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Autore: Lily_of_the_Valley    05/04/2016    2 recensioni
"Quelli che scriverò saranno i giorni della mia vita. Tutto ciò che mi accadrà da oggi in poi lo riporterò qui in queste pagine.
Chissà che poi la vita non abbia in serbo per me qualcosa di meraviglioso."
Un diario, una ragazza e una delle band più famose del globo.
Il fato, che ha deciso di combinare insieme questi tre elementi.
Perché la vita può sempre tenerti in serbo qualcosa di meraviglioso
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                My heart's jittering, just you and I
 

Dopo aver chiuso il diario, Mindy corse a mettersi sotto le coperte.

Eppure per i primi dieci minuti non faceva altro che ripensare a come era trascorso quel giorno, a quanto fosse stato irrealistico vedere Roger dal vivo, a quanto fosse stato magnifico quell’incidente.

Tuttavia, passati quei dieci minuti, la stanchezza prevalse sull’eccitazione, così Mindy si addormentò.


Dominique sentì la porta di casa aprirsi, per poi richiudersi subito dopo.

Distrasse la sua attenzione dal televisore, intento a trasmettere una di quelle soap che a lei piaceva tanto, si alzò dal divano e si diresse verso l’ingresso di casa.

“Alla buon ora. Non ho voglia di chiederti che fine hai fatto, tanto non crederò mai a quello che dirai”, gli disse, abbastanza adirata, anche se per niente sorpresa che Roger avesse rincasato così tardi per l’ennesima volta.

Poi però lo scrutò meglio: aveva il viso abbastanza sconvolto, ma allo stesso tempo felice.

Lo conosceva e sapeva che quel batterista sorrideva in quel modo solamente quando era con lei, eppure si accorse che in quel momento lei non c’entrava.

“Rog, mi spieghi che è successo?”, aggiunse, a braccia conserte.

Lui alzò gli occhi verso di lei.

La guardò e pensò che era bellissima anche quando era arrabbiata.

“Dom, so che non crederai mai a quello che sto per dirti, ma giuro che non sto scherzando nemmeno un po’”, cominciò lui, andandole sempre più vicino.

“Ti crederò, qualunque cosa sia. Hai una faccia molto scombussolata” la donna rise.

“L’ho incontrata, finalmente”, disse lui.

“Chi, tesoro?”

“Mindy”.

Dominique guardò incredula il suo ragazzo, cominciando a tempestarlo di domande sull’accaduto di quel giorno.

“Quando ha detto il suo nome in ospedale, sono rimasto sbalordito, addirittura mi è sembrato uno scherzo. Poi ho visto i suoi occhioni azzurri, che in tutti questi anni non sono cambiati di una virgola. Era lei”.

“Il destino non voleva dividervi. Ne è passato di tempo, ma ora vi siete rivisti. È meraviglioso, Roger”.

Estremamente felice, lui abbracciò la sua amata.

“Non hai idea di quanto sia felice, Dom. Ho sempre sentito di avere un legame forte con quella bimba bionda”.

“Non è più una bambina, Roger. Ha…” si interruppe, non conoscendo l’età della ragazza.

“Sedici meravigliosi anni. È rimasta bellissima, posso garantirtelo. Come suo zio”.

I due scoppiarono a ridere, rimanendo abbracciati.

“E ora quando vi rivedrete?” chiese lei.

“Domani mattina. Non vedo l’ora di poter parlare con lei di nuovo. Mi piacerebbe sapere anche cosa stanno combinando mamma e Clare”.

“Sento che questa notte non chiuderai occhio, mio caro” ridacchiò Dominique.

“Eh, già. Tu mi conosci troppo bene”, disse lui, fissando per qualche attimo la sua amata e baciandola dolcemente.


La mattina seguente, Mindy si risvegliò come sempre a causa del rumore assordante della sveglia.

Ma non appena aprì gli occhi, la ragazza di colpo ricordò l’appuntamento, e fu così che si alzò dal letto in un battito di ciglia, correndo subito a prepararsi.

