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Autore: Yasha 26    05/04/2016    5 recensioni
(Cain/Setsu/Reino)
- Ma che t'importa con chi esco? Se anche andassi a letto con mezza città, a te che importa? -
- Non osare nemmeno pensarla una cosa del genere! – esclamò Cain, guardandola torvo. Lui ci provava a mantenere la calma, ma Setsu era abile nel fargliela perdere.
- Perché non dovrei? Adesso potrei anche uscire da questa stanza e andare a letto col primo che incontro! Non potresti impedirmelo! - lo sfidò, avvicinandosi all'ingresso, ormai stanca di quella lite.
Fu tutto troppo veloce per Setsu, che quasi non capì come avesse fatto a finire sul letto, con Cain su di lei a bloccarla con forza contro il materasso.
Era sorpresa da quella reazione, ma non impaurita. Le sembrava di assistere ad un attacco di gelosia e non al rimprovero di un normale fratello preoccupato. Poteva forse sperare che fossero la gelosia e la rabbia di un uomo innamorato?
- Perché ti stai comportando così? Che cosa vuoi da me? - gli chiese, sperando in una risposta diversa dal suo solito: "Sei troppo piccola e ingenua per avere un uomo”.
- Volevi andare a letto col primo che incontravi, no? Ti sto accontentando! – rispose lui, baciandola.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cain Heel, Reino, Setsuka Heel
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Il pomeriggio era passato nella noia più assoluta per Setsu. Aveva dovuto tradurre buona parte delle parole del regista al fratello, che non capiva bene il giapponese quanto lei, finendo con l’annoiarsi come mai in vita sua.
Oltre a ciò, per tutto il tempo delle presentazioni, aveva notato su di sé, gli occhi di uno degli attori, e lei odiava essere osservata così spudoratamente. L’unico di cui cercava lo sguardo era Cain.
- Fratellone, vado alla toilette. Torno subito. – lo avvertì, avviandosi verso i bagni.
 Cercò di impiegarci il meno possibile per non lasciare il fratello da solo. Non tanto per le sue difficoltà a dialogare con gli altri, ma perché aveva notato un paio di attrici, anche piuttosto bruttine, osservò, che avevano piantato il loro sguardo mellifluo su di lui. Aggiustò quindi velocemente il rossetto e uscì dal bagno per raggiungerlo.
- Ehi! - la fermò un ragazzo, che riconobbe essere l’attore protagonista del film, quello che non le toglieva gli occhi di dosso. Lo guardò annoiata, aspettando le dicesse perché l’aveva fermata. – Ecco… - riprese imbarazzato il ragazzo - … non ho avuto modo di presentarmi prima. Sono Taira Murasame. Tu invece sei l’assistente di Cain Heel? - domandò interessato.
Dal primo momento che l’aveva vista entrare, al seguito di quello strano tipo dall’aria tetra, non aveva fatto altro che seguirla con lo sguardo. Era una ragazza davvero bella e particolare, e non solo per i suoi abiti, poiché non era la sola a usare lo stile punk, era piuttosto il suo portamento ad averlo incuriosito. Si muoveva in modo raffinato, quasi aggraziato. Il che faceva a pugni col suo vestiario. Quel particolare aveva catturato la sua attenzione.
- E allora? – chiese lei, impaziente di ritornare dal fratello.
- Beh… ho ritenuto giusto ci presentassimo. Mi sembrava scortese non essermi presentato. – ripeté impacciato Murasame, cercando di instaurare una conversazione e sapere, oltre che il suo nome, che ruolo svolgesse per il tizio che avrebbe recitato con lui come antagonista. A guardarlo, però, sembrava tutto fuorché un attore. Aveva un aspetto molto cupo e non si mostrava per nulla interessato a fare conversazione con gli altri membri del cast. Quella povera ragazza, invece, s’impegnava tanto per aiutarlo a capire, ma sembrava non interessargli nemmeno. Oltretutto, lei lo guardava con occhi adoranti, eppure quel tipo pareva non notarla nemmeno. “Di sicuro un uomo senza alcun gusto per non notare una tale bellezza.” si disse convinto.
