Serie TV > Violetta
Segui la storia  |       
Autore: Tinucha    05/04/2016    2 recensioni
Sono una di quelle persone dannatamente gelose e possessive. E ho bisogno di una persona che mi faccia incazzare senza smettere però di farmi avere la certezza che è e sarà solo mia. E ho bisogno di te.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Un falò, parlate seri? >> il tono greve e abbastanza scettico di Jorge mi fece allontanare dal suo petto per guardarlo infastidita. << Qual è il tuo problema, scusa? >> sbottai irritata come non lo ero mai stata. Ci scambiammo uno sguardo di sfida fino a quando le sue labbra non si posarono in corrispondenza del lobo sinistro del mio orecchio per mordicchiarlo di nascosto. << Tu..con addosso pochi vestiti o direttamente in costume, sei il problema. Vuoi essere scopata davanti a tutti? Non ci metto molto ad accontentarti, eh! >> sbottò Facendomi irrigidire, per fortuna i ragazzi erano troppo persi a parlare della grande uscita di Damien per prestare attenzione a noi due. << Beh Blanco noi andremo a quel falò e tu non mi scoperai se è questo che temi. >> sbottai invece io risoluta. << Dì al tuo amichetto di starsene un po' al riposo. >> << Il mio amichetto in realtà se ne sta a riposo già da un bel po'. >> i suoi occhi accesi di rabbia fecero accendere in me una scintilla di fuoco. Fuoco puro. Stavo bruciando dentro. << Allora? Ti ha convinto? >> si intromise Ruggero guardando nella nostra direzione. << Come sempre. >> << Ma io.. >> << Noi due dormiamo in tenda insieme. >> avvisai in modo che lui capisse le mie intenzioni. Sentii il suo corpo irrigidirsi come quello di una statua. << ..e non faremo l'amore, Blanco. >> gli sussurrai per metà arrabbiata e per metà divertita. << Però potremmo giocare, no? >> sorrisi maliziosa accucciandomi al suo petto e disegnando dei cerchi sulla sua coscia.



POV JORGE
<< JORGE SVEGLIATI. >> avvertii la voce stridula di mia sorella risuonare nei miei timpani e ringhiai infastidito voltandomi dal lato opposto. << Figliolo è ora di alzarsi. >> tuonò mio padre spalancando la porta della mia camera mentre io presi il mio cuscino per tapparmi le orecchie. << LASCIATEMI IN PACE. >> sbottai acidamente ancora con gli occhi chiusi. << Buongiorno anche a te, oh! >> sghignazzò << Devi andare in campeggio con i tuoi amici? >> spalancai ancora assonnato gli occhi e scoppiai a ridere. << In spiaggia papà, in spiaggia. >> << Va beh è la stessa cosa. >> rise anche lui mentre quel terremoto di Jazmine si materializzò in stanza piombando sul mio stomaco. << Viene anche Martina con te? >> domandò abbastanza esaltata << Si perché? >> << Perché se viene con te papà ha detto che ti vuole parlare. >> scrollò le spalle alzandosi ed uscendo richiudendosi la porta alle spalle, mentre io inarcando un sopracciglio mi posai contro la spalliera del letto a braccia incrociate. Vidi un cipiglio nervoso farsi spazio sul suo viso e collegai tutto. << Non vuoi farmi il discorso sul sesso, vero papà? Perché è un po' tardi, eh! >> le sue mani giocherellarono tra di loro ed io roteai gli occhi << Non te ne parlerei nemmeno sotto tortura. >> << Ecco. Almeno ci stai attento? >> il mio mento per poco non toccò terra. << Per caso mi hai mai visto tornare con una ragazza incinta? >> scosse il capo rilassandosi << ..ma quella ragazza Jorge ti fa perdere la testa e si vede lontano un miglio, e basta una distrazione e vi ritrovate.. >> << Basta, basta. >> lo bloccai con una mano facendogli segno di tacere << A me piacciono i bambini, eh! Sia chiaro. Ma ora voglio divertirmi, e vivere un po' in pace con Martina ed i miei amici. Quindi papà non sarò così idiota da metterla incinta, soprattutto perché ci tengo alla mia vita e non credo Alejandro mi risparmierebbe nel caso Tini dovesse aspettare un bambino. >> gli feci notare ovvio. << È piccola. Lo siamo entrambi, quindi tranquillo ho tutto sotto controllo. >>


<< Come mai in ritardo? >> domandò Martina uscendo da casa sua, attorcigliata in un semplice pareo bianco e decisamente poco coprente che mostrava i suoi fianchi piccoli e le sue curve stratosferiche. << Che c'è? >> si guardò da capo a piedi << Sto male? >> << No. >> risposi secco affrettandomi ad attorcigliare le mie braccia intorno la sua vita. << Che ti prende? >> << Sei bellissima. >> deglutii baciandola dolcemente per poi prenderle una mano e guidarla fino alla macchina. Ci aspettavo un lungo viaggio.

