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Autore: LoryLex    08/04/2016    2 recensioni
Ritorno con un progetto che ritengo abbastanza folle.
Ho deciso di scrivere questa storia basandomi sul mio primo libro letto, che all'epoca, e anche adesso, mi fece sognare come non mai, trasportandomi nei suoi luoghi remoti.
Tratto dal testo:
-Sei... -balbettò Christal. -Sei forse...?
-Un fantasma? No.
-E allora chi sei?-. Le tremava la voce. Aveva dimenticato come ci si rivolgeva agli sconosciuti.
-Hai visto la donna sotto il ghiaccio, vero?
-Come lo sai?
Entrambi avevano fatto una domanda ed entrambi attendevano una risposta.
-Chi sei?- ripetè la ragazza.
Il giovane abbassò lo sguardo e sorrise. Si scostò una ciocca di capelli dalla fronte. -Sasuke- rispose.
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Caroline guardò fuori dalla finestra, nella notte buia. -Sei proprio sicura che questa sia la stanza della mamma?- chiese trasognata. -E' qui che dormiva?-. Si buttò sul letto, sopra il tappeto di foglie, e si raggomitolò.
-Dobbiamo andare- la incalzò Christal. -La troveremo, ne sono sicura. Anch'io voglio rivederla. Ritroveremo nostra madre Hinata, Caroline-.
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Volevo solo dirvi che i figli di Naruto e Hinata in questa storia non esistono, le due loro figlie sono due dei miei Ooc, ma spero che la storia vi piaccia lo stesso, vi aspetto numerosi!
Lorylex;
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Tsunade | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Consumati dal Tempo
 
 
 
Capitolo 8;
 
