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Autore: lanterna_    07/04/2016    2 recensioni
[dal primo capitolo] Vedete, il problema di essere un Halliwell è proprio questo: tutti si aspettano sempre grandi cose da te – il che può anche essere una passeggiata se ti chiami Wyatt, visto che lui riesce a sterminare quindici Demoni in altrettanti secondi (secondi, capito? Non minuti, ore o anni. Secondi!), ma per me la cosa non è ugualmente semplice. [...]
Sono vivo. E non conosco nessuna Bianca. E Wyatt non è malvagio, è solo il solito fratello impossibile da raggiungere.
Non è malvagio, non è malvagio, non è malvagio...
{Chris/Bianca}
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bianca, Chris Halliwell, Un po' tutti, Wyatt Matthew Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XVII capitolo:
Ovvero
Perché il mio cognome non è poi così male




Ci sono stati vari momenti della mia vita, in realtà, in cui avrei desiderato appartenere a un’altra famiglia. A volte erano solo pensieri fugaci della durata di un attimo, altre volte mi sentivo talmente schiacciato dal peso del mio cognome che quella sensazione di malessere e di inadeguatezza diventava un vero e proprio dramma esistenziale capace di durare mesi. Ho passato la mia intera vita, più o meno, a pensare di non essere abbastanza.

Ma la verità, mi accorgo ora, è che sono stato semplicemente un idiota. Non ero abbastanza
per cosa, esattamente? I miei genitori, tutta la mia famiglia, mi hanno sempre amato incondizionatamente, ho avuto una vita felice, dopotutto, e la mia massima preoccupazione era che mio fratello è sempre stato più forte di me. E allora?, mi viene da gridare adesso. Che male c’era? Che male c’era in un fratello potente, ma buono ogni oltre immaginazione, con un cuore così grande da scaldare il mondo?

La verità è che crescendo come Halliwell fin dalla nascita ho sentito sulle mie spalle il peso di aspettative – da parte della mia famiglia? Del mondo? O io stesso me le sono imposto senza rendermene conto? – impossibili da soddisfare, e crescendo come fratello minore di Wyatt ci sono stati momenti (diciamo più interi anni della mia esistenza) in cui ho pensato che la sua ombra fosse talmente imponente, talmente
ingombrante, che non avrei mai davvero visto la luce. Ma poi…

Poi arriva un momento, e io credo arrivi per tutti, non solo per me, non solo per gli Halliwell, in cui dimostrare di essere all’altezza di quelle attese non è più solo una questione di orgoglio, di egoismo o egocentrismo. Dimostrare di valere qualcosa, di poter fare del bene per questo mondo, di avere un posto in questo mondo… diventa più importante di noi, del cognome che ci portiamo appresso o di qualunque altro piccolo individualistico aspetto della vita. In quel singolo momento, non conta niente se non la scelta che facciamo, perché quella, molto più del nostro nome, rivela chi siamo veramente. E se ci riesci, se riesci a rimanere in piedi di fronte a tutto questo, a fronteggiare le avversità, sia che tu creda di essere l’ultimo degli uomini o colui che potrebbe salvare il mondo da un’apocalisse imminente, allora non c’è più ombra che possa oscurarti. Perché in quel momento sei tu stesso a brillare, a essere una luce abbastanza potente da rischiarare tutto e che di ombre non ne lascia affatto, una luce così intensa da ispirare anche gli altri.

Non so se tutto questo me l’ha insegnato l’Altro Chris, o forse mio padre, o addirittura Wyatt stesso. O se lo sto imparando da solo, a poco a poco, senza più trovare scuse per i miei fallimenti nascondendoli dietro i successi di mio fratello. Dopotutto, non ha alcuna importanza.

Quello che so per certo è che ora è il mio momento, e io credo davvero di potercela fare. Non perché sia più forte di Wyatt, o più intelligente, o semplicemente migliore di lui, ma perché sono un Halliwell. Ed essere un Halliwell significa, più di ogni altra cosa, che ho il supporto, e il rispetto, e l’amore di tutta la mia famiglia a coprirmi le spalle.

E non potrei essere più fiero e forte di così.


«Grazie mille, davvero!» la voce mi si spezza. «Io…»

«Figurati, Chris! Tu, piuttosto, fa’ attenzione!»