- Questo lo hai già detto. - gli fece notare Setsu, scocciata oltremodo. Era chiaro cercasse un modo per attaccar bottone con lei. Poteva almeno sforzarsi di essere meno ridicolo, si trovò a pensare.
- Ah già. Eheheh. Tu, invece? Non mi hai ancora detto come ti chiami. – si decise a chiederle Murasame, visto che lei non sembrava aver intuito la richiesta implicita nel suo volersi presentare.
- Sapere il mio nome non ti servirà a molto, considerando che non è con me che lavorerai. Ora devo andare. – provò a congedarsi la ragazza, ma l’attore la fermò nuovamente.
- Aspetta! Volevo anche chiederti una cosa su Cain Heel! –
A quelle parole, Setsuka si voltò interessata. Tutto ciò che riguardava suo fratello, interessava anche lei.
- Che vuoi sapere? –
- C’è una cosa che mi chiedevo. Heel è un totale sconosciuto in Giappone, tuttavia è stato scelto per il ruolo dell’antagonista, una parte quasi più importante di quella del protagonista direi, poiché la storia gira attorno a lui. Quindi non posso fare a meno di domandarmi se la scelta sia ricaduta su di lui in quanto figlio della compianta Koharu Tsukishima, e non per le sue doti da attore. – insinuò maligno. Avrebbe voluto ottenere lui il ruolo dell’antagonista, invece era stato affidato ad un mezzosangue americano, totalmente sconosciuto in Giappone, cosa che non riusciva a digerire.
Setsu, contrariata, inarcò un sopracciglio. Era invidia quella che traspariva in modo evidente dalle frasi dell’attorucolo che aveva di fronte?
Soprattutto, aveva davvero osato offendere il suo adorato fratellone in sua presenza? In un impeto di rabbia, gli pestò il piede col pesante tacco dei suoi stivali, facendolo urlare dal dolore.
- Ahi! Ma che accidenti fai? – imprecò il giovane, che iniziava a ricredersi sui modi aggraziati della ragazza.
- Se il fratellone è stato scelto per questo ruolo, vuol dire che è stato ritenuto all’altezza da gente più importante di te! Il fatto di essere figlio di Koharu Tsukishima, è servito solamente a dargli visibilità agli occhi dei tuoi connazionali. Anche tu, a Hollywood, sei un perfetto sconosciuto, quindi impara a tenere a freno la lingua e a non montarti tanto la testa. Se non hanno dato a te il ruolo, vuol dire che non lo meritavi! – replicò furente, trattenendosi dal non piantargli il tacco in un occhio, invece che sul piede. Nessuno doveva mettere in dubbio le capacità recitative di suo fratello.
- Fratellone? Oh! Quindi siete fratelli! – esclamò l’attore, totalmente sorpreso dalla notizia.
- Non era ovvio? – chiese lei, sicura che quasi tutti avessero capito la loro parentela. Quale semplice assistente sarebbe andata in giro vestita come lei, in modo così informale? Solamente una sorella, si rispose.
- No, per niente. Più che fratelli, avrei detto piuttosto che foste una coppia. – replicò il ragazzo, davvero incredulo. Non si somigliavano nemmeno molto. Anzi, a dirla tutta, lui non pareva essere nemmeno per metà giapponese. E poi, lo sguardo della ragazza nei confronti del fratello, sembrava diverso da quello di una sorella.
Setsu, in risposta, arrossì vistosamente. Sembravano davvero una coppia a occhi estranei? Quanto avrebbe voluto che lo fossero davvero e non che lo sembrassero solamente.
- Setsu, perché ci stai mettendo tanto? – si sentì chiedere da colui che occupava tutti i suoi pensieri. Si voltò, trovandolo dietro di sé, a guardare il suo interlocutore con sguardo assassino, degno del personaggio che avrebbe dovuto interpretare, il killer Black Jack. Lo trovava davvero attraente quando mostrava quello sguardo. O forse era più corretto dire che lo trovava sempre attraente.
- Scusa. Questo ragazzo noioso mi ha trattenuto. – rispose lei, affiancandolo.
