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Autore: ethy    04/04/2016    2 recensioni
prima mia storia AU
Killian è un ricco ragazzo che incontra Emma in un particolare momento della sua vita a cui si legherà per sempre, i due si perderanno di vista e si ritroveranno con grandi sorprese nel loro presente, non sarà facile riconquistare la fiducia l'uno dell'altro, ma ci proveranno anche se un pericolo incombe sulla vita di uno dei due dovuto ad un passato non molto chiaro.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-esci con lui? Davvero?-
-si, qualcosa non va?-
-ah non saprei eri signorina non so cosa dirgli, ah David mi ha raccontato dello spettacolo di questa notte.. di come avete bisticciato, tu poi mi dici che come ha saputo di Henry è scappato..ed ora esci con lui, cosa non mi hai detto sorellina?-
-Regina, veramente non lo so, gli ho detto che ho un figlio e non mi è sembrato entusiasta-
-ma gli hai detto che è suo?-
Emma la guardò rimproverandola con lo sguardo
-ok, va bene, fai come ti pare, ma stasera ti metti questo- si alzò e prese un vestito rosso dal suo armadio
-ma è provocante.. non voglio che pensi..-
-cosa? Che sei disponibile? Ti si vede lontano un miglio che sei disponibile, comunque non devi essere disponibile, ma devi stenderlo,oh aspetta, forse è meglio qualcosa di più casto, non vorrei che tra il vestito e la notizia della paternità di Henry possa venirgli un infarto, e addio boyfriend e paparino in una botta sola- disse ridendo Regina
-piantala, sta bene ora e dammi quel vestito- disse Emma arraffandolo e scivolando sotto la doccia felice.
Da quanto tempo non si sentiva cosi?
Troppo, nessuno degli uomini con cui era uscita negli ultimi tempi aveva svegliato in lei la voglia di essere felice, di sorridere e di sentirsi leggera, come stava di nuovo facendo Jones.
 
 
 
Il rombo di una Harley arrivò qualche istante prima delle 19, precisamente poco prima che qualcuno suonasse al campanello.
-Emma credo che mister cigno nero sia arrivato- disse Regina, aprendo la porta
-buonasera, sono..-
-lo so chi sei, capitano, ma.. scusa..-disse guardandolo bene negli occhi – ma è, non capisco è matita nera quella?-
Killian sbuffò sorridendo, non disse nulla, Emma avrebbe capito, ma nel vederla affacciarsi perse completamente la testa e seppure si era preparato qualcosa da dire non riuscì a spiccicare una parola.
Fasciata nell’elegante ma sportivo vestitino rosso Emma era raggiante e lui di nuovo a bocca aperta arrossì
-chiudi la bocca capitano,non sei un merluzzo- disse lei passandogli davanti – bene, ora salgo sul tuo bolide, o su quella macchina scura laggiù?-
-sulla moto ovviamente dolcezza, la macchina li giù è solo parte del paesaggio non devi preoccuparti-
Poi Emma gli carezzò la mano sinistra e lo fissò negli occhi
-davvero ora…-
-si, tranquilla, posso guidare la moto, non funziona come vorrei, ma beh, va meglio-
-ok terrore dei sette mari, portami via-
Ridacchiò per  la matita nera intorno agli occhi, come nei pirati dei caraibi, quante volte avevano visto quel film? Non lo ricordava più, ma lui si era ricordato di quella bravata.
Regina fece un cenno con la mano guardando Emma salutarla felice.
 
 
***
 
 
Killian la portò in un ristorantino molto grazioso, avevano pochi piatti, ma da quel che Emma aveva assaggiato era tutto molto buono, parlarono molto del passato passato, non toccarono mai l’argomento del ballo, e non parlarono nemmeno del presente, di ora.
Lui non chiese di Henry e lei non disse nulla, quella serata sembrava essere un ottimo inizio, anche se forse erano Emma e Killian di 10 anni più giovani a cenare insieme e non gli adulti, ma forse ci sarebbero state altre cene per far incontrare i due adulti che dovevano accomodare una situazione che i due adolescenti avrebbero accomodato già da piu di un paio d’ore nel modo più semplice e allegro possibile.
 
 
 
Le mise la sua giacca per non farle prendere freddo, fece un cenno alla macchina che stavano tornando indietro e la riportò a casa.
 
