Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Marilia__88    07/04/2016    2 recensioni
Seguito di "Ti scalderò il cuore" (Johnlock)
Dal primo capitolo:
"Erano passati circa sei anni e mezzo dal matrimonio di Sherlock e John e le cose tra loro andavano magnificamente. Sherlyn, ormai, aveva circa dieci anni. Un giorno come tanti, John tornò a casa dal supermercato, rientrando al 221B con una busta in mano. Era andato a comprare il latte, dei biscotti ed altre cose che mancavano in casa. Appena aprì la porta ed entrò nel soggiorno, però, rimase confuso dalla scena che gli si presentò di fronte...".
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart'
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               Ti strapperò il cuore



 

                                             Scena del crimine






… “Ehi…” rispose Sherlock, attirando la sua attenzione “…Facciamo così...ora tu corri a prepararti e vai a scuola…ed io ti prometto che quando tornerai, potrai aiutarmi con alcuni casi…va bene?” aggiunse, passandole una mano nei capelli e scompigliandoglieli, come faceva di solito per farla ridere.
Lei, infatti, sorrise e lo abbracciò intensamente. Poi si staccò contenta ed iniziò a prepararsi per andare a scuola.
 



 
Sherlyn tornò a casa, canticchiando. Per tutto il tempo, a scuola, non aveva fatto altro che pensare a suo padre Sherlock e a quali interessanti casi le avrebbe affidato. Appena entrò nel soggiorno di Baker Street, però, trovò entrambi i suoi genitori, intenti a prepararsi per uscire.
“Dove state andando?” chiese curiosa.
“Su una scena del crimine…Lestrade ci ha appena chiamato!” rispose frenetico Sherlock.
“Tu aspettaci di sotto dalla signora Hudson…” aggiunse John, mentre indossava la giacca.
“Vengo anche io!” esclamò all’improvviso Sherlyn.
“Sherlyn…ne abbiamo già parlato!... Ti permetto di aiutare tuo padre, ma non voglio che tu venga sulle scene del crimine…sei ancora troppo piccola!” rispose il medico, serio.
“Ma papà…!” esclamò delusa la ragazzina. Poi si voltò a guardare il detective, per cercare un appoggio da lui.
“Ma John…” aggiunse Sherlock, imitando il tono e l’espressione di Sherlyn.
“Santo cielo, Sherlock…non ti ci mettere anche tu!” disse John disperato “…ha solo dieci anni!” aggiunse poi, passandosi una mano sul viso.
“Si, ha solo dieci anni ed ha visto più parti di cadavere lei, che Anderson in tutta la sua vita!” esclamò il consulente investigativo con sarcasmo “…Non devi trattarla come una bambina, John…se si sente pronta, devi lasciarla venire!... Sono sicuro che è pienamente in grado di lavorare sul campo! …Devi fidarti di lei…!” aggiunse serio.
John guardò il marito negli occhi, senza dire niente. Poi spostò lo sguardo verso sua figlia, che lo osservava con impazienza.
“Va bene…tanto è inutile discutere con voi due!” rispose rassegnato, uscendo dall’appartamento.
Sherlock fece l’occhiolino a Sherlyn e lei ricambiò sorridendo contenta. Poi, insieme si diressero fuori.

