Anime & Manga > Durarara!!
Segui la storia  |       
Autore: Yumeji    10/04/2016    1 recensioni
Gli unici angeli che si possono ammirare sulla terra sono demoni a cui non sono ancora state strappate le ali.
Al mondo esistono un infinità di persone che potrebbero cambiarlo, alcune di esse riuscirebbero persino a distruggerlo se solo volessero. Il suo compito era di trovare e sterminare quelle persone. Non era un vero lavoro, anzi, traeva un sadico piacere nel strappare la vita a quei miseri esseri umani, non che lui differisse molto da essi in realtà... Ora che era giunto a Ikebukuro, una dolce culla per quelle essenze corrotte e dallo splendido potenziale distruttivo, avrebbe potuto allestire un vasto banchetto, doveva solo decidere da dove cominciare.
Trama: Un giorno qualsiasi, un certo numero di abitanti di Ikebukuro viene colpito da un malessere sconosciuto. Persino Shizuo, il cui corpo non mostra alcun sintomo, si sente strano, pensieri e desideri inquietanti gli attraversano la mente, ma ciò che lo spaventa di più è il fatto che sia Izaya il protagonista di tutte quelle sue fantasie perverse.
Sta accadendo qualcosa, non solo all'intera Ikebukuro, ma anche all'interno del biondo Heiwajima.
Il suo corpo, era come se non gli appartenesse più.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Shizuo Heiwajima, Un po' tutti | Coppie: Celty/Shinra, Izaya/Shizuo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Penso che la cosa migliore sia che tu ci spieghi direttamente la situazione - propose per primo Shinra, impegnato ad offrire il caffè ai suoi ospiti, i quali, assieme a Celty, avevano tutti preso posto sul tavolo della cucina.
Unica eccezione Ryugamine, rimasto ancora privo di sensi  nella camera degli ospiti, legato per la sua sicurezza al letto nel caso si svegliasse con altri intenti suicidi.

- O-kay...- acconsenti titubante Izaya - che in realtà si era rivelato non essere Izaya ma un fantasma che, a quanto sembrava, ne aveva posseduto per un qualche motivo il corpo -, intento a fissare con un'espressione dubbiosa la tazza che gli era stata offerta. Aveva quel genere di cipiglio preoccupato di chi si trova ad affrontare un piatto alieno, a cui non è abituato, e non è sicuro di sopravvivere al pasto. -... Ma da dove comincio? - alzò lo sguardo confuso per rivolgersi alla Dullahan, pareva gli fosse più facile parlare direttamente a lei piuttosto che al medico o a Shizuo. Forse per un motivo di disagio, suppose il primo mantenendo il sorriso mentre veniva palesemente ignorato, ricordando che il fantasma aveva affermato di essere stato una donna quando era in vita. "O forse si è offeso... offesa(?), quando abbiamo cominciato a trattarlo/la come un/a pazzo/a" si disse, cominciando a fare confusione con i generi, trovandosi a prendersi la fronte con un mano. Quella situazione gli avrebbe causato il mal di testa, ne era certo. Si stupiva invece che Shizuo fosse così tranquillo, era da un po' che se ne stava in silenzio, seduto ad un capo del tavolo perso a fissare il caffè (decaffeinato per lui), come se in esso vi fossero le risposte dell'universo. Forse si era incantato? Sconvolto? Oppure stava solo elaborando la situazione? "Potrebbe anche essere caduto in catalessi, nel trattenere la furia distruttiva data dall'astinenza da tabacco?" osservò, continuando a tenere gli occhi sul biondo, il quale forse sentendosi osservato ne ricambiò lo sguardo. L'espressione severa e scazzata, dalla quale Shinra fuggì fingendo di star guardando da un'altra parte, ritenendolo un campo minato pronto ad esplodere.
Probabilmente l'amico lo stava odiando per avergli proibito di fumare anche nelle altre stanze della casa, e
ben notando l'aura quasi omicida che rivolgeva nei suoi confronti, Shinra continuò a simulare la propria ingenuità sorseggiando il proprio caffè.
"Ugh... fa schifo" dovette trattenersi dallo sputare quella bevanda dal sapore di petrolio, comprendendo finalmente perché nessuno lo stesse bevendo. E nel massimo della no chalance, mantenendo un sorriso indifferente, svuotò il resto del contenuto della tazza nel lavandino alle sue spalle.
