Fanfic su attori > Chris Evans
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Autore: lallipumbaa    06/04/2016    0 recensioni
Mi schiarii la gola, giusto per ricordare ai giganti davanti a me che esistevo pure io e di tenere i commenti maschilisti a quando si sarebbero rivisti. L’uomo si girò sorridente colpendomi in pieno coi suoi occhi azzurri. “Ciao! Piacere, Christopher!” disse tendendomi la mano.
Tentai di recuperare un po’ di attività cerebrale e di mettere insieme delle parole per fare una frase di senso compiuto. Tom mi salvò in corner.
“Scusami, mi sono dimenticato di presentarvi. Chris, lei è Lilia. Lilia, lui è Chris!”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Il viaggio di ritorno a Los Angeles era un po’ più trafficato dell’andata, ma, secondo Chris, riuscimmo a tornare in tempo.
“In tempo per cosa?” chiesi smontando dalla Harley “E soprattutto: dove siamo?” gli chiesi guardando mi attorno: eravamo davanti alla spiaggia al tramonto. Era un posto tranquillo dove, illuminato da piccole lucine e da torce, un ristorante molto informale era adagiato quasi senza un perché sull’immensa spiaggia. Sistemò i caschi e quando mi guardò  sorridendo mi porse la mano “Vieni con me.”
Titubante accettai la sua mano, sorridendogli timidamente.
Me la strinse in modo rassicurante, mentre camminavamo sulla sabbia fino al ristorante. Non appena lo videro lo salutarono affettuosamente, con pacche sulle spalle.
“Ti abbiamo riservato il miglior tavolo! Poi con questo tramonto… se non la conquisti sei proprio un incapace!” esclamò il proprietario facendo arrossire Chris e ridere me.
“Signorina, prego.” Disse Chris spostandomi la sedia e facendomi accomodare al tavolino di legno con vista sull’oceano e sul tramonto da togliere il fiato. “E che non si dica che i ragazzi del Massachusetts non sono gentiluomini.” Commentò, sicuramente per stemperare la tensione.
Si sedette di fianco a me e mi guardò. “Bene, ora siamo io e te: non ti ho ancora portato a casa mia e la serata non finisce qui. Che te ne pare per ora?” “Direi non male. Questo posticino è un incanto, il cibo che vedo servito sembra una meraviglia e questo tramonto… la Scozia è una terra bellissima, ma il mare qui è diverso… non è il Mare del Nord.” Commentai perdendomi nel suono della risacca delle onde che si mischiava piacevolmente col chiacchiericcio del posto. “E il paesaggio è ancora migliore visto dal mio punto di vista…” sentii commentare Chris. Quando mi girai lo vidi che mi guardava intensamente, cosa che mi fece alquanto arrossire.
Il proprietario ci portò una caraffa d’acqua fresca con fette di limone e menta e i menu. “Chiamatemi quando siete pronti.”
“Ma fanno cucina thailandese!” esclamai guardando i piatti che erano scritti sul cartoncino del menu.
“Non ti piace?” mi chiese preoccupato.
“Al contrario: la adoro! C’è un ristorantino thai a Londra vicino ad Earl’s Court che fa una meravigliosa zuppa di latte di cocco. Almeno una volta al mese quando sono a Londra e non sono impegnata cerco di andarci!” gli dissi mentre mi pregustavo la cenetta.
Ordinammo e, mentre mangiavamo, Chris sganciò la bomba. “Tom mi ha avvisato che saresti stata molto ritrosa nei miei confronti. Mi ha detto che hai avuto una grande delusione… se posso chiedertelo, di cosa si tratta?”
Sospirai a fondo, giocherellando con le bacchette nel piatto di Padthai. “Tom è una pettegola! Te la faccio molto breve. Dovevamo sposarci, stavamo insieme da quasi cinque anni oramai, convivevamo, ma solo poi, grazie ad un amico di lui che non ce la faceva più a tenere il segreto, ho scoperto che lui, mentre io ero impegnata all’estero a girare, o anche quando ero a casa, mi tradiva candidamente con molte donne. E la cosa succedeva da almeno tre anni. Da idiota non mi sono mai accorta di nulla.”
Nonostante fossero passati più di due anni la cosa mi bruciava ancora. “Mi ero fidata di lui, e stavo per suggellare una promessa che dovrebbe durare una vita intera… ma lui non aveva alcuna intenzione di mantenere la monogamia. Ovviamente l’ho mollato in tronco e figurarsi che da come mi riferivano le cose che lui raccontava in giro sembrava lui la vittima della situazione. Ma me ne sono fregata. E sono andata avanti. Ma raccontarlo mi fa venire ancora il nervoso…”
Finii di raccontare e sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia. “Non ti meritava e tu non meritavi uno stronzo del genere al fianco. Non tutti gli uomini sono così, lo sai?”
“Stai per caso parlando di te stesso?” scherzai, dandogli una leggera spallata sul braccio, alleggerendo la tensione che si era creata.
“Effettivamente sì! Te l’ho detto. Mi devo vendere bene, no?” sorrise accarezzandosi la barba e alzando un sopracciglio guardandomi di soppiatto. “Mi fai assaggiare il tuo Padthai?” “Solo se tu mi fai assaggiare quel pollo: ha una faccia spettacolare!”

