Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Queen_V_Introspective    06/04/2016    4 recensioni
Sequel di “Miedo a Perderte”
Alcune volte capita di smarrire se stessi: A causa di un lungo viaggio,
A causa di un rapporto difficile,
A causa di una separazione forzata o ad un'amnesia.
Il percorso per ritrovarsi talvolta si presenta lungo, doloroso e tortuoso.
Ma non sarà né il tempo, né un viaggio in un’era diversa, né la mancata memoria a causa di un maleficio a dividere ciò che l'amore unisce.
“L’odio è potente, ma mai quanto l’amore. Namunah gli ha cancellato la memoria, ma non ha nessun potere sui suoi sentimenti. Il tuo amore è più forte del suo sortilegio. Se riuscirai a riaccendere in lui l’amore che vi unisce l’un l’altra vedrai che ti riconoscerà.” (Miedo a perderte cap.18)
||AGGIORNAMENTO STORIA:Mercoledì||
Ringrazio Spirit99 per la disponibilità, la gentilezza e l'accuratezza nel revisionare tutti i miei testi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Akai Ito'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
***
Capitolo 6
Gioco di Ombre.

***


 

Assorta tra la moltitudine di pensieri che affollano la mia mente, vado a sbattere contro qualcosa… anzi direi qualcuno.

« M - mi scusi, sono dispiaciuta io, n – non volevo… »

« Oh non importa signorina, capita. »

« Aspetti la aiuto. »

Aiuto a rialzarsi il vecchietto con il quale mi sono scontrata poc’anzi, sono così disattenta e confusa che anche passeggiando lentamente per strada devo prestare più attenzione del solito per non finire nei pasticci.

« Sta bene? Ha qualcosa di rotto? La accompagno in ospedale? »

« Frena, frena ragazzina! Sarò pure anziano, però mi reggo ancora in piedi da solo! »

« M – mi scusi… ero solo preoccupata per la sua caduta, in fondo le sono piombata addosso. »

« Non è nulla di grave, niente di irreparabile mia dolce e giovane fanciulla. Non darti pena per le cose futili, rischi di perdere di vista l’obiettivo principale della tua missione. »
« Come dice scusi? Lei è sicuro di star bene? »

« Ascolta il tuo cuore, giovane Tendo. E rimembra sempre che LUI ti appartiene. »

« Chi è lei? Come conosce il mio nome? »

Neanche termino la frase, mi guardo intorno e non c’è più nessuno. L’anziano è sparito e con lui mille dubbi e tanti quesiti che ora stanno definitivamente dominando i miei pensieri. Chi era quell’anziano signore? Come conosceva il mio nome? E perché mi ha parlato in quel modo?
Forse è una mera illusione, forse sto impazzendo. Credo di avere le allucinazioni, sono stata reclusa per troppo tempo nella mia camera da quando è giunta quella maledetta missiva. Mi giro e mi rigiro guardandomi intorno, mi sento osservata, forse mi sto lasciando suggestionare dall’episodio che ho creduto fosse accaduto poco fa.

“Non è reale, Akane, non è reale”

Continuo a ripetermi queste parole, durante tutto il tragitto non ho fatto altro.

« Cosa non è reale, Akane? »

Un suono familiare quasi mi investe in pieno, interrompendo il corso dei miei pensieri, senza rendermene conto sono giunta dinanzi la casa di Ukyo.

« Nulla, Ucchan. »

« Ne sei sicura? »

« Ma certo! Oh andiamo vieni qui, lasciati abbracciare è così tanto che non ci vediamo. »

Cerco di sviare il discorso con la storia del tempo, anche se conoscendo Ukyo sono consapevole che lei non avrà dato credito alla mia affermazione per depistarla. Ci accomodiamo in casa, percepisco un buon odore. Qualcosa che in parte mi è mancato, l’odore familiare, di casa, di serenità.