- M-ma io v-veramente… - farfugliò Murasame, restando quasi congelato dall’espressione furente stampata sul viso di Heel.
- Pezzo di merda… - gli si rivolse Cain, guardandolo minaccioso. – Avvicinati ancora a lei e ti faccio a pezzi! E’ l’unico avvertimento che ti do. Non te lo scordare. – lo avvisò, pervaso dalla rabbia e dalla gelosia. Aveva già notato quel bastardo guardare in modo ossessivo sua sorella. Non aveva fatto altro durante le presentazioni dei membri del cast, il che lo aveva alquanto irritato. La voglia di spaccargli la faccia era grande. – Andiamo. – disse poi alla ragazza, trascinandola via.
Quando aveva notato che sua sorella tardava a tornare, d’istinto aveva cercato, tra i vari presenti, il ragazzino che lo aveva innervosito per tutto il pomeriggio, non trovandolo da nessuna parte. Non gli ci volle molto per capire dove fosse e, infatti, li aveva trovati a parlare insieme.
Sapeva di avere una sorella molto bella, e non lo pensava perché fosse di parte. Setsuka era davvero una ragazza bellissima e questo, a volte, lo irritava, perché tendeva ad attirare troppi sguardi a lui sgraditi. Se avesse potuto, l’avrebbe chiusa in casa, così da non esporla alla vista di nessun porco.
Sbuffò per i suoi stessi pensieri. Erano sbagliati e lo sapeva. Non erano i tipici pensieri di gelosia che solitamente esistevano tra fratelli, ma non riusciva a fermare il flusso dei suoi sentimenti ogni volta che vedeva un ragazzo avvicinarsi a lei. Era una reazione incontrollabile.
Dal canto suo, Murasame guardava turbato i due andare via. Non capiva cosa fosse accaduto. Stava solamente parlando con quella ragazza, che aveva appena scoperto chiamarsi Setsu. Non stava facendo nulla di male, quindi perché minacciarlo in quel modo? Un normale fratello non lo avrebbe fatto.
Ciò non faceva che rafforzare il suo pensiero sull’ambiguità di quell’attore, che sembrava sempre più un delinquente, piuttosto che un uomo di spettacolo. Come poteva lavorare con quel caratteraccio che si trovava? Inoltre, trovava che il rapporto tra i due fratelli fosse alquanto bizzarro.
“Ma no! Che vado a pensare! Magari all’estero i rapporti sono più espansivi! Dev’essere così! Comunque meglio evitare quei due. Mi sembra abbiano entrambi le rotelle fuori posto.” si disse, tornando anche lui dagli altri membri del film, zoppicando per il dolore al piede.
 
Quando tornarono in albergo, Cain dava l’impressione di essere arrabbiato, ma Setsu ne ignorava il motivo. Aveva provato a parlargli, ma lui non sembrava interessato a instaurare una conversazione con lei.
- Vado a lavarmi. Per me non preparare nulla. Non ho fame. – la informò freddamente, tanto da lasciarla sorpresa.
Non le si era mai rivolto in quel modo così distaccato. Più ci pensava e più temeva di essere lei la causa del suo malumore, anche se non ne capiva il motivo. Quando poi si fece l’ora di coricarsi, Cain s’infilò sotto le coperte, dandole le spalle, e non pronto ad abbracciarla come ogni notte.
“Questo è troppo!” pensò lei. Gli si avvicinò e tirò via la coperta, ottenendo finalmente di essere guardata in faccia, cosa che non aveva fatto per tutta la sera.
- Ma che ti prende? – le chiese Cain, riprendendosi la coperta.
- Che prende a te! Mi dici che ti ho fatto? – gli domandò arrabbiata. Non sopportava di essere ignorata in quel modo, e senza neppure sapere il perché.
- A me? Assolutamente nulla. –
- Non si direbbe proprio! Sembri arrabbiato con me, ma non ne capisco il motivo. É tutta la sera che m’ignori e rispondi a monosillabi. Si può sapere che hai? –
Cain la guardò spaesato. Non si era nemmeno accorto di aver reagito così. Era sì furioso, ma non certo con sua sorella. Lo era solamente con l’idiota che l’aveva seguita e che ci stava provando. Lo infastidiva il pensiero che quel tipo l’avrebbe vista ogni giorno, per tutto il periodo delle riprese, e questo lo aveva messo di malumore.