        I suoi genitori decisero di non farla lavorare in pasticceria per far sì  che si riposasse un po’ a casa, ignari del fatto che la loro figlia sarebbe     comunque uscita.

        La biondina tremava dall’eccitazione, ma fortunatamente i suoi non notarono che in lei c’era qualcosa che non andava, essendo troppo presi dalle ansie lavorative.

Alle otto, dopo che i suoi genitori fossero usciti e senza avvertire i suoi fratelli, Mindy decise di lasciare casa per avviarsi al luogo di incontro.

Mentre camminava, cominciò a sentirsi le gambe sempre più tremolanti, come se le mancassero le ossa, inoltre si sentiva svenire di nuovo.

Oltre che ad essere elettrizzata perché stava per incontrare un parente che non vedeva da anni, stava anche per vedere nuovamente un membro del suo gruppo preferito.

Alcune volte, in passato, si chiedeva molte volte cosa le sarebbe piaciuto domandargli, se avesse avesse avuto la possibilità di incontrarlo, ma in quel momento tutte quelle domande che voleva porgli non le ricordava più.

Dopo alcuni minuti di camminata, intanto, la giovane arrivò di fronte la caffetteria affollata.

Rimase per un po’ a fissare il pavimento, con il cuore che le batteva sempre di più ogni minuto che passava. Quando poi risollevò il capo per cercarlo, finalmente lo vide.

Roger Taylor era lì che le veniva incontro, occupato a nascondere la sua ansia sotto il solito paio di occhiali da sole neri, mangiucchiandosi nervosamente le dita.

Ciò che Dominique aveva previsto si era avverato: quel batterista non aveva per niente dormito.

Rare volte gli capitava di essere in agitazione per qualcosa, e quando succedeva non riusciva a chiudere occhio. Era un difetto che aveva sin da bambino.

Continuava a camminare, finché davanti a lui vide sua nipote intenta ad aspettarla.

Le sorrise e le venne incontro a passo sempre più svelto.

"Ciao!"la salutò allegramente, non appena furono uno di fronte l'altro.

La ragazza rispose, e i due accennarono un abbraccio, per poi sorridersi a vicenda senza fiatare.

Fu poi Roger a dire qualcosa. “Che dici, entriamo?”

Mindy annuì, e si avviarono nel bar.

Era abbastanza pieno lì dentro, nonostante fosse abbastanza presto.

Ma entrambi riuscirono a prendere posto ad un tavolo sotto una grande finestra che affacciava alla strada.

“Non vengo da molto”, disse Mindy, mentre si sedeva, “di solito entro qui alcune volte dopo la scuola, che grazie a Dio è finita da un mesetto”.

Il biondo ridacchiò. “Ti capisco. Non c'è niente di meglio di quando finisce la scuola. Io invece frequento abbastanza questo bar.”

Bastò così poco per sciogliersi. Almeno si erano già detti qualcosa.

Poco dopo, li raggiunse un cameriere.

“Buongiorno”.

“Salve”, rispose Roger, “Vorremmo ordinare due coppe gelato”

“Benissimo, i gusti?”

“Per me nocciola e panna.”, annunciò la ragazza.

“Lo stesso” disse a sua volta Roger.

Il cameriere, soddisfatto delle ordinazioni, si allontanò così dai due.

Passarono poi alcuni minuti di silenzio, poiché entrambi non sapevano che dire.

“Dunque, come ti trovi qui a Londra?” chiese finalmente il batterista.

Una domanda semplice, giusto per avviare la conversazione, pensò.

Mindy gli sorrise. “Be’, ci abito da undici anni, quindi bene. È una città mozzafiato, un mondo a sé, come amo chiamarla io.” disse, tranquilla.

“Così, tu e i tuoi genitori vi siete trasferiti qui undici anni fa?” la ragazza annuì. “E Jeff, cosa fa?”.

“Mio padre è  diventato ha messo su un’azienda di bibite analcoliche. Trovo il suo lavoro abbastanza noioso e stupido, in un certo senso. Se non altro, guadagna bene”, rise, per poi proseguire, “Mia madre invece continua a fare la pasticcera, non so se ricordi, e ora ha aperto un piccolo negozio di dolci a Knightsbridge.”