« Ti trovo bene Ucchan, e Ryoga? »

« Sai com’è fatto Ryoga, è andato ad allenarsi, solo che di sicuro si sarà smarrito. »

« Quel ragazzo non cambierà mai. »

« Già. E di te invece che mi dici? Come stai? È un bel po’ che sei sparita… »

« Ho avuto una brutta influenza, il dottor Tofu mi ha consigliato riposo assoluto. »

« Ah, mi spiace. Eravamo molto in pensiero per te, Ryoga è venuto a cercarti l’altra volta ma ha detto che stavi riposando e non ha voluto disturbarti. »

« Ryoga è stato al Dojo? »

« Sì, alcune settimane fa. »

« Strano, nessuno mi ha riferito niente. »

« Non so cosa dirti Akane. Comunque l’importante è che tu ora sia guarita. »

« Già. »

Noto lo sguardo perplesso di Ukyo, c’è qualcosa di velato, qualcosa che mi sta celando. Se Ryoga è stato al Dojo svariati giorni fa, ed io stavo riposando allora credo proprio che la cosa non prometta niente di buono. Possibile che lei sappia? Che loro anzi siano al corrente del contenuto della lettera che mi ha inviato Ranma? Non credo.
Come potrebbero esserne venuti a conoscenza? Nessuno ha letto il suo contenuto tranne me, e poi non appena sveglia l’altra volta l’ho bruciata. Un momento, Ukyo ha detto che Ryoga le ha riferito che io stavo riposando, ciò significa che… lui sa. Ryoga è al corrente di tutto, ecco perché mi sono ritrovata distesa nel mio letto, lui è venuto a farmi visita, sarà salito in camera e mi ha visto quasi distesa sul pavimento con la lettera al mio fianco. Quando mi sono risvegliata ero nel mio letto e la lettera era stata messa nel cestino.
Questo dimostra che Ryoga conosce la verità ma nonostante tutto ha deciso di tacere.

« Akane, Akane… AKANE! »

« Perdonami Ukyo, ero assorta nei miei pensieri. »

« Vuoi rendere partecipe anche me? »

« Cose futili, sai Kasumi mi ha chiesto di comprare alcuni ingredienti per preparare il pranzo, meglio non lasciarla attendere troppo, poi il dottor Tofu si è raccomandato; passeggiate brevi, quindi devo rientrare tra poco. Sono così felice di averti rivisto! Adesso però scappo. »

« Aspetta Akane ti accompagno alla porta. »

« Non preoccuparti, non ce n’è bisogno, conosco la strada, a presto Ucchan! Ti voglio bene! »

« Akane, fermati! »

« Ukyo sul serio si sta fac… »

« Non l’hai più rivisto, vero, Akane? »

Sento un nodo fermarsi alla gola, le stille quasi prendono possesso dei miei occhi in modo prepotente. Ho cercato di evitare in tutti i modi di giungere a questo confronto. « No. Da quando ha deciso di andare via in cerca di se stesso non so dove sia. »

« Ti manca? »

« Più dell’aria che respiro, Ucchan. »

« Perché l’hai lasciato andare allora? »

« Perché per ora è giusto così… Un amico mi disse che l’odio è potente ma mai quanto l’amore. Un giorno lui ritornerà da me. » (1)

