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Autore: Tinucha    04/04/2016    1 recensioni
Sono una di quelle persone dannatamente gelose e possessive. E ho bisogno di una persona che mi faccia incazzare senza smettere però di farmi avere la certezza che è e sarà solo mia. E ho bisogno di te.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Smettila coglione. >> la mia risata si arrestò dopo l'affermazione irritata di Ruggero ed una sua cuscinata. << Beh certo, tu ti scordi il preservativo sul comodino della tua ragazza e sono io il coglione. >> un sorrisetto soddisfatto si dipinse sulle mie labbra nel vedere il suo viso assumere una smorfia. << Carlos non mi ha fatto fuori almeno. >> scossi il capo. << Alejandro mi avrebbe già distrutto con la stessa velocità con cui i miei genitori mi hanno creato. >> << Dai non sarà così male. >> scoppiai a ridere cercando di capire se stesse parlando serio. << L'altra sera quando l'ho riaccompagnata a casa stavo per salutarla come si deve e lui è uscito di casa fingendo di dover andare a buttare la spazzatura. >> << Magari voleva davvero.. >> << Ha ammesso Mariana che in tutti i loro 25 anni di matrimonio non gli è mai saltato in testa. >> << Sei fottuto, Blanco. >> << Non ti preoccupare, la mia relazione da quel punto di vista va comunque a gonfie vele. >> << Avete già scopato? >> gli rivolsi un'occhiataccia trattenendo un sorriso. << Se Cande o Tini ti avessero sentito a quest'ora ti avrebbero già tolto la possibilità di procreare, sai? >> << Si lo so. Allora? >> << Allora no. >> << Come dannazione fai ad avere la ragazza che ti piace da anni tra le tue braccia e non sbatterla al muro per farci l'amore, scusa?! >> scrollai le spalle guardando le mie gambe stese ed "accavallate" sul letto. << Voglio che sia diverso. Speciale, insomma. >> << Vuoi trattarla diversamente dalle altre. >> affermò sedendosi sulla scrivania ed incrociando le braccia al petto come me. Inclinai il viso continuando a non guardarlo. << Già. >> << Quanto esattamente? >> << Quanto cosa? >> aggrottai la fronte tornando a guardarlo. << Da quanto ti piace? Da prima che scoprissi di piacerle, vero? >> distolsi immediatamente lo sguardo e mi passai nervosamente una mano sulla nuca. << Italiano del cazzo! >> rise << Parla, messicano del cazzo! >> mi imitò con voce divertita << Va bene si, da prima. >> << E per quale strano motivo al mondo non ti sei fatto avanti? >> << Non lo so.. Per Francisco, per Jazmine, per papà, per lei.. >> << Per lei? >> << Si, per lei. Non è che avrei creato una favola dichiarandomi, piuttosto si sarebbe trattato del suo incubo peggiore. >> << Ma senti le cazzate che dici? >> << Volevo lei. Volevo tutto, assolutamente tutto di lei. >> << E lei voleva tutto, assolutamente tutto di te. >> << Mi stai confondendo, lo sai? >> << Si, e questo mi diverte Stronzo. >> risi tirandogli un pugno sul braccio. << Guarda che sono le 15 e 30, hai un appuntamento con la tua rossa o sbaglio? >> << Cazzo me n'ero dimenticato! E non chiamarla rossa, Blanco! >> ridacchiai << Ho specificato che è tua, Pasquarelli. Ora volatilizzati, io sto aspettando i ragazzi. >> << Ci vediamo domani pomeriggio, messicano. >>


POV MARTINA
Quando rientrammo in casa sua era ancora troppo presto ed in casa non c'era nessuno. << Ti va qualcosa da stuzzicare? >> domandò sparendo nella cucina ed io rimasi in silenzio guardandomi intorno. << Mm..nutella? >> i miei occhi si illuminarono e lui si affacciò guardandomi con un sorriso da furbetto. << Quella si, grazie. >> sorrisi portando il pollice all'insù e sentendolo sghignazzare. Quando ritornò in salotto con il barattolo, i biscotti ed il coltello tra le mani a stento potei trattenere un sorriso. Sembrava davvero dolce, ma avrei fatto meglio a non dirglielo. Si sedette al mio fianco poggiando tutto sul tavolino. << Ho dimenticato il cucchiaino aspetta vado.. >> scossi il capo sorridendo maliziosamente e pericolosamente. << Non ce n' è bisogno, Blanco. >> sussurrai così sensualmente che quasi credetti di non essere io quella a parlare. Deglutì. << Ah n-no? >> balbettò quando con una mano cominciai a carezzare il suo addome. << No. >> risposi alzandomi per portarmi a cavalcioni su di lui. Il suo corpo reagì immediatamente ed io mi sentii così soddisfatta e piena di potere. Cercò di allentare il contatto fisico allontanandosi e spingendosi più verso il divano, ma non glielo permisi. Mi voltai a prendere il barattolo della nutella e con una mossa appena studiata gli feci intingere un dito dentro. Sorrisi portandolo alla bocca e gustandomi quel sapore paradisiaco. Sentii tutti i suoi muscoli tendersi e credetti a quel punto di non essermi mai sentita così donna. << Buona. >> sussurrai con un sorrisetto, ma lui non osò fiatare. 


