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Autore: Lost In Donbass    04/04/2016    2 recensioni
Lei si chiama Jimmy Sasha, ha un senso dell'umorismo molto particolare, e solitamente è una che ci va giù duro quando picchia.
Lui si chiama Tom, non è particolarmente emotivo, combina un sacco di guai, e come se non bastasse non ha capito un cavolo della faccenda.
L'altro si chiama Bill, si sente colpevole per tutto quello che sta combinando, è pieno di sensi di colpa, e ha un feticismo speciale per gli stivali.
Sfortuna vuole che Tom si innamori di Jimmy. Ma a lei piace Bill. E Bill ama senza riserve Tom. Se poi ci aggiungiamo un Georg filosofo e un Gustav preveggente, il fantasma di una gemella defunta e tanta, tanta amara ironia, cosa potrà mai succedere?
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO DICIOTTO: ABBIAMO PRESO L’ABITUDINE DI CADERE DALLE SCALE?

Scappare in Sudamerica e lasciar perdere le mie tracce in Patagonia. Arruolarmi nella Legione Straniera e perdere il nome di battesimo. Sposare un magnate russo del petrolio e cambiare identità. Nascondermi sotto le mentite spoglie di una geisha. Diventare papa e farmi chiamare Papa Cirillo I. Aggregarmi al Mossad e fare l’agente segreto israeliano. Chiedere asilo politico nell’Area 51 in veste di alieno sperso. Piazzarmi sopra il Triangolo delle Bermuda sperando che mi risucchi giù. Questi sono solo alcuni dei piani che il mio cervello sta elaborando per salvarmi dalle grinfie di Jimmy Sasha e della sua inopportuna e pressante presenza in tour con noi. Peccato che siano tutti irrealizzabili, visto che mi trovo qui, spaparanzato sul divano di sto dannato pullman che procede a scossoni con Georg che mi tiene lo specchio e Gustav che mi passa man mano tutti i correttori e le creme varie, occhieggiando ogni tanto Tom e il Diavolo che giocano a scacchi seduti per terra. E lei sta pure vincendo.
-Bill, dovresti piantarla di incenerirli con lo sguardo.- mi ammonisce Georg, massaggiandosi le braccia stanche per l’avermi tenuto lo specchio davanti per circa due ore. Che mollaccioni questi giovani d’oggi. – E poi vedila in positivo, è una ragazza simpatica e divertente …
-Simpatica e divertente sto cazzo, Georg! E tieni su quel fottuto specchio prima che te lo rompo sulla testa.- latro io, cominciando a incipriarmi il naso. – Io lo sono molto di più. Sono di una simpatia unica e non si sono mai sentite battute più divertenti delle mie.
Gustav fa una faccia scettica, passandomi il fard rosa pallido
-Ed è anche gentile e assolutamente innocua. In più non è invadente e sono sicuro che Tom ha avuto una delle sue idee migliori quando ha deciso di portarla con noi.
-Innocua quella strega?! Dico, ma siete scemi tutti e tre?- abbaio, riuscendo nell’agitazione a rovesciarmi addosso la polvere – Io sono dolce come un pasticcino al miele, sono innocuo come una farfalla, sono di una gentilezza smisurata. E neanche io sono invadente, che credete? Mi sento uno sfigato single!
-Cosa c’entra, Bill, anche Gus è single come te.- tenta di rassicurarmi il buon Listing – Non vuole dire nulla. E il saggio dice “Meglio soli che male accompagnati”. Non ti crucciare, amico mio: il tempo verrà anche per te, basta pazientare e aspettare che la tua anima complementare varchi la porta.
-L’ha già varcata la porta.- piagnucolo, additando mio fratello.
-Sono sicuro che troverai un ragazzo che ti farà battere il cuore ancora più di Tom. E quando lui si paleserà, allora capirai che esiste qualcuno al mondo oltre tuo fratello che merita una possibilità da te. Magari ci vorrà ancora un po’, ma sono certo che quel giorno arriverà, e tu ti ricorderai delle mie parole e gli donerai la chiave del tuo cuore di brillantini.
Georg annuisce convinto, e sono sempre più convinto che più che il bassista, avrebbe dovuto fare il predicatore di una qualche setta protestante americana. A modo suo, è un filosofo. E a modo suo, mi aiuta.
-Geooooooooorg, mi sposeresti?- miagolo, strappando dalle mani cicciotte di GusGus il mascara.
-Stai lontano da me, razza di sodomita!- urla terrorizzato da dietro lo specchio.
-Coraggio, Bill, Georg ha ragione, basta solo avere pazienza.- mi rassicura anche il biondo ciccione – E comunque anche io per ora sono single, ma non mi faccio tutti i problemi che ti fai tu.
-Sì, ma te la ragazza fino a sei mesi fa c’e l’avevi! Io non ho mai avuto uno straccio di ragazzo. Mai in vent’anni, capisci?!
