portava al giovane che sperando in un “Torno a casa , amore!” rispondeva sempre con entusiasmo.
 Non fu così, però. Non quel giorno.
 
“Ciao, Jay!” fece la voce dall’altro capo del telefono.
 
Un brivido di freddo attraversò Jared, lungo tutta la schiena. Milioni di ricordi gli tornarono alla mente colmi del loro più profondo dolore. Quei giorni di frustrazione subito dopo la triste diagnosi che lo condannava a quella sorta di limbo oscuro, sembrarono non far più parte del passato.
“Gil?!” quasi balbettò.
“Sì, dolcezza. Vedo che non mi hai dimenticato!!” fece sarcastico l’altro.
“Come dimenticare chi ti ha spedito all’inferno!?” replicò alterato.
“Oh andiamo!! Ancora ce l’hai con me per quell’increscioso incidente?!” rispose con tono innocente.
“Increscioso incidente??” ripetè incredulo. “Sono cieco, Gil. Per colpa tua, figlio di puttana!!” iniziò ad infuriarsi.
“Beh! se la metti così, Jay….”
“Smettila di chiamarmi Jay!!” quasi gridò al telefono.
“…credo che dovremmo risolvere la questione in sospeso tra noi, il giorno della tua personale!!” finì di dire, come se Jared nemmeno lo avesse ripreso.
“Cosa?!” sibilò il giovane.
“Già!! non te l’ho detto. Che maleducato!” si autoaccusò ironicamente. “Sono in città e sono stato gentilmente invitato alla tua personale.”
“No..”
“E credimi non vedo l’ora di rivederti!” lo stuzzicò.
“No..no…non ti azzardare…Gil…no!!”
“E spero che anche tu voglia rivedermi!” lo provocò insensibile.
“Nooo!!!” gridò.
Ma l’altro, dall’altro capo del telefono, non sembrò fare caso a quel deciso rifiuto. “Ops!! Penso che sarò solo io a vederti!!” e mise giù.
 
Jared respirava affannosamente. Il cuore che batteva a mille. Le mani che tremavano dalla tensione. Sconvolto da quella telefonata giunta nel modo più inaspettato possibile. La sua mente sembrava rifiutare l’idea di essere avvicinato di nuovo da Gil e istintivamente , senza rendersene conto, iniziò a sussurrare un disperato “no, no, no, no.”

“Jared?!” fece una voce in quella confusione in cui si trovava temporaneamente Jared.

“No. No. No. No…”

“Jared?!” ripetè ancora con più decisione la stessa voce e poi a  quella voce , si aggiunse anche una stretta gentile intorno alle spalle contratte.

“Chi sei??  Chi….chi cazzo sei???” si ritrovò a gridare Jared, spaventato da quel contatto improvviso e agitando istericamente le mani per divincolarsi.
“Mio Dio!! Jared. Sono…sono io, piccolo. Sono Jensen!” fece il compagno appena rientrato e convinto di fare una piacevole sorpresa al giovane. 
Jensen si allontanò immediatamente da Jared perché pensava di averlo preso troppo di sorpresa tanto da spaventarlo e così voleva dargli tempo di rendersi conto di tutto. “Mi…mi dispiace. Non volevo spaventarti così…io…io ti ho chiamato , ma tu….”
“Jensen?!” lo fermò all’improvviso Jared come se solo allora si fosse reso conto di quella voce e a chi apparteneva. “Jensen, amore, sei tu?!” e solo allora Jensen gli andò di nuovo vicino e lo abbracciò forte.
 
Dio!! Jared tremava come una foglia.
 