<< Ok parla che ti prende, Blanco? Non fare il misterioso con me. >> sospirai senza nemmeno guardarla continuando a guidare. << Rispondi o mi incazzo. >> << Non ho nulla, Martina. Ora Smettila, mi fai agitare e sto guidando. >> << È semplice. Frena questa macchina del cazzo e rispondimi. Ed io ti lascio stare. >> << Non l'avverti? >> << Cosa? >> << La tensione sessuale. >> potei avvertire il suo respiro farsi pesante, ed ero più sicuro che le sue guance si fossero colorate di un rosso acceso. << Non so di cosa parli. >> << Si invece. Lo sai benissimo. >> tacque incapace di dire qualcos'altro. << Eri tu a volerlo sapere. >> << Beh allora la prossima volta non dirmelo. >> << Non capisco perché ti vergogni. Insomma l'altro giorno stavamo giocando pericolosamente con la cioccolata leccandocela via di dosso e adesso.. >> << Possiamo evitare di discutere? Non è che mi vergogno, è solo che..beh si mi vergogno. Non è, diciamo, un argomento che affronto con naturalezza. >> << Dovresti però. >> risposi più cauto guardandola facendo comunque attenzione alla strada. << Lo so. Solo che il modo in cui mi guardi, mi mette a disagio. >> avvampai di colpo ritornando a guardarmi davanti. << Non..non lo faccio apposta, proverò a.. >> << No aspetta. Amo il modo in cui mi guardi, anche se è profondo, intenso. >> avvertii la sua mano posarsi sulla mia coscia per tracciare degli invisibili cerchietti. Mi irrigidii facendo finta di niente. << Non voglio rimanere una bambina inesperta per sempre. Solo che ho paura che quello che ti ha fatto innamorare di me scompaia e che tu non mi voglia più per te. Insomma, hai detto che ami il fatto che io sia pura ed ingenua, così piccola ed inesperte ma se dovessi cambiare, Jorge? >> accostai l'auto stanco di tutto questo disordine tra noi. << Se cambiassi Martina, io ti amerei comunque. Ti amerei anche se non dovessi più intravedere il rossore sulle tue guance, ma so già che non sarà così. Arrossisci per tutto, Tini. Ed io amo il modo in cui lo fai, come se ti sentissi infastidita dai complimenti. Amo le tue labbra peccaminose. Non hanno nulla di puro quei pezzi di carne, piccola. >> sussurrai roco. << Ho lo stomaco in subbuglio solo a guardartele. Hai le labbra piene, a forma di cuore, create solo per peccare. E non sai quanto sia bello sapere che sono l'unico con cui hanno peccato. >> un gemito abbandonò la sua bocca perfetta. << Hai i fianchi piccoli che fosse per me stringerei per ore, affondando in te senza pietà. >> il mio timbro era sempre più basso, più caldo e decisamente irriconoscibile. << Le gambe lunghe e snelle che vorrei sentire attorcigliate intorno alla mia vita, per ore, per sempre, per l'eternità ed anche oltre. Le tue curve perfette, piene, e peccatrici. Il tuo cuore, cazzo. Scalpita senza pietà o ritegno, rischia di perforare persino la mia gabbia toracica per quanto è intenso e forte. Il tuo sorriso così splendente che ti illumina quel volto perfetto che ti ritrovi. Ma la tua arma letale sono gli occhi, piccola. Gli occhi da cerbiatta. Profondi, intensi, irrimediabili. Così unici e rari. Così accesi e vivi. Così pieni di dolore e amore allo stesso tempo. Così in grado di fare l'amore ed eccitare con un solo sguardo. Così languidi e dolci. Così tutto. >> ansimava in preda agli spasmi, come se stessimo facendo l'amore. << L'amore Jorge, abbiamo appena fatto l'amore con le parole. >> sussurrò superando il bracciolo e posizionandosi tra le mie gambe. << Fai l'amore con le parole, piccola. Fammi vedere come fai l'amore tu respirando e parlando. >> il suo respiro era sempre più accelerato mentre si riposizionò su di me a cavalcioni. Cominciò a carezzare avida con le sue gracili dita le mie labbra, che cominciarono a lasciarle su cento o forse mille