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Autore: butterflygirl    05/04/2016    3 recensioni
dall'addio del faraone sono passati quattro mesi e la terra è finalmente in pace , ma tutto sta per cambiare perchè un nuovo nemico sta per tornare e vendicarsi ma non fatevi ingannare dalle apparenze , perchè sarà solo l'inizio di una lunga avventura che porterà con se misteri e segreti da svelare che riguarderanno da vicino proprio Yugi
salve a tutti , questa è la mia prima ff che scrivo. il finale dell'anime e del manga non mi è mai andato particolarmente giù perciò ho deciso di scrivere un seguito tutto mio. fatemi sapere che ne pensate e se avete delle critiche a riguardo e mi raccomando commentate :)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Atemu, Un po' tutti, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Atem riaprì gli occhi e ciò che vide lo sconvolse, non era più nella sua stanza ma in una grande e immensa sala circondata da fiaccole accese e da figure di mostri scolpite nelle pareti fino ad arrivare al grande  e altissimo tetto di quel luogo strano ma famigliare. Sbarrò gli occhi incredulo, ma ceto, adesso ricordava dove si trovava, quello non era un luogo qualsiasi , era l’interno di uno dei templi egizi che venivano usati dalla corte sacra per custodire i rispettivi mostri, ognuno legato all’oggetto del millennio che apparteneva al rispettivo sacerdote , incluso il tempio personale del faraone. Tutti i mostri lì presenti, raffigurati su quelle antiche pareti , erano i suo mostri personali, li riconosceva tutti, uno ad uno. Tutti i Ka che suo padre aveva fatto esorcizzare dalle persone da essi possedute e imprigionare nelle tavole di pietra , perfino il Mago nero e la Giovane maga nera erano su quelle pareti, accanto ai mostri che andavano a caratterizzare perfino il suo stesso deck. Quel tempio era stato parte della sua eredità come faraone, aveva ottenuto il diritto di possedere quei mostri e di usarli e anche a distanza di 3000 anni continuava a usufruire di quelle creature sotto forma di carte da gioco. Ma come poteva trovarsi in un tempio egizio, nel suo antico splendore , se erano passati 3000 anni e di quei luoghi sacri non era rimasto altro che macerie e rovine sepolte sotto la sabbia del deserto.
 
Yugi non poteva credere ai suoi occhi, non aveva mai visto niente di simile in tutta la sua vita e di cose assurde ne aveva viste a centinaia da quando conosceva Atem e il suo passato. Quel luogo era pieno di immagini di mostri , scolpiti nelle pareti fino a toccare il soffitto altissimo , e tutto intorno erano piazzate delle fiaccole che creavano un’atmosfera misteriosa e inquietante, il fuoco proiettava le ombre di quelle figure sulle pareti stesse e Yugi iniziò a tremare mentre dava un’occhiata in giro , osservava tutte quelle figure con un’attenzione maniacale , riscontrando in esse una strana sensazione di familiarità, come se le avesse già viste da qualche parte e fu quando notò una lastra di pietra con l’immagine del Mago nero che capì che quelle figure erano i mostri del Duel Monsters, ricavati da quelle stesse lastre che Pegasus aveva trovato in Egitto e restaurate , in modo da recuperare le figure per creare il gioco , e molti di essi costituivano perfino il deck di Atem. C’erano quasi tutti i mostri che Atem possedeva , anche se erano raffigurati sotto forma di geroglifici posti di profilo, erano facilmente riconoscibili. Continuava , però, a non capire cosa ci facevano in un posto simile e soprattutto dove si trovavano loro visto che la stanza era sparita e sembravano essere stati teletrasportati in una specie di sala o giù di lì. si girò verso Atem, desideroso di avere una spiegazione , ma si traumatizzò solo a guardarlo. Lo squadrò dalla testa ai piedi , sconvolto “ Ehm… che cosa ti è successo?”
Atem si voltò a guardare Yugi e si accorse che gli indicava i vestiti. Calò lo sguardo e si rese conto che i suoi abiti non erano più quelli che aveva prima, adesso capiva perché aveva quella strana sensazione di freddo e di pesantezza sulla pelle , i jeans , la giacca e la maglia si erano tramutati in una tunica e in un mantello , le scarpe di ginnastica si erano trasformati in scarpe bianche con gli inserti d’oro e aveva perfino i suoi vecchi gioielli addosso inclusa la corona che aveva sulla fronte, perfino il colore della pelle era cambiato diventando più scuro “ Ma non è possibile “ si squadrò gli abiti che aveva addosso, sentendosi non solo frustrato dalla situazione ma perfino ridicolo, aveva perso l’abitudine a stare conciato in quella maniera. Non aveva la più pallida idea di cosa avesse in mente suo padre , visto che se stava in piedi dall’altra parte di quella specie di arena con un grande occhio egizio al centro , ma era sicuro che non era niente di buono visto che oltre ai suoi gingilli dorati gli era apparso al braccio sinistro perfino la versione antica del Dueling Disk, il Dihadihank “ Va bene, cosa significa tutto questo?!”