Saluto al volo la mia amica con un bacio sulle gote e quasi scappo via come una ladra, so che Ukyo mi vuole bene ed anche io ne voglio a lei, però ora non sono pronta ad affrontare le sue domande, non sono ancora predisposta per affrontare la riapertura della ferita. Forse sto sbagliando ma per ora mi sento di agire in questo modo. Poi le parole del vecchio mi hanno completamente destabilizzato, di sicuro è stato solo un sogno. Devo tornare a casa ed anche molto in fretta, per oggi ho già fatto abbastanza, meglio rientrare. Gradualmente riuscirò a riprendere la quotidianità di sempre. Non in un sol colpo.
Mentre mi accingo a passeggiare tra le strade affollate della città per far ritorno al Dojo, il mio sguardo viene catturato dalla quiete che alberga nei dintorni, mi soffermo a rimirare il mare e le sue onde, è così bello. Emana un tepore ed una tranquillità straordinaria, la brezza marina che mi accarezza dolcemente il viso sfiorandomi i capelli mi fa sorridere. Ormai sono del tutto scarmigliati, cerco di ricomporli, quel profumo inebriante di salsedine addolcisce l’olfatto ed anche le meningi. Per un solo istante ho smesso di pormi qualsiasi tipo di quesito, tutti i dubbi che incessantemente hanno attanagliato la mia mente questi giorni sono scomparsi. Mi sento leggera, mi sento quasi come se fossi libera da qualsiasi angoscia o sofferenza. Chiudo gli occhi, respiro a fondo e mi lascio cullare da questa incantevole sensazione che stordisce tutti i miei sensi. Proprio nell’istante in cui li riapro, cerco di risistemare i capelli scompigliati dal vento ed è solo allora che mi accorgo che qualcosa di vermiglio è legato al mignolo sinistro. Un filo.
A tratti diviene vivido, e lungo chilometri… vorrei seguirlo per comprendere dove mi conduce. E se poi è una trappola? Se qualcuno sta cercando di farmi del male? Come è finito sul mio dito? Sono sicura che stamani non c’era, ne sono certa. Quando ho aiutato quell’anziano io ho guardato le mie mani e… è stato lui ne sono sicura! Quell’anziano! Non è stato un sogno, era tutto così reale! Ho timore non lo nego, però ho anche voglia di scoprire cosa si cela dietro tutto questo.

Ho deciso, seguirò quel filo.

Non credo sia prudente, comunque continuo a seguire questo filo vermiglio che di tanto in tanto è visibile ai miei occhi solo per indicarmi la strada.
Ormai è da un po’ che lo sto seguendo, dopo aver attraversato buona parte del parco giungo alla stazione che mi conduce verso Shinjuku. A questo punto mi sorge spontanea una domanda: forse sto impazzendo? Magari è solo frutto della mia immaginazione?
Non appena formulo questi pensieri ecco che percepisco uno strano calore alla mano, il filo diviene di un amaranto sempre più intenso, quasi brilla. Un colore bellissimo.
Forse ho qualche rotella fuori posto, tuttavia sono giunta sin qui e non posso di certo tornare indietro. Negli ultimi anni durante quei tanti viaggi ho vissuto esperienze così strambe che ad oggi quasi niente più mi stranisce.

« Akane! Che ci fai qui? »

« Ryoga?! »

« Sì! Che bello rivederti! Come stai? »

« B – bene. Stavo passeggiando… t – tu come mai s – sei qui? »

Questa proprio non ci voleva, Ryoga mi conosce a fondo ed è al corrente della verità. Lui ha letto la lettera, non posso lasciar trapelare nulla. Lui non deve seguirmi.

« Io come al solito mi sono perso. Comunque sei abbastanza lontana da casa, se vuoi ti faccio compagnia così da non andare in giro da sola. »

« Ma no, non preoccuparti. Stavo solo facendo quattro passi per sgranchirmi le gambe. Va’ pure. »

La mano inizia a divenire sempre più calda fino a bruciare, il filo arde quasi, cerco di nascondere l’espressione di dolore per non insospettire Ryoga, però faccio molta fatica. Non so ancora per quanto riuscirò a resistere. D’improvviso noto che il suo sguardo si sposta in modo fulmineo dal mio viso alla mia mano, cerco di coprirla con qualcosa in modo veloce sperando che lui non abbia visto niente.

« Akane, cosa nascondi? »

« I – io? N – niente p – p – perché? »

« Dai qua la mano, lasciami vedere. »

« No, Ryoga sul serio, non è niente. »

Non riesco ad indietreggiare, lo vedo afferrare la mia mano, la sua espressione non promette niente di buono.