“Jared, che è successo? perché…perché….hai reagito così?!”
“Gil!” disse solo.
“Gil?” ripetè Jensen non capendo il perché di quel nome.
“Lui mi ha chiamato…un attimo fa.” Riferì ancora stretto nell’abbraccio di Jensen.
“Cosa!?” fece preoccupato il biondo.
“Ha detto che sarà presente alla personale della settimana prossima. Io..”, ma la furia di Jensen lo ammutolì.
“Cosaaa????” sbottò infuriato il compagno. “Figlio di puttana!!!!Non glielo permetterò. Non gli permetterò di avvicinarsi a te. Nemmeno di guardarti. Se solo lo vedo…se solo capisco che sta per….oddio!! io ….io giuro che …” e questa volta fu Jared a zittirlo.
Con le mani gli abbracciò il viso contratto dal furioso risentimento e lo baciò. Il giovane sentì il compagno tentare di divincolarsi, all’inizio, perché forse Jensen aveva ancora voglia di inveire contro Gil e allora passò una mano intorno alla nuca del biondo e approfondì quel loro contatto.
Jensen capitolò.
Il sapore di Jared, la morbidezza delle sue labbra, la dolcezza dei suoi baci, l’odore inebriante di Jared stesso lo fecero capitolare e il critico si abbandonò al bacio.
Rinsaldando l’abbraccio in cui ancora teneva stretto Jared, Jensen oltrepassò gentilmente il valico delle labbra del compagno, chiedendo alla languida lingua di Jared di abbandonarsi alle attenzioni della propria.
Quel bacio iniziato per mettere fine ad un’assurda furia, finì per essere una bacio fatto di ben altra furia. Una più dolce. Colma di passione, di amore, di intima complicità.
“Piccolo…” sussurrò Jensen appena distante dalle labbra di Jared. “..ti starò accanto. Sempre. Lui non ti farà mai più del male. Lo giuro!” promise stringendo di nuovo quel corpo che era decisamente più grande di lui ma che in quel momento pareva essere piccolo e indifeso.
“Il mio eroe!!” rispose Jared , beandosi in quell’abbraccio e di quella meravigliosa sensazione di protezione che lo riscaldava fin dentro l’anima.
 

Quella sera stessa i due ragazzi erano in compagnia di Rich. Decisero di passare una semplice serata tra loro. Qualche pizza, qualche birra, ridere di Rich che cercava di sfuggire alle attenzioni di Angel.
Quando , alla fine, Jared riuscì a distrarre il loro amico a quattro zampe con qualcosa che non fossero stati i pantaloni di Rich, Jensen chiamò l’assistente.
“Ehi, Rich!!” fece ridendo. “Dammi una mano con questi cartoni e le bottiglie. Liberiamo il tavolino, ho voglia di stracciarti a Domino!” disse mentre raccoglieva i cartoni unti e indicava all’altro le bottiglie vuote.
“Odio quel gioco. Mai che avessi un tassello giusto!!” si lamentò accogliendo l’invito di Jensen.
 