“ Ho cercato di convincerti a lasciare questo mondo con le buone, ma vista la tua testardaggine non ho altra scelta che usare le maniere brusche “ aveva avuto modo di osservare bene i mortali amici di Atem, tutti loro come il resto dei mortali avevano quella strana abitudine di risolvere buona parte dei loro conflitti con dei duelli, una versione moderna dei loro antichi giochi delle ombre, disputati con delle ridicole carte. Atem non voleva starlo a sentire, pretendendo di restare sulla terra per stare accanto a un ragazzino mortale che faceva i capricci , ma adesso non avrebbe avuto altra scelta se non quella che gli sarebbe spettata per diritto “ Immagino che tu ricordi come noi egiziani eravamo soliti scegliere i custodi degli oggetti del millennio “
“ Certo che lo so “ lo sapeva molto bene cosa facevano per divertirsi, avevano costretto perfino lui a dover partecipare a un gioco delle ombre quando compì dodici anni, uno squallido rito per ottenere la successione del puzzle del millennio. Aveva dovuto affrontare suo padre in un gioco delle ombre davanti a tutti i membri della corte , rischiando non solo di venire sconfitto ma anche umiliato davanti agli occhi del suo stesso padre se non fosse stato all’altezza dello scontro per guadagnare la successione del puzzle. Era un rito che dovevano compiere tutti coloro che erano destinati a dover ottenere i sette oggetti del millennio , i nuovi sacerdoti, prima di poter diventare guardiani, dovevano affrontare in un combattimento il guardiano precedente e se lo sconfiggevano si guadagnavano il diritto di poter ottenere il rispettivo oggetto e custodirlo. Una procedura necessaria di precauzione per impedire che i futuri sacerdoti venissero uccisi dagli oggetti del millennio, e anche lui era stato costretto a dover sostenere quella cerimonia, terrorizzato a morte all’idea di non essere degno del compito che lo aspettava , terrorizzato all’idea di umiliare suo padre davanti a tutti.
Aknamkanon annuì e poi indicò il luogo in cui si trovavano “ Dunque non credo che ci sia bisogno che ti spieghi perché siamo qui. Visto che non vuoi ascoltarmi, mi trovo costretto a doverti affrontare in un duello“ suo figlio iniziò a fremere di rabbia ma il faraone non si fece intimorire “ Le mie condizioni sono le seguenti. Vinci il duello e resterai sulla terra , perdi e tornerai nell’Oltretomba immediatamente “
Ma era una pazzia, come poteva accettare di fare una cosa simile solo perché suo padre non voleva capire che il suo posto era sulla terra. non aveva intenzione di accettare quell’assurda sfida, era un suo diritto scegliere la sua strada e la sua vita, era un suo diritto decidere con chi passare il resto della sua vita. Non aveva intenzione di stare al suo gioco “ Non lo farò, non ti affronterò in combattimento “ non lo avrebbe mai fatto e lui non poteva impedirgli di decidere in quel modo subdolo e spregevole.
Aknamkanon si infuriò “ Non hai altra scelta “ urlò così forte che la sua voce scatenò un eco in quella grande stanza “ Queste sono le mie condizioni. Infondo ti sto lasciando la possibilità di scegliere una delle due soluzioni del duello “
 
Yugi si spaventò, non aveva mai visto nessuno così arrabbiato come il padre di Atem, quell’uomo era davvero un arrogante tiranno. Atem gli aveva detto che suo padre era una persona buona , ma quando si arrabbiava sapeva diventare una furia, si trasformava nel classico padre autoritario che non ammetteva discussioni e ribellioni, che pretendeva obbedienza con la sua severità. Non stava capendo niente di niente su quello che si stavano dicendo, ma a giudicare dal luogo era sicuramente un’arena e poteva esserci solo una spiegazione, un duello. Era sicuramente un duello e Yugi poteva già immaginare che il faraone voleva sfidare Atem, solo che non aveva alcun diritto di imporgli la sua volontà, non era giusto che costringesse Atem a dover disputare un duello per decidersi a lasciarlo in pace. Gli sembrava di rivivere la battaglia cerimoniale in cui lui e Atem erano stati costretti a battersi per decidere il destino del faraone, con la sua vittoria Atem sarebbe stato libero, ma con la sua sconfitta sarebbe stato costretto a restare sulla terra per sempre , aveva vissuto quei momenti con il terrore di dovergli dire addio, senza poter fare niente per impedirgli di andarsene via e di lasciarlo solo, anche se sapeva che sarebbe stato egoistico imporgli di restare, motivo per cui non aveva avuto neanche il coraggio di confessargli la storia dei suoi genitori nella speranza che potesse restare sulla terra con lui. Era convinto che ormai Atem era libero di poter restare sulla terra di sua spontanea volontà, che nessuno poteva portarlo via, neanche suo padre, non poteva sopportarlo ancora, non poteva stare a guardare Atem che disputava un duello per la sua libertà, per poter vivere la vita che voleva. Non poteva passare nuovamente quello che aveva passato durante la battaglia cerimoniale, ne passare quello che aveva passato nei quattro mesi successivi, a piangere per la disperazione di aver perso il suo migliore amico per sempre.