- Ehmm... dall'inizio? - propose intanto la Dullahan, la sua attenzione totalmente rivolta ad Izaya, leggermente in difficoltà a causa del suo atteggiamento inedito, che la metteva in difficoltà come poco prima era accaduto sia a Shizuo che a Shinra. "Mi ci dovrò abituare..." sospirò tra se e se, cosa che non sfuggì al medico, interpretando nel giusto modo le volute di fumo nero che emetteva.
- Oh, okay!- esclamò con voce squillante e allegra lui. "Per lo meno ha finito di piagnucolare con quella faccia penosa" strinse i pugni Shizuo, ricordando il disagio e il leggero ribrezzo che gli aveva causato vedere l'informatore in quello stato.
- La prima volta che l'ho visto è stato, forse l'anno scorso o di più, stavo spingendo una ragazza a...-
- FERMA, FERMA, FERMA! - lo bloccò subito Celty, sventolando agitata le dita sul display, - Intendevo l'inizio di oggi - preciso, l'espressione di Izaya che da felice passava ad un broncio offeso,
- Potevate dirlo prima - borbottò incrociando le braccia al petto, - Credevo vi interessasse sapere come ho incontrato il proprietario di questo corpo, no? -
- Ah, quindi tu e Izaya vi conoscevate da prima di oggi? - intervenne Shinra facendosi curioso, stringendo la tazza vuota tra le mani.    
- ... - Izaya però finse di non averlo sentito, voltando invece la testa dall'altra parte per ignorarlo bellamente, e l'espressione cortese di Shinra si spezzo leggermente.
- Potresti rispondere alla sua domanda? - insistette per lui Celty,
- Sì, prima di oggi lo aveva già visto...- ammise sbuffando, - Ma non è il mio tipo, e visto che non è in grado di vedere alcun fantasma, non abbiamo mai avuto interazioni -
- In che senso che "non è il tuo tipo", non ne stai possedendo il corpo? - intervenne Shizuo, in un tono nervoso e stizzito, ad un volume forse eccessivamente alto.
- Spaventoso! - come poco prima, Izaya si impaurì del suo atteggiamento aggressivo e, piagnucolante, finì con il cercare istintivamente protezione tra le braccia di Celty.
Il rumore successivo fu quello di una tazza da caffè che finiva in frantumi nell'urtare con forza il pavimento.
- Sh... Shinra?! Tutto bene? -  si trovò sorpresa e preoccupata la Dullahan, la quale fece per alzarsi ma, avendo Izaya che l'abbracciava alla vita, dovette trattenersi. Non capiva come avesse fatto il medico a perdere la presa sull'oggetto.
- Oh, mi sono solo distratto - minimizzò lui continuando a sorridere, anche se un'ombra inquietante aveva preso a coprirgli lo sguardo mentre si chinava a raccogliere con attenzione i cocci. "Ha una faccia spaventosa" pensò Celty, "Spaventoso" rabbrividì Izaya, a cui sembrava che gli rivolgesse un'espressione colma di ira e di minaccia, nonostante non avesse mosso minimamente i muscoli facciali. E forse era questo ad inquietarlo.
"Prendo un bisturi e lo viviseziono" erano i pensieri del medico, a cui non importava se il corvino fosse posseduto o meno. Chi toccava la sua Celty, meritava la morte (anche se, nel caso la stessero studiando per motivi scientifici e la Dullahan fosse stata d'accordo avrebbe potuto accettarlo... ma se la dottoressa era una donna!).
"Voglio fumare" era invece indifferente all'accaduto Shizuo. Poteva immaginare quali pensieri stesse facendo il medico, però non se ne preoccupava. Primo perché li stava rivolgendo ad Izaya, secondo, dopo una sera passata con l'amore della sua vita, Shinra avrebbe scordato ogni suo proposito omicida.
- Allora hai intenzione di rispondermi o vuoi ignorare anche le mie domande? - riprese a parlare Shizuo mentre iniziava a picchiettare il pavimento con la punta piede, si stava stava stancando di quella situazione, e il fatto che gli sembrasse del tutto illogica non lo aiutava.