“E tu? Hai avuto dei fratelli?”

“Sì, ho due fratelli, chiaramente minori, Nick e George. Nonna abita qualche isolato più lontano da noi, Clare invece, finito il college, si è trasferita a Hammersmith. Non si è ancora sposata”.

“E' fidanzata?”, chiese insistente Roger.

“Sì, ma è una storia tira e molla, un vero casino”, rispose Mindy, ridendo.

Anche Roger ridacchiò, come se non si fosse aspettato altro. “La mia Clare!” si fermò per qualche istante, poi i suoi occhi incrociarono di nuovo quelli della nipote. “Non mi hai detto nulla di te, però.”

La bionda si tormentò un ciuffo dei suoi capelli biondi sempre spettinati. “Cosa devo dire?” chiese timidamente.

“Oh, avanti. Parlami di te. Sul tuo conto so solo che sei diventata sempre più bella ogni anno che è passato.”

Mindy arrossì, continuando a toccarsi nervosamente la chioma.  

“Beh, sai come mi chiamo, ho sedici anni e  sono nata il quindici giugno 1965 a Truro, ma vivo a Londra e ho appena terminato lo stage 4 della Secondary School. Sono abbastanza timida, anche se opportunamente educata, testarda ma anche comprensiva. Da sempre, il mio sogno nel cassetto è stato quello di incontrare Roger Meddows Taylor, batterista dei Queen. Deve essere una persona straordinaria, e a detta di mia nonna, mi ha sempre voluto bene. Sfortunatamente i miei genitori, in particolare mio padre, suo fratello, non la pensano come me, perché ha litigato con lui quando io ero molto piccola”, dovette abbassare la testa, prima che qualcuno potesse notare la lucidità dei suoi occhi, “ma indipendentemente da questo, sono felice. Perché proprio ieri l'ho incontrato dopo quattordici anni. E quando ho tempo libero, i miei hobby preferiti sono scrivere e leggere.”

“Scrivere?”, chiese sorpreso Roger, interrompendo il lungo discorso della nipote.

“Esatto. Principalmente piccole storielle buttate su una carta senza scopi ben precisi, come fossero vomitate. Ma amo alla follia anche la musica e suono il piano. I Queen sono la mia band preferita, reputo la loro musica la migliore. E nulla. Questa è la mia vita”.

“Ora credo che tu voglia sapere qualcosa su di me”.

“Può essere”.

Risero entrambi, “d’accordo”.

Dopo che il cameriere ebbe consegnato le due coppe gelato, fu Roger che cominciò a parlare. “Sono Roger Taylor, ho trentatre anni e sono nato il ventisei luglio 1949 a King’s Lynn, nel Nordfolk. Sono un batterista di professione, e umilmente tengo a segnalare che faccio parte del celebre gruppo musicale dei Queen. Ho lasciato la mia famiglia all'età di diciotto anni per cominciare una nuova vita nella famosissima città di Londra, una delle patrie mondiali della musica leggera. Ovviamente, mi mancano tutti i miei parenti, ma uno in particolare, o meglio, una: la primogenita di mio fratello, che ho lasciato quando lei aveva solo due anni. Ma ora, dopo quattordici fottuti anni, l'ho incontrata di nuovo, e le prometto che non mi dividerò mai più da lei”

Guardò sua nipote negli occhi, mentre lei per poco non si affogava con il gelato, che era sospeso nella gola a sciogliersi.

“Anche se dovesse succedere la cosa più devastante del mondo?” mormorò la bionda.

“Sì. E le prometto anche che domani la porterò ad assistere ad una delle prove del nuovo tour dei Queen.”

Mindy sgranò gli occhi. “Non è possibile!”

“E invece sì.”, disse Roger, e si mise in bocca la sua prima cucchiaiata di gelato.

Mindy non stava affatto sognando. Avrebbe avuto la possibilità di assistere i Queen al completo nel provare le loro fantastiche canzoni. “Grazie, Roger.”disse, con un fil di voce.