Leanne nasconde il viso nella mia spalla mentre mi abbraccia, e io non riesco a dire più nulla. Ho un nodo che mi stringe la gola per la commozione nel sapere che, nonostante tutto quello che ha passato, nonostante io abbia tradito tanto duramente la sua fiducia, lei ora è qui, è qui per me. Perciò mi limito a stringerla più forte e ad annuire piano, cercando di trasmetterle tutta la mia gratitudine e la mia felicità per aver recuperato il nostro rapporto che invece sembrava tanto irrimediabilmente spezzato mentre se ne andava furiosa da casa mia sbattendo la porta, quella che ormai sembra una vita fa.

«Non preoccuparti per me» le dico infine, allontanandomi quel tanto che basta per posarle le mani sulle spalle e guardarla duramente negli occhi. «Ma tu… Leanne, se tutta questa storia andrà a finire male…» la voce mi trema un po’, non posso evitarlo. Lei distoglie leggermente lo sguardo e gli occhi le si fanno lucidi. «Promettimi, ti prego, che ti prenderai cura di loro. Che li terrai al sicuro, in ogni modo potrai. Rimarrà qui anche lo zio Henry, certo, ma lui… lui non ha Poteri e… e in caso… vi attacchino o…»

«Te lo prometto, Chris» mi risponde Leanne, la voce decisa, abbracciandomi ancora. «Ma…» riesco a sentire il suo corpo tremare appena fra le mie braccia. «Ma tu promettimi che non andrà male»

Io mi stacco da lei ancora una volta e non rispondo, limitandomi a fare un debole sorriso. Non voglio tradire un’altra volta la sua fiducia e farle una promessa che non sono sicuro di poter mantenere.

«Andiamo dagli altri, forza» cambio discorso, e con un cenno la invito a seguirmi fuori dalla cucina e nel soggiorno, dove sono riuniti tutti quanti.

«Chris! Chris!» urla Melinda, venendomi incontro e aggrappandosi alle mie braccia. «Fammi venire! Voglio venire anch’io con voi, Wyatt è mio fratello!» Sta piangendo disperatamente e mi si stringe il cuore a vederla così.

«Mel» le dico piano, prendendola in braccio e affondandole le mani nei lunghi capelli, per accarezzarli e cercare di calmarla. Ha negli occhi una determinazione che mi è fin troppo familiare. Dio, quanto è simile alla mamma. Tanto da uccidermi. «Mel, ascoltami bene ora, d’accordo?»

Lei annuisce, calmandosi d’un tratto nel notare la mia serietà e tirando su col naso. «Tu devi rimanere qui perché sei ancora troppo piccola per venire con noi, ma se oggi dovesse andare male…» Mel trema e le lacrime riprendono ad uscire immediatamente dai suoi begli occhioni. «Sarai tu la più grande, qui, quindi dovrai essere forte e dovrai badare a tutti gli altri. Pensi di poterlo fare? Puoi farlo per me, Mel?»

Mia sorella annuisce ancora e si aggrappa al mio collo con una forza che mi impressiona. Cerco di stringerla a mia volta più forte che posso e il pensiero che questa potrebbe essere l’ultima volta che la vedo quasi non mi fa scoppiare a piangere come un bambino.

Li guardo tutti, uno ad uno, i miei parenti. Mia sorella e Parker, la secondogenita di zia Phoebe, che hanno entrambe solo dodici anni, così piccole per affrontare il compito che invece le attende se oggi noi dovessimo fallire, essere forti per loro stesse ma soprattutto per la piccola Penny e il piccolo Henry Jr, che hanno invece dieci anni appena e non capiscono nemmeno come sia possibile che sia scoppiato questo casino. Henry Jr tiene stretta la mano del padre, mio zio, l’unico fra gli adulti che rimarrà, perché in quanto umano sarebbe alquanto inutile in battaglia e infatti riesco a leggere il senso di impotenza sul suo viso mentre abbraccia Tamora e Kat, le gemelle, che invece verranno a combattere, avendo già sedici anni ed avendo già affrontato diversi Demoni prima d’ora. Come Prue, che di anni ne ha diciassette e sta abbracciando Penny esattamente come io sto facendo con Melinda. Ma sono io il più grande della nostra generazione, se non contiamo Wyatt, e contarlo in questo momento come parte della mia famiglia mi causerebbe la nausea. Improvvisamente mi sento schiacciato da mille responsabilità (se oggi andrà male, sarà tutta colpa mia. Come ho potuto permettere che si arrivasse a questo punto?), ma poi osservo lo zio Coop, che sta salutando Parker e le chiede di essere forte, e la zia Phoebe che parlotta fitta con zia Paige, non so per dirsi cosa, e Pauleen, che ha un fuoco negli occhi che potrebbe uccidere all’istante mille Demoni, tanto è intenso, e mi sento più forte e più coraggioso. Guardo mio padre, appoggiato allo stipite della porta della cucina, affianco a Leanne, e lui, straordinariamente, mi sorride fiducioso. È tornato ad essere la mia roccia e gliene sono immensamente grato. Per la prima volta, penso davvero che ce la possiamo fare.

