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Autore: _Nimphadora_    05/04/2016    2 recensioni
Raccolta di one shot ambientata nel periodo dei Malandrini, in particolare di genere “Wolfstar”.
Dalla storia:
«Basta!»
Sirius sentiva ancora il sapore del sangue contro il palato, le dita gonfie e il petto colpito da fitte atroci al termine di ogni respiro mozzato.
Remus ora era fermo, non si muoveva di un centimetro nonostante fosse ridotto anche peggio di Sirius. Adesso la rabbia sembrava sparita, rimpiazzata dall'elettricità che impregnava l'aria tutt'intorno a loro.
Si erano pestati, ricoperti di graffi e lividi dentro e fuori.
«Basta...»
Aveva ripetuto ancora Remus, il tono strascicato a causa del labbro gonfio e violaceo.
Nel vederlo ridotto in quello stato a causa sua Sirius si sentiva morire dentro eppure tornando indietro non lo avrebbe cambiato, sentiva ancora la rabbia viva fluirgli nel sangue inisieme alla fame.
Una fame che non si spegneva mai.
Così l'aveva preso, afferrato per il colletto sporco della divisa da Grifondoro.
«Sei un mostro»
Gli aveva sussurrato sulle labbra, specchiandosi in quegli occhi verdissimi, ora arrossati.
Non sapeva più se parlava a Remus o a se stesso.
Gli morse le labbra, forte, fino a farle sanguinare ancora e poi lo baciò, con la stessa forza.
Ancora.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora, Remus/Sirius
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When Love Hurts'
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Ho sempre fatto troppo o troppo poco con te. Non badavo ai segni che lasciavo, erano il mio marchio.
 
 
 