-Vero anche questo; comunque Joanne era una stronza … e le belle figliole le becco comunque. Per ora mi va bene.
Sbuffo, cominciando a circondarmi gli occhi di matita nera bella spessa. Tanto l’ho capita l’antifona, l’unico che ci rimane scottato tra tutti e quattro sono sempre e comunque io. Che novità. Sfiga, vieni, il tuo pupillo è qui che ti aspetta!
-Anche quello mi va male, non è possibile.
-Belandi, Bill, manco riesci a rimorchiare? Sei un caso perso, allora.- ride il bassista più brutto del mondo.
-Forse il tuo look spaventa i poveri finocchi normali, che ti devo dire?- mi dileggia il batterista più antipatico della galassia.
-Sì che rimorchio, Georg, che domande, e per quanto ti riguarda, Gustav, il mio look è un cavallo di battaglia.- ribatto piccato, incrociando le braccia al petto offeso – Solo che … è la gente che rimorchio che è strana. Cioè, invece di qualche ragazzo più o meno nella norma, riesco a portarmi a letto praticamente solo psicopatici che le tentano tutte per farmi diventare la loro bambola da collezione oppure militari tipo Navy Seal, Legione Straniera, o della Marina Militare che tornano in patria dopo mesi passati al fronte e mi trovano un perfetto giocattolo per le loro perversioni!
Vedendo le espressioni vagamente terrorizzate dei G&G mi affretto a precisare
-Beh, non è colpa mia se gli psicopatici sono terribilmente gnocchi e i militari super fighi e muscolosi, con quelle arie da uomini vissuti me lo fanno venire …
-Sì, Bill, grazie ma le tue perversioni non ci interessano!- Gustav mi tappa la bocca. Che poi, io non l’ho capito perché quando sono loro tre a dire porcate colossali sulla gnocca di turno e mi escludono automaticamente dal discorso non posso dire loro niente, invece quando sono io che faccio un commentino un goccio più sconcio sul gnocco di turno, allora Dio ce ne scampi, Bill taci!. Non è giusto, sono pregiudizi razzisti belli e buoni, questi.
-E allora non puoi innamorarti perdutamente di un soldato della Marina super gnocco che ti ami alla follia, così puoi anche condire le tue storie d’amore con la lunga attesa di lui al fronte, e le lettere che vi mandate come nei film che ti piacciono tanto, e puoi anche fare la mogliettina felice che ti piace tanto fare?- riflette Georg.
Mi gratto la testa. Sfarfallo gli occhi. Pondero la sua affermazione. Mi do una pettinata ai capelli sparati che tanto amo. Socchiudo le palpebre. Mi mordicchio il labbro inferiore. Mi gratto il collo. Mi aggiusto gli orecchini e i piercing. Mi gratto la testa di nuovo. Arriccio il naso. Mi accarezzo il mento pensieroso. Mi stiro la maglietta. Mi gratto la testa per la terza volta.
-Ma voi ci vedreste Tom come militare in marina? Che poi gli tagliano anche i suoi adorabili dread … e non ha il fegato per andare in guerra. Non saprei come dirglielo di arruolarsi, non so nemmeno se sia il caso. Dite che dovrei?
E non capisco sinceramente perché i G&G stiano scuotendo contemporaneamente le teste dicendo
-Ormai lo abbiamo perso …
Mi perdo a guardare mio fratello, tramando vendetta contro la laida tappa che, orrore e raccapriccio!, gli si è pure accoccolata in braccio. Mi sento veramente male, a pensare che avevo appena trovato il coraggio di rivelare a Tom il mio amore incondizionato per lui, quel coraggio che non ho avuto per anni, in un attimo avrei potuto cambiare le sorti della guerra, avrei potuto fare appello alla forza che mi era sempre mancata ma che in qualche modo avevo trovato proprio per risollevarmi da questo conflitto che mi sta distruggendo, da questa guerra di logoramento che dura da vent’anni, io solo contro il mondo che lotta per portarmi via il mio Tom. Un attimo, una questione tattica di secondi e la mia ultima arma avrebbe fatto la sua missione, rivelandosi finalmente se come un totale fallimento o come agognata arma di vittoria. Eppure non mi è stato concesso neppure questo, perché la contraerea nemica è arrivata con il suo Spitzfire peggiore e mi ha distrutto, senza riuscire a farmi sganciare la bomba che avrebbe capovolto lo stato di belligeranza in cui vivo da sempre, facendomi trionfare su tutto e su tutti, con il mio gemello tanto amato al fianco … ma puntualmente, siccome Bill Kaulitz è sinonimo di sfigato, si è trovato non solo fregato, ma anche buggerato! Peggio di così non poteva andare.
-Ragazzi, datemi orecchio!- Sant’Uomo In Magdeburgo si palesa davanti a noi.
-E’ ora di cena?- salta su Gustav, mettendosi un bavaglino al collo soddisfatto.