 
Arrivati sulla scena del crimine, i tre si avviarono nell’edificio, sotto lo sguardo sorpreso di Donovan e degli altri agenti di polizia.
“Finalmente siete arrivati!” disse Lestrade, spazientito “…Sherlyn! E tu cosa ci fai qui?” aggiunse stupito.
“Zio Greg!” esclamò la ragazzina, abbracciandolo “…Beh, cosa abbiamo? Oggi ti aiuto io…!” aggiunse, staccandosi da lui seria ed iniziando ad osservare il cadavere a terra.
L’ispettore, decisamente senza parole, si voltò a guardare Sherlock e John, con un’espressione interrogativa.
“Oh, non guardare me!... Ormai non ho più potere decisionale con questi due!” disse il medico rassegnato.
“Cosa stai facendo lì impalato, Gavin?... Hai sentito cosa ti ha detto Sherlyn? Dalle tutti i dettagli… ti aiuterà lei, per oggi!” esclamò convinto il detective.
“Beh…un uomo di circa 40 anni…la causa della morte è ancora incerta, considerando che non ha ferite o lividi di alcun genere…” cominciò a dire Greg, titubante.
Sherlyn, intanto, si era inginocchiata vicino all’uomo e lo stava ispezionando con cura, sotto gli occhi stupiti di tutti, tranne di Sherlock, che la guardava con una seria curiosità. Dopo alcuni minuti, il detective si avvicinò, si inginocchiò dall’altro lato rispetto alla figlia ed iniziò, anche lui, ad osservare il cadavere.
“Sai, John…insieme sono inquietanti…” disse Lestrade, decisamente turbato.
“Non dirlo a me…” rispose John, scuotendo la testa.
“Credo di aver capito la causa della morte…!” esclamò all’improvviso Sherlyn.
“Ti ascolto…” rispose Sherlock, iniziando a fissarla.
“Avvelenamento da arsenico…” disse lei con tono di sfida.
“Ah sì?... E da cosa lo deduci?” chiese il detective, con uno strano sorriso.
“Lo deduco dalla decolorazione della pelle…dalla bocca che odora di aglio…e dalle linee bianche che sono presenti sulle unghie…” rispose Sherlyn, mantenendo il contatto visivo.
“Ottima deduzione!” esclamò il consulente investigativo, soddisfatto.
Poi si alzò e si diresse verso Lestrade.
“L’arsenico non è molto facile da reperire ultimamente, almeno non senza lasciare tracce. Fate una ricerca su chi, nella zona, abbia fatto un acquisto del genere e troverete il vostro assassino” disse Sherlock, continuando a sorridere.
“Incredibile…” esclamò semplicemente Greg, continuando a fissare la ragazzina.
“Visto papà?... Sono stata brava!” disse Sherlyn, avvicinandosi a John contenta.
“Si…molto brava…” rispose il medico, sorridendole e dandole una carezza sul viso.
La ragazzina, poi si voltò verso il punto in cui si trovava il detective, ma vide che era sparito.
“Papà…dov’è andato papà Sherlock?” chiese confusa, rivolgendosi a John.
“Non lo so…forse è uscito…” rispose pensieroso il dottore.
“Si, ho visto che andava fuori…” disse Greg, mentre parlava con i suoi uomini per avviare le ricerche dell’assassino.
John e Sherlyn uscirono velocemente e lo trovarono seduto sui gradini all’entrata dell’edificio. Si teneva la testa tra le mani e aveva un’espressione sofferente in viso.
“Papà Sherlock!” urlò la ragazzina, correndo verso di lui “…cos’hai?” gli chiese preoccupata, mettendogli una mano sulle spalle.
“Sherlock, che succede?” aggiunse il medico, anche lui agitato.
“Niente…solo un po' di mal di testa…” rispose il detective, massaggiandosi le tempie con le dita.
John, allora si abbassò e gli spostò con delicatezza i capelli dalla fronte.
“Vieni…torniamo a casa…” gli disse poi dolcemente, facendogli una carezza.
“Tutto bene?” chiese Greg, uscendo e avvicinandosi a loro.
“Si, si… Sherlock ha un po' di mal di testa…andiamo a casa…” rispose il medico.
“Se aspettate qualche minuto, vi accompagno io…” disse Lestrade.
“No…li accompagno io!” esclamò una voce alle loro spalle.
“Zio Myc!” urlò la ragazzina, correndo verso di lui.
“Ehi, piccola…” rispose il politico dolcemente.
“Potevi avvisarmi che saresti passato…” disse l’ispettore, sorridendo e avvicinandosi al fidanzato.
“Mi sono liberato prima del previsto…volevo farti una sorpresa” rispose Mycroft, dandogli un bacio.
“Ci sei riuscito, eccome!” esclamò Greg, contento.
“Li porto a casa e torno, va bene?” disse il politico, facendo cenno a John, Sherlock e Sherlyn di salire sulla sua auto nera.
“Ti aspetto…” rispose Lestrade con un sorriso.
Dalla sera del matrimonio Greg e Mycroft, infatti, avevano iniziato a frequentarsi e, dopo alcuni mesi, si erano messi ufficialmente insieme. Il medico e il detective avevano fatto, inizialmente, fatica ad abituarsi alla cosa, ma poi, con il passare del tempo, tutto era diventato naturale.