Poso quindi delicatamente Mel a terra e le lascio un ultimo, leggero bacio fra i capelli.

Infine, guardo Bianca. Lei ricambia il mio sguardo, combattiva, decisa, ardente e mai come ora ho sentito di amarla. Sono quasi tentato di dirglielo, di prenderla e baciarla davanti a tutti come se ne dipendesse la mia vita, ma poi penso che suonerebbe come un addio disperato, e io non voglio assolutamente dirle addio. Semmai il contrario, voglio combattere proprio per tornare da lei e cambiare una volta per tutte le sorti della nostra storia.

«Andiamo» annuncio infine, guardandoli tutti e cercando di imprimermi la loro immagine nella pelle e nella mente. Tutti annuiscono e in uno scintillio di luci azzurre o cuori che si illuminano, chi deve combattere si ritrova altrove.


La caverna è la solita, enorme e fredda e inospitale tanto da gelare le ossa, e ormai mi è diventata abbastanza familiare, dopo i sogni orribili ambientati qui. Eppure non è vuota come l’ho sempre vista, anzi, è piena di Demoni. Demoni di tutti i tipi, innumerevoli, tanto da riempire questo posto, prostrati a terra così da sfiorare il suolo col volto, inchinati di fronte a mio fratello, Wyatt, che in piedi, al centro della sala, svetta su tutti.

Tutto d’un tratto, mi sento montare in corpo una rabbia cieca, come non credo di averla mai provata prima e che non avevo assolutamente previsto, non così all’improvviso.

So che la mossa più saggia da fare, in questo momento, sarebbe approfittare dell’insperato effetto sorpresa che abbiamo, visto che i Demoni hanno la faccia praticamente attaccata alla terra e che Wyatt in questo momento ci dà le spalle, perciò per qualche miracolo nessuno dovrebbe ancora averci visto.

Ma non posso resistere. Ho bisogno, qui ed ora, di guardare mio fratello in volto e di affrontarlo. «Come cambiano le cose!» gli urlo quindi, dall’altra parte della caverna, e lui si gira immediatamente, sorpreso, mentre decine e decine di altri occhi si alzano e vanno a posarsi su di noi. «Ricordo una scena completamente diversa, quando hai compiuto diciotto anni»

Non devo aggiungere altro, so che ha capito. Glielo leggo nel piccolo ghigno sardonico che gli sopraggiunge sulle labbra e che alla mia rabbia sostituisce un’improvvisa amarezza. Perché sì, ricordo bene il momento in cui mio fratello aveva raggiunto la maggiore età e aveva preso possesso di Excalibur, e ricordo la fila di creature magiche che si era riversata a casa nostra, pronta a inchinarsi di fronte a lui, ma Wyatt aveva sorriso imbarazzato, si era passato una mano fra i capelli e aveva detto loro che non dovevano affatto inchinarsi, perché lui non sarebbe affatto stato un Re, per loro, quanto piuttosto un fratello. Un fratello. Mio fratello... Dov’è lui, ora, mentre guardo quest’estraneo che mi ride in faccia e si prende gioco di me, un’orda di Demoni ai suoi piedi pronta a scattare ad un suo ordine?

«Immagino che tu abbia ragione, fratellino» mi risponde lui, il tono perfettamente calmo e il ghigno che non abbandona il suo volto. «Le cose cambiano. Del resto, vedo che ora… cosa, sei a capo dell’allegra famigliola? Chi l’avrebbe mai immaginato, il piccolo Chris che decide di fare qualcosa della sua vita, questa sì che è una svolta»

Wyatt alza appena il sopracciglio in un’espressione di scherno e io stringo i pugni dalla rabbia, cercando di non farmi sopraffare. È questo che vuole, realizzo, vuole provocarmi per farmi commettere delle stupidaggini.