« Akane, dove hai preso questo filo? »

« Io non l’ho preso da nessuna parte. È comparso dal nulla. »

« Akane sei sicura? Sai cosa è questo? »

« N – no. »

« Questo è il filo rosso del destino. Conosci la leggenda? »

« No, Ryoga non ne so nulla. Non capisco come ci sia finito sul mio mignolo. Sento solo ardere la mano. »

« Certo. Vuole che tu lo segua. »

Mi fa cenno con il capo di voltarmi verso il treno, il filo diviene sempre più vivido ed anche il dolore si intensifica.

« Allora possono vederlo tutti se anche tu l’hai visto. »

« No. »

« E allora perché tu puoi vederlo? »

« Perché non è ancora finita. »

« Cosa non è ancora finita? »

« Vieni con me, seguiamo il filo. Vediamo dove vuole condurci. »

Ci incamminiamo verso il treno, forse ho capito. Non siamo ancora giunti alla fine di questa burrascosa esperienza. C’è ancora qualcosa di irrisolto in tutta la faccenda, forse…

« A cosa stai pensando? »

Ancora una volta la corrente dei miei pensieri viene interrotta, siamo a bordo del treno che ci condurrà chissà dove, anzi il filo ha una meta sconosciuta.

« Al passato… »

« Cosa di preciso? »

« A tutto ciò che è accaduto, ai viaggi nell’universo, alle tante vicissitudini, alla partenza di Ranma. »

« E al fatto che qualcosa non torna, giusto? C’è qualcosa che non è al suo posto, non è così? »

« Già. Ranma. »

« Esatto. Sai Akane, quando tutto è finito, o per lo meno noi abbiamo ipotizzato questo, c’era qualcosa a mio avviso che non andava. Percepivo una sensazione strana, c’era ancora qualcosa fuori posto. Poi però tutti siamo tornati nelle rispettive dimore, anche Ranma. Ho iniziato a credere che tutto andasse per il verso giusto e che forse ero solo condizionato dalle disavventure accadute negli anni precedenti. Poi la partenza improvvisa di Ranma, il tuo comportamento anomalo e soprattutto il tuo estraniarti dal mondo mi ha lasciato perplesso… »

« E la lettera ha confermato i tuoi dubbi, vero? »

« La lettera? Q – quale lettera? »

« Ryoga so che l’hai letta, tu mi hai messo a letto quel giorno. »

« Akane, non volevo invadere la tua privacy io… »

« Ryoga, grazie. »

Delicatamente poggio la mia mano al di sopra delle sue, che sono grandi e ruvide a causa del duro allenamento. Voglio trasmettergli con il mio gesto tutto l’affetto che provo per lui.
« Akane, non devi ringraziarmi anzi… »

« Ryoga, sin dal primo istante in cui sono stata catturata da Safulan, solo grazie a te e al tuo aiuto, alla tua amicizia e al tuo sostegno sono riuscita a resistere e soprattutto sono potuta finalmente ritornare indietro. Grazie a te ho potuto far ritorno a casa. »

« Insieme riporteremo Ranma a casa, te lo prometto Akane. »

Intanto il treno si ferma, siamo giunti alla fermata di Shinjuku-sanchôme. (2) Il filo inizia ad illuminarsi di nuovo, questa è la fermata giusta. Questa è quella decisiva.
Ci apprestiamo a scendere, il filo ci conduce per le strade affollate di Shinjuku. È una città bellissima.
Un luogo colmo di attrazioni, affollato. Un luogo vivo.
Seguiamo il filo rosso che ci conduce tra la gente di questa città frenetica, fa un certo effetto trovarsi nel caos di Shinjuku: una folla soffocante che scende dai treni scende o sale le scale, per poi riversarsi nelle strade e viuzze che si snodano attorno alla stazione stessa. Dopo esserci svincolati dalla folla ed essere riusciti ad imboccare qualche strada secondaria che regali un po' di quiete, ecco che i rumori del trambusto di prima iniziano a sembrare sempre più lontani e remoti. Infine, giungiamo in un quartiere in cui sorge un vecchio santuario.