E lui, per tutta risposta, le sorrise,

“Non voglio essere indiscreta, ma tu sei per caso sposato?” chiese Mindy.

“No, convivo con la mia fidanzata di nome Dominique Beyrand. Avrai l'opportunità di conoscere anche lei”, spiegò il batterista.

“Perfetto, non vedo l'ora. Deve essere dolce e carina come te, vero?”

“Be’, se ci tieni proprio a saperlo, è la ragazza più dolce che abbia mai incontrato, insieme a te, ovviamente. E’ una persona con un cuore d’oro. La conosco dal ‘76 e da qualche anno viviamo insieme”, aggiunse il batterista, rigirando il cucchiaino nella coppa, sognante.

La nipote fece lo stesso, sorridendo e pensando a quanto fosse adorabile dopo che ebbe parlato della sua fidanzata.

“Non posso crederci, incontrerò veramente i Queen? Mi sembra impensabile!”, esordì all’improvviso Mindy, non riuscendo a trattenere la sua gioia.

Roger le sorrise. “Allora ti piacciamo veramente! Hai una canzone preferita?”

Lei scosse la testa. “Non è possibile trovarne una. Non posso nemmeno comprare i vostri dischi, mio padre me lo vieta.”

Roger la guardò sbalordito. “Davvero?” lei annuì.

“Ma passano le vostre canzoni alla radio, spesso e volentieri. Play the Game, ad esempio, è meravigliosa. Ma lo sono tutte, in fondo”.

“Non è possibile che il tuo unico modo per ascoltarci sia la radio”, disse Roger, ancora spiazzato.

Mindy cominciò a giocherellare con il cucchiaio del gelato, mostrando un lato un po' deluso di sé stessa. “Non è la fine del mondo. Non proprio ora che ho incontrato te”, tornò a sorridere, “e poi la radio è meravigliosa. Mi hanno detto che era il tuo grande amore qualche anno fa, insieme al rullante”.

Roger sorrise, poi le prese un braccio che la ragazza aveva disteso sul tavolo in precedenza. “Mindy, promettiamo di non dividerci mai più, siamo intesi? Abbiamo passato troppo tempo senza vederci, e mi sembra un miracolo quello che è accaduto ieri.”

Le parole del batterista erano sincere. Non avrebbe mai più voluto dividersi da lei.

La bionda sorrise. “Okay, Roger.”

 

Passò circa un'oretta.

I due non facevano che parlare che la carriera dei Queen andava a meraviglia, e Mindy, mezza inesperta, stava imparando un mucchio di cose sulla band.

Ebbero il tempo di ordinare anche un tè freddo.

Ma dopo un po’ arrivò il momento di dividersi.

Roger pagò il conto di entrambi, poi uscirono dal bar.

“Ora dove vai?” chiese il batterista.

“Non lo so, credo che me ne andrò nel mio negozio di dischi di fiducia. Lì è come la mia seconda casa.”spiegò la bionda.

“Vuoi che ti accompagni?” chiese lui.

“No, non c'è bisogno. Tanto è qui vicino.” mentì lei. Il negozio era parecchio lontano, ma si era portata dietro i soldi per il bus.

“Senti, per quanto riguardano le prove, ci vediamo domani, allora”.

Mindy annuì, eccitata.

“Ecco, questo è il luogo delle prove”, porse alla nipote un bigliettino cartonato da visita, su cui era scritto ‘Shaw Theatre’, un teatro che si trovava nei pressi di King’s Cross.

       “Noi siamo mattinieri, iniziamo alle dieci e mezza”, proseguì.

“Quest’orario non mi spaventa affatto. Se conoscessi bene mia madre sapresti alla perfezione che sono costretta a svegliarmi alle sei di mattina anche in estate”disse Mindy, facendo scoppiare a ridere Roger.

Povera. Bene, allora ci vediamo domani”.

andò vicino alla nipote, e le baciò entrambe le guance.

Poi, i due se ne andarono nelle due direzioni opposte.

E anche quell'incontro si era concluso bene.