«Ma… mi chiedo…» continua poi, fingendosi pensieroso. «Cosa, esattamente, avete deciso di fare. Perché per quanto possa essere carino da parte vostra presenziare alla cerimonia in cui divento Imperatore degli Inferi, capite bene che venire non invitati è quantomeno maleducato. E se pensate di poter fare qualcosa per impedire suddetta cerimonia… ma d’altronde, chi sono io per impedire un bel sacrificio suicida, giusto?» Il suo sguardo, prima solo divertito, si fa improvvisamente tagliente e cattivo. Excalibur gli si materializza fra le mani in un secondo, e d’un tratto tutti i Demoni sono in piedi di fronte a lui, quasi a proteggerlo. Il suo esercito personale.

Straordinariamente, in questo momento l’unica cosa che faccio è sorridere. Sinceramente. Perché, penso gettando una veloce occhiata incoraggiante alle mie spalle che mi viene restituita da ogni paia d’occhi con altrettanta fiducia, anch’io ho il mio piccolo esercito.

«Facciamo fuori quanti più Demoni possibili, così ci faremo strada verso Wyatt. Sono tanti, ma anche noi. Dobbiamo solo lavorare in squadra!» dico, abbastanza forte perché loro mi sentano ma non tanto da farmi sentire da altre orecchie. I miei parenti annuiscono decisi e io mi sento una volta di più pronto ad affrontare qualunque cosa.

Mi volto di nuovo verso Wyatt, ma non riesco più a vederlo dietro le fila dei suoi seguaci.

«ORA!» grida Wyatt da qualche parte in fondo alla caverna, e io mi concedo un solo attimo per prendere un respiro profondo, prima di cominciare a combattere.


La battaglia si fa difficile dall’inizio. I Demoni sono tanti, troppi, e ci costringono da subito a dividerci in piccoli gruppi.

Sul fondo, alla mia destra, le mie due zie, addestrate a lavorare insieme ormai da anni, ne stanno affrontando da sole una decina, e sono una vera forza della natura, ma a volte vengono colte di sorpresa, con la guardia abbassata, perché c’è una persona che manca nella loro formazione e loro ne sono inevitabilmente indebolite.

Poco più avanti, Tamora e Kat affrontano due Demoni a testa, l’una li blocca e l’altra li fa esplodere, ma sono ancora piccole e, lo vedo, sono già stanche. Non passerà molto prima che non riescano più a sostenere il ritmo frenetico della battaglia.

Prue e zio Coop sono dietro di me, e purtroppo non riesco a vedere bene come se la cavano, ma a giudicare dai rumori di colluttazione che sento credo che mia cugina stia mettendo bene in pratica gli insegnamenti di mia zia sulle arti marziali.

Pauleen è in fondo a sinistra, invece, ed è rimasta da sola. Sgrano gli occhi quando mi rendo conto che una sfera d’energia sta per colpirla alle spalle, e sto per intervenire, ma in quel momento un lampo di luci azzurrine la porta via per farla riapparire qualche metro più in là, col risultato che la sfera colpisce un altro Demone, mandandolo in fiamme. Mio padre sorride incoraggiante e si accerta che Pauleen stia bene prima di incitarla a riprendere il combattimento fianco a fianco. Sospiro, sollevato, e sorrido un po’ anch’io.

Tutto sommato, mi sembra che se la stiano cavando tutti bene, e Bianca di fianco a me non fa che confermarlo, assestando un calcio ben piazzato all’ennesimo Demone che ci affronta. «Smettila di dormire!» mi sgrida, corrugando le sopracciglia.

Ma non è affatto così. Nell’accertarmi che stessero tutti bene, ho cercato di studiare le nostre forze. Mi pare chiaro che il nostro obbiettivo deve essere di finire quanti più Demoni riusciamo, ma anche di arrivare a Wyatt il più in fretta possibile, prima che ci stanchiamo troppo e finiamo per essere sopraffatti dalla pura forza dei numeri.

«Freccia!» chiamo, dirottando un dardo che un Angelo Nero aveva lanciato in direzione di zia Paige. Bianca lo afferra da dietro e riesce ad immobilizzarlo quel tanto che le basta per rubargli i poteri, lasciandolo poi agonizzante lì a terra per tornare al mio fianco, la balestra dell’Angelo a terra, ormai inutile e dimenticata nel fragore della battaglia.