- Sei spaventoso. Non rivolgermi la parola, Shizu-chan - obbiettò il corvino che, forse sentendosi forte nell'aver la protezione della Dullahan, a cui era ancora aggrappato, arrivò a fargli una linguaccia infantile.
Il successivo ribaltamento del tavolo, da parte dell'Heiwajima, fu una reazione scontata e meno devastante di quel che avrebbe potuto essere, visto che non lo aveva gettato contro la parete (provocandone così di conseguenza il crollo), ma lo aveva lasciato rovesciarsi sul pavimento. Certamente si stava ancora trattenendo.
- Ecco... una cosa che non mi spiego...- si fece scricchiolare le nocche mentre la sua espressione veniva deformata da un ghigno di rabbia e le sue pupille si riducevano a due puntaspilli.  - Com'è che anche se adesso questo non è quella pulce bastarda...- alzandosi lentamente dalla sedia, con fare minaccioso si avvicinava a passo pesante all'informatore. Il quale, non essendo in se, si faceva man mano sempre più piccolo e impaurito alle spalle di Celty, tenendosi aggrappato al braccio di lei.
- Continua a chiamarmi con quello stupido nomignolo? -
- Di... di sicuro c'è un motivo, Shizuo - intervenne la Dullahan che, per causa di forza maggiore, si trovava in mezzo ai due. Normalmente avrebbe preferito non essere coinvolta, ma voleva evitare che l'appartamento gli venisse distrutto, o che vi venisse compiuto un omicidio. Di solito, visto tutti i problemi che aveva causato, e ancora provocava, non avrebbe fermato Shizuo dal dare un ripassatina ad Izaya, ma al momento, provava pietà per quel sventurato fantasma che si era impossessato del suo corpo.
- Me lo ha chiesto lui! - esclamò a quel punto Izaya terrorizzato dalla minaccia del biondo, da cui temeva neanche Celty avrebbe potuto proteggerlo, - E' stato il proprietario di questo corpo, a dirmi di chiamare "il gorilla biondo con la faccia spaventosa" in quel modo - spiegò in tono stridulo e alterato dalla paura. - Era parte dell'accordo che abbiamo fatto! - aggiunse ancora per giustificarsi, come se ciò avrebbe potuto rendere le cose più chiare.
Tremava e probabilmente era sul punto di piangere, di nuovo. Quel ragazzino nel cedergli momentaneamente il corpo, non l'aveva avvertito che sarebbe stato costantemente in pericolo, con quel bruto dall'atteggiamento aggressivo a minacciare di ucciderlo ad ogni parola pronunciasse.

"Ho l'opportunità di avere un corpo, dopo decenni, e finisco per morire subito?" rimpianse la propria sfortuna e maledisse chi gli aveva fatto accettare un simile accordo, si era fatto ingannare, era così stupido. Avrebbe dovuto dubitare di qualcosa quando il ragazzo gli aveva detto, con un sorriso che nascondeva qualcosa di velenoso, da rettile: "Vedrai, sarà divertente essere me"; L'aveva forse convinto a farlo per evitarsi una morte dolorosa?

Fu solo nel sentire la mano della Dullahan appoggiarsi in cima alla testa, come a tranquillizzarlo, che il fantasma nel corpo del corvino comprese che, in qualche modo, era riuscito a farsi comprendere.
- Un accordo con Izaya, eh?..- commentò Shinra, un'aria rassegnata e un po' beota di chi la sapeva lunga a riguardo, "quello non risparmia nessuno".
- Vado a fumare in terrazza! - proclamò a gran voce Shizuo, trovandosi ancora una volta spiazzato di fronte alla propria nemesi ridotta ad un ameba piangente, non c'era alcuna soddisfazione a prendersela con lui. "Scommetto che lo ha fatto a posta, quella dannata pulce!" si disse mentre camminava sopra al tavolo ribaltato ed usciva dalla portafinestra, i movimenti rigidi e le braccia forzatamente stese lungo i fianchi.
"Ho la sensazione che, da qualche parte, Izaya se la stia ridendo alla grossa per questa scena" era il medesimo pensiero di Celty, nell'osservare Shizuo accendersi freneticamente una sigaretta come un'alcolista cerca il collo di una bottiglia.