baci. << Le tue labbra, Jorge. Hai le labbra rosee e perfette. Così sottili ma così dannatamente stupefacenti. Le tue labbra, voglio le tue labbra su di me. Ogni singolo istante. Voglio vederti boccheggiare mentre perfori i nostri cuori ed affondi in me senza pietà o ritegno, si. Voglio sentirti dire che mi ami mentre raggiungiamo l'apice insieme. Voglio sentirti mentre mi chiami piccola. >> scese facendo intrecciare le nostre dita e mi sorrise piano. << Le tue mani Jorge. Così grandi a confronto con le mie. Le tue dita lunghe e affusolate. Le tue mani ruvide e scostanti come i tuoi baci che mi accarezzano come se fossi di cristallo. Amo il modo in cui mi tratti Jorge. Ma non mi romperò, preferisco l'intenso al dolce. È per questo che ho scelto te, no? >> rimasi estasiato dalle sue parole. Quella donna seduta sulle mie gambe era ancora la mia Tini. Il rossore era vivo sulle sua guance e non accennava ad andarsene. << Le tue mani fredde, che stonano con il tuo addome così dannatamente caldo. >> fece scivolare le sue mani sul mio addome, mentre io deglutii trattenendo il respiro e incontrando ancora i suoi occhi misteriosi. << Il tuo addome, Jorge. Quello su cui sogni le mie labbra. >> boccheggiai in cerca d'aria. << Quello su cui io stessa sogno le mie labbra. >> 'Coda diavolo stava succedendo?' << Il tuo cuore arido e freddo che batte solo per me. >> risalì all'altezza del mio petto con fare sensuale e provocatorio. Ma la dolcezza e l'ingenuità predominarono ancora in lei. << Vedi come ti si gonfia e sgonfia il petto quando ti parlo, quando ti tocco, Blanco. >> la mia resistenza ed il mio controllo erano minimi. Ma non potevo affrettare tutto e fare passi falsi. Volevo fare l'amore con lei da tempo, e avevo conservato il mio desiderio per il giorno perfetto. Di certo non in una strada deserta, in un auto scomoda. << Sei così fottutamente rigido. Sbaglio o me lo hai insegnato tu che la rigidità non va bene? Rilassati. >> sussurrò contro le mie labbra facendo scorrere entrambe le mani sulle mie cosce. Sentii i boxer farsi stretti ed immediatamente la prova venne a galla. Ero gonfio, duro ed impaziente come non lo ero mai sto in vita mia. Come uno di quei ragazzini in piena crisi ormonale. Infondo ero un ragazzino. Si morse il labbro inferiore seguendo il mio sguardo con ancora quello splendido rossore. << Vuoi fare l'amore con me ogni istante, Jorge. Ma stavolta anche io lo voglio. Anche io voglio sentirti affondare in me. Anche io voglio stringermi intorno a te. Anche io voglio sentire il tuo cuore scalpitare contro di me. Anche io voglio le tue labbra sulla mia pelle. Presto Jorge. Presto affonderai in me. Presto saremo un tutt'uno. I tuoi sorrisi che mordicchieranno il mio collo, e quegli splendidi pozzi verdi senza fine, quegli smeraldi, quelli saranno la mia dannazione più grande. >> sbattei il capo contro l'appoggiatesta del mio sedile e respirai a fondo guardandola. << Ti sto immaginando senza veli, Stoessel. >> << Anch'io Blanco, ma non osare immaginare troppo. Potrei non essere quello che tu aspetti. >> << Sarai anche meglio. Ricordati che tu in una vita passata hai già tremato sotto il mio corpo, piccola. >> le sue labbra caute, tranquille e silenziose si posarono sulle mie delicatamente. Poi come scottata ritornò al suo posto. << Riparti Blanco, abbiamo una vita da vivere. >> sorrisi tenendo la mano sinistra sullo sterzo e posando quella destra sulla sua coscia, in cerca della sua che immediatamente me la strinse. Non badai nemmeno alla lunga strada. Al percorso. Alle buche. Alle curve. La sua mano inadeguata incastrata fino alla mia, cambiò le marce con me ed i nostri sorrisi sembrarono insostituibili ed inimitabili.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: Tinucha