Mi concentro appena un po’ nel bloccare le vie respiratorie ad un altro Demone che sta per assalirci, stringendo appena le dita mentre cerco di focalizzare la sua trachea che si stringe sotto il mio potere telecinetico, e nel farlo quello che ha detto Wyatt torna prepotente ad affacciarsi nella mia mente. Mi chiedo cosa, esattamente, avete deciso di fare. Deglutisco, sapendo benissimo che in realtà la risposta a questa domanda è una grandissima incognita. Non abbiamo un piano, non abbiamo niente in mano, non un’arma né uno stratagemma. Siamo venuti qui praticamente allo sbaraglio, senza sapere cosa avremmo trovato. Come ho potuto, in quella soffitta, pensare che fosse una buona idea? Sì, tutti sul momento sembravano convinti, ma ora…

«Chris!» urla Prue, spuntata in qualche modo vicino a me, e con uno slancio incredibile che è ovviamente aiutato dalla Levitazione, manda al tappeto il Demone che avevo provato a strozzare ma che, a causa della mia distrazione, stava sfuggendo alla mia presa senza che me ne accorgessi.

«Chris, ce la facciamo. Ce la facciamo» afferma decisa, tornando verso di me e guardandomi negli occhi, cercando di rassicurarmi. Conosce esattamente i dubbi che mi sono passati per la testa, deve aver sentito l’ansia che mi cresceva dentro, e sapere che, pur nel mezzo della battaglia, si è preoccupata di me, di come mi sentivo… vale più di mille parole. Vorrei dirle qualcosa, ringraziarla, ma lei scuote la testa e sorride semplicemente. Naturalmente, sa già tutto. Io annuisco convinto e riprendo a combattere.

Forse non avremo un piano, ma non ha importanza. Ora la cosa importante è arrivare a Wyatt, poi, tutti insieme, potremo sopraffarlo (lo spero) e riportarlo almeno a casa, dove una trappola di cristalli è pronta per lui in soffitta.

Getto uno sguardo verso la fine della grotta. Riesco ad intravederlo, Wyatt, sembra imperturbabile mentre guarda i suoi Demoni morire per lui mentre cercano di uccidere la sua famiglia. Mi sento di nuovo carico di rabbia e in questo momento è come se avessi tutti i sensi al massimo. Riesco, in qualche modo, a sentire ogni cosa intorno a me, a percepire, per esempio, che in questo momento in tutta la grotta sei sfere d’energia e due di fuoco sono state lanciate e sono in volo, e senza doverle vedere o cercare, non ho alcuna difficoltà a controllarle con la mia mente per rispedirle al mittente. Otto Demoni prendono fuoco nel giro di un secondo, e gli altri si guardano attorno, confusi su come ciò sia stato possibile o su chi ne sia stato l’artefice. I mei familiari approfittano subito dell’attimo di spaesamento che si è creato, e in poco tempo un’altra decina di Demoni è stata eliminata. Sfruttando il piccolo, momentaneo buco nelle loro fila, d’un tratto la mia famiglia non è più divisa in piccoli gruppi, ma siamo ognuno affianco all’altro in un’unica linea. I nemici di fronte a noi sembrano tentennare giusto un attimo, ma poi riprendono ad attaccarci. Ma io non mi sono mai sentito così forte. Le mie percezioni sono talmente sviluppate che è come se riuscissi a vedere nei minimi dettagli ogni movimento che avviene nella grotta, ogni spostamento d’aria. Riesco a prevenire tutti gli attacchi dei Demoni rivolti a me o ad intervenire in tempo in caso di attacchi troppo pericolosi a qualcun altro della mia famiglia. E loro, trasportati dalla mia forza e dalla mia energia, sono a loro volta più forti, col risultato che aggrediamo tutti più decisi e ci vuole relativamente poco per decimare le loro forze, finché non restano più di una cinquantina di Demoni.

Sono ormai schierati in formazione intorno a Wyatt, circondandolo completamente. Due cerchi concentrici perfetti e poi lui al centro. Ora lo vedo bene, in questa fase di pausa che si è venuta a creare, in cui da entrambe le parti recuperiamo le forze. Mio padre sta curando Tamora da un brutto taglio che ha ricevuto alla guancia mentre zia Paige si occupa di guarire una bruciatura che una sfera di energia ha lasciato sul braccio di Prue, ma a parte questo, noi stiamo tutti bene. Solo stanchi e col fiatone. Non so quanto ancora potremo reggere, da questo punto di vista.