 
Era una crudeltà, si era già trovato in una situazione simile, quando aveva dovuto combattere contro Yugi durante la battaglia cerimoniale nel santuario. Certo, allora aveva in testa solo di volersene andare via, anche se significava dire addio a tutti i suoi amici , compreso Yugi, ma dopo essere andato nell’Oltretomba aveva cominciato a sentire la mancanza di tutti e aveva cominciato a dubitare della sua testarda decisione di volersene andare per sempre e lasciarli con le lacrime agli occhi e il suo ricordo destinato a sbiadire per sempre e doveva ammettere di non aver mai commesso errore più grave di quello. Aveva spezzato il cuore di tutti, ma soprattutto aveva spezzato il cuore di Yugi, aveva passato i seguenti quattro mesi a osservare Yugi e si era accorto che non era più lo stesso, era tornato ad essere il ragazzino che aveva conosciuto all’inizio, sempre triste, solitario , con le lacrime perennemente agli occhi e la colpa era soltanto sua e del suo desiderio egoistico di volersene andare a tutti i costi, senza neanche interessarsi a cosa i suoi amici avessero provato nel vederlo andare via. Ma ora le cose erano cambiate, sapeva cosa voleva, sapeva dov’era il suo posto e soprattutto sapeva cosa c’era dentro al cuore di Yugi e non sarebbe stato un ricatto del genere a impedirgli di opporsi alla volontà degli altri. Non sarebbe stato al gioco di suo padre, non avrebbe più legato il suo destino a un duello come era stato costretto a fare. Prima che potesse rispondere a suo padre, si sentì stringere il braccio e si girò verso Yugi, che lo guardava come se lo stesse supplicando e poteva immaginare quale fosse il motivo “ Sta tranquillo , Yugi “
“ Ti prego, qualunque cosa sta succedendo, non accettare “ non poteva vederlo affrontare suo padre in combattimento e magari venire perfino sconfitto, una volta era stata sufficiente per perderlo , non poteva sopportarlo una seconda volta. Sapeva di non aver alcun diritto di doversi intromettere in quella storia, sapeva che doveva essere Atem a scegliere se affrontare suo padre in combattimento o no , ma non poteva stare a guardare un duello in cui doveva passare tutto il tempo a pregare che Atem vincesse.
Atem lo leggeva chiaro nei suoi occhi, non voleva vederlo affrontare suo padre in combattimento e neanche lui voleva farlo, suo padre l’aveva escogitata bene, portarlo in un arena per affrontarsi in un gioco delle ombre egizio per ottenere il permesso di restare sulla terra, eppure doveva esserci un’altra soluzione, non poteva finire davvero in quella maniera. Affrontare suo padre era l’ultima cosa che voleva , doveva tentare di farlo ragionare e di abbandonare quella folle idea , doveva farlo per se stesso e anche per Yugi. Guardò suo padre negli occhi, sperando che ciò che gli avrebbe detto lo avrebbe convinto “ Padre, non possiamo semplicemente parlarne? Non voglio combattere contro di te “
Aknamkanon gettò uno sguardo indagatore sul volto di suo figlio, non lo convinceva molto quella sua ostinazione nel non volerlo affrontare, non sembrava essere una sua libera scelta sembrava più voler accontentare quel ragazzino “ Non lo vuoi tu …. “ puntò il dito contro Yugi, con uno sguardo arcigno e indispettito “ O lui?!” la sua non era una decisione incondizionata , si stava rifiutando per accontentare i capricci di un bambino mortale che si metteva nel mezzo di una discussione che non lo riguardava. Lo vedeva chiaro nei suoi occhi che lo stava facendo per lui , per accontentarlo. Aveva cresciuto un ragazzo testardo che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, che accettava ogni sfida senza neanche rifletterci, e adesso si trovava davanti un ragazzo che soddisfava i capricci di un bambino mortale che si stava quasi per mettere a piangere. Era inaccettabile.
“ Yugi non centra, non metterlo in mezzo “ lui non aveva niente a che fare con quella storia, era una cosa che riguardava solo lui e la sua vita non Yugi , certo lo faceva soprattutto per lui ma suo padre non doveva considerarlo la causa della sua decisione.