Quando, però, furono entrambi in cucina, l’espressione di Rich mutò immediatamente e l’uomo restò a fissare impassibile il giovane che fissava il cartoni vuoti delle pizze.
“Ok! Vuoi startene ancora lì a fissare quel cartone o mi dici che diavolo hai stasera??!” lo sorprese.
“Io…cosa?….no. Niente!!” provò a negare il suo reale stato d’animo.
“Andiamo, Jensen. Non hai staccato gli occhi di dosso a Jared per un solo minuto e non era per il vostro romantico idillio!” volle ironizzare. “Tu lo guardi come se dovessi proteggerlo anche dall’aria che ha intorno. Lui ti cerca come se sentisse in pericolo ogni volta che non ti sente vicino. Che diavolo vi è preso, stasera?!” e ora lo chiese quasi seccato.
“Gil!” sussurrò Jensen guardando oltre la porta alle loro spalle per essere sicuro che Jared fosse ancora sul divano intento a distrarre Angel.
“Che c’entra Gil, adesso?!”
“Lo ha chiamato. Nel pomeriggio!” riferì preoccupato.
“Quel gran figlio di puttana. Allora è vero? E’ in città?!” esclamò trattenendosi subito dopo, ammonito da Jensen che gli fece cenno di non gridare.
“Lo sapevi?!” fece sorpreso Jensen.
“Avevo sentito qualcosa, ma non pensavo che il bastardo si sarebbe spinto fin a questo punto.” fece Rich quasi incredulo della inappropriata spavalderia del suo ex datore di lavoro. “E che voleva da Jared?!”
“Lo ha chiamato oggi pomeriggio e pare che gli abbia detto che sarà alla sua personale , la settimana prossima!” lo ragguagliò Jensen. “Rich…se lui….se Gil prova solo a ….se solo pensa di poter….” ma ogni volta che Jensen pensava a quello che Gil aveva fatto a Jared , una rabbia profonda gli impediva di formulare frasi fatte e decenti.
“Ok! Calma Capitan America!!!” lo redarguì Rich vedendo la rabbia che faceva brillare gli occhi del ragazzo che aveva di fronte. “Il nostro ragazzone farà la sua personale, si godrà la sua serata d’onore e quel bastardo di Gil non si avvicinerà nemmeno a lui.” provò a rassicurarlo.
“Come…come fai a dirlo?!”
“Perché noi saremo lì con lui. Io gli guarderò le spalle. Tu magari anche qualcos’altro!” ironizzò abbassando lo sguardo e accennando al fondo schiena.
“Ma quanto sei scemo!!” sorrise Jensen, arrossendo comunque, un po’.
“Ti garantisco che Gil McKinney avrà una bella delusione se il suo intento è rivivere il suo glorioso passato con Jared!!” lo rassicurò con decisione.

Jensen annuì, leggermente più sereno e quando quel disagio sembrò essere sparito, i due tornarono dal ragazzo che li aspettava sorridente e che sembrò illuminarsi quando al suo fianco sentì di nuovo il calore di Jensen, che lo abbracciava forte.
“Mi hai lasciato solo! Ti odio!” sussurrò il giovane.
“Ti amo!”rispose Jensen.
“Non ti odio più!” replicò dolcemente Jared.
Rich sorrise, colpito e felice per entrambi i ragazzi e poi ritornò ad essere il solito Rich.
“Ragazzi, ragazzi!!” esclamò spazientito. “Ho lasciato l’insulina a casa mia. Per favore… il mio diabete mi ucciderà se continuate di questo passo!!!”
 
Quando ormai erano passate da un pezzo le undici, Rich, nonostante Jared gli avesse chiesto di fermarsi nella sua solita stanza, decisa di tornare al suo appartamento e lasciare tutta la casa ai due ragazzi. Erano stati distanti per giorni e quindi avevano bisogno di stare da soli…soli!
“Tranquillo, Jared. Vado a casa mia. E poi non ho voglia di alzarmi stanotte per bere e ritrovarmi uno di voi come lo ha fatto Madre natura!!” e li lasciò.
Jared rimase sul divano e poco dopo sentì Jensen sedergli accanto. Il biondo aveva preso ad accarezzarlo gentilmente il viso e il suo pigro su e giù era estremamente rilassante. Il giovane sospirò e poi sorrise appena.
“Che c’è?!” chiese Jensen senza mai smettere quel contatto.
“Sto aspettando pazientemente!”
“E cosa?!” fece sinceramente curioso l’altro.
“Che tu ti decida a baciarmi!” rispose l’altro voltandosi appena verso Jensen.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e immediatamente dopo aveva le sue mani intorno al viso del giovane e le sue labbra su quelle dell’altro. Un bacio morbido, gentile ma pregno di amore, di protezione.
Jared si aggrappò con tutte le sue forze a quel bacio e con movimenti leggeri si lasciò cadere all’indietro, sul divano e fece in modo che Jensen seguisse quel suo movimento.
“Non sarebbe meglio di sopra….in camera tua?!” mormorò tra un bacio sospirato e l’altro, Jensen.
“Magari…..dopo. Ora, mi basta il divano!” rispose malizioso e accennando a chiari movimenti.
“Che ingordo!!” lo stuzzicò Jensen, mentre, comunque, si sistemava meglio contro il corpo del suo dolcissimo amante che ad un certo punto, però, sembrò fermarsi di colpo.
Jensen lo guardò, confuso. “Che…che c’è?!”
“Angel!!” disse solo, Jared
Jensen sorrise, più rilassato e riprendendo a baciare il collo e poi la linea della mandibola e poi fino alle bellissime labbra: “Tranquillo, non si traumatizzerà se ci vede fare l’amore!!”
“No! Non è quello. E’ che volevo mostrarti una cosa che ho insegnato ad Angel!” confessò senza sottrarsi alle attenzioni del compagno.
“E vuoi farlo proprio adesso?!” fece non proprio entusiasmato Jensen.
“E’ il momento giusto, credimi!” fece e così chiamò accanto a loro l’amico a quattro zampe. “Angel, spegni la luce e poi va’ a cuccia, per favore!”
 