Wyatt, però, per la prima volta sembra turbato. Nel giro di mezza giornata abbiamo fatto fuori qualche centinaio di Demoni, lasciandolo con una guardia sparuta. Non che abbia bisogno di una guardia, questo è ovvio, ma è altrettanto chiaro che se vuoi diventare Imperatore di qualcosa, devi anche avere dei sudditi.

«Bene, bene» commenta Wyatt, facendosi largo attraverso i due cerchi di Demoni che lo circondavano e ritrovandosi direttamente faccia a faccia con me. «Il piccolo Chris è migliorato, questo te lo concedo. Quella velocità è sicuramente nuova, tutta questa decisione, quest’aggressività… Potrebbero davvero farmi comodo, sai? Te lo ripeto per l’ultima volta, Chris, unisciti a me, governa con me. Saremmo i padroni del mondo!»

Vorrei dire qualcosa, qualunque cosa, anzi, meglio, vorrei letteralmente sputargli addosso, ma prima che possa anche solo formulare una risposta coerente, Pauleen mi si è già avvicinata e ora lo sta guardando in un modo che non saprei nemmeno descrivere. C’è tutto, in quello sguardo. Incredulità, dispiacere, delusione, forse anche qualcosa che si avvicina all’odio… ma più di tutto, c’è amore, un amore tanto grande da farle male – non bisogna essere Empatici per vederlo –, da farla scoppiare in lacrime eppure così grande da darle anche la forza di rimanere in piedi e combattere.

«Wyatt…» comincia, guardandolo dritto negli occhi. Fa un passo verso di lui e quasi vorrei dirle di fermarsi, che è troppo pericoloso, ma dubito servirebbe a impedirle di avanzare. «Ti prego…» continua, muovendo un altro passo. Ormai solo una ventina di centimetri li separa. Lui, dal canto suo, ha addosso un’espressione di ghiaccio. «Io so che tu non sei così, tu sei buono, sei la persona più buona che conosca, sei pieno di luce ed è questo che mi ha fatto innamorare di te. Io ti amo, Wyatt, e so che anche tu mi ami. Anche in questa versione distorta di te stesso, tu mi ami. Mi hai chiesto di diventare la tua Regina perché nonostante tutto non volevi perdermi, e nemmeno io voglio perderti…» Pauleen porta una mano ad accarezzargli il volto, e Wyatt non si ritrae. Non fa nulla, in realtà, continua a guardarla imperscrutabile. «Ti prego, amore mio, torna a casa con me, torna ad essere te stesso, torna ad amarmi e ad essere l’uomo che io amo…» Pauleen crolla a terra, in ginocchio di fronte a lui, scossa dai singhiozzi, e nessuno dei presenti osa quasi respirare, tanta è la tensione nell’aria.

Poi, lentamente, Wyatt si piega sulle ginocchia e si abbassa alla sua altezza, e il cuore mi va in gola. Possibile…?
Le alza il mento e le lascia un leggero, castissimo bacio sulle labbra. Io non so cosa pensare, non oso sperare eppure quasi… possibile che sia stato così facile? Deglutisco a fatica cercando di capire cosa stia succedendo, ma non ho il tempo di fare o dire assolutamente nulla. Dopo questi pochi attimi di calma apparente, tutto precipita nell’orrore nel giro di qualche secondo.

Wyatt si alza nuovamente in piedi e fa appena un gesto con un dito, e i Demoni ci sono di nuovo addosso. E Pauleen… Pauleen è ancora a terra, e non si alza, e ora noto la macchia rossa che continua ad allargarsi alla base della sua schiena, e la lama di Excalibur che la trafigge lentamente, fino a passarla da parte a parte, sul fianco o nel costato, non saprei dirlo. «Papà!» urlo immediatamente, e non riesco nemmeno a permettermi di pensare al peggio. Lui mi lancia giusto uno sguardo d’intesa, prima di apparirle subito accanto e imporre le mani sulla ferita, ma non può fare nulla per levare Excalibur, solo mio fratello può muovere la spada. L’unica cosa che mio padre può fare con l’imposizione delle mani è guarirla costantemente, senza possibilità che la ferita si richiuda davvero finché Wyatt non lo deciderà. «Tamora! Kat!» le chiamo, andando loro vicino e aiutandole con un Demone particolarmente agguerrito. Faccio solo un gesto in direzione di mio padre e Pauleen, e loro capiscono immediatamente. Mentre io finisco definitivamente il Demone, le gemelle si schierano in posizione di difesa intorno a loro, preparandosi a proteggerli dagli altri attacchi, visto che ormai sono diventati bersagli facili, completamente vulnerabili. Un brivido di preoccupazione mi coglie quando noto il sudore scendere dalla fronte di mio padre, che deve star consumando gran parte delle sue energie per questa magia di guarigione prolungata.