“ Invece centra. Ho osservato molto nell’ultimo periodo, la maggior parte dei tuoi comportamenti sono legati ai capricci di quel bambino, il tuo affetto per lui è la causa delle tue insulse decisioni di andare contro le nostre sacre leggi “ la colpa era tutta sua , non cerano altre spiegazioni. L’eccessivo affetto che Atem dimostrava nei confronti di quel bambino lo portava a opporsi a sacre leggi che esistevano da millenni e che guidavano la vita di ogni essere umano sulla terra, Atem conosceva quelle leggi e la sacra obbedienza ai loro comandi, ma per colpa del suo affetto per i mortali le stava trasgredendo. Era Yugi l’ancora che teneva suo figlio sulla terra, quel ragazzino non voleva lasciarlo andare solo per capriccio ed egoismo, come aveva dimostrato durante la battaglia cerimoniale, sapeva che era giusto dover lasciare andare suo figlio da tutti coloro che lo aspettavano da millenni, ma i suoi capricci da bambino viziato ed egoista gli annebbiavano la mente. Il suo era solo bisogno di divertimento e di gioco, non affetto sincero e suo figlio sembrava non volerlo capire , ma adesso avrebbe messo un freno a quel ragazzino, nessuno poteva opporsi alla sua volontà, ne suo figlio ne Yugi Muto “ Non permetterò che questa storia vada oltre, quel ragazzino è la causa delle tue folli e assurde scelte ma adesso è finita. Non vuoi seguirmi di tua spontanea volontà, ma sarai costretto a dover obbedire all’esito dello scontro “
Questo era troppo, aveva sentito abbastanza assurdità sparate da suo padre e aveva cercato di farlo ragionare, ma non accettava che insultasse Yugi accusandolo di essere il responsabile delle sue decisioni. Suo padre non poteva capire che genere di legame esistesse tra di loro, e forse non lo avrebbe capito mai, Yugi gli aveva fatto riscoprire cosa significava avere una famiglia, gli aveva fatto dimenticare la solitudine che si portava dentro grazie ai suoi amici, gli aveva fatto capire che l’onore e l’orgoglio non sono sempre importanti , gli aveva insegnato a fidarsi degli altri , Yugi era la persona più importante che avesse mai avuto al suo fianco e non solo non voleva perderlo ma non avrebbe permesso a nessuno di insultarlo in quella maniera, prendendolo per un ragazzino viziato ed egoista, tanto meno lo avrebbe permesso a suo padre “ Stavolta hai oltrepassato il limite della mia sopportazione “  attivò il Dihadihank e una luce dorata proveniente dall’occhio dorato su di esso iniziò a brillare “ Farò come vuoi, ti affronterò in questo duello ma non pensare che cederò al tuo ricatto “
Yugi gli afferrò il braccio, sperando di farlo desistere dalla sua idea di scontrarsi con suo padre. Aveva un brutto presentimento riguardo quella storia, non poteva lasciarlo combattere “ Ti prego, non farlo “ Atem gli mise una mano sulla spalla, come per rassicurarlo e lo fece allontanare da lui, gesticolandogli di allontanarsi il più possibile dall’arena. A malincuore , Yugi fu costretto ad obbedirgli, allontanandosi il più possibile da lui per non rischiare di subire danni dai mostri che da lì a poco sarebbero stati evocati. Aveva paura, aveva davvero paura che stavolta potesse accadere davvero qualcosa di spiacevole, ormai conosceva i giochi delle ombre, in uno di quegli scontri poteva accadere di tutto, lo aveva sperimentato con l’alter ego di Marik, con il Re dei ladri , perfino del mondo delle memoria di Atem. Naturalmente non conosceva la concezione originale dei giochi delle ombre egizi, ma non dovevano essere uno spettacolo. Purtroppo non c’era niente che potesse fare per fermarli, Atem glielo aveva fatto capire chiaramente , voleva affrontare suo padre per ottenere il permesso di vivere sulla terra , ma non sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco, e l’idea che potesse succedere qualcosa di brutto ad Atem lo terrorizzava a morte, non poteva fare altro che stare a guardare e aspettare l’esito dello scontro.
 
Atem era pronto, avrebbe fatto rimpiangere a suo padre di essere venuto a sfidarlo a duello compreso il fatto che aveva dato del bambino capriccioso a Yugi quando non era vero. Se voleva la guerra , guerra avrebbe avuto , non gli importava se avrebbe dovuto faticare per annientarlo, c’era in ballo la sua vita e non avrebbe ceduto senza aver dato il meglio di se, Yugi era importante, aveva passato una vita intera a stare solo esattamente come lui e non avrebbe permesso che continuasse ancora a soffrire, soprattutto per colpa di suo padre “ Io sono pronto “ lo era, era più che pronto, aveva una ragione per vincere quello scontro contro suo padre, una ragione per dimostrargli che le sue intenzioni erano più di un capriccio e che era disposto a tutto pur di restare sulla terra, a tutto.