 
Quando atterrò, si premette le mani sugli occhi per proteggersi dalla luce accecante. Avvertiva il calore il sole sul dorso delle mani e sulla fronte. Sbirciando tra le dita, vide il libro rosso di Naruto sul pavimento. Si chinò a raccoglierlo e lo aprì per guardare il frontespizio, la figura della casa e dell’uomo a cavallo. Il libro cominciò a vibrarle tra le dita, carico di una forza sovrannaturale. Christal sapeva che non poteva portarlo con sé , così lo lasciò in biblioteca e si affrettò a risalire il corridoio. Mentre passava davanti alla porta del salottino, ne uscì Hinata, come l’altra volta, con la sua capigliatura corvina lucente e la scia di profumo.
Nel vederla, Christal sentì una stretta al cuore. Era arrivata nello stesso  momento della volta precedente ? Questo significava che sua madre sarebbe andata nella sua stanza  frugare di nuovo nel cassetto?
Le due ragazze stavano bevendo il tè nel salottino, in tazze di porcellana bianca e azzurra.
-Hai freddo?- chiese la piccola Christal a sua sorella.
-No, per niente. Anzi, a dire la verità fa caldo qui dentro-.
Christal lasciò le due sorelle al loro tè e si aggirò per la casa. Il pavimento di legno era tirato a lucido. I tappeti erano nuovi e dai colori vividi. Superò una domestica intenta a spolverare una statua di bronzo su un piedistallo. I vasi traboccavano di fiori freschi che riempivano l’aria calda con la loro fragranza. Christal respirò quell’atmosfera carica del profumo della cera, dei fiori e del tepore estivo.
Poi la scena cambiò all’improvviso.
Stava calando la sera, la luce si fece più diffusa. La porta dell’ingresso era spalancata sui gradini. Christal fece qualche passo esitante e si ritrovò fuori, in giardino.
Il cielo al tramonto era tinto di rosso e d’oro. Uno spettacolo incantevole.
La ragazza ammirò la scena schermandosi gli occhi con una mano.
Poi seguì il suono di alcune voci che provenivano dal frutteto. L’erba era alta e morbida. Sugli alberi maturavano piccole mele, pere e prugne. La ragazza oltrepassò gli alberi da frutto e le serre, dove centinaia di farfalle svolazzavano dietro i vetri, diretta verso il roseto.
Qui, una dozzina di bambini stava giocando sul prato e, sotto un tendone, c’era un tavolo apparecchiato.
Stuoli di rondini si lanciavano dal tetto della casa, volando rasente al suolo per poi risalire. I loro garriti fecero vibrare le corde della memoria di Christal, restituendole una sensazione collegata all’estate, al tramonto, al tepore dell’aria, all’odore di erba e fiori. Quell’emozione si tramutò presto in una fitta dolorosa, proprio sotto le costole.
Una ragazzina le corse incontro. Doveva avere nove o dieci anni e indossava un vestito azzurro lungo fino ai piedi. Oltrepassò Christal, si girò a urlare qualcosa agli altri e riprese la sua corsa. Altre due ragazze la seguirono. Nessuna di loro sembrò accorgersi della presenza di Christal, schiacciata contro al muro.
La ragazza si avvicinò al gruppo di ragazzi che giocavano sull’erba.
Cinque ragazzine vestite di bianco, come fiori di melo, erano sedute su un plaid rosso all’ombra dei cespugli di rose. Hinata sedeva su una sedia sotto il tendone bianco. Ora indossava un vestito di velluto verde e aveva i capelli raccolti in una crocchia dietro la nuca.
Il tavolo, imbandito di leccornie, era una festa per gli occhi e la gola. Su un vassoio d’argento c’erano dei canditi a forma di fiori rosa, azzurri e bianchi, appoggiati su una croccante formella di zucchero. Castelli di pan di Spagna, pasticcini a forma di pesce, corone di meringhe tempestate di confetti che rifulgevano come gemme.
Christal fissò lo sguardo su Hinata. Era quasi certa che quella donna dai capelli corvini fosse sua madre, eppure… non provava alcun sentimento nei suoi confronti.
Se la vista del tramonto aveva fatto riaffiorare in lei un groviglio di emozioni, la vista di quella donna non le aveva suscitato niente di più che una semplice curiosità. Eppure non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, annotando ogni singolo dettaglio: la forma del viso armoniosa, il disegno della bocca sottile, i riflessi violacei dei suoi capelli, le perle che le ornavano i lobi e che si sposavano perfettamente con i suoi occhi dalla forma un po’ allungata.  Fece qualche altro passo in avanti per sentire di nuovo il suo profumo.
-Christal- chiamò Hinata in tono forte e chiaro. –Christal, avvicinati.
Per un attimo la ragazza rimase paralizzata dal terrore, finché non si rese conto che Hinata non si stava rivolgendo a lei. Infatti una ragazzina seduta sul plaid si voltò e disse: -Che cosa c’è, mamma?-
Hinata diede dei colpetti sulla sedia accanto alla sua. –Vieni qui a parlare un po’ con me- disse.