POV JORGE
Sentii ogni singolo muscolo tremare e le mie labbra parvero non rispondere più ai miei comandi. Mi avventai su di lei con furia e violenza, riuscendo a far risaltare un pizzico di dolcezza, mentre con una mano le carezzavo la guancia. << Hai tutte le labbra sporche di cioccolata, piccola. >> sussurrai roco. << Anche tu adesso. >> la sua voce calda e sensuale stonò con il suo viso d'angelo. Era impossibile pensare che quella creatura seduta sulle mie gambe potesse essere così provocante e tenera al tempo stesso. Avvertii i suoi pollici strisciare sulla mia bocca mentre provava a ripulirmi dal disastro che avevo combinato baciandola e arpionai le mie braccia intorno la sua stretta e piccola vita. << Ho appena avuto un'idea. >> tuonò battendo le mani. << Sarebbe? >> il mio timbro di voce era ancora roco, complice di momenti indimenticabili. << Una lotta di cioccolata. >> sorrise dolcemente << Ti piace? >> << Mm..si? >> << Non ne sembri entusiasta. >> sbottò incrociando le braccia al petto e facendo il labbruccio. << No, è solo che.. >> senza darmi tempo intinse un dito nella nutella passandolo sul mio collo. Sgranai gli occhi quando la sua lingua seguì la stessa scia delle sue dita. << Ovviamente dovrò ripulirti. >> inclinò la testa di lato, attraversando con le labbra la mia mascella. I suoi baci umidi e caldi mi fecero contorcere lo stomaco continuamente. << Chi dannazione te le mette in testa queste idee? >> domandai boccheggiando mentre avvertii i suoi denti affilati graffiarmi un punto situato a metà tra le guance ed il mio collo. << Non ti piacciono, Blanco? >> chiusi gli occhi stringendo la presa attorno la sua vita. << Purtroppo non sono l'unico a cui piacciono. Per favore Martina, cosa diavolo stai facendo? >> la mia voce era un miscuglio di emozioni. Disperazione. Piacere. Dolore. Amore. Le sue mani acchiapparono i lembi della mia maglietta e lei mi sorrise dolcemente. << Controllo Jorge. Io ti insegno il controllo e tu mi insegni a lasciarmi andare. >> la sicurezza che trasparì dai suoi occhi mi fece quasi uscire il cuore dalla gabbia toracica. Questa splendida, soave, incantevole, dolce, tenera, provocante creatura seduta sulle mia gambe si fidava di me. Si fidava di me che non le avevo dato nessun motivo per farlo. Si fidava di me che le avevo dato solo grattacapi e sofferenze. Si fidava di me tanto da giocare in questo modo pericoloso. Sorrisi. << Girati. >> mi guardò confusa << Ti insegno a lasciarti andare, piccola e nel frattempo imparo a controllarmi. >> lentamente la feci voltare facendo scontrare il mio petto con la sua schiena. Le sue scapole urtarono contro di me ed io mi beai di quel magnifico contatto. Intinsi una mano nel barattolo della nutella attraversando la sua nuca lasciata scoperta dalla sua crocchia spettinata. Quando posai le mie labbra umide in quel punto preciso potei avvertire le sue piccole mani stringersi a pugno sui miei jeans ed i suoi respiri farsi pesanti. Ero sicuro i suoi occhi fossero chiusi in quel momento, ero sicuro si fosse lasciata andare. Ero sicuro perché Martina si fidava di me. Continuavo a ripetermi quella frase e quasi non ci potevo credere. Mai una sicurezza. Mai una bella parola. Mai un qualcosa di romantico. Eppure lei aveva scelto di fidarsi e di innamorarsi proprio di me. Il numero uno degli inaffidabili. 