 
Aknamkanon attivò a sua volta il suo Dihadihank , pronto a dare vita a uno scontro senza eguali , uno scontro tra lui e suo figlio. Atem aveva sbagliato ad accettare la sua sfida, perché non gli avrebbe mai permesso di vincere così facilmente per accontentare il suo amico, non era solo una questione di dovere verso le leggi o verso i suoi antenati , era una questione di timore personale. Atem aveva sempre desiderato avere degli amici che non fossero Mahad e Mana, aveva sempre desiderato essere libero dai suoi doveri verso il suo regno , ma a volte non si rendeva conto di quanto potesse essere pericoloso riporre la propria fiducia e il proprio affetto verso gli altri, rischiando di venire tradito quando qualcuno meno se lo aspettava, esattamente come era accaduto a lui , quando era un ragazzino anche lui desideroso di uscire dalle mura del palazzo e di poter conoscere altre persone. Era andato tutto bene, finchè i suoi amici non avevano scoperto chi era e per fargli capire che non aveva alcun diritto di entrare nel loro mondo gli avevano voltato le spalle quando era stato aggredito da dei banditi , venendo salvato solo dalle guardie reali. Da allora aveva capito che non esistevano amici per quelli come loro , che dimostrare troppo affetto spesso era una rovina ed era stato per quel ricordo che aveva fatto di tutto per far capire ad Atem che fuori dalle mura del palazzo c’era un mondo in cui lui non aveva diritto di entrare, un mondo che non era come lui sperava che fosse, e non poteva permettere che anche lui passasse quello che aveva passato, non poteva permettere che si ripetesse ancora. Quel gruppo di mortali non gli piaceva, non gli era mai piaciuto dal giorno in cui lo spirito di Atem era entrato in contatto con loro e continuava a non piacergli , come non gli piaceva il fatto che suo figlio rischiasse ancora la vita per salvarli da minacce che non spettava più a lui dover sventare. Aveva già sacrificato la sua vita una volta, contro Zork, costringendosi a cancellare la sua stessa memoria per uccidere un demone che aveva trovato una seconda via di fuga attraverso l’anima dannata di un ragazzo che aveva covato così tanto folle e giustificato odio verso coloro che avevano causato la morte del suo villaggio , un ragazzo che aveva venduto la sua stessa anima a Zork pur di avere il potere di vendicarsi anche dopo 3000 anni, riuscendo a manipolare gli eventi fino a spedire l’anello del millennio a un giovane mortale , sua reincarnazione, e a possederlo per risvegliare nuovamente quel demone e distruggere di nuovo il mondo. Aveva visto suo figlio morire e non c’era stato dolore più grande che dover aspettare 3000 anni per ricongiungersi con lui nell’Oltretomba, non poteva permettere che accadesse di nuovo solo per degli insulsi mortali adolescenti. Il posto di Atem era con lui nell’Oltretomba, ed era lì che lo avrebbe portato, una volta terminato e vinto quello scontro “ Molto bene.  Il nostro accordo è quello che abbiamo stabilito. Se perderai , verrai con me nell’Oltretomba per sempre “
“ E se vinco io , resterò qui… Per sempre “ era pronto, era prontissimo e avrebbe dato il meglio di se senza mollare. Gettò uno sguardo veloce a Yugi, a qualche metro lontano da lui , non aveva lacrime agli occhi, ma aveva paura e quale fosse quella paura ormai lo sapeva molto bene e non avrebbe permesso più che soffrisse ancora come il nonno gli aveva raccontato. La sua famiglia era in frantumi, non aveva altri che il nonno , ma chi voleva davvero accanto era soltanto lui e avrebbe continuato a essere al suo fianco per il resto della vita. Non avrebbe più lasciato che piangesse di notte, guardando vecchie foto che teneva nascoste sotto al cuscino , o davanti la televisione , durante la diretta della commemorazione degli attentati delle torri come era successo , quando avevano elencato i nomi di tutti i morti, compreso quello di suo padre. Gli era stato appiccicato addosso per tutto il giorno, gli aveva perfino dato il permesso di dormire con lui. Quelle stesse lacrime che aveva versato per anni erano le stesse che aveva versato nel periodo della sua assenza e gli aveva promesso che non sarebbe mai stato più così, che sarebbero stati sempre insieme come fratelli e lui manteneva sempre le sue promesse, anche se poteva sembrare impossibile farlo. Tornò a guardare suo padre , pronto a dargli battaglia come non lo era mai stato.