Ed entrambi, ovviamente, avevano ragione, solo che, al momento, l'informatore che conoscevano non ne aveva proprio di tempo per godersi quel piccolo, esilarante, spettacolino.


- I... Izaya-san, questo non sarà mica il fiume Sanzu, vero? - la voce di Mikado tremava, ma sul suo viso si era dipinto un sorriso colmo di eccitazione, gli occhi spalancati dalla meraviglia, colmi di entusiasmo. Il medesimo che si poteva trovare sulle labbra dell'informatore. "Siamo capitati in un posto davvero interessante" pensava Izaya mentre lo sguardo scuro si assottigliavano, cercando di cogliere qualunque cosa dell'ambiente da cui erano circondati.
- Anche se mi vanto di sapere molte cose, è la prima volta che sento che il mitico fiume che da l'accesso all'aldilà si trova sotto le strade di Ikebukuro - stava ridendo, sia esternamente che interiormente, non riusciva a trattenere le risate.
- Do... dobbiamo attraversarlo? - Mikado deglutì, nel porgergli quelle domanda, ma non c'era paura nel giovane liceale, sembrava piuttosto incapace di trattenere una certa smania, il desiderio di andare avanti solo per vedere cosa ci fosse oltre.
- Bhé... non credo che potremmo sapere cosa sta successo rimanendo semplicemente qui sulla riva. Non lo credi, Mikado? - prese la sua solita espressione saccente, le cui pieghe del sorriso parevano nascondere i saperi più oscuri dell'esistenza umana. E forse non a torto, d'altronde, chi meglio di lui poteva averli conosciuti e studiati, con la sua abitudine di manovrare a piacimento le persone?
In risposta il ragazzo annuì, si manteneva controllato, seppur il luccichio che aveva negli occhi tradiva quanto la situazione lo esaltasse.
- Lo penso anch'io Izaya-san - ammise con quel suo tono di voce calmo, dal volume costantemente basso, mentre alzava un pugno all'altezza del petto per dar enfasi e forza alla sua affermazione. Così da far ondeggiare il lungo spago sottile, simile ad un capello corvino, che gli circondava il polso destro e per poi chiudersi attorno al polso sinistro dell'informatore, legandoli assieme. Lo sguardo di Orihara si posò per un momento proprio su quel filo che li univa. Per quanto gli fosse sembrato fragile, in realtà si era rivelato resistente come l'acciaio e il nodo con cui erano legati impossibile da sciogliere, proprio come quel fantasma di donna gli aveva promesso. "Chissà, forse neppure la forza ercolina di Shizu-chan potrebbe fare qualcosa.." pensò mentre un sorriso velenoso gli allargava le labbra.
- Però si dice che, una volta attraversato il fiume Sanzu, non si possa più tornare indietro - si chinò verso di lui, mettendolo volutamente sotto pressione invadendone lo spazio vitale, voleva testarne la risolutezza.
Era nell'interesse di Izaya scoprire cosa fosse accaduto e il motivo per cui lui, Ryugamine e un altro centinaio di persona, fossero finite sbalzate fuori dai loro corpi, per poi essere attirate lì. Voleva vederci chiaro insomma, ma non era disposto a trascinarsi dietro il ragazzino se questo si fosse mostrato esitante a seguirlo, non sapendo cosa li aspettava, non poteva rischiare che si tramutasse in una palla al piede.
- E la cosa la spaventa, Izaya-san? - lo colse però in contropiede il moccioso, rivolgendogli un'espressione cortese e uno sguardo aperto, innocente, ma che allo stesso tempo pareva celare qualcosa. Uno sguardo che piacque istintivamente all'informatore, il quale, per un momento, si trovò il volto attraversato da una genuina espressione di stupore. Poi le sue labbra si piegarono in un sorriso e scoppio a ridere, reso euforico dall'atteggiamento di Mikado.
- Ahahahahah... Lo ammetto, sei un fantastico esemplare di essere umano da studiare, Mikado - continuò a sorridere, cogliendo il ragazzo alla sprovvista avvolgendogli il braccio attorno alle spalle, quasi fossero amici di vecchia data.