-No, Gustav, è però ora di scendere dal pullman e catapultarvi in albergo prima che tutta l’orda di fans assatanate che avete vi divori e vi sbrani. Sapete benissimo come funziona, se qualcuno si ferma è perduto, mille anni ogni minuto!
Ci guarda mentre andiamo nella Paranoia Precedente Al Catapultarsi In Albergo, fatta di strepiti belluini, insulti, schiaffi gratis, sbaciucchiamenti approfittatori miei a mio fratello, trucchi per aria, wurstel volanti e poi uno strano urlo che si sovrappone al nostro baccano
-State calmi!- Jimmy è agilmente saltata in piedi sul divano – Dove credete di andare con tutto il casino che state facendo?
-Dobbiamo uscire dal pullman, e non è un’impresa semplice.- le ricorda Georg, ritornando all’improvviso serio anche se, ehi, che diavolo ci fa il mio boa di piume sulla sua testa?
-Ho capito Georg, e proprio perché non è un’impresa semplice dovete avere presenza di spirito in primis, un pizzico di astuzia, un briciolo di sagacia, una buona dose di coraggio, delle gambe resistenti e un’amica che di fughe strategiche se ne intende.- declama Jimmy, guardandoci con occhi spiritati.
-Cosa proponi, cocca bella? Un atterraggio pseudo spaziale sul tetto? Un travestimento strategico da suore benedettine?- sibilo io, togliendomi le mutande di Gustav dalla faccia. Dio, che schifo!
-Propongo un diversivo piuttosto funzionale. O meglio, nella periferia di Magdeburgo funzionava perfettamente. Detto in parole molto spicce, consiste nell’attirare l’attenzione di massa verso un punto opposto all’entrata dell’albergo, e nella confusione che conseguirà al mio consiglio, voi dovrete essere abbastanza silenziosi, agili e celeri da catapultarvi in albergo senza che nessuno se ne accorga.- Jimmy afferra la lavagnetta degli impegni appesa dietro al divano e comincia a scrivere col gessetto.
-Penso che questa ragazza sia la nostra salvezza.- commenta David, che fino a un momento fa ci stava per ammazzare di botte tutti e quattro. In realtà, all’inizio, è stata dura spiegargli tutta la faccenda che lei non è nostra cugina, ma che era una balla che mi ero inventato per evitarci la lavata di capo, e che in realtà è la ragazza di Tom, e che ce la volevamo portare dietro; ci sono voluti i piagnistei di quei tre bacucchi (più i miei, lo ammetto. In fondo, l’ho fatto per il mio gemellino ciccipuccioso amore della mia grama esistenza. E poi anche perché se no sarebbero ancora lì a battibeccare) e qualche brillante battuta di Jimmy per accattivare il nostro povero e depresso manager e convincerlo a portarla con noi. Non sono manco passate due settimane che già l’adora. Due settimane in cui David e i G&G la venerano in tutti i modi possibili, due settimane in cui Tom si sta innamorando di lei sempre più follemente, due settimane in cui io muoio dentro ogni due secondi. Muoio vedendo come sono felici di stare insieme, per il modo in cui si scannano quando litigano, per il modo in cui sembrano così perfettamente imperfetti insieme. Ma forse non durerà. Spero che non duri. Che poi, in qualche modo, non posso nemmeno dire che lei sia cattiva con me, perché non lo è per niente, anzi, per come la tratto è anche esageratamente dolce e servizievole. Ma io continuo a non sopportarla. Sono geloso, geloso marcio. E mi sto distruggendo da solo, ne sono consapevole, mi sto bruciando con tutta la mia gelosia di merda che non riesco a estirpare nemmeno volendolo. Muoio per Tom, sono geloso di Tom, piango per Tom, soffro di mal d’amore per Tom. E Tom sarà la mia fine.
-Come sarebbe il piano?- chiede Gustav.
-E’ piuttosto semplice.- Jimmy ci fa vedere ciò che ha scritto sulla lavagnetta.
-Che figata, sembra di essere delle super spie!.- esclama mio fratello, battendo le mani come uno scimpanzé.
-Più o meno sì T., facciamo le superspie. Dovete posteggiare il pullman non nelle vicinanze immediate dell’albergo, possibilmente sul retro.
-Senti, tesorino, io dalla porta sul retro come uno sguattero qualsiasi non ci entro, hai capito?! Non me ne frega un cazzo di fare la superspia, io devo fare la mia entrata trionfale dal portone principale!- strepito io, agitando i guanti di coccodrillo rosa e nero.
Jimmy si passa una mano tra i capelli, scuotendo la testa.
-Ok, Bill, ok, stai calmo. Comunque, il piano è il seguente: ci avviciniamo di soppiatto all’albergo, magari da dietro così siamo sicuri che ci saranno meno ragazze, e fidatevi di una che ha passato anni a farvi la posta fuori dagli alberghi. Quando ve lo dico, vi fermate e io mi nascondo in un punto strategico che studierò una volta là. A un certo punto, lancerò dei petardi …
-Dei petardi?!- la guardiamo tutti accigliati.