- Scusami. – le disse solamente, dispiaciuto per averla involontariamente ferita.
- Mi dici cosa c’è che non va? – indagò lei, ma addolcendo il tono dopo le sue scuse. C’era qualcosa che lo tormentava, si vedeva, ma sono sapeva cosa. Lui non le parlava quasi mai dei suoi stati d’animo.
- Nulla sorellina. Non sono arrabbiato con te. Stavo solo pensando all’imbecille di prima. Se ti si avvicina ancora mentre non ci sono, dimmelo. – rispose, dicendo una mezza verità.
Certo non le avrebbe detto che era furioso perché l’aveva trovata a parlare con lui, e con il viso arrossato per l’imbarazzo. Moriva dalla voglia di chiederle perché fosse arrossita. Che le aveva detto? Quel pensiero lo tormentava, ma non era una valida ragione per prendersela con lei.
- Davvero è solo quello? – domandò scettica.
- Certamente. Ora mettiti a letto che è tardi, così poi ti lamenti che ti alzi con le occhiaie. – la prese in giro, sforzandosi di sorriderle per tranquillizzarla.
- Ok fratellone. Ma se ci dovesse essere qualcosa che non va parlamene, va bene? – gli chiese, mettendosi sotto le coperte.
- Va bene, lo farò. – le promise, sapendo già che non sarebbe accaduto.
Più serena, Setsu si accoccolò, come sua abitudine, tra le braccia di Cain, addormentandosi quasi subito, al contrario di lui, che restò a guardarla dormire, nonostante la poca luce della stanza.
Avrebbe voluto tenerla in quel modo per sempre, tra le sue braccia e lontano da altri uomini che avrebbero potuto portarla via. Ma sapeva che quel momento, prima o poi, sarebbe arrivato anche per lei. Si sarebbe innamorata un giorno, e lui avrebbe perso il posto speciale nel suo cuore. Quel giorno, rifletté, avrebbe dovuto trovare uno scopo per vivere, poiché ogni cosa che aveva fatto fino a quel momento, riguardava la sorella, per garantirle tutto ciò di cui avesse bisogno, materialmente e affettivamente.
Si prendeva cura di lei da quando aveva otto anni. Lui era appena adolescente quando i loro genitori morirono in un incidente. Occuparsi, a quindici anni, di una bambina di otto, non fu facile. Erano stati affidati alla zia paterna che, purtroppo, non si era dimostrata una parente affettuosa. Per questo motivo, raggiunta la maggiore età, aveva preso con sé la sorella, andando a vivere per conto proprio grazie ai soldi ereditati dai genitori.
Ciò che lo preoccupava, però, era che i soldi potessero finire prima o poi, così, quando gli si presentò l’opportunità di prendere parte ad un provino per una famosa serie televisiva, approfittò delle lezioni di recitazione che la madre si divertiva ad impartirgli da piccolo, riuscendo ad ottenere la parte. Da lì, l’ascesa al successo fu rapida e ogni volta che era costretto a spostarsi di città, portava con sé la sorellina come mascotte, in giro per i vari set.
Attorniata da gente fin troppo appariscente, in un mondo dove l’essere non contava nulla rispetto all’apparire, anche sua sorella iniziò a cambiare, per adeguarsi all’ambiente in cui stava crescendo.
Il primo colpo di testa di Setsuka che lo fece sbiancare, fu tingere i lunghi capelli neri di biondo e rosa. Quel giorno, la sorella, era così felice che non aveva fatto altro che guardarsi allo specchio, ripetendosi quanto fosse bella. Vederla così felice e sorridente lo bloccò dal rimproverarla. E così fu successivamente anche per gli abiti, i piercing, il trucco e tutte le stranezze che aveva iniziato ad usare.
Finché la sua Setsu era felice, lui non avrebbe posto nessun freno, purché restasse nei limiti della decenza.