- Non lo so, se devo prenderlo come un complimento - fece lui, leggermente a disagio nel trovarsi stretto al corvino. Il suo sguardo blu scuro era tornato quello di sempre, quasi l'oscurità che per un momento gli aveva colmato le iridi non vi fosse mai stata, ma Izaya era stato in grado di percepirla e questo gli bastava. Aveva sempre saputo che quel liceale gli avrebbe dato grandi soddisfazioni.
- Ora dobbiamo solo trovare un punto dove attraversarlo - esclamò Orihara ancora colmo di euforia, tanto che i suoi passi avevano preso quell'andatura imprevedibile, da ubriaca, che lo contrassegnava quando era estremamente felice. Ovvero, quando qualcosa lo colpiva particolarmente. E si mise a scrutare la riva, portandosi una mano sopra la fronte, ad oscurare gli occhi, la medesima espressione di un bambino eccitato nel vedere per la prima volta le navi attraccare al porto. - Solo, evitiamo di incontrare la vecchia Datsueba e il vecchio Keneo, se finissi spogliato dei vestiti credo che il ramo a cui saranno appesi finirebbe con lo spezzarsi - ammise in tono scherzoso, con quell'intonazione che prendeva tipicamente quando voleva alleggerire un discorso o irritare Shizuo.
- Oh, credo che l'intero albero potrebbe finire sradicato e cadere fiume, a causa dei suoi peccati, Izaya-san - osservò candidamente Mikado, con una falsa innocenza che non poté non piacere al corvino.
"Si sarà un'esperienza divertente" la pensavano entrambi allo stesso modo.


A pausa sigaretta finita, dopo aver sistemato il tavolo e raccolti i cocci delle tazze da caffè finite a terra, per la seconda volta, si trovarono tutti seduti nel soggiorno/cucina, cercando d'instaurare una conversazione per capirci qualcosa della situazione.
L'unica differenza era che Shinra sta volta non si premurava a preparare altro caffè, visto quanto poco erano state apprezzate le sue premure e perché, doveva ammetterlo, il caffè fatto da lui per qualche motivo aveva un sapore schifoso.
- Sta volta proveremo a farti delle domande, tu cerca di risponderci come puoi e, per quanto ci è possibile, evitiamo di deviare dal discorso - decise di prendere le redini della situazione la Dullahan, evidenziando l'ultimo punto con una scrittura in grassetto che andava inteso come un ordine assoluto, a cui TUTTI avrebbero dovuto dar retta. - Eviteremo di interromperti - aggiunse, notando come lo sguardo di Izaya si fosse posato con un certo timore su Shizuo che, per quanto si fosse rifornito di nicotina, pareva ancora al quanto nervoso. Il cipiglio crucciato, una smorfia irritata e le braccia incrociate al petto, in più non faceva che muoversi sulla sedia, come se non fosse in grado di star fermo.
- Per favore Shizuo, calmati. Metti in agitazione anche me - cercò di smorzarne l'aggressività Shinra, ricevendo in cambio un occhiataccia che gli diede l'impressione potesse fargli esplodere la testa ad un solo sguardo. "Speriamo non sviluppi mai dei poteri Esp"
- Ignoralo... per il momento non può farti nulla - fece la Dullahan sempre rivolta ad Izaya, il quale però non rimase per nulla tranquillizzato dal suo tentativo, quel "per il momento" non lo aveva per nulla rincuorato.
- Allora per prima cosa: sai cosa sta succedendo ad Ikebukuro? Il motivo per cui tutte quelle persone si sono improvvisamente sentite male? - poco dopo l'accaduto i notiziari avevano già cominciato a spargere la notizia, simili ad avvoltoi attirati da una carcassa, alcuni giornalisti, con i soliti addetti alle telecamere, parevano arrivati con le ambulanze, tanto la notizia si era sparsa in fretta. E, com'era ovvio, nessuno sapeva dare una spiegazione ragionevole all'accaduto. C'erano molte teorie, ma per Celty, e chi la conosceva, era ben chiaro che l'evento non trattava nulla di "normale", ma cadeva nel fantastico e nel soprannaturale.
Izaya, o meglio, il fantasma che c'era dentro di lui, abbasso lo sguardo, forse colpevole o dispiaciuto, fissandolo sul tavolo mentre negava piano con la testa.