-Certo, pensavate che non mi portassi dietro dei petardi?- ci guarda come se fossimo fondamentalmente idioti.
-Ma perché non li ha mai tirati fuori sino ad ora?- fa Tom, grattandosi la testa.
-Perché finora ho visto che nel raggiungere gli alberghi non avete avuto problemi e crisi di nervi. Siccome oggi l’avete avuta, ho pensato bene di mettere in atto il mio piano infallibile.- lei ride, con quella sua risata cristallina e scrosciante – Dicevo, lancerò i petardi, razionandoli, in mezzo alla folla, urlando qualcosa del tipo “Attacco terroristico”, o roba simile. Scoppierà il finimondo, perché posso garantirvi che quando sei davanti a un albergo e aspetti di stuprare la tua band preferita anche la minima sciocchezza ti manda in paranoia e anche la più grande cazzata di sembrerà un fatto di portata mondiale. Nel caos che ne conseguirà, voi vi catapulterete più rapidi che potrete, a testa bassa come una testuggine, verso l’albergo e una volta al sicuro io potrò far capire che era tutto uno stupido scherzo. Le ragazze si tranquillizzeranno ma non potranno più mettervi le mani addosso.
Segue un momento di silenzio sgomento, rotto poi da un adorante Gustav
-Hai mai pensato di arruolarti? Uno stratega così ce lo possiamo solo che sognare … perché non sei vissuta ai tempi? Avremmo vinto la guerra! Avremmo potuto mantenere l’Impero! Avrebbe spopolato l’estrema destra e i vessilli monarchici sventolerebbero ancora. Hail Franz Joseph, Hail Fuhrer!
-Avanti la Destra, avanti il Monarca!- mi aggiungo io strillando e saltellando.
-Bill, piantala di dire ste cose che non capisci!- mi sgridano i tre musicisti, come al solito.
-Ma se Gustav le dice, perché io no?- pigolo, facendo gli occhioni.
-Perché Gustav è un convinto nostalgico, te manco sai di che parli e ripeti a pappagallo cose che senti e che non conosci.- mi rimbrotta Georg – Anche se a volte ti vedrei con una vena filonazista mica da ridere.
-Lui non è filonazista, è scemo e basta.- conclude Tom, facendomi versare una lacrimuccia triste – Senti, Jim … ma sei sicura che funzionerà?
-No, tesoro, ma ci sono buone probabilità di sì.
-Tanto vale tentare.- dicono Georg e David in coro – Intanto non abbiamo niente da perdere nel fare un’entrata da commando in albergo.
-E allora ok, pronti all’azione!- ordina Tom – Biiiiiil, mettiti delle scarpe normali!
Allude forse ai miei stivali verde smeraldo con gli inserti dorati e il tacco quindici? Nah, non è possibile, sono così banali e stereotipati …
 
-Corri, cazzo, corri!
-Oh porca troia, moriremo tutti!
-Gustav, muovi quel tuo culo lardelloso!
-Dai, puttana zoccola, svelti, Cristo Santo!
Stiamo correndo quanto più veloci le nostre gambe ce lo permettono attraverso questa gigantesca piazza nel bel mezzo di Amburgo, a testa bassa come un commando afgano, mezzi accecati dai fumogeni che quella terrorista dell’IRA di Jimmy ha sparpagliato per mezza città, in mezzo alle nostre fans che urlano terrorizzate. Ora qualcuno mi spiega il senso di questa pantomima da action movie di serie B, che rischia anche di spezzarmi gli stiletti anche di questi stivali verdi. Tom mi acchiappa la mano, trascinandomi praticamente di peso in mezzo al casino che la sua fidanzata ha scatenato, facendomi capitombolare come un sacco di patate dentro sto dannato albergo a cinque stelle, rotolando in mezzo a un ammasso spastico di corpi e guardie del corpo che ci guardano come fossimo completamente ubriachi già di primo pomeriggio. Le solite belle figure dei Tokio Hotel …
-Al momento mi era parsa una buona idea … - grugnisce Tom sulla mia pancia lasciata nuda da sto benedetto top di lamé dorato che non ne vuol sapere di starsene al suo posto. Un brivido di eccitazione mi scuote, facendomi assumere la mia migliore espressione da ebete.
-Abbiamo scordato il dettaglio tattico che abbiamo le capacità fisiche di un bisonte in calore e l’agilità di un bradipo diabetico.- ansima Georg che è letteralmente pressato dal dolce peso di Gustav.
-Io a letto sono agile quanto vuoi.- boccheggio io, cercando di liberarmi dal gomito di Tom piantato nelle costole – Ma una corsa del genere …
-Buon uomo, mi porti un panino con salsiccia, la prego.- Gustav allunga una banconota a un cameriere che cerca di aiutarci ad metterci in piedi, mentre vediamo con orrore le fans, che, passato lo spavento, si sono ammucchiate fuori dalle porte dell’albergo facendo una pressione vagamente inquietante sui vetri.