In coro, contemporaneamente , entrambi risposero “ Dia-ah  “
Aknamkanon sollevò il braccio al quale era posto il Dihadihank ed esclamò “ Vieni a me, Fenice sacra di Nephtys “ una delle tavole si illuminò e dal disegno inciso sulla pietra apparve un fascio di luce che partì dalla tavola stessa e raggiunse il campo di battaglia , ponendosi alle spalle del faraone. Dalla sua abbagliante luce si manifestò un gigantesco mostro, dalle fattezze simili a un uccello dorato, con grandi ali di fuoco e due occhi blu , un mostro identico a una fenice , dalle fattezze incredibilmente simili al Drago alato di Ra , che emise un verso acuto simile a quello degli uccelli , che costrinse Atem e Yugi a tapparsi le orecchie per il terribile frastuono “ Questo mostro dovresti ricordartelo molto bene “
Certo che lo conosceva e non lasciava intendere niente di buono “ Si, è il tuo Ka “ quel maledetto mostro gli aveva fatto passare le pene dell’inferno la prima volta che lo aveva affrontato , durante quella cerimonia. Suo padre aveva avocato il suo Ka, un potente mostro che aveva causato una marea di problemi per annientarlo. Nel gioco del Duel Monsters aveva 2400 punti di attacco e 1600 punti di difesa, ci sarebbero voluti due mostri da sacrificare come tributi per evocarla, ma quello era un gioco delle ombre egizio, la versione originale concepita dalla corte sacra per le sue cerimonie principali , le regole del gioco moderno non avevano niente a che fare con quel gioco, poiché non esistevano delle regole tranne una. Chi perdeva, pagava il prezzo più alto, la sua stessa vita, sempre che questa fosse la volontà di chi cominciava un gioco delle ombre. L’ultima volta era stata un’impresa annientarlo, aveva rischiato la sconfitta , ma stavolta le cose erano diverse , perché accanto a lui c’era il suo mostro più fidato, il mostro più potente che avesse mai avuto dalla sua parte e che non aspettava altro che evocare “ Ma non pensare di impressionarmi. Quando lo evocasti per la prima volta avevo dodici anni e mi sembrava un mostro potente e minaccioso, ma adesso non mi spaventa più “ sollevò in alto il braccio e disse “ Perché ho dalla mia parte il mio Mago Nero “ una pietra , con l’immagine di un mago raffigurato di profilo, si illuminò e un fascio di luce partì da essa per posizionarsi davanti ad Atem e dal suo fascio apparve il Mago Nero.
Aknamkanon non fu affatto sorpreso di vedere quel mostro, lo conosceva molto bene “ Mahad “ quel mostro gli somigliava moltissimo, poteva riconoscere tra mille il volto di quel ragazzo che aveva dedicato la sua vita a proteggere suo figlio, a seguirlo ovunque andasse come se fosse la sua ombra, obbedendo a ogni ordine che gli veniva impartito senza mai lamentarsi o opporre resistenza affinche Atem fosse sempre sorvegliato,  e non c’era persona più precisa e adatta di lui per ottenere il privilegio di custodire un oggetto del millennio, oltre che ottenere il posto di comandante delle guardie e addestratore di maghi. Il più potente mago che avesse mai conosciuto e il più devoto dei servitori, adesso era il mostro al fianco di suo figlio anche dopo 3000 anni ed era un grande onore per lui poterlo affrontare in quello scontro.
 
Yugi osservava quei due mostri sul terreno di gioco e le tavole di pietra alle pareti che scintillavano, come se ci fossero delle cornici a led a intermittenza. Adesso poteva vedere con i suoi occhi la provenienza dei mostri e soprattutto come si svolgevano i giochi delle ombre egizi di cui si parlava tanto e dai quali Pegasus aveva tratto ispirazione per il loro gioco , si sentiva in preda alla paura , allo stupore ma anche a una strana sensazione di familiarità, come se quelle incisioni le avesse già viste da qualche parte ma non sapeva dove, come se facessero parte di un déjà-vu. Ma forse era solo la sua immaginazione , del resto non per niente era la reincarnazione di Atem. Da quando si era imbattuto nel suo mondo aveva perennemente la sensazione di aver avuto a che fare con cose che non aveva mai visto, quella non sarebbe stata di certo la prima volta che aveva quella sensazione di familiarità, anche se c’era una strana sensazione di inquietudine che continuava ad assillarlo mentre guardava quei mostri pronti a darsi battaglia da un momento all’altro.
 
Aknamkanon non aspettò oltre , decise di dare subito ad Atem un assaggio della potenza del suo mostro “ Nephtys, attacco Fiammata della fenice “ il mostro volò contro il Mago nero, spiegando le sue ali  , con un battito, sferrò una fiammata di fuoco che si diresse verso il mago per colpirlo in pieno e metterlo fuori combattimento.