Remus era sempre stato un tipo di poche parole, preferiva descrivere l'esenzione delle cose senza fronzoli eppure aveva sempre qualcosa di appropriato da dire se interpellato.
O quasi, visto che quando aprì gli occhi in quella mattinata poco soleggiata di Febbraio, nel vedere accanto a lui sul suo cuscino un pacchetto regalo con tanto di fiocco, è così stupito che non ha idea di cosa dire.
Era strano, non era nemmeno il suo compleanno, per qualche minuto aveva avuto addirittura paura che fosse tutto uno scherzo ma poi, quando aprì la carta lucida colorata d'argento e ne vide  il contenuto,  un piccolo sorriso non poté che fare capolino sul suo viso.
Aveva capito.
Gli ci volle un po' per trovarlo, ovviamente.
Sirius quella mattina non era nel suo letto, si era svegliato prima e non aveva partecipato alle lezioni ma l'impegno paga, Remus lo ripeteva spesso, e alla fine riuscì a trovare il suo nascondiglio e si sentì anche parecchio stupido per non averci pensato prima.
Sirius era sulla torre d'astronomia, seduto a gambe incrociate sul pavimento scuro, davanti a lui solo il vuoto.
«Finalmente ti ho trovato. Non pensi che abbiamo giocato a nascondino fin troppo in questi mesi, mh?»
Disse, facendo sussultare Sirius. Non si aspettava di ricevere visite.
Il licantropo si sedette accanto a lui, un leggero sorriso gli illuminava il volto.
«Moony, mi cercavi? E perché se posso saperlo?»
Remus roteò gli occhi verso l'alto e cacciò fuori la copia nuova di zecca della favola babbana "Cappuccetto Rosso".
«Solo tu potevi farmi un regalo del genere Sirius, solo la tua mente poteva partorire un modo tanto contorto di chiedermi scusa»
E rise della sua frase, sereno.
Sirius all'inizio fu davvero tentato di negare ma d'improvviso si sentì stanco alla sola idea. Non ce la faceva più a combattere quella guerra con se stesso.
«Non ti ho ancora chiesto scusa»
Entrambi guardavano verso l'orizzonte, la luce violacea del tramonto li faceva sembrare ancora più giovani. Rendeva tutto più irreale.
«Be' sono qui, fallo adesso»
«È difficile dirlo ad altra voce»
E a quella frase risero entrambi, di gusto, finalmente guardandosi negli occhi e Sirius credette, come nel peggiore dei cliché, di poterci affogare in quegli occhi verdi verdi verdi.
«Magari avresti potuto scrivermelo, all'inizio del libro»
«Oh dai Moony, lo sai, non sono proprio il tipo»
Ridacchiò ancora Sirius. Era bello ridere così, senza un motivo apparente, da quanto non lo faceva? Ormai gli sembravano secoli.
«Lo so, sono stato costretto a farci il callo. Non cambierai mai»
Ecco, questa frase Remus la pronunciò con tono più amaro senza nemmeno rendersene conto.
Sirius fece scivolare le dita a sfiorargli la mano per pochi secondi, leggero come il fruscio della stoffa della sua divisa.
Poteva giurare di averlo sentito rabbrividire.
«Perdonami, Moony»
Perdonami per tutte le stronzate che ho detto, perdonami per tutte le volte in cui non ci sono stato, perdonami per tutte le volte che ho immaginato di toccarti e sotto le dita non avevo la tua pelle, perdonami se ho provato a sostituirti con decine di volti diversi senza ottenere il minimo sollievo.
Perdonami ma cosa posso fare se sono così sbagliato?
L'hai detto anche tu, non posso cambiare.
«L'ho fatto molto tempo fa, Sirius. Ti aspettavo»
Poi sorrise con aria furba.
«Eppure dovrei offendermi, mi hai paragonato al lupo cattivo che mangiò la povera nonnina»
Sirius scosse la testa all'istante.
«Tu sei Cappuccetto Rosso, Rem»
Sono io il lupo, tutto ciò che rappresenta. Sono io la bestia.
Remus aprì appena la bocca, sorpreso, e a Sirius lui non era mai sembrato così bello, così perfetto.
Per qualche istante gli sembrò perfino di non sentire la solita brodaglia fatta di sensi di colpa e vergogna nello stomaco.
C'erano solo lui e Remus.
«Mi sei mancato da morire, sai?»
E non riusciva nemmeno a credere di averlo appena detto, no, doveva esserselo immaginato come doveva essersi immaginato il rossore sulle guance di Moony che in quel momento sembrava un angelo.
È sempre stato così puro, come faceva? Come faceva a fargli quest'effetto?
«Mi sei mancato anche tu»
«Dillo ancora»
«Mi sei mancato Sirius»
Ed è qualcosa di primordiale, qualcosa che non poteva controllare che lo spinse contro le sue labbra scoprendo di avere una fame che non conosceva ma che infondo c'era sempre stata.
Remus era dolce, aveva il sapore della cioccolata. Ed era morbido, caldo. Era reale.
Carne contro carne.
Sirius gli morse l'angolo della bocca, gli chiese il permesso mentre con le mani lo stringeva a se' e tremava, tremava da morire.
Tremava di paura perché cazzo cazzo cazzo, che sto facendo? Che stava facendo?
In che guaio si stava cacciando? Era così sbagliato, così sporco, così... così...
Si staccò da Remus con tanta forza da fargli perdere l'equilibrio sulle ginocchia, non fu lui a cadere ma fece ugualmente male.
Vide il suo sguardo ad occhi sgranati, vide la paura nel verde che li colorava.
Si sentì talmente sporco che credette di poter morire adesso, in quello stesso momento.
Mi dispiace Moony, perdonami. Scusa, scusa, mi dispiace tantissimo.
Sirius non riuscì a spiccicare parola, terrorizzato com'era, scappò via senza più nemmeno guardarlo.
Lo lasciò solo ancora una volta.
Si era preso il suo primo bacio, quel pomeriggio sulla torre d'astronomia.
Se l'era preso senza aspettare un sì o un no come risposta e poi l'aveva rinnegato con la stessa rapidità.
Per Remus fece così male che la sua ingenuità gli fece credere fosse arrivata la fine del mondo. Ancora non sapeva che quello era solo il primo giro di giostra.
Come la prima goccia d'oceano sulla terra.
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: mhm, sesto capitolo postato! Lo so, sono capace di rendere fastidiosamente angst anche il primo bacio Wolfstar, augh!
Be' sono ansiosa di sapere cosa ne pensate ;)
Piccola anticipazione:
-Capitolo 7: Possession
“Era come una maledizione, se non potevo averti io nessun altro avrebbe potuto.”
-Nimph
  
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