-Beh, ragazzi, vedo che il piano è riuscito alla grande!- David ci guarda sorridendo, perché lui non si è ritrovato a correre come un forsennato in mezzo ai lacrimogeni da G8 e non si è trovato schiacciato per terra dal peso complessivo di Tom+G&G.
-Alla grande sto cazzo, sono a pezzi.- piagnucola mio fratello, tirandomi in piedi – E dov’è Jimmy? Non me l’avranno mica linciata, eh?
Magari l’avessero linciata sul serio … ma figurarsi, con la fortuna che ha quella nana sarà sana e salva ad aspettarlo in camera con quel suo sorriso da sfotti. E pensare che adesso io e Tom avremmo potuto andarcene in camera assieme, lasciandone una vuota, farci un bel bagno insieme, coccolarci adeguatamente, prepararci con tutta calma all’intervista che ci attende tra due orette, darci ancora due bacini teneri e poi andare a farci pacificamente l’intervista tenendoci per mano e facendo sudare ai G&G le sette camicie per nascondere il fatto che la cosiddetta Kaulitzincest è vera. Sarebbe una cosa così tenera, come l’essere sicuro che ogni notte dopo i concerti più sfrenati avremmo dormito insieme nel nostro lettone, e che io avrei potuto svegliare il mio adorato rasta scemo con un bel bacio a schiocco. Invece, nisba. Come al solito, io dovrò starmene nella mia camera gelida a piangere tutte le mie lacrime. Come al solito, io rimarrò tagliato fuori da tutto e da tutti.
-Forza ragazzi, gambe in spalla, andatevi a sistemare e a darvi una rinfrescata prima dell’intervista. Ogni abbiamo i ritmi serrati.- quel losco figuro del nostro manager si frega le mani, mentre noi sbuffiamo in sincronia perfetta e io allungo le braccia verso Tom, facendogli gli occhi dolci e sgambettando un po’. Lui sospira e mi prende in braccio come una sposa (e no, Bill, non devi farti i filmini mentali di te e tuo fratello che uscite dalla chiesa dopo il vostro matrimonio, lui che ti tiene in braccio esattamente come sta facendo in questo momento, vestito con un bello smoking tirato a lucido e i tubi pettinati come Dio comanda e tu con uno splendido vestito da bomboniera di pizzi, crinoline e volant argentati. No, non devo pensarci. Sennò è il momento che piango sul serio), cominciando ad avviarsi verso gli ascensori seguito a ruota da quei due incompetenti dei G&G.
-Beh, però dovete ammettere che Jimmy è stata fantastica.- mormora Tom con voce sognante.
-Sì, talmente fantastica che ha rischiato di far intervenire l’esercito.- abbaio io. Sentilo, senti che voce innamorata che sta sfoggiando. E’ come se per l’ennesima volta mi stesse rigirando nella piaga un coltello.
-Più che altro, spero che le Aliens non l’abbiamo massacrata di botte.- commenta tetro Georg.
-Penso sia scaltra abbastanza da essersela scampata.- lo rincuora Gustav, addentando il wurstel.
-Ma le Aliens incazzate sul serio sono delle vere belve.- mi frego le mani; insomma, le avrò cresciute bene le mie bambine, o no?
-Questo ok, ma la mia Jimmy è imbattibile.- conclude Tom con la sua migliore faccia da pesce lesso. Qualcuno mi trattenga, perché non sono abbastanza forte da controllarmi: potrei sia violentarlo di brutto qua sull’ascensore, oppure fare una strage di tutto l’albergo per la rabbia. Penso che entrambi però mi manderebbero in carcere e non sia mai che io debba anche stare una notte all’umido a rovinarmi i capelli. Sbarchiamo in corridoio, dirigendoci a passo di carica verso le nostre suite rigorosamente attaccate e rigorosamente con le pareti sottili, quindi il sottoscritto dovrà dormire con i tappi nelle orecchie, cinquanta cuscini e dieci piumoni per non passare le notte piagnucolando sul suo turpe destino di amante vilipeso e abbandonato. Oppure potrei andare a dormire da Gustav. Però non so come potremmo stare in un letto io, lui, i miei tre orsacchiotti pelosi e il suo peluche a forma di hot dog: l’ultima volta che avevamo provato a dormire insieme, lui era caduto dal letto, a me era venuto un attacco assurdo di nausea e gli avevo vomitato sul cuscino. Ripiegare da Georg non sarebbe manco un’idea malvagia, ma so per esperienza che bastano due calcetti da parte mia o qualche frignata fuori programma, o qualche sbavatura sul cuscino, o qualche peluche fuori posto che mi sbatte nel corridoio seduta stante e si chiude a chiave dentro. Ovviamente, non mi sarei posto sti problemi se avessi potuto dormire con mio fratello, cosa che faccio sempre e comunque secondo il Sacro Patto del Letto, ideato apposta per regolare le notti in cui possiamo dormire insieme e quelle in cui lui si porta a letto qualche ragazza a caso. Ma ora che abbiamo Sua Nanezza Jimmy Sasha, il SPL viene abolito e lei si può godere Tom ogni notte, mentre io mi devo godere Gustav o la solitudine. Che vita di merda, ragazzi, non smetterò di ripeterlo!