Io non so cosa fare, guardo gli altri che continuano a combattere e mi sembra che stavolta stiano cedendo sotto gli attacchi dei Demoni. Siamo semplicemente troppo stanchi. E Wyatt, invece, è ancora in disparte, non ha nemmeno mosso un dito, fino ad ora, se non per ferire a morte la sua fidanzata.

Ora basta! BASTA!

Agisco prima che il pensiero abbia assunto un senso logico nella mia mente, e in un secondo sono di fronte a Wyatt e gli ho assestato un pugno sul naso prima ancora che le ultime luci azzurre siano scomparse. Riesco a colpirlo solo perché lo colgo completamente di sorpresa, ne sono ben consapevole, ma è comunque una sensazione meravigliosa vederlo barcollare all’indietro per l’intensità del colpo.

«Tu, bastardo!» gli urlo contro, approfittando del fatto che non si è ancora del tutto ripreso dalla sorpresa.

Lui per una volta non ride più. Nessun segno di strafottenza o divertimento sul suo volto, piuttosto una cattiveria sconfinata. Si tasta il naso con cautela, lo vedo sanguinare e per un attimo mi chiedo perché non si curi, ma poi capisco che i suoi poteri da Angelo devono essere stati revocati nell’attimo stesso in cui è diventato un Demone.

D’improvviso, mi è addosso. Non me l’aspettavo affatto, e per questo riesce a buttarmi giù facilmente. Niente magia, solo cazzotti e dolore. Cerco di scrollarmelo di dosso, e con un colpo di reni inverto le posizioni, regalandogli anch’io un paio di pugni sul volto prima che con un gesto della mano mi indirizzi lontano, a schiantarmi da qualche parte, ma io sono più veloce e orbito di nuovo di fronte a lui, che nel frattempo si è rialzato e ha attivato il suo scudo, rendendomi impossibile colpirlo. Almeno fisicamente.

«Wyatt!» urlo con quanto fiato ho in gola. «Guarda, guarda cosa hai fatto! Pauleen, la ragazza che ami con tutto te stesso, sta morendo, per colpa tua! Sei un mostro!»

Non so proprio cosa spero di ottenere, ma Wyatt, per un solo, breve, fugace momento, rivolge davvero lo sguardo in quella direzione e il lampo che gli leggo negli occhi… potrei pensare di essermelo solo immaginato, di aver semplicemente visto quello che volevo vedere, ma sono sicuro che non è così. I miei sensi sono talmente sviluppati che riesco a notare i dettagli più impercettibili, ne sono certo. Era il vecchio Wyatt che ho visto, quello buono e innamorato.

“Dovete aver fede nel più grande di tutti i Poteri.”

Ripenso allo sguardo fiducioso e innocente di Mel mentre mostrava a tutti quella frase, e poi invece al sorriso triste e quasi rassegnato della zia Phoebe, che sapeva esattamente a cosa si riferiva. Ci ha raccontato tutta la storia di come lei e le sue sorelle, all’epoca in cui c’era ancora Prue ed erano diventate Streghe da poco, avevano affrontato Barbas, il Demone della paura, uno dei Demoni più spaventosi di tutti i tempi. Ed avevano potuto farlo grazie a quell’annotazione che la madre aveva lasciato per loro, capendo di dover sfruttare quel grande Potere per sconfiggere ogni loro paura. Ma, purtroppo, aveva aggiunto nel racconto, non è questo il caso in cui avrebbe potuto aiutarci. Quel Potere contro la forza bruta di Wyatt non sarebbe servito a nulla.

Eppure… Nel giro di un secondo, sempre con tutti i sensi all’erta e con il cervello che viaggia a mille, ripenso alla storia dell’amuleto, che ancora vedo svettare al collo di mio fratello e un solo, piccolo, lancinante dubbio mi afferra il cuore.

Getto uno sguardo oltre le spalle di Wyatt, dove i miei parenti stanno tenendo impegnati i Demoni rimasti, e improvvisamente so cosa devo – dobbiamo – fare.