'Cosa ci trovava in me?' Le mie labbra si spinsero oltre baciandola profondamente sotto l'orecchio destro. La presa sui miei jeans si rafforzò ed il calore si espanse nel mio corpo. << Hermosa Nena. >> sussurrai roco continuando a lambire quei punti precisi con le mie labbra ed accompagnando i miei baci con le mia mani che quasi invisibili corsero sotto la sua maglietta ad accarezzarle il ventre piatto. I suoi gemiti di piacere oramai erano diventati la mia droga più potente. Non potevo più farne a meno. << Ancora Jorge >> ansimò persa nel momento. Quelle parole sulla sua bocca avevano un che di serio e quasi sconvolgente. Si sistemò sulle mie gambe voltandosi in modo da far scontrare le nostre labbra in un incontro che non avrebbe dato tregua a nessuno. Se non ci fossimo fermati in quel momento avremmo fatto sicuramente l'amore. Non l'avevo mai vista né sentita così presa dal momento. Il mio bacino si inarcò spingendosi contro il suo. Un gemito trattenuto. << Gemi piccola. Fammi sentire quanto ti faccio stare bene. >> roteai i fianchi dando un altro colpo. Una spinta più forte, più sentita, più tutto. Oramai facevamo l'amore da vestiti. E nemmeno quello bastava più a fermarci. Nemmeno i nostri occhi incastrati alla perfezione. Nemmeno i nostri sguardi avrebbero potuto incastrarsi in quel modo perfetto in cui avrebbero potuto farlo i nostri corpi a dire il vero. << Mh. >> strinse forte gli occhi agguantando i lembi della mia maglietta e stringendoli forte. I miei versi erano più gutturali, più liberi, più complici. Un'altra spinta. Ancora più forte. Ancora più brusca. Questa volta le sue unghie salirono fino al mio braccio conficcandocisi dentro. Forse fu quella la goccia che fece traboccare il vaso. Forse fu quello a portarmi a sollevarla dalle mie gambe per farmi alzare di scatto, come scottato. O forse fu il lamento che emise in quel momento. Complice quanto il mio se non di più. Gli occhi aperti con forza quasi esausti per quanto avevamo fatto l'amore quel giorno. Le labbra peccaminose strette in una linea dura. La mascella contratta. I muscoli contratti. Forse fu quello a farmi capire che quella volta anche lei aveva raggiunto l'apice con me. Forse fu quello a dimostrarmi che io e Martina stavamo diventando incontrollabili, che tra noi andava tutto oltre l'attrazione fisica, che se eravamo capaci di raggiungere il punto di non ritorno da vestiti voleva dire che eravamo già esistiti, e ci eravamo amati così tante volte da conoscere i nostri corpi, i nostri punti deboli. A distrarmi fu la chiave nella toppa. Controllai che tutto fosse "in regola" per poi scagliare i miei occhi su Martina. Ancora reduce di ciò che avevamo appena vissuto stringeva la mia mano con un labbro incastrato tra i denti. Dannazione. L'avrei presa seduta stante. << Ma no Jennifer, voglio ritornare al parco. >> avvertii la risata di entrambe le mie due sorelle e questo mi calmò. La mia mano ancora intrecciata a quella della mia bambina. << Prometto che domani ti ci riporto Jazmine, ma ora è tardi dobbiamo cenare. >> quando tutte e due alzarono lo sguardo e notarono l'impassibilità di me e Martina si avvicinarono caute. << Tutto bene ragazzi? >> chiese divertita la più grande beccandosi una mia occhiataccia. << Certo. >> risposi ovvio accogliendo Jaz sulle mie gambe. << Va beh io vado a preparare qualcosa. Tini tu rimani a cena, vero? >> fece uno dei suoi sguardi da cane bastonato e Martina sembrò tornare alla realtà. << Ehm..si grazie. >> sorrise calma alzandosi di fretta e furia dal divano come scottata dalla mia vicinanza. Scompigliò dolcemente i capelli a Jazmine che ricambiò con uno dei suoi sorrisi più belli e ritornò con lo sguardo su Jennifer evitando me. Trattenni un sorriso. Prima provocatrice, poi ingenua. << Ti do una mano in cucina. >> << Grazie Tinita sei la migliore. >> sorrise di rimando per poi abbassarsi all'altezza del mio orecchio destro in modo che solo io potessi sentirla. << Hai tutto il collo sporco di cioccolata, fratellino. >> cazzo.