Jensen fermo sulle braccia che lo tenevano sospeso sul corpo di Jared, non poteva crederci. Angel obbedì senza battere ciglio. Si allontanò da loro, raggiunse l’interruttore e grattandoci sopra con una zampa, lasciando la stanza alla penombra del camino acceso. E poi lo vide filare dritto nell’angolo in cui Rich gli aveva sistemato una di quelle classiche cucce di stoffa. Il cane vi si raggomitolò e restò lì, immobile. Pronto per la notte.
“Wow!!! Vedo che vi siete proprio presi voi due!!” fece soddisfatto Jensen.
“Credo che potrei provare a farlo anche con te!” lo provocò Jared.
“Vuoi ammaestrarmi?!” fece piccato Jensen.
“Sarebbe stuzzicante!” continuò Jared.
“Già!! ma difficilmente io mi faccio…ammaestrare!” gli fece presente Jensen, con un tono provocatorio.
“Scommettiamo!?”
“Cosa?...sul serio?!” fece sorpreso Jensen.
“Scommetti che farai quello che ti chiedo senza replicare?!” lo sfidò il giovane mentre si sistemava meglio contro il corpo che lo sovrastava così meravigliosamente.
“Perderai, Jared!” sembrò sentirsi deciso Jensen.
A quel punto Jared , iniziò con l’infilargli le mani al di sotto della camicia così da potergli accarezzare la schiena forte e in tensione su di lui. Il contatto delle sue mani caldi sulla pelle del maggiore furono come una scossa elettrica che non lasciava scampo.
Con una gamba si strusciò lentamente contro quelle di Jensen e con movimenti sensuali e lenti, si sporse chiedendo le labbra del compagno. Lo baciò con lentezza. Si mosse contro la sua bocca con sensualità. La sua lingua piano carezzò appena le labbra che lo stavano ancora baciando.
Poi arretrò appena.
“Jensen?!”
“Sì!” quasi esalò Jensen, completamente perso in quei momenti e nella languida bellezza che vedeva brillare sul volto di Jared.
“Spogliami!” sembrò ordinare.
 
Jensen obbedì , senza esitare.
Mai nessun uomo fu ammaestrato in così poco tempo.
 
I vestiti divennero ben presto inutili. Lo spazio del divano si fece fin troppo grande per i due corpi che altro non chiedevano che stare il più vicino possibile.  Jared si inarcava fremente contro gli affondi appassionati di Jensen e il biondo sentiva che mai come in quel momento , era parte di qualcosa di estremamente meraviglio: Jared.
Si baciavano, si carezzavano, si stringevano come se quei gesti significassero aria per respirare. Acqua per dissetarsi, cibo per nutrirsi. Stare insieme. Legarsi in quel modo. Era la vita per loro.
Raggiungere il piacere che poi li avrebbe appagati e sfiniti, il Paradiso.
E il Paradiso aprì loro le porte e li lasciò dolcemente spossati , l’uno tra le braccia dell’altro. L’uno che sussurrava estasiato il nome dell’altro , come la più bella delle preghiere.
   
 
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