Note dell’Autrice:


Salve a tutti, popolo di Efp!

Innanzitutto, vi devo delle scuse. Nelle risposte alle recensioni avevo detto che avrei aggiornato durante la settimana di Pasqua, invece questo nuovo capitolo arriva solo ora perché, ovviamente, data la mia solita sfiga, fino a ieri abbiamo avuto problemi col modem e non potevo accedere ad Internet dal Pc. Poi finalmente è arrivato il tecnico e ora è tutto risolto, quindi eccoci di nuovo qui, con un nuovo capitolo, stavolta molto più lungo del solito. A dir la verità, per come l’avevo pensato originariamente, questo capitolo avrebbe dovuto contenere tutta la battaglia con Wyatt, andare anche un po’ oltre e poi concludersi con un cliffhanger diverso, ma rischiava davvero di allungarsi troppo, così per forza di cose ho dovuto tagliarlo qui. Che dite, secondo voi è stata una buona scelta? O avreste preferito tutta la battaglia in un unico capitolo?

Detto questo, questo è sicuramente un capitolo pieno di azione che necessita di un paio di chiarimenti. Innanzitutto, l’introduzione del capitolo, alla quale tengo particolarmente perché testimonia un po’ tutto il cambiamento, l’evoluzione di Chris, e dunque spero si legga il confronto con il primo capitolo, dove Chris diceva praticamente tutto il contrario!
Poi, per quanto riguarda “la nuova generazione”, non vorrei aver dato cose per scontate, quindi spiego bene qui. I nomi dei ragazzi sono tutti rispettati, e in particolare abbiamo – ovviamente – Wyatt, Chris e Melinda figli di Piper, Prue (che in realtà si chiama Prudence Johnna e viene chiamata “PJ”, ma come scelta non mi piaceva e ho preferito lasciarle l’abbreviazione Prue come per la zia), Parker e Penny (questa è una mia ‘invenzione’ in onore della nonna delle sorelle, in realtà di questa terza figlia si conosce solo l’iniziale P, da quello che so) per Phoebe e poi le gemelle Tamora e Kat e il fratellino Henry Jr (che nel fumetto è adottato e in quanto tale umano. È un’idea che mi è piaciuta molto e avrei voluto trovare il modo per inserirla anche nella mia storia, ma fino ad ora non ce n’è stata occasione) per Paige.
Tuttavia, ho cambiato le loro età perché volevo che solo uno “per sorella” andasse a combattere, una sorta di nuovo trio, se vogliamo, quindi ovviamente abbiamo Chris, figlio di Piper, poi Prue in quanto figlia di Phoebe e poi, beh, Tamora e Kat che sono gemelle e quindi per forza di cose dovevano essere in due come figlie di Paige. È stato più un capriccio personale che altro, in definitiva, senza considerare che essendo meno personaggi sono anche più facili da gestire in una battaglia.
Per quanto riguarda i loro poteri, ovviamente i Poteri di Chris e Wyatt sono quelli che abbiamo visto nella serie, mentre per le gemelle mi sono rifatta ai fumetti, in cui si sono ‘divise’ i Poteri di Piper, nel senso che Kat può bloccare e Tamora far esplodere. Anche questa mi è sembrata un’’idea molto carina e ho voluto riprenderla, mentre per quanto riguarda Prue, nel fumetto lei ha semplicemente i Poteri base delle Streghe più la capacità di trasportarsi alla maniera dei Cupidi, pertanto sono stata io ad attribuirle anche l’Empatia e la Levitazione della madre. Infine, Melinda dovrebbe possedere anche lei solo i Poteri base delle Streghe più la telecinesi e il potere di orbitare, ma io le ho attribuito anche il potere di bloccare, cosa che si è vista nel capitolo 11, perché ho voluto renderla il più possibile simile alla madre, in modo da incidere ancora di più su Chris.

Ok, queste note stanno diventando assurdamente lunghe! Un’ultima cosa: a dir la verità, temo che da questo capitolo possa essere apparso che il contributo di alcuni personaggi alla battaglia sia stato abbastanza inutile o superficiale, ma vedrete che non sarà così, in realtà.

Bene, io credo di aver detto tutto. Come al solito vi ringrazio infinitamente, lettori che ancora continuate a seguirmi dopo tutto questo tempo e nonostante le ere che impiego per aggiornare. Spero sempre di non deludervi.

Alla prossima, allora,


Lanterna_
  
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