L’Hanazono Jinja.(3)

Dinanzi ai nostri occhi si profila un Toori. (4)

E come di consueto alla sua sinistra vi ritroviamo un koma-inu (5) che ci fissa, a momenti quasi prende vita.
I giardini sono favolosi, il filo intanto diviene sempre più vivido, continuiamo a seguirlo e di tanto in tanto ci soffermiamo ad osservare questi incantevoli giardini ove è in atto anche un mercatino. Tra i tanti venditori ha attirato la mia attenzione un banco di vecchissimi kimono e altrettante vecchie stoffe giapponesi. Posso percepire, avvicinandomi di poco, l’odore caratteristico dei vecchi kimono; un odore piacevole quanto difficile da descrivere. Un odore di eleganza di un tempo, di usanze vetuste e di antichi armadi.
Ognuno di quei kimono rappresenta una storia affascinante ed intricata tanto quanto i decori, i ricami ed i colori che lo adornano.
Procedendo oltre, mi soffermo ad ammirare degli annosi vasi, antiche pergamene e statue di giada in bella vista sopra un banchetto gestito da un signore anziano. Subito dopo, noto un assortimento di vecchissime stampe e cartoline che ricopre una superficie abbastanza ampia di quel terreno sacro. 

« Ryoga, aspetta, fermiamoci voglio dare un’occhiata a queste cartoline. »

« Certo. »

Non so per quale motivo sono stata attirata da queste stampe, ma qualcosa mi dice che è la scelta giusta. Mentre rimiro una cartolina scorgo una foto, i cui soggetti ritratti sono vagamente familiari: io e Ranma che sorridenti ci apprestiamo a rientrare a casa, quando lui mi ha salvato a Ryugenzawa.
Non riesco a comprendere come sia possibile tutto questo.
Come ci siamo finiti su quel banco? Chi ha scattato quella foto?

« La tua risposta è proprio in questo luogo. »

« Scusi ma… COSA CI FA QUI? » una voce alle mie spalle mi ha scosso dai miei dolci ricordi.

« Akane, lo conosci? »

« Non proprio Ryoga. Stamani quando ero diretta a casa di Ucchan, sono finita per caso addosso a lui. Come mi conosce? Come sa tutte queste cose sul mio conto? »

In un attimo sia io che Ryoga ci fissiamo e ci guardiamo intorno, del vecchio non vi è più traccia. Una folata di vento quasi mi strappa dalle mani quella foto in cui sono impressi alcuni ricordi felici. La inseguo fino allo sfinimento, quando d’un tratto mi ritrovo dinanzi un edificio che fa parte sempre di questo bellissimo santuario.
Quel brillante color vermiglio che contrasta con l'oro delle rifiniture e il nero delle vetrate e dei bordi del tetto mi ha lasciata senza parole. A pochi metri di distanza mi sorprende ancora una volta la stessa tonalità di vermiglio acceso che adorna un piccolissimo santuarietto dedicato ad Inari.(6)

Subito dopo aver oltrepassato l'entrata al santuarietto delle volpi, ritroviamo un susseguirsi di toori rossi laccati: Tutto così bello. Qui vi si può pregare per qualsiasi richiesta Inari.

« Cercavi questa, giovane Tendo? »

Ed ecco che ricompare l’anziano misterioso con la foto che ritrae me e Ranma diversi anni prima, felici e spensierati.

« Perché? » questo è ciò che mi vien da chiedere in questo preciso istante.