Quella bellissima promessa che Roger aveva fatto a Mindy era stata molto dolce.

In effetti tutto ciò era vero, non erano destinati ad rimanere divisi.

Ma si sa com'è la vita, toglie e dà.

È questo quello che pensava Mindy, mentre era sul bus che la conduceva al negozio di Mr. Curtis.

Mr. Curtis! Era a conoscenza di ciò che era accaduto il giorno prima?

Ebbene sì, visto che la prima cosa che fece quando vide la ragazza entrare fu uscire dal bancone e andargli incontro.

“Mindy, ma cosa è successo ieri?”.

Lei rimase un po' stupita per l’accanimento . Ma, dopotutto, era a conoscenza di quanto stesse al cuore all'uomo. “Niente, un piccolo incidente. Ma ora sto bene” lo rassicurò.

“Meglio così, mi hai fatto prende un bello spavento. Sei venuta di nuovo per il ‘Greatest Hits’?”.

Mindy  in realtà era venuta solo per distrarsi un po’, ma non fece in tempo a fiatare che l’uomo la spinse verso il magazzino. “Puoi rimanerci tutto il tempo, io torno alla cassa. A dopo!”

Non appena la giovane entro, udì varie note che conosceva abbastanza bene, quelle di Bicycle Race.

E poi vide una ragazza dai capelli biondo scuro coperti da un vistoso berretto rosso, seduta sulla poltrona malconcia e intenta a canticchiare.

Qualche metro più in là, c'era un grosso Pastore Tedesco con un collare rosso e un guinzaglio la ragazza teneva.

Mindy si chiuse la porta alle spalle, ma, anche se fece abbastanza silenzio, la ragazza seduta si agitò. “Nonno?”, disse.

Mindy rimase confusa quando notò che la ragazza, pur richiamando qualcuno, non guardò la porta.

Si schiarì la voce. “No. Ecco, io sono un'amica di Mr. Curtis. E sono qui per… Non so se ti ha parlato del Greatest Hits.”

La sconosciuta sorrise, rimanendo a guardare un punto fisso davanti a lei. Poi si alzò, scuotendo un po' il guinzaglio del cane che aveva accanto a lei, e andò verso Mindy, guidata dall’animale.

“Tu sei la famosa Mindy, non è così? Mio nonno mi ha parlato tanto di te. Io sono Elizabeth. Eliza per gli amici.” allungò la mano verso la bionda.

Mindy, poiché Elizabeth non la guardava negli occhi, capì che era una non vedente. Non sapendo che fare, strinse la mano alla giovane. “Sì, sono io. Tu saresti, per caso, la nipote di Mr. Curtis?”, chiese un po' timorosa.

Elizabeth le lasciò la mano. “Sì, esatto. Mi ha detto che ti piacciono i Queen, è così?”, chiese, eccitata.

Mindy annuì, ma poi ricordò che Elizabeth non poteva vederla, così disse: “Sì, mi piacciono molto. Visto che ci sta tenendo compagnia You're my Best friend, qualcosa mi dice che piacciono anche a te.”

Elizabeth sorrise ancor di più, saltellando.

“Li adoro, in realtà! Stavo proprio ascoltando il nuovo album, il "Greatest Hits". Ti va di, non lo so, ascoltarlo insieme?

“Oh, perché no?”

“Puoi sederti sulla poltrona, io posso mettermi sul tavolo.”Elizabeth la invitò verso la poltrona, che, anche se non vedendola, sapeva dov'era.

“No, non scomodarti, meglio se facciamo il contrario.”disse Mindy.

“Sei sicura? Per me non ci sono problemi.”, rispose l’altra, tenendo sempre stretto il guinzaglio del suo cagnone.

“No, sono stata seduta tutto questo tempo seduta nel bus.”

Elizabeth non si fece ripetere nulla due volte, e si sedette sulla poltrona, mentre Mindy si accomodò del tavolo di legno scricchiolante.

Aspettarono che You're My Best Friend finisse, prima di parlarsi di nuovo.