Sostarono a lungo sul portico della casa, e si baciarono come se non si fossero mai lasciati.
Emma si accorse che nonostante il cambiamento dell’età e del fisico, Killian era felice, felice come quando lei lo seguiva nei suoi progressi di guarigione, felice come quando passavano intere giornate insieme.
“dio come mi manca tutto questo, come ho fatto a stargli lontano?” si disse
-Killian devo rientrare-
-ah si giusto, ci vediamo domani vero?-
-certo-
-ah Emma posso conoscere tuo figlio?-
Emma si pietrificò, voleva che sapesse di Henry, ma non era tanto sicura che fosse il momento, e tanto meno dirgli chi era il padre
-adesso dorme-
-si certo è tardi, va bene un altro giorno, quando vuoi tu-
Leggermente imbarazzata acconsentì
-qualcosa ti preoccupa?-
“ecco che lo fa di nuovo, mi legge come un libro aperto”
-no, tutto bene, presto te lo presenterò, fai il bravo-
-sono un pirata, non posso essere bravo, ma un uomo d’onore si, aspetterò-
Cosi dicendo chiuse la porta dietro di sé, era felice, ma si trovò Regina e Cora a fissarla entrambe sorseggiando  un calice di vino rosso sorridenti.
-che ci fate sveglie voi due?-
-niente, stavamo tenendo una piacevole conversazione tra mamma e figlia e non ci siamo accorte dell’orario-
-ah ah, io devo cambiare casa-
-allora come è andata la cena cara?- disse Cora
-bene, è tardi vado a dormire, buonanotte!-
-secondo te si rivedranno?-
-domani a lavoro sicuro-
-ma no intendevo quel vedersi..-
-vi sentooo-
 
 
 
***
 
 
Dall’altra parte del mondo, il passato di due fratelli stava tormentando le notti di un uomo che aveva scoperto che il primo amore di suo figlio ero ricomparso all’improvviso, e che era ancora forte come 10 anni prima.
Forse aveva sbagliato, ma non voleva altra sofferenza.
 
 
-spiegami perché devo renderti la vita facile? Cosa ti fa pensare che ti meriti una vita facile??-
Disse colpendo il fratello  con tutta la forza che aveva
-e tu spiegami come hai anche solo potuto pensare di toglierle questo bambino?!-
-sarebbe morta, anzi è morta per darlo alla luce, perché hai appoggiato la sua idea?!-
Si inginocchiò piangendo
-l’avevo quasi convinta, poi sei arrivato tu-
-ma lei lo voleva, ti rendi conto di quel che dici? Non avrebbe mai rinunciato a questo figlio per sopravvivere come poi?  Con il rimpianto di averlo buttato, ucciso per egoismo? Il tuo?? C’era la possibilità che si salvasse, perché non tentare?-
-perché tu fai tutto cosi facile, come puoi??-
Si rialzò per scaraventare il fratello a terra, lo prese per il bavero della giacca, e lo fissò negli occhi, era pronto ad ucciderlo, ma poi lo lasciò andare,  si voltò per parlargli, ci pensò un momento e poi
-vattene Eithan, lasciami solo-
-ti prenderai cura di lui? Liam è con lui adesso, sai che lo proteggerà-
-non so cosa farò, ma la faccenda non ti riguarda è mio figlio, anche se mi hai portato via l’affetto di lei.-
-sai bene che non è vero, sai bene che lei a scelto te-
Brennan stava per alzare di nuovo le mani, lui sapeva la verità ma voleva farlo soffrire  non disse e fece nulla.
“so bene che scelse me, ma amò te”
 
 
 
Si svegliò accigliato nel cuore della notte,  prese il cellulare per vedere l’ora e chiamò.
-killian? Ragazzo, scusami è tardi-
Killian prese l’orologio, che era successo per ricevere una chiamata a quell’ora
-è presto zio, sono le 4, è successo qualcosa?-
-no, volevo sapere come stavi, mi hanno avvisato che tutto era finito bene, ma tu non mi avevi più richiamato-
-sto bene, non devi preoccuparti come se..-
-fossi un bambino, lo so, hai 28 anni se adulto, hai ragione, ma per me difficilmente crescerai-
-già, lo so.. allora io..-
-buonanotte Killian..-
-zio? Ho visto Emma-
Eithan rimase in silenzio, gli si fermò il respiro, poi attese
-è sempre bella, e..-
-ti manca ancora..-
-già..-
-tu machi a lei?-
-non lo so… io..-
-scoprilo ragazzo,buonanotte -
-notte-
 
 
 
Bene, ora chi avrebbe ripreso sonno? A volte Killian non capiva lo zio, aveva sempre scoraggiato la ricerca di Emma, gli disse di lasciarla stare perché se lei non lo aveva mai cercato probabilmente si era fatta una vita in cui non c’era spazio per lui.
Pensandoci non era proprio una cosa carina da dire ad un ragazzo quasi morto, ma non era nemmeno del tutto sbagliato.
 