« È difficile, non c’è una ragione ben precisa del perché un individuo venga scelto per affrontare determinate cose, accade e basta. »

« Lei sa a cosa mi riferisco di preciso. »

« Oh, il perché sei giunta sin qui è chiaro. Il filo ti ha condotto da lui. Ovvero qui. »

« Lui non vive più nel nostro paese. »

« Ed è qui che ti sbagli, più di quanto tu creda mia giovane Tendo. »

« Cosa ha a che fare tutto questo con lei? »

« Io sono solo un umile messaggero. Vieni, accomodati. Vedi, ho percepito il dolore di una donna, una sofferenza enorme, lancinante. Una donna che ha amato un uomo più di chiunque altro nella sua stessa vita. Quella donna sei tu, Akane. Sento che dentro, nella tua anima, qualcosa si sta sgretolando. »

« E il filo? Perché mi ha legato questo filo al dito? »

« Akane, il filo è sempre stato lì. »

« No! Non c’era prima, non c’è mai stato! »

« Questo è ciò che tu vuoi credere, le bugie che stai raccontando al tuo cuore. Sai perfettamente che non è così... »

« Non ho mai avuto questo filo legato al mio mignolo. Prima non c’era, io non l’ho mai visto!! »

« Appunto, mia cara ragazza, tu non l’hai mai visto, ma lui è sempre stato lì. Ed è più forte che mai. Ricordalo sempre: Né il tempo, né le distanze, né le incomprensioni potranno mai spezzare quel filo che vi lega. »

« Vi leg… Ma dove cavolo è andato? Ryoga, per favore dimmi che l’hai visto anche tu! Dimmi che è tutto reale e non sto impazzendo! »

« Sì, Akane, l’ho visto anche io. »

Raccolgo quella foto poggiata sul piccolo santuario, il filo per ora è quasi del tutto scomparso. Anche il dolore si è attenuato. Non capisco cosa stia accadendo.

« Ryoga, cosa voleva dire con quelle parole? Chi è? Perché ha scelto questo posto? Cosa significa? »

« Credo che quello non fosse un semplice anziano. Quello è il Dio della leggenda del filo rosso. »

« Ryoga tu conosci la leggenda? »

« Obaba, tempo fa quando Shampoo tentò di sposare Ranma con l’inganno servendosi appunto del filo rosso del destino, menzionò questa storia. La leggenda narra che ogni persona porta, sin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo del piede o della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, ad incontrarsi e a sposarsi. » (7)

« Quindi… »

« Esatto Akane. Tu e Ranma siete legati dal filo rosso del destino. Nessuno potrà mai separarvi. »

« Questo non cambia le cose. Lui non sa chi io sia, anzi, lui lo sa ma non prova alcun sentimento. »

« Akane, non è ancora tutto perduto. Ci sarà di sicuro una spiegazione e una soluzione, Ranma non ha potuto dimenticare l’amore forte che prova per te, lui non può averti cancellato. »

« E se invece l’avesse fatto? »

« Non può essere. Voi vi appartenete, questo nessuno può mutarlo. Ed io farò di tutto per aiutarti a rimettere le cose al loro posto. »

« Ryoga, è quasi buio, credo sia ora di rientrare. »

« Hai ragione Akane »

« Hai ancora il bracciale di Psyche? »

« No. Il bracciale è andato perduto quando siamo ritornati da Baghdad. Perché? »

« Come hai ipotizzato anche tu, forse i viaggi non si sono conclusi. Magari c’è qualche altro mondo da visitare per trovare la risposta. Per trovare finalmente una soluzione. »

« Non credo Akane. La clessidra si è distrutta proprio quando eravamo nel vortice per ritornare qui a Nerima. »

« In quale modo possiamo scoprire la verità? Come possiamo sistemare tutto se non abbiamo un indizio? Non sappiamo da dove iniziare. È tutto inutile. Tutto è perduto. »

« NO, AKANE! NON DEVI ARRENDERTI, HAI CAPITO? »