 
Durante il tragitto verso casa, Sherlock se ne stava con la testa poggiata al sedile e gli occhi chiusi. Sherlyn, intanto, gli teneva la mano, guardandolo con aria preoccupata. Mycroft e John, invece, stavano stranamente in silenzio, pensierosi.
Arrivati al 221B, salirono tutti e quattro nell’appartamento. Il detective sembrava stare decisamente meglio, ma nonostante ciò, il marito lo obbligò a mettersi sdraiato sul divano e riposarsi un po'. La ragazzina si sedette accanto a lui, continuando a guardarlo apprensiva.
“Sherlyn, sto bene…stai tranquilla!” disse Sherlock, sorridendo e passandole una mano nei capelli.
“Sei sicuro?... Non hai un bell’aspetto…” rispose lei, accarezzandogli il viso.
“Si, sono sicuro…mi sento già molto meglio!” disse il detective, prendendole la mano e stringendola nella sua.
“Da quanto tempo sta così?” chiese Mycroft a John, prendendolo da un braccio e portandolo in cucina.
“Da qualche giorno…sta lavorando senza sosta…gli ho anche detto di allentare un po' il ritmo, ma lo conosci!” esclamò il dottore, sospirando pesantemente.
“Cerca di farlo riposare, non ha una bella cera...!... Io, intanto, parlo con Greg e lo convinco a non chiamarlo per qualche giorno!” rispose il politico serio.
“Va bene…” disse John, abbassando leggermente lo sguardo.
“Ma cosa ci faceva Sherlyn con voi su una scena del crimine? Non glielo avevi proibito?” chiese, poi Mycroft curioso.
“Ci avevo provato…ma, come puoi immaginare, insieme sono incontrollabili!” rispose il medico, con un sorriso.
“Da quello che vedo, sono sempre più legati…” disse il politico, osservando i due sul divano.
“Si è vero… Sherlyn ha sviluppato un attaccamento quasi morboso nei confronti di Sherlock!” esclamò John, guardando anche lui verso il marito e la figlia.
“Almeno una cosa l’ha presa da te, allora!” ironizzò Mycroft, mettendosi a ridere.
Il medico scoppiò a ridere anche lui, dando una spinta amichevole al cognato. Poi insieme ritornarono in soggiorno.
“Beh, io vado!” esclamò Mycroft “…e tu, caro fratellino, cerca di riposarti un po' e ascolta i consigli del tuo medico…” aggiunse, sorridendo verso John.
“Certo, vai pure…corri dal tuo pesce rosso…non farlo aspettare!” rispose Sherlock con sarcasmo.
Il politico scosse la testa e sorrise a quella battuta. Poi salutò Sherlyn e si diresse fuori dall’appartamento.
“Papà Sherlock…” disse titubante la ragazzina, abbassando lo sguardo.
“Dimmi...” rispose dolcemente il detective, alzandole il volto con la mano.
“Posso mettermi vicino a te?” chiese Sherlyn, un po' imbarazzata.
“Ma certo…vieni…” disse Sherlock, facendole spazio vicino a lui sul divano.
La ragazzina, allora, si sdraiò accanto al detective, poggiando la testa sul suo petto e abbracciandolo teneramente. Il consulente investigativo sorrise e la abbracciò a sua volta.
“Sei stata davvero brava oggi…sono fiero di te!” esclamò all’improvviso Sherlock.
Sherlyn fece un enorme sorriso e strinse maggiormente il suo braccio intorno a lui, contenta e soddisfatta.
John, intanto, prese una coperta e la poggiò addosso ai due, intenerito, come sempre, nel vederli insieme.




Angolo dell'autrice:
Salve! Eccovi il secondo capitolo! Beh, anche se si era capito...vi ho confermato che Greg e Mycroft si sono messi ufficialmente insieme (una gioia per tutti gli amanti del mystrade)!
Beh, che dire di Sherlyn? Ha la genialità di Sherlock, i suoi atteggiamenti e i suoi modi di parlare...ma in fondo ha preso da John una cosa molto importante: la dolcezza! Soprattutto nei confronti del detective, a cui sembra particolarmente legata! 
Per quanto riguarda Sherlock si è capito che ha qualcosa che non va...ma non voglio pronunciarmi... entro il quinto capitolo capirete molte cose...!
Grazie a tutti quelli che stanno seguendo la storia. A chi l'ha già inserita tra le preferite/seguite/ricordate e a chiunque voglia lasciarmi un commento.
Alla prossima ;)

 
   
 
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