“Mindy, tu hai sedici anni, non è così?”, chiese la ragazza, mentre l’interessata annuì, “Io ne ho diciassette, sono un po' più grande di te”, sorrise.

Seguì la bellissima Don't Stop me Now.

“Questa è una delle mie canzoni preferite”,disse Mindy.

“Davvero? Anche la mia, anche se i contenuti sono un po', come dire, osè”, le due ridacchiarono, “Ma rimane comunque fantastica. Mr. Fahrenheit ci sa proprio fare”.

Sentì poi il guinzaglio muoversi senza suo preavviso. Il cane stava tentando di avvicinarsi al tavolo. “Ehi, vacci piano! Mindy, hai paura dei cani?”

“No, per niente.”

“Sembra che voglia annusarti, posso lasciarlo libero?”, chiese cortesemente Elizabeth.

“Sì, non preoccuparti.”, la rassicurò Mindy.

Il cane, una volta libero, si avvicinò alle gambe penzolanti di Mindy, e cominciò ad annusarle. Lei cominciò ad accarezzargli la testa, sorridendo teneramente. “Come si chiama?” chiese poi.

“Fred”, rispose Eliza.

“Non potevi dargli nome migliore”, le disse Mindy, indicando il cantante dei Queen sulla copertina del vinile.

Elizabeth chiuse gli occhi, godendosi il più possibile le armonie vocali. Poi lasciò andare un sospiro.

“Sai, lui è il mio membro preferito”, cominciò a dire,  “Ha quella voce che ti cattura all'istante: così potente, melodica e fuori dal comune. E poi mia madre mi ha detto anche che è molto bello.” le due ridacchiarono.

“Beh, effettivamente è così”aggiunse Mindy.

“Tu non hai un membro preferito?”, chiese poi Elizabeth.

“Io?”.

Mindy decise di giocare un po' sui fatti. In fondo Eliza non sapeva che lei faceva di cognome Taylor. “Credo Roger.”

“Roger? Il batterista? A detta sempre di mia madre, anche lui è molto carino”.

“Sì. E poi suona la batteria in un modo perfetto”.

“Non togliamo nulla agli altri due, eh? Anche Brian e John meritano complimenti.”.

“Beh, Brian me lo immagino sempre come il più perfezionista e calcolatorio del gruppo…”

“Scrive pezzi molto potenti” la interruppe Eliza.

“Invece John è dolcissimo nella sua You're My Best Friend.”

“Forse anche troppo” rispose l’altra, con un cenno di disgusto

“Nah. Sei troppo abituata ai testi di Mr. Fahrenheit”.

Le due continuarono a sghignazzare, finché qualcuno non le raggiunse.

“Oh, Mindy. Perdonami, non sapevo che ci fosse qui anche Elizabeth”disse Mr. Curtis.

“Nonno, non serve a nulla. Io e lei abbiamo già fatto conoscenza. Lei è una fan dei Queen, di conseguenza è mia amica”.

        “Giusto, i Queen! Be’, sono contento che Mindy abbia trovato qualcuno con cui parlare della sua passione. Eliza non fa altro che parlare della band giorno e notte” spiegò Mr. Curtis.

“Anche io sono felice. Elizabeth è molto simpatica” disse la biondina.
“Anche tu lo sei, Mindy” le sorrise l’altra.

“Eliza, tua madre ti vuole, è ora che torni a casa” disse a malincuore il nonno.

Lui amava tanto Elizabeth, e sapeva che la musica era la cosa che più la rallegrava, per questo la portava spesso nel suo negozio.

Quest'ultima sbuffò, avvicinandosi al giradischi.

“Oh, no. Faccio io”, disse premurosa Mindy, precedendola e togliendo il disco dal piatto, riponendolo nella custodia.

“Guarda che sapevo farlo.”la rimproverò Eliza.

Mindy rimase un po' mortificata, finché Eliza non sorrise. “Non fa niente, tra l'altro questo disco per metà è anche tuo”.

“Cosa?”

“Ma certo. Te l'ho già detto che puoi ascoltarlo quando vuoi”aggiunse suo nonno, accarezzando la testa del cane.

Mindy sorrise.