Gli costava una fortuna in abiti, ma era felice di poter accontentare ogni suo capriccio. Peccato che, a volte, quei capricci comprendessero anche lui. Sorrise nel ricordare quando gli chiese di provare a cambiare stile, come lei, così da fare una coppia di fratelli punk.
“Figuriamoci se mi vesto con catene e collari borchiati!” rise in silenzio, ripensando alla faccia delusa della sorella quando si era rifiutato di indossare quella roba assurda. Le aveva però concesso alcuni abiti scuri e in pelle, in fondo non dispiacevano nemmeno a lui quelli. In un modo o nell’altro, le aveva accordato anche quel capriccio.
Si sentiva un po’ il genio della lampada; ciò che Setsu voleva, lo otteneva. E questo aveva iniziato a creargli seri problemi. Negli anni, si era reso conto di una cosa spiacevole: viveva esclusivamente per la sorella. Ogni suo pensiero, gesto, frase, carezza e perfino ogni suo sentimento, erano rivolti a lei.
Esisteva solo Setsuka.   
Sbuffò, dandosi dello stupido per l’ennesima volta in quella giornata. Si malediceva per i pensieri che le rivolgeva. Pensieri che un fratello non avrebbe dovuto avere per la propria sorella.
Ritornò a guardarla, godendo per qualche altro minuto del viso sereno di quella ragazzina capricciosa che, a diciannove anni, non era capace di dormire da sola. Non aveva ancora deciso se maledire o ringraziare quegli incubi che la tormentavano da anni. Gli dispiaceva che soffrisse, ma era felice che cercasse lui, il suo abbraccio e la sua protezione.
Quello era, purtroppo, il lato egoistico dell’amore.
- Amore… - sussurrò, ripetendo a voce il suo ultimo pensiero.
Trovava ancora scomoda quella parola. Accettarla non gli era stato facile, ma doveva ammetterlo almeno con se stesso che amava Setsu, e non di amore fraterno.
Guardò l’orologio digitale posto sul comodino. Segnava le 5:00 in punto. Mancavano solamente due ore all’ora prefissata per la sveglia e lui non aveva chiuso occhio. Quello era il giorno della prova dei costumi e del trucco e di certo, pensò Cain, la truccatrice avrebbe avuto meno lavoro da fare per renderlo il tetro assassino Black Jack. Dopo il lungo viaggio in aereo e la notte insonne appena trascorsa, doveva avere un aspetto orribile.
“Inizia male questo lavoro in Giappone. Davvero male!” si disse, stringendo maggiormente a sé la sorella e provando, quantomeno, a riposare la mente dagli strani pensieri che lo stavano assillando, attendendo l’ora di alzarsi.
Quella, sarebbe stata una giornata davvero faticosa per lui, e non sarebbe stata l’unica.
 
 


 
 
Rieccomi col primo capitolo ^_^
Come avrete notato, riprendo alcuni pezzi e battute del manga, anche se, ahimè sono davvero pochi i pezzi “utilizzabili” per me, ma va bene lo stesso ^_^ (sempre grazie al DC Team che lo traduce <3 )
Con questo capitolo abbiamo visto un piccolo pezzo del passato dei fratelli (ovviamente niente di felice, ma questa non è una novità per chi mi conosce XD)
Dal prossimo capitolo entra in scena Reino *^* spero vi piaccia tanto quanto piace a me *^* fatemelo sapere poi, vi prego *-*
Ammetto sono rimasta piacevolmente sorpresa per le recensioni al prologo *-* temevo che questa storia potesse essere considerata troppo assurda XD invece sembra interessarvi. Spero di non deludere le vostre aspettative ^_^ ma vi do un consiglio: preparatevi al peggio nei prossimi capitoli XD
Grazie a chi recensito, a chi ha già inserito la storia tra le preferite e seguite, mi inchino per ringraziarvi ^_^
Al prossimo aggiornamento se vorrete ^_^
Baci Faby <3 <3 <3 <3

P.s: Vi ricordo sempre la pagina Facebook dedicata a Skip Beat ^_^  Skip Beat Italia - Cain&Setsu  

 
   
 
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