Si mise una mano sul petto, si carezzò la cicatrice nascosta dal collo del cigno e stranamente riprese sonno sognando di navigare su una barca a vela, lui e lei, finalmente… poi un uomo dal volto coperto si avventò su di lui, gli strappò la camicia urlandogli –guarda cosa hai fatto?? Guarda cosa la tua vita ha causato!!-  l’uomo gli strappò il cuore dal petto, lo alzò alto sulla sua testa, Killian era spaventato ma non sentiva dolore, vedeva il suo cuore fuori dal suo petto pulsare vivo e forte, poi l’uomo lo stritolò davanti ai suoi occhi e vide Emma cadere a terra, in preda al dolore
-Fermati, che fai??!!!-
-devi capire cosa hai fatto, devi sapere perché tu sei vivo e lei è morta!-
Emma era morta, era sdraiata senza vita, solo i suoi capelli si muovevano con il muoversi del vento, Killian  vide il pugno stretto dell’uomo, sul polso quel tatuaggio, ora lo vedeva nitidamente, poi l’uomo si chinò su di lui e gli versò la polvere del cuore stritolato dentro al petto, e sentì bruciare, sentì bruciargli dentro, cosi forte da urlare, urlare tanto che bussarono alla sua porta.
-signor Jones? Signore tutto bene? Posso entrare signore?-
Era Clarke, aveva la cabina a fianco della sua, lo doveva aver sentito, si toccò il petto, non c’era nessun buco, nessun taglio tutto sembrava normale-
-è tutto a posto Clarke-
-signore io..-
-lo so, entra-
Killian stava bene, ma da quando era tornato ad essere Killian Jones, era tornato remissivo, Clarke entrò, controllò la cabina e passò il termometro a Killian che lo guardò sorpreso
-veramente?-
-sono gli ordini, per favore signore-
-si, si bene..-
Prese il termometro lo mise sotto al braccio, quando suonò lo ripassò a Clarke
-contento?-
-bene, signore sono le 6, intende riposare ancora? Le faccio portare la colazione per le 9?-
-no, no, intendo scendere adesso, voglio andare in città-
-bene-
-con la moto..-
-signore?-
-con la moto-
-ma-
-con la moto..-
-con la moto, ci dia 10 minuti-
 
 
Aveva bisogno di aria fresca, vento in faccia e di stare da solo.
Quel sogno non era normale, qualcosa lo preoccupava, lo faceva sentire a disagio, aveva sicuramente rielaborato l’uscita con Emma e il tizio dell’immersione, ma cosa c’entravano quelle parole sulla sua vita?
Aveva voglia di chiamare lo zio per chiedergli se qualcosa di quando era bambino poteva essere collegato a quelle parole, lui non ricordava praticamente nulla, tutto ciò che era avvenuto prima della morte di Liam  praticamente era svanito nel nulla, aveva ricordi annebbiati e non riusciva a venirne a capo, di solito Eithan riusciva ad aiutarlo con i ricordi.. poi lasciò perdere, odiava sentirsi cosi indifeso, lo era stato per troppo tempo.
 
Si ritrovò in centro,  fece colazione, e poi in un momento di distrazione prese la moto e sfrecciò via a tutto gas, l’autista dietro di lui imprecò.
-stai tranquillo,  dopo l’ultima volta sorvegliamo la moto dal satellite, lascialo ha bisogno di spazio.-
-come vuoi Clarke-
 
 
Si parcheggiò a qualche casa di distanza da quella di Emma, era ancora presto e non voleva disturbare, ma aveva bisogno di sentirla vicina, era turbato per il sogno, ed era confuso sul da farsi.
 
Se le avesse raccontato tutto lei avrebbe capito?





angolo dell'autrice: ciao a tutti, dovrò assentarmi per un po', ma torno... con una bomba credo XD
Allora i nostri cuccioli qui si sono riavvicinati ma non so quanto possa effettivamente durare, e vedo dell'oscurità latente in uno dei personaggi... chissà...
spero non sia troppo corto
a presto
E.
   
 
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