Dopo il ristorante risalimmo in moto andando verso un’ennesima destinazione ignota. Parcheggiò la moto nel garage di una casa molto grande, dalla quale proveniva musica abbastanza alta. “Io li uccido.” Disse togliendosi il casco.
“Chris, quante volte ti ho detto che non mi porterai a casa tua?”
“Ehm… ho smesso di contarle!” mi rispose sorridente mentre mi aiutava a smontare.
“Ma che sta succedendo?” “Nulla, semplicemente non lasciare mai casa tua in mano a dei deficienti per farci festa. Lo rimpiangerai subito.” Commentò con tono piatto prendendomi per mano e facendosi strada tra gli spazi liberi della stanza fino alla porta dove, aprendola, si trovarono quasi in mezzo al marasma di gente intenta a parlare e a ballare. “Sembra una festa liceale.” Commentai ad alta voce facendomi sentire da Chris “Più o meno! Il livello celebrale è quello!”.
Mi condusse sgattaiolando tra la folla verso il secondo piano, a quanto pare tenuto off limits. Entrammo in una sorta di salotto con un bel divano, una televisione e un gran collezione di DVD. Il rumore si attutì improvvisamente quando chiuse la porta. Mi sorrise raggiante “Stanza insonorizzata. E ora l’ultima parte della serata: un bel film tranquilli in casa!”
“Chris Evans, tu sei un pazzo!” “Modestamente posso confermare di esserlo! Senti, se vuoi farti una doccia il bagno è dall’altra parte del corridoio. Immagino che non sopporterai più il sale addosso.” Disse guardandomi. In effetti sulla pelle si vedevano delle linee morbide bianche, i capelli asciutti erano secchi dalla salsedine e non sopportavo più il costume da bagno. Dalla sua risata sembrò che mi avesse letto nella mente. “Vieni, ti accompagno: nel frattempo mi lavo pure io!” “Se pensi di fare la doccia insieme ti sbagli di grosso!” commentai facendogli la linguaccia “E io che ci speravo!” sospirò sconsolato.
Mi diede una delle sue magliette e mi salutò con un inaspettato bacio a mezze labbra. Altro che doccia calda. Dovevo calmare i bollori, non fomentarli.

***
Angolino del disagio
Un pochetto di umanità e di amore per il prossimo di Evans che salta fuori *w* Io nel frattemo me lo immagino bello come il sole e con quella sua barbetta da diventar pazze!
Spero che questo piiiiiiccolo capitolo vi piaccia. Se avete qualche commento, critica o qualsiasi altra cosa da dirmi... aspetto con ansia i vostri commenti! :3
Ringrazio anche i lettori silenziosi che comunque hanno deciso di spendere qualche minuto per leggere i miei deliri.
Un bacione a tutti, Lalli :3
 

   
 
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