Mi trascino in camera dove ci sono già tutte le mie valigie rosa e lillà, sprofondando tra le coperte super morbide del lettone a baldacchino che vorrei tanto dividere con il mio gemello, lasciandomi cadere all’indietro tra le coltri, facendo l’angelo e fissando il soffitto bianco accecante. Potrei farmi un bagno, a questo punto. Striscio nel gigantesco bagno, preparandomi l’acqua, immergendomi nella vasca enorme, nell’acqua bollente che mi ustiona la pelle, in mezzo alle bolle che galleggiano nell’aria. Chiudo gli occhi, stringendo le gambe al petto, sentendo il sordo scrosciare dell’acqua attorno al mio corpo raggomitolato in un angolo della vasca di piastrelle azzurre. Sento qualche lacrima calda solcarmi le guance e andarsi a mischiare con l’acqua e con le bolle di sapone, i capelli fradici che si attaccano alle mie spalle, le tensioni muscolari che si allentano sempre di più. Vorrei tanto che Tom mi amasse, davvero. Avrei tanto bisogno di sentirmelo dire, di poter sapere che c’è qualcuno in questo mondo che ama davvero Bill Kaulitz. Qualcuno che sia davvero innamorato di me, che mi accetti per ciò che sono, che sopporti le sfuriate, le lagne, le piccole manie ossessivo compulsive che mi rendono quello che sono. Qualcuno che sappia come prendermi, che dorma ogni notte con me, che faccia il bagno con me e che mi sappia pettinare per calmarmi. Qualcuno che mi compri i miei cioccolatini preferiti senza che io lo chieda, qualcuno che mi riempia di baci senza bisogno che io vada a elemosinarli come fossero monete, che sappia quando è il momento di lasciarmi in pace e quando è quello di trascinarmi in strada. Qualcuno che mi sappia indicare la seconda stella a destra, che mi prenda in braccio quando piango, che mi segua nei miei ragionamenti contorti senza darmi del pazzo, qualcuno che stia sempre al mio fianco, che mi tiri su nei momenti neri, che mi faccia vedere il buono del mondo nell’oscurità che leggo, qualcuno che mi canti “I’ll Be By Your Side” prima di dormire. Qualcuno che sia capace di dirmi basta, che freni la mia follia, che creda profondamente in me e in ciò che faccio, qualcuno che mi racconti storie ogni volta che le chiedo a gran voce, che giochi con me e che mi insegni a vivere. Qualcuno che mi comprenda nel profondo, che mi non mi lascerà mai per rimpiazzarmi con qualcuno di migliore, che mi tenga per mano ogni volta che usciamo per strada, che mi porti i fiori a San Valentino, che mi segua nei negozi a fare shopping selvaggio. Voglio solo qualcuno da amare. È davvero così tanto chiedere una persona che mi dica “Bill, ti amo”?. Io voglio solo essere amato.
Mi assopisco nella vasca, cullato dall’acqua calda. Doveva essere Tom, quella persona speciale. Forse è anche questo il motivo per cui non trovo mai nessuno che mi ami davvero: sono ancora troppo, palesemente, legato al mio gemello per poter accettare un altro uomo nella mia esistenza. La gente lo sente, lo percepisce, e anche se potevano avere buone intenzioni nei miei confronti, lasciano perdere, mi lasciano scorrere via. Lo sente, la gente. Lo sentono che sono legato a qualcun altro, una persona che non sono capace di allontanare, percepiscono che finché non mi sarò completamente slegato da lui non potrò mai sperare di intraprendere una relazione vera e umana con altri. Ma come potrò mai slegarmi dal mio Tom? Non capirò mai, non potrò mai riuscire a staccarmene. E non solo perché siamo gemelli, ma perché non posso ammettere a me stesso di aver passato vent’anni di vita dietro a un uomo che non mi amerà mai se non come fratello, aver speso un’infanzia intera dietro a un sogno anacronistico e impossibile, a inseguire un’utopia irrealizzabile solo per non venire a patti col futuro. È dura da accettare. È dura far capire a se stessi che si è continuato a sbagliare per vent’anni. Ed è ancora più dura cambiare strada e ricominciare a vivere. Lui mi sta uccidendo, lei mi sta uccidendo. Dovrei ricominciare a vivere, forse, amare e odiare con tutte le mie forze, lasciar perdere i miei fantasmi, lasciare loro due a viversi la loro vita e cominciare a cercare il mio “Bill, ti amo” come se non esistesse un domani. Ma sono debole. Jimmy ha ragione a dire che io e lei siamo esattamente