Atem si aspettava un colpo diretta da parte del mostro di suo padre, ma non gli avrebbe reso le cose così facili come l’ultima volta “ Mago nero, schiva l’attacco “ il mago si spostò mandando a vuoto l’attacco del mostro del faraone, volando sopra la testa dell’uccello, ma Atem non aveva intenzione di concluderla lì,  voleva che suo padre avesse un primo assaggio della forza del suo mostro “ Mago nero, Attacco della magia nera “ il mago, si posizionò alle spalle del mostro e sferrò un attacco , colpendo in pieno la fenice che venne scaraventata contro il suolo , colpita in mezzo alla schiena.
Aknamkanon sentì un violentissimo dolore alla schiena, come se qualcosa di pesante gli fosse stato scagliato contro. Il dolore gli tolse il respiro, costringendolo a piegarsi sulle ginocchia e a stringere le labbra con i denti per non urlare. Il Mago nero era forte, non si aspettava un attacco di pari potenza e intensità , ma non aveva intenzione di mollare, era solo il primo attacco dopo tutto. Man mano che il dolore andava sparendo, il mostro si rialzava da terra , e spiccò nuovamente il volo , emanando un urlo da rapace più forte del precedente “ Non mi aspettavo un colpo del genere , sventuratamente non è abbastanza “ con un colpo di mano, la fenice tornò nuovamente all’attacco e , veloce come un fulmine, afferrò tra i suoi artigli il mago, stritolandolo così forte che Atem sentì come se delle catene gli stessero immobilizzando il corpo , impedendogli ogni movimento e causandogli un dolore violentissimo ai muscoli di tutto il corpo, costringendolo ad urlare di dolore e a cadere in ginocchio. Più la fenice stringeva il mago, più Atem sentiva come dei coltelli che si conficcavano nel suo corpo e gli laceravano la pelle. La sofferenza lo stava facendo soffrire , ma non abbastanza da impedirgli di evocare un altro mostro sul terreno di gioco, bisbigliò qualcosa con fatica e un’altra stele si illuminò , facendo partire un fascio di luce bianca dalla quale partì , a sua volta, un fascio di luce viola che colpì in pieno la fenice costringendola a lasciare andare il mago. Atem iniziò a sentirsi meglio, il dolore andava cessando poco a poco e quando sparì del tutto, si rimise in piedi.
Aknamkanon non capì cosa era successo, il suo mostro era stato colpito all’improvviso da qualcosa all’ala destra, cosa che aveva procurato a lui un forte dolore al braccio , costringendolo a stringere gli occhi per sopportarlo “ Ma cosa è stato?!”
“ è stata lei “  
Aknamkanon aprì lentamente gli occhi, per poi sbarrarli del tutto, stupito e sconcertato. Accanto al mago c’era la Giovane maga nera, il Ka di Mana. Era lei, non c’erano dubbi, alla fine quella ragazzina c’era riuscita e aveva evocato a sua volta un potente Ka che Atem aveva evocato senza lui se ne accorgesse
“ Ho evocato la Giovane maga nera in soccorso al mio mostro. Adesso ho due supporti dalla mia parte “ sapeva che suo padre sarebbe stato sorpreso nel vedere quanto era diventato forte. Da bambino non era in grado di poter evocare più di un mostro alla volta , ma con il passare del tempo e grazie all’addestramento di Shimon era riuscito a diventare resistente abbastanza da poter evocare più di un mostro sul terreno , perfino in grado di evocare le tre Divinità Egizie davanti lo shock generale di tutti.
Aknamkanon era sorpreso, non si sarebbe mai aspettato una cosa simile da parte di suo figlio. Tempo fa , aveva affrontato un ragazzino di dodici anni , spaventato e debole, che temeva non fosse in grado di riuscire nell’impresa di ottenere l’eredità del puzzle del millennio , ma adesso stava affrontando un ragazzo completamente diverso, forte e determinato che si stava battendo come non aveva mai fatto in passato. Era sbalorditivo, ma voleva vedere fin quanto sarebbe riuscito a resistere ai suoi attacchi e se davvero era in grado di batterlo come sosteneva di fare.
 
Yugi tirò un sospiro di sollievo, per tutta la durata del primo scontro aveva trattenuto il respiro così a lungo per il terrore che stava quasi per soffocare. Non aveva idea che i giochi delle ombre originali fossero in quella maniera, certo, li aveva sperimentati, ma quelli erano un’altra cosa , completamente diversi e più pericolosi di quanto potesse immaginare. Fin ora Atem aveva tenuto testa a suo padre, evocando i suoi due mostri più potenti , ma Aknamkanon non sembrava essere il tipo di persona che lasciava carta bianca così a lungo, voleva sbagliarsi ma aveva la sensazione che finora il faraone non avesse dimostrato tutto quello di cui era realmente capace di fare , sembrava che stesse temporeggiando per testare le abilità di Atem e non aveva idea se questo fosse un bene o un male. Anche se non capiva una sillaba di egiziano antico , l’espressione del faraone parlava molto chiaramente, tramava qualcosa.