POV MARTINA
<< Allora? >> continuai nervosamente a tagliuzzare il sedano fingendomi tranquilla. << Allora cosa? >> << Da quanto scopate tu e mio fratello? >> sgranai gli occhi fermandomi di colpo. << Sei impazzita Jen? Io e lui, no. Non abbiamo ancora raggiunto quella fase. >> << Direi che ci siete molto vicini Tini, quando sono entrata si respirava un'aria piuttosto..pesante. >> rispose di rimando incrociando le braccia al petto e poggiandosi al bancone. << Davvero? >> << Beh insomma quando mi ritrovo nella stessa stanza con voi due mi sento a disagio. >> << E perché? >> scrollò le spalle. << Non lo so è solo che sembra stiate facendo l'amore. Cioè, sembra sempre che stiate facendo l'amore. >> << Ok, non siamo due conigli. Non abbiamo visto nemmeno un grammo l'uno dell'altro. >> annuì. << Si vede che c'è qualcosa di forte tra voi. >> mi morsi un labbro, non sapendo che fare, volevo chiedere ma mi vergognavo. Posai il coltello voltandomi verso di lei. << Ultimamente.. >> deglutii quando sentii i suoi occhi su di me. << ..quando ci baciamo, e lui mi t-tocca, mi dà..delle spinte. >> ammisi imbarazzata facendola scoppiare a ridere. << Sei rossa fino alla punta dei capelli, Stoessel. >> le rivolsi un'occhiataccia facendola tornare seria. << Che tipo di spinte, in che senso? >> domandò guardandomi attentamente << Nel senso che..mi viene incontro..col bacino..cioè.. >> << Cioè che fate l'amore da vestiti? >> << Si. >> << E a te sta bene? >> paonazza. Si in quel momento divenni paonazza. << Più che bene. >> sorrise dolcemente posando entrambe le mani all'indietro sul bancone. << Qual è il problema, allora? >> << È che..ogni tanto vorrei prendere io l'iniziativa e sorprenderlo, solo che non ne ho il coraggio. >> << Tu lo ami, no? >> << Cazzo si. >> << Pensa solo a questo. Pensa che lo ami. Siamo fottutamente timorose noi donne. 'E se non dovesse piacergli?' 'E se sbagliassi qualcosa?' 'E se ridesse di me?' Troppi timori in una persona sola, Tini. Lui ti ama davvero, accetterebbe anche la mossa più sbagliata. >> sorrise mentre io con la testa rivolta al pavimento velocizzai il passo raggiungendola ed abbracciandola forte. << Mi manca Francisco. I suoi consigli. >> tuonai tristemente << ..ma sono felice di parlare con te Jennifer, sei un'ottima consigliera. >> rise staccandomi di poco da se e guardandomi negli occhi. << In ogni caso saresti venuta a chiedere a me consiglio, non credo tuo fratello avrebbe accettato il movimento di bacino tuo e di Jorge. >> rise ancora ed io con lei.




<< ASPETTA COSA? QUANDO? >> sbottai estasiata guardando Cande << Da un po', ed i miei hanno trovato la prova incriminante sul comodino. >> scoppiai a ridere abbracciandola forte. << Racconta. Voglio sapere tutto quel cazzo che mi sono persa. >> << La vicinanza a Jorge ti rende esaltata, amica mia. >> rise guardandomi. << Parla Molfese. >> la minacciai mettendomi seduta. << Diciamo che eravamo sul letto a baciarci e lui ha ammesso che  mi amava, allora mi sono fatta coraggio e gli ho detto che avrei voluto..beh,ecco..si..fare l'amore con lui. >> ammise rossa dall'imbarazzo coprendosi il viso con entrambe le mani e Facendomi sorridere teneramente. << Ti ammiro, sai? >> << Perché? >> domandò scoprendosi il viso. << Per il tuo coraggio. >> << Tutti abbiamo coraggio Tinita. >> sorrise stringendomi forte mentre vedemmo il resto delle ragazze venirci incontro. Ed una Lodo imbronciata a braccia conserte. << Lodo tutto ok? >> le domandai facendole un sorriso << Sono 2 giorni che non ti vediamo se non ci dai un abbraccio di gruppo faccio l'offesa a vita. >> rispose Facendomi scoppiare in una tenera risata mentre mi alzai insieme a Cande. << Abbraccio di gruppo >> gridò Mechi con un sorriso che stavolta accompagnava i suoi occhi. << Abbraccio di gruppo >> ripetemmo tutte urlando mentre tutti i passanti si voltavano a guardarci male. Ma a noi non interessava affatto. << Comunque sono esattamente 44 ore 17 minuti e.. >> rivolsi un'occhiata all'orologio << ..23 secondi che non ci vediamo! >> << Hai contato pure i secondi? >> risi scuotendo il capo << No ma faceva Figo dì la verità. >> le puntai un indice contro e tutte quante scoppiammo a ridere. << Siete importanti, super importanti per me, ragazze. >> << E tu lo sei per noi. >>
   
 
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