La piccola Christal sospirò. Abbandonò la sua compagna di chiacchiere e raggiunse obbedientemente la madre. La sua amichetta rimase a guardarla. Una cascata di boccoli color pesca le incorniciava il viso.
Christal la riconobbe subito. Era la bambina che giocava a nascondino nel corridoio fuori dalla sua stanza. Si coprì la bocca con una mano per soffocare un’esclamazione di stupore.
La piccola Christal, che dimostrava una decina d’anni, andò a sedersi sulla sedia accanto a quella di sua madre e si mise a sgambettare. Prese una rosa di marzapane dal vassoio e se la ficcò in bocca.
-Siediti per bene- la riprese Hinata. –Sei una signorina ormai-. Il tono della voce era fermo, ma lei sorrideva. –Ti stai divertendo? Sei contenta della tua festa di compleanno?- chiese.
La piccola Christal annuì. –Molto-.
-Torna a giocare con i tuoi amichetti, allora-.
La ragazzina si alzò, gettò le braccia al collo di sua madre e le diede un bacio sulla guancia. Poi tornò di corsa dalla bambina coi capelli color pesca.
Christal andò a sedersi sull’erba, incuriosita dal crocchio di ragazzini.
Le tre piccole avventuriere erano tornate dalla loro perlustrazione intorno alla casa e si erano lasciate cadere sull’erba, stremate. In tutto erano undici, tre ragazzi e otto ragazze.
Sbirciò con la coda dell’occhio la piccola Caroline in fondo al gruppo, intenta a intrecciare una ghirlanda di margherita. La vide litigare con una compagna, strappare la ghirlanda e mettere il broncio.
Una volta che i ragazzi ebbero finito di mangiare, si alzarono, scavalcarono lo steccato e corsero verso il lago. Christal ascoltò la conversazione tra la Christal più giovane e la sua amichetta dai capelli color pesca.
-Andiamo anche noi a fare una passeggiata?- chiese la piccola Christal. –Così ti faccio vedere il tempio. Magari troviamo qualcuno che ci fa fare un giro in barca sul lago- aggiunse balzando in piedi.
-Mamma,- chiese- possiamo seguire i ragazzi? Aoi vuole fare un giro in barca. Chiedi a qualcuno della servitù di accompagnarci?-
Aoi. Aoi. Si, ora ricordava! Era la sua migliore amica.
Christal fissò la cosiddetta ragazza che aveva due occhi del color del mare alle prime luci dell’alba. Come aveva potuto dimenticarsi di lei? Tante erano le regioni del suo cuore alle quali le era stato precluso l’accesso! Non c’era da meravigliarsi se soffriva sempre il freddo. Ma adesso si ricordava.
Christal percepì con una fitta dolorosa l’abisso del tempo perduto che le divideva. Hinata si alzò in piedi rassettandosi la gonna.
-Andiamo- disse. –Bambine, siete pronte?-. Fece un cenno con la testa a un servitore con la parrucca bianca vicino al baldacchino, che le seguì lungo il vialetto fino al cancello del giardino. Le ragazze non sarebbero state in grado di scavalcare lo steccato per l’impaccio delle pesanti gonne.
Un gregge di pecore stava brucando nel campo che declinava verso il lago. Si allontanò saltellando quando il gruppetto si avvicinò.
Christal si domandò dove fossero gli altri adulti.
Probabilmente in casa, mentre Hinata si era assunta l’incarico di badare alle più piccole. La ragazza fu tentata di tornare di corsa dentro, per vedere chi erano gli altri ospiti. Ma non voleva perdersi nemmeno un minuto della bellezza di quella luce crepuscolare.
Il servitore portò Aoi e Christal nella rimessa per le barche, perfettamente integra e dipinta di fresco. Anche la casa e i campi avevano quell’aria fresca e immacolata delle cose recenti. Naturalmente era stata la famiglia Uzumaki a commissionare la costruzione della casa, e la sistemazione del giardino e del podere. Da quanto tempo vivevano lì, all’epoca?
Le ragazze scesero i gradini di legno della rimessa e salirono sulla barchetta. Anche Christal salì cautamente a bordo e si sedette in un posticino a prua. Il servitore si sistemo sulla panca e impugnò i remi.
-Chi è salito sull’altra barca?- domandò la piccola Christal.
-I ragazzi- rispose Aoi. –Non li senti?-
Mentre la loro imbarcazione usciva lentamente dalla rimessa, all’imbrunire, Christal vide tre ragazzi su un’altra bacchetta che armeggiavano invano con i remi.
-No,- disse la piccola Uzumaki – intendevo l’altra barca. La più carina, quella con il baldacchino. Deve averla presa qualcun altro.-
La superficie del lago era piatta come una tavola e di un blu scurissimo, con screziature di cobalto e solchi dorati dove l’acqua rifletteva gli ultimi sprazzi di luce sulle nuvole.
-Non fare tardi- urlò Hinata dalla riva. –Tra poco farà buio-.
-Portaci all’isola- ordinò la piccola Christal al servitore. –Aoi vuole vedere il tempio-.
L’uomo girò la barca con manovre esperte. La forma del lago faceva pensare all’impronta del piede di un gigante. L’isolotto si ergeva al centro ed era perfettamente visibile dalla casa. Da lontano, la rovina artificiale del tempio che sorgeva sulla sua sommità aveva un aspetto maestoso e imponente, mentre da vicino, si ricordò Christal, era meno impressionante.