In vita mia non ho mai avuto l’occasione di assistere alla furia di Ryoga, i suoi occhi inviperiti quasi mi hanno incenerita. Sono consapevole che una parte di lui sia ancora profondamente legata a me anche se non va oltre i confini dell’amicizia. Lui mi ha favorito sin dal primo istante, sta cercando in tutti i modi per aiutarmi a ritrovare la serenità, la spensieratezza. Ed io lo apprezzo, tuttavia, non so se questo ci farà giungere ad un risultato. Non so se questo farà tornare indietro LUI.
In un secondo tutto tace, Ryoga indietreggia e continua a camminare al mio fianco senza proferir parola. Prendiamo il treno per far ritorno alle nostre rispettive abitazioni. Percepisco la sua agitazione, la sua impotenza nel non potermi assicurare e garantirmi che andrà tutto bene. Lui è il primo a non avere certezze. Il silenzio che è calato è pesante. Finalmente il treno si ferma e giungiamo a Nerima, ancora pochi minuti e poi ci separeremo. Non ce la faccio a sopportare anche la sua rabbia, sono già troppo provata da tutto il dolore causatomi da Ranma. E pensare che sono uscita stamani per fare una passeggiata, per prendere un po’ d’aria fresca e cercare di allontanare quei pensieri che attanagliano il mio cervello. Mentre passeggiamo, sento qualcosa di caldo, sfiorare la mia pelle: Ryoga mi ha teso la sua mano grande, ruvida e forte. Ha intrecciato le sue dita alle mie.

Questo è il suo modo di scusarsi, il suo modo per dimostrarmi quanto lui ci tenga a me. Anche senza proferir parola, io so per certo che questo gesto ha un solo significato: io, per te, ci sarò sempre.


 
 

 
​***

 

 
 
Credits
  1. La frase è stata estrapolata dalla serie tv “Aladino e Sherazade” ed è stata citata anche nel capitolo 18 del prequel di Miedo a perderte. Essa è stata scritta senza fini di lucro.
  2. Shinjuku-sanchōme (新宿三丁目 Shinjuku-sanchōme-eki?) è una stazione della metropolitana di Tokyo che si trova a Shinjuku. La stazione è servita da due linee della Tokyo Metro da una della Toei Metro. Esso è un luogo realistico, ed è stato sopracitato senza alcuno scopo di lucro.
  3. Hanazono Jinja 花園神社 (jinja in giapponese significa santuario shintoista) è un luogo antico. Esso è un luogo realistico, ed è stato sopracitato senza alcuno scopo di lucro.
  4. Un torii (鳥居?) è il tradizionale portale d'accesso giapponese che porta ad un jinja (santuario shintoista) o, più semplicemente, ad un'area sacra. La sua struttura elementare è formata da due colonne di supporto verticali e un palo orizzontale sulla cima e frequentemente viene dipinto in colore vermiglio. Tradizionalmente sono fatti di pietra o legno, ma in tempi recenti i costruttori hanno iniziato ad usare anche l'acciaio o il cemento armato. Generalmente i torii si trovano a gruppi di tre, ma fuori dai templi o dai luoghi di culto non mancano mai. Il numero è tuttavia variabile. Ad esempio, i santuari dedicati al dio Inari possiedono tipicamente molti torii, mentre il santuario di Fushimi Inari-taisha a Kyoto possiede addirittura migliaia di torii. La loro costante presenza nello shintoismo è dovuta al fatto che il passaggio sotto di esso è considerato una prima forma di purificazione, poi completata con le abluzioni rituali nelle immediate vicinanze del santuario. Le credenze popolari tendono ad identificarlo semplicemente come un simbolo di fortuna e prosperità. Per questo è costume che una persona che ha ottenuto successo negli affari doni un torii come segno di gratitudine agli dèi.
  5.  koma-inu è n cane/leone imperiale che fa la Guardia all'ingresso dei santuari shintoisti. Serve da monito ai malintenzionati. Ilkoma-inu protegge le sacre leggi del buddismo e i luoghi dove esse vengono praticate.
  6. Inari è il dio della fertilità, dell'industria, dell'agricoltura e degli affari. I templi dedicati a questa divinità in genere si contraddistinguono dagli altri grazie a due caratteristiche: l'acceso color vermiglio e la presenza di statue di pietra raffiguranti delle volpi chiamateきつね kitsune.
    Si dice che le volpi siano i sacri messaggeri del dio Inari, e ciò spiegherebbe la loro presenza. In fondo
    ci sono due piccole volpi, una per lato.
    Qui si può pregare, chiedere un favore al dio Inari e lasciare qualche offerta sotto forma di riso, sakè oppure di inari-zushi (fagottini di sottili fogli di tofu fritto, ripieni di riso).