“E che ne dici se domani vieni a casa mia, così ce ne ascoltiamo un altro? Ovviamente dei Queen” propose Elizabeth.

Mindy si ricordò poi dell'appuntamento che aveva con i Queen in carne ed ossa.

“Domani purtroppo ho un impegno. Ti va bene se rimandiamo a dopodomani?”

“Okay. Domani alle tre ci incontriamo qui fuori e andiamo a casa mia, d'accordo?”.

“Va bene”.

Elizabeth si avvicinò alla sua nuova amica, le pose una mano sulla guancia e gliela baciò.

“A dopodomani, allora. Mindy”.

        La bionda uscì prima di loro dal magazzino, per poi piombarsi fuori        dal negozio.    

Che giornata!, pensò, sorridendo.

A un certo punto, un ragazzo le si piazzò davanti.

“Sapevo che eri qui! Il mio istinto nuovamente non ha fatto una piaga”,disse Leonardo, entusiasta di aver trovato l'amica.

“Si dice ‘piega’, Leo” lo corresse Mindy.

“Vedo che ora ti senti meglio. Tua nonna mi ha raccontato tutto”.

“Mia nonna? Si può sapere quando l'hai vista?”chiese sbalordita la bionda.

“Qualche ora fa, mentre faceva la spesa nel Waitrose sotto casa tua”.

“Sei strano, pari uno stalker”.

“Ero preoccupato. Ora mi dici per filo e per segno chi ti ha fatto male, come e perché”.

“Se te lo dicessi, non ci crederesti mai, perciò è inutile che ti dica tutto”.

Lui rise. “Sì, cosa è successo? Hai incontrato tuo zio?” disse, ironizzando.

Mindy lo guardò in silenzio, poi gli sorrise.

Fu allora che Leonardo capì che l’amica stesse scherzando ben poco. “No, Mindy. Non farmi brutti scherzi, non mi piacciono”.

“Sai benissimo che odio fare scherzi del genere, Leo”.

Il francese si portò le mani alla bocca, gridando: “O mio Dio! Quando è successo?”

“E' lui che mi ha salvata dall'incidente”,confessò lei.

“Che fortuna che hai avuto”.

“Mi raccomando, acqua in bocca con tutti i miei parenti. Nessuno sa nulla”.

“Solo se tu ora mi dici tutto ciò che ti è accaduto in questi ultimi tre giorni”.

È così che i due passarono quel poco che rimaneva della mattinata, a parlare di quel magico evento che Mindy non poteva più tenere solo per sé.

Sapeva che poteva fidarsi di Leo.

 

Verso tarda sera, Mindy non potè che terminare la giornata che con l’ennesima pagina di diario:

 

17 Giugno 1981

Caro diario,

L'appuntamento con Roger si è concluso più che bene.

Da quel che ho potuto capire, ognuno di noi ha rivelato quel che sentiva per l'altro.

No, caro diario, non è una cosa romantica, secondo me è una cosa molto bella ascoltare parole di fiducia da una persona che non vedevi da molto.

Mi ha anche invitato ad assistere alle prove che la band farà domani e ovviamente non sto più nella pelle.

Ti rendi conto che onore immenso assistere alle prove di una delle band più famose del pianeta?

Ma non è finita qui.

Dopo sono andata al negozio di Mr. Curtis per rilassarmi un po' dall'ansia dell’ incontro e ho conosciuto sua nipote.

Che ci crederai o no, anche lei è una grande appassionata dei Quattro.

È una ragazza molto carina e simpatica, ma è cieca.

Non potrò mai comprendere ciò che prova lei nel non vedere ciò che le circonda, ma posso immaginare che la sua vita non è semplice.

Però ha un pastore tedesco di nome Fred, in onore del cantante della sua band preferita.

Credo che diventeremo sempre più delle ottime amiche.



Buon salve!
Mi scuso per l'assenza, ma ultimamente non ho molto tempo per mettermi al pc.
Ad ogni modo, anche questo capitolo mi soddisfa.
Non so cos'altro dire XD
Perciò, a presto!






 

   
 
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