 
Il faraone sorrise “ Sei stato molto bravo, fin qui. Mi hai dimostrato di essere molto scresciuto rispetto all’ultima volta che ci siamo scontrati “ non si era aspettato una crescita così devastante, credeva che con il gioco dei mortali fosse semplice poter evocare mostri su mostri , ma a quanto sembrava si era sbagliato, glielo doveva concedere, tuttavia la sua espressione si fece seria , quasi feroce “ Però non è sufficiente “ richiamò il suo mostro , che ritornò nella pietra dalla quale era venuto. La stele si spense , smettendo di brillare.
Atem non capì cosa stava succedendo, suo padre aveva richiamato il suo ka , impedendogli di continuare lo scontro e lo stesso valeva per Yugi, che guardava il faraone senza capire non solo cosa aveva detto ma anche cosa stava facendo.
Aknamkanon sollevò in aria il braccio , una luminescenza più intensa della precedente si manifestò dall’occhio dorato del Dihadihank. Cominciò a recitare una strana formula in egiziano, una formula che fece sbiancare Atem e che Yugi aveva imparato a conoscere troppo bene. Una luce , abbagliante, proveniente dalla parte più alta del soffitto , finì per abbagliare l’intera sala. Atem fu costretto a coprirsi gli occhi con il mantello mentre Yugi dovette voltarsi dall’altra parte , dando le spalle alla luce per non rimanere accecato. Un fasciò di luce , come se fosse una saetta, uscì fuori dalla pietra e cominciò a scatenare un vera e propria tempesta di fulmini dalla parte del campo di battaglia di Aknamkanon. La luce investì tutto , avvolgendo qualsiasi cosa ci fosse in quella sala, compresi Atem e Yugi , che vennero travolti dalla luce bianca. Fu questione di attimi , un feroce ruggito riecheggiò in quel luogo e quando Atem riaprì gli occhi, allontanando dalla faccia il mantello, fu costretto a indietreggiare perché davanti a lui c’era la creatura più potente di tutte, l’unica creatura che poteva essere mozzafiato solo se stava dalla tua parte e non contro di te , l’unica creatura con la quale non c’era speranza di vincere.
“ Il Drago alato di Ra “
 
Yugi cominciò a tremare di paura, sperava che quel mostro potesse venire evocato da Atem e no da suo padre , adesso le cose si mettevano veramente male. Avrebbe dovuto aspettarsi una mossa simile, che una divinità egizia spuntasse sul terreno e cominciasse a seminare panico in giro, ma credeva che venisse evocata da Atem non da suo padre, e ora che ci pensava, come poteva Aknamkanon evocare una divinità egizia senza avere un oggetto del millennio a sua disposizione. Conosceva molto bene le leggi delle Divinità Egizie, solo chi possedeva dalla sua parte un oggetto del millennio poteva evocarle, fatta eccezione solo per Seto essendo stato in passato un sacerdote e proprietario della barra. Che fosse per quel motivo che il faraone era riuscito a evocarla? Che fosse per il suo precedente legame con il puzzle? Se era così allora c’era il rischio di poter evocare anche le altre due Divinità Egizie.
 
“ Esatto, è il Drago alato di Ra. Non pensavi davvero che ti avrei lasciato affrontare il mio ka?!” aveva pianificato tutto fin dall’inizio dello scontro. Quello non era altro che un semplice riscaldamento, un modo per valutare le abilità di Atem e vedere come se la cavava, ma ora il duello raggiungeva un livello superiore. Atem non era l’unico a saper usare le Divinità Egizie, poiché essere erano state anche i suoi mostri dopo che la corte sacra si trovò ad avere a che fare con la loro furia. Le divinità avevano dentato di distruggere l’Egitto , adirate per la forgiatura degli oggetti del millennio da parte loro , solo quando erano riusciti a guadagnare la loro fiducia e la loro ragione erano riusciti a comandarle , a fare di loro i protettori del regno e del faraone stesso. Lui era stato il primo faraone della storia ad aver avuto la possibilità di poter sfruttare il loro potere , e a sua volta riuscì a farlo anche Atem, come possessore del puzzle, ma ciò non lo riteneva il padrone assoluto di quelle creature. Il vero duello era basato sulle divinità e adesso avrebbe avuto la possibilità di vedere quanto era forte Atem , riuscendo ad abbattere la più potente divinità egizia senza l’utilizzo di carte ridicole e di strategie campate in aria “ Spero che tu sia pronto, perché il vero scontro comincia adesso “
 
 
 nota dell'autrice
salve a tutti con il nuovo capitolo
allora, questo è un duello completamente diverso essendo basato sulle puntate della saga delle memorie ( Non so quanto ci fosse di autentico in quelle puntate storpiate dalla censura , e non avendo il manga questo è quello che ho capito ) quindi spero che sia di vostro gradimento, come prima parte ovvio, e ci rivediamo al prossimo. commentate, commentate, commentate
  
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