uguali, uguali senza via di scampo. Siamo soli, perché non c’è nessuno che mi capisca davvero e che possa leggere sul serio quello che porto inciso a fuoco sul cuore. Siamo deboli, perché non ammetto a me stesso di aver sbagliato, non accetto di aver perso il mio gioco, non sono in grado di fermare questo gioco che si sta protraendo ai limiti dell’ossessione e cominciare col piede giusto una nuova infanzia. Siamo arrabbiati, perché sono un perdente nato, perché non sono stato in grado di prendermi il mio amore, di lottare con i denti e con le unghie per farmi valere e tenermi stretto la mia ragione di vita. Jimmy ha detto quello che io non avrei mai ammesso: io e lei ci assomigliamo più di quanto entrambi vogliamo ammettere. E la odio ancora di più per questo: se siamo uguali, perché Tom ha scelto lei? Se siamo uguali, perché a me non sono state date altro che lacrime amare e notti insonni? Mi do un pugno in testa da solo, asciugandomi le lacrime e alzandomi dalla vasca, uscendo come la ninfa a cui tanto assomiglio, nudo, lasciando gocciolare pelle e capelli per terra, ancheggiando fino al letto. Sospiro, guardandomi nel grande specchio a muro: cosa diavolo ho che non va? Una pelle liscia, perfetta, bianco uniforme, un corpo e un viso da femmina, slanciato, sottile, bello come è bella luna. Sono bellissimo, come fa Tom a non rendersene conto? Perché non vede quanto si sta perdendo? Mi appoggio al vetro con la fronte, vedendo l’acqua gocciolare sul vetro al posto delle mie lacrime sature.
Un sordo bussare alla porta mi costringe a staccarmi dal muro
-Chi cazzo rompe i coglioni?- sbotto, drappeggiandomi l’accappatoio rosa e nero addosso.
-La tua coscienza.
Spalanco la porta di scatto, facendo entrare il mio sorridente gemellino adorato. Gli salto in braccio, lasciando cadere l’accappatoio per terra. Pessima idea.
-Tesoro, ma perché sei ancora nudo? Lo sai che abbiamo un’intervista a breve, e con i tuoi tempi pachidermici …
Mi scompiglia i capelli, buttandomi a peso morto sul letto e cappottandosi vicino a me. Bene, Bill, stai calmo. Non fare pensieri pervertiti, non violentarlo, non eccitarti che sei nudo come un pesce e saresti leggermente anti sgamo, e soprattutto non avventarti come un’idrovora sulle sue labbra. Contegno, Bill.
-Mi sono addormentato nella vasca … - mugolo, cominciando con un lavoro di strusciamento tenero e bisognoso di affetto.
-Lo sai che sei dolcissimo quando fai così?- mi abbraccia, e io stringo denti e ormoni. Non devo cedere per nessun motivo.
-Io sono sempre dolcissimo.- miagolo in risposta. Perché devo condividerti con quella nana maledetta? Perché la vita è così ingiusta?
-Jimmy è entrata dalla finestra prima.- mi racconta Tom – Si è arrampicata, ha fatto qualche numero acrobatico e mi è atterrata vicino. È come Spiderman.
-Il tuo supereroe preferito.- dico atono.
-Il mio supereroe preferito.- acconsente il mio adorabile rasta, per poi alzarsi di colpo e stamparmi un bacio a tradimento sulla pancia – Dai ritardatario cronico, muovi il culo che poi ti veniamo a chiamare!
E io rimango lì sul letto come un’idiota, con la pancia ancora umida delle sue labbra e i capelli tutti arruffati. E tanta voglia di Tom. Mi alzo come un morto vivente, cominciando a pettinarmi, vestirmi con i vestiti rigorosamente neri per illustrare al mondo il mio stato d’animo e tanti glitter per dare un tocco di gioia finta, truccandomi più da emo possibile, infilandomi i sandali alla schiava con zeppa e plateau nero e oro. Sono stanco, gente. Sono così stanco che dormirei per mesi. Probabilmente sarà passato più tempo del dovuto, siccome ho sentito un sacco di “Bill, muoviti!” “Arriveremo tardi” “Sbrigati” “Ti prego, mettici un po’ di sprint” a cui io non ho nemmeno dato risposta, lasciando che prendessero a pugni la porta sino a che non ho sentito cori di insulti e bestemmie e passi pesanti che si allontanavano dalla mia camera. E poi un toc toc più leggero e delicato, e una voce
-Bill, sei pronto? Mi hanno mandato a chiamarti, siete un po’ in ritardo.
Ah, la futura cognata. Che amore, gente.
-Arrivo, Jimmy, un secondo, con calma!- strillo, finendomi di sistemare la spessa linea di matita che mi circonda gli occhi, con tanto di svolazzo finale.