Ci vollero pochi minuti per raggiungere l’isola.
Il servitore accostò sottovento al piccolo molo, dove era già ormeggiata la terza barca, un po’ più grande.
Le due amiche scesero a terra e Christal si affrettò dietro di loro. Aveva la sensazione di sapere chi era stato a portare lì la terza barca…
Aoi e la piccola Christal camminavano una di fiano all’altra, ridendo e avvicinando tra loro le teste per confidarsi segreti.
L’isolotto, come la piccola cascata e la grotta, era stato creato artificialmente per ospitare la rovina del tempietto e qualche alberello. Via via che si avvicinavano al tempio, le due ragazzine cominciarono a parlare sottovoce, coprendosi la bocca con la mano e camminando in punta di piedi. A conferma dei suoi sospetti, Christal sentì una voce maschile provenire dall’interno del tempio.
Le due amiche risalirono il pendio dietro il tempio e si sdraiarono a pancia in giù a spiare dall’alto.
Christal le imitò.
-E’ tua sorella- sussurrò la piccola Christal, spalla a spalla con Aoi.
Tra le colonne di marmo scanalate e le pietre crollate, sotto il tetto abbastanza ampio da fornire un riparo sufficiente ai visitatori, si stava svolgendo una scena romantica.
Tra plaid, cuscini e un cestino da picnic, c’era Sasuke reclinato su un fianco, con la testa di una giovane donna appoggiata sulla spalla. Nessuno dei due parlava, ma Sasuke accarezzava la mano della ragazza. Poi evidentemente dovette accorgersi della presenza delle due ragazzine, perché si guardò intorno.
-Ci hanno mandato delle spie- disse. –Non siamo soli, Sakura.
La donna rise e si tirò su a sedere, rassettandosi il vestito.
-Venite qui, Christal e Aoi- disse Sasuke a voce alta. –E’ inutile che vi nascondiate. Abbiamo visto la barca avvicinarsi. E poi vi si sente bisbigliare!- aggiunse in tono scanzonato.
Si alzò in piedi. –Devo venire a prendervi?- domandò. –Non mi costringete a cercarvi. Avanti! Se venite fuori, forse vi faccio assaggiare questa deliziosa torta alle prugne altrimenti… me la mangio tutta io!- consapevole, come la ragazza ancora seduta, che lui odiava i dolci.
Le due ragazzine si scambiarono un’occhiata d’intesa, si rimisero in piedi e scesero di corsa la china dietro il tempio.
Chistal le seguì lentamente. Temendo di farsi vedere da Sasuke, si mantenne all’esterno del tempio, con il muro a farle da schermo. Da quella posizione osservò Sakura come meglio potè. Aveva la pelle chiara e i capelli dello stesso color pesca di Aoi, solo un po’ più tendenti al rosato e lisci. Gli occhi erano di un verde smeraldo limpido e splendente. Aveva una figura snella e slanciata e mani eleganti e affusolate… Era lei il fantasma del lago! Era tutto chiaro adesso!
Christal strinse forte le mani a pugno e guardò di nuovo Sakura, rivedendola sotto la coltre di ghiaccio che copriva come un velo i suoi capelli ormai verdastri.
La scena era piena di allegria. Sakura tagliò il dolce canzonando amabilmente la sua sorellina, che si era seduta su un gradino di marmo accanto a Sasuke.
-Come sta la festeggiata?- chiese. –Ti è piaciuta la tua festa di compleanno?
-Si, grazie- rispose la piccola Christal, stringendosi al braccio di Sasuke.
-E tu, Aoi, hai mangiato una fetta di torta?
La ragazzina annuì. –Più di una- disse.
-Bene, bene- rise Sasuke. –Che giornata magnifica, vero? Ah, ho un regalo per te, Christal! Guarda nel cestino.
Lei sollevò un tovagliolo e tirò fuori un astuccio rivestito di velluto rosso con le cuciture d’oro.
-Aprilo- la incitò Aoi.
Sasuke le fece un cenno di incoraggiamento con la testa.
Lentamente, la piccola Christal sollevò il coperchio. L’astuccio conteneva due orecchini di perle, a forma di goccia, su una montatura oro.
-Ti piacciono?- chiese affabilmente Sakura.
La sua sorellina era rimasta senza parole. Guardò Sasuke e schiuse le labbra.
-Un paio di orecchini!- esclamò Aoi. –Sono bellissimi. E le perle sono vere. Sei davvero fortunata. Posso provarli?
La piccola Christal scosse la testa, richiuse l’astuccio e lo strinse forte nel pugno.
-Si sta facendo buio- disse Sakura. –E’ meglio rientrare adesso-. E cominciò a riporre i piatti nel cestino e a piegare i plaid.
-Torna tu con le ragazze- disse Sasuke- Io rimango qui per conto mio ancora un po’. Mi piace il buio.
Sakura sembrò dispiaciuta. –Ma io voglio restare con te…
-Ti prego- disse Sasuke. –Non mi tratterrò a lungo. Ho una lanterna in barca.
Sakura esitò un attimo, poi cedette.
Sasuke portò il cestino sulla barca, dove il servitore era rimasto pazientemente ad aspettarle. Sakura, Aoi e la piccola Christal salirono a bordo e la barca si scostò dall’isola. Mentre si allontanavano, tutte e tre salutarono Sasuke con la mano.
 