    Uscendo dal santuarietto, sulla destra si trova una delle due volpi di pietra principali che proteggono questo luogo.
  7. Tutte le citazioni inserite in questo capitolo sono state prese dal web o dal sito Wikipedia, per mero scopo informativo senza fini di lucro.
 


​***

 
 
 Note dell'autrice:
Salve a tutti, eccomi di ritorno! Lo so, lo so, avevo promesso di ritornare dopo la pausa natalizia e poi sono sparita. Ho anche promesso che il 7 Marzo avrei ripreso la pubblicazione, purtroppo non sempre le cose vanno come vogliamo XD. Non temete questa volta sarò super puntuale, i capitoli sono ultimati e quasi tutti corretti. Come potete intuire ci avviciniamo verso la fine di questa avventura, mancano ancora pochi capitoli. Sono felice di aver ripreso, come potrete notare da adesso in poi i capitoli saranno più lunghi e più corposi, appunto perché ci avviciniamo verso la parte finale non devo tralasciare nulla, nessun dettaglio. Io vi saluto e vi do appuntamento alla settimana prossima. Volevo avvisare tutti i gentili lettori che ho creato anche una pagina "Autrice" su Facebook, ove posterò tutti gli aggiornamenti, spoiler ecc per quanto riguarda le mie Fanfiction. Se vi fa piacere passate a trovarmi, cliccando mi piace, poi se qualcuno è anche fan di Captain Tsubasa e volesse passare a trovarci ho anche creato un gruppo. Vi lascio i link azzurri in basso.
Questa è la mia pagina personale di Facebook: Queen_V_Introspective.
Questo è il gruppo del fandom di Captain Tsubasa: Captain Tsubasa (EFP).
(Basta cliccare sopra i Nickname scritti in azzurro e potrete giungere alle pagine o sul gruppo).
Come sempre ringrazio chi ha inserito la mia storia tra le Seguite/Preferite/Da Ricordare.
Grazie ai lettori silenziosi, a coloro che recensiscono e soprattutto ringrazio:  Spirit99  la mia dolce (Nin) Beta - Reader che si fa in quattro pur di aiutarmi, con i suoi preziosissimi consigli. Anto se non ci fossi tu, sarei sul serio persa! Grazie per tutte le volte che mi sproni, che mi sostieni e soprattutto che mi rimproveri. 
Infine ringrazio tutte le mie dolci e bellissime Ladies! 

La storia verrà aggiornata di Mercoledì.

Buona lettura con Affetto,
Annalucia.





 
© Disclaimer. Tutti i personaggi sono tratti dal Manga/ Anime Ranma 1/2 essi non mi appartengono, la sua autrice originale è Rumiko Takahashi e le case editrici che pubblicano le storie di Ranma 1/2  nei vari paesi. 
I personaggi Hessa Humavrah e suo Padre, Massimo, appartengono a me medesima. Io sono la loro creatrice, quindi nessuno al di fuori della sottoscritta può usufruirne senza le dovute autorizzazioni o consenso da parte mia.
La storia non è stata scritta con finalità di lucro.
 
 

 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Queen_V_Introspective