-Dai, esci che è tardi! Poi danno anche la colpa a me!
-Santo Cristo, la vita che stress!- inveisco, uscendo a passo di carica e rischiando di investire quel nano da giardino conciata da punkabestia.
-Sei piuttosto affascinante conciato così- commenta Jimmy, afferrandomi per il polso e cominciando a correre verso le scale.
-Io sono sempre affascinante, tesoro, dovresti saperlo … ahia, i tacchi! Perché cazzo stai correndo, ahia!
Si sta precipitando come una trottola giù per lo scalone di marmo tenendomi sempre per mano, facendomi ripetutamente inciampare tra gambe chilometriche, magrezza eccessiva e tacchi quindici con plateau dieci.
-Ti ho detto che siamo in ritardo, corri un po’, e che cazzo!- strilla lei, facendomi fare una piroetta sgraziata attorno a una vecchi coppia di ciccioni inglesi.
-Corri?! E ti sembra che con sti tacchi io possa correre?! Dico, Jimmy Sasha, che …
-Senti, Bill, risparmia il fiato e cerca di stare in equilibrio su quei trampoli!
-E sì che è facile, tappa! Se ti conciassi come una femmina, capiresti il mio problema dei tacchi, ma siccome sei una punkabestia scassa non so proprio cosa dirti!
-Come mi vesto non è importante adesso, ne potremmo discutere in un altro frangete, corri!
-Allora, stellina, mi sto offendendo! Tu non sei nessuno per dire a me cosa devo … devo … Jiiiiiiiim!
Esattamente com’era successo tipo un mese fa a casa sua, mi inciampo miseramente nei miei tacchi, facendomi lo sgambetto da solo, slacciandomi non si sa come i sandali alla schiava, e finendo lungo disteso per terra come un salame. E come in un brutto rewind, la travolgo con poca grazia, facendola volare giù dalle scale, rotolandole addosso tra gli scalini duri come il marmo, strillando frasi inconsulte su come sia riuscito a spiattellarmi di nuovo per terra con lei. Apro gli occhi, e mi trovo stravaccato sullo scalone, senza una scarpa, tutto il corpo che pulsa dal dolore, e Jimmy sopra. No, cazzo, è come in casa sua. Non può essere successa di nuovo una cosa simile, no, mi rifiuto di crederlo … di nuovo la fisso e di nuovo sento i nostri respiri che si fondono, il suo cuore che batte a palla, i suoi enormi occhi viola incatenati con i miei. Di nuovo quella sensazione orrenda di immobilità, di torpore, di oblio, immobilizzato sotto di lei e terrorizzato. E rivedere le pagliuzze dorate e folli nel profondo delle sue pupille infinite come l’Universo, sentire l’odore di strada che ha il suo fiato, che sa di morte, di sangue, di guerra, di armi bianche, di rivolta, di pugni e di calci nei denti, annusare il suo odore che è fatto di rabbia cieca e furia sconsiderata, che è fatto di Tom e di profumo da uomo, che è fatto di lacrime e di vite spezzate sul nascere, stringere le sue spalle mentre le sue mani mi premono sui fianchi, e sentire la pelle callosa e dura, spalle forti e nervose, tensione muscolare ai massimi livelli, vedere i nostri capelli neri che si mischiano senza sapere più dove iniziano i miei e finiscono i suoi, perdermi nel suo viso da bambola di porcellana.
-C’abbiamo preso gusto a cadere per le scale, vero Bill?- sussurra, ridendo, a mezzo centimetro dalla mia bocca, con innocenza, senza malizia.
-Ok, forse hai ragione, i tacchi … - balbetto, cercando una via di fuga che non trovo.
-Io ho spesso ragione, stellina.- ride, prima di posare le sue labbra sulle mie. E prima che io mi ritrovi semi svenuto con la bocca premuta contro la sua in un bacio a stampo che di sano non ha proprio niente.
 
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Aaaaaaaah oh mio Dio povero Bill! Ahahah, ragazze cosa ne dite? Mentre la vita di Tom scorre liscia come l'olio, quella del suo gemello è leggermente più incasinata ... e Jimmy da che parte sta? Beh, dalla sua ovviamente ;) Se vi sembra una puttana, per dirla proprio male, non potrei nemmeno darvi tutti i torti, ma spero che in qualche modo proprio schifo come personaggio non ve lo faccia, eh. Ovviamente la storia comincia a complicarsi sensibilmente ... e voi che ne dite? Mi raccomando, per questo capitolo fatevi sentire che voglio pareri su questi tre deficienti XD. Detto ciò, credo che vi saluterò perchè ho sonno e domani scuola D: Grazie mille a tutte voi che leggete e recensite :) (E un grazie speciale a Lisa (abbia pazienza ma ho paura di scrivere sbagliato il tuo nickname) che mi ha dato l'idea per il Sua Nanezza. Che genia!)
Un bacio a tutte
Charlie

 
  
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