Sasuke aspettò che la barca fosse a metà strada prima di risalire al tempio.
Si sedette in cima ai cinque gradini. E Christal si sedette accanto a lui.
Gli ultimi riflessi colorati erano scomparsi dalla superficie scura del lago. Di fronte a loro, Hokage’s House si stagliava in cima alla collina. In lontananza, sulla spiaggia in riva al lago, i ragazzi stavano rientrando in casa dietro Hinata. Oltre l’isola, il bosco intorno al lago era immerso nell’oscurità. Tra gli alberi lontani, il canto triste e stridulo dei pettirossi era cessato e si udivano solo le lunghe note malinconiche di un usignolo che avrebbe continuato a cantare per il resto della notte.
-Questo è stato il giorno più meraviglioso della mia vita- dichiarò Sasuke. –Niente di quello che è successo prima o dopo potrà mai eguagliare la perfezione di questa giornata-. Si voltò verso Christal. –Il mio cuore traboccava di gioia- aggiunse.
 
-In quel momento mi sentivo completamente felice. Volevo che quel giorno durasse per sempre. E infatti così è stato.
 
 
 
Angolo Autrice maledettamente in ritardo:
 
Salve (?)…. Okay, okay! Scusate! Sono in un madornale ritardo stratosferico e non so come scusarmi perché le solite scuse che riguardano i problemi al computer, i problemi scolastici e i problemi familiari poi stancano e ne avete tutte le ragioni di questo benedetto mondo crudele!
Mi farò perdonare u.u spero con questo capitolo (?) che mi ha fatto penare un po’, devo ammetterlo. All’improvviso avevo perso l’ispirazione e ho tipo passato un mese intero a leggere storie su efp per farmi ritornare idee. E adesso eccomi qui, fresca come una rosa appena sbocciata! U_U
Spero vivamente che il capitolo sia di vostro gradimento e spero che me lo facciate sapere con una piccolissima recensione ^^
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, chiunque la legge in silenzio e quelle buone anime che spendono il loro prezioso tempo per recensirla! Davvero, siete l’unica cosa che mi fa andare avanti <3
Questo capitolo parla principalmente di un ricordo di Christal, il suo compleanno, ed è chiaramente un capitoletto di transizione, perché dovete prepararvi al peggio u.u Mwahahaha!
Non ho più tempo per scrivere e mi rammarica lasciarvi così, ma non vi faccio promesse sul quando tornerò con un nuovo capitolo perché mi sono rassegnata al fatto che sono una frana a mantenerle xD
Però state sicuri che questa storia la finisco *mano sul cuore* dovesse cascare un meteorite in questo preciso momento! *furtivamente controlla fuori dalla finestra se non ci sono corpi celesti sospetti in cielo*
Quindi adesso vi saluto con un calorosissimo abbraccio e aspetto i vostri commenti! Anche le critiche sono ben accette ;)
 
Un bacio eeeeeeeeenorme! <3
 

 
 
   
 
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