- Non sono coinvolto in tutto questo. Non so cosa è accaduto da questa parte...- ammise con voce timida, - ... ma è vero che dall'altra c'è stata un bel po' di confusione - e il suo sguardo si fissò su Celty, convinta potesse capire quel che intendeva.
- "L'altra parte"..? - da dove fosse spuntato il signor Kishitani, padre di Shinra, con la sua solita maschera antigas a coprirgli il volto e il camice bianco, nessuno sapeva dirlo, ma stava di fatto che ora si trovava appeso al soffitto dell'appartamento del figlio, con una serie di ventose attaccate agli arti simile ad un vecchio Spider man ormai in pensione.
- Ciao, papà - lo salutò Shinra, ormai immune alle apparizioni stravaganti del genitore.
- Per "altra parte" parlo di quella sorta di limbo che separa i vivi dai deceduti - rispose Izaya in tono piatto e sicuro, fissando il signor Kishitani con un espressione che rasentava il disgusto. - Non si tratta dell'Aldilà, ma solo di una stazione di passaggio. Si può dire che sia questa stessa realtà, ma vi è come applicato un filtro che impedisce ai fantasmi di essere visti dai viventi. Praticamente siamo nello stesso posto, ma agiamo su livelli diversi - continuò a tenerlo sottocchio con sguardo stizzito, a quanto sembrava non aveva fatto una buona impressione su di lui.
- Oh, ciao figliolo, tutto bene, vero? - si lasciò a qualche convenevole lo studioso della Nebula, rimanendo ancora appeso a testa in giù sul soffitto, -... quindi "Izaya", o chi tu sia, intendi che qui, anche in questo momento esistono e si compenetrano realtà diversi, che coesistono in un equilibrio stabile e inalterabile? - riprese a discorrere con il corvino, con totale sicurezza e indifferente alle sue occhiate minacciose.
- COSA CI  FAI QUI!?! - intervenne Celty alzandosi di colpo dalla sedia, facendola ribaltare, come riusciva il padre di Shinra ad entrare nell'appartamento senza che nessuno se ne accorgesse? Ormai era la quarta volta che cambiavano le serrature!
In risposta a Kishitani senior, mantenendo sempre un espressione di sufficienza e ripugnanza, Izaya indicò la Dullahan,
- Non ho mai detto che le due realtà siano in equilibrio stabile, la signorina Sturluson ne è un perfetto esempio. E io stesso, nella mia natura di fantasma, posso agire su questa realtà, difatti sto occupando il corpo di questo individuo - si portò la mano al petto per evidenziare il concetto, parlava con un estrema calma, ma pareva che qualcosa l'irritasse, - E, in maniera seppur limitata, mi è concesso intromettermi ed influenzare un essere umano se ne ho voglia... Anzi, negli ultimi decenni sono sopravvissuto di questo -
- Oh, strano.... perché se prima ti identificavi come una donna ora parli di te al maschile? - ignorò del tutto le domande della compagna del figlio, il signor Kishitani, afferrandosi il mento con aria interessata. Per quanto sia possibile intuire le emozioni di una persona che nascondeva il proprio volto.
"Ma da quand'è che ci origlia!?" pensò Celty, la quale finiva sempre per perdere la calma in presenta del padre di Shinra,
- I fantasmi, o meglio le anime, non hanno un sesso. In vita ero una donna, ma da morta priva di corpo, non sono nulla. Al momento ho le sembianze di un uomo, quindi è giusto che parli di me al maschile - sembrava che man mano una profonda irritazione crescesse nel corpo del corvino, il quale doveva concentrarsi per controllare il volume della voce. Lo sguardo assottigliato, reso aguzzo come una lama, le spalle rigide, appena tremanti. Aveva raccolto le mani in grembo e ora se le torturava in maniera maniacale e nervosa, i denti stretti in una smorfia simile ad un ringhio sommesso.
- Papà, non gli avrai per caso fatto "qualcosa", vero? - fu rapido ad intuirlo Shinra, abituato a Celty che tendeva a reagire allo stesso modo quando si parlava del genitore,
- E come avrei potuto...- fece il signor Kishitani lasciando la presa sulle ventose, che rimasero attaccate al soffitto, per atterrando  agilmente in piedi, vicino al figlio, inciampando appena e lamentandosi solo un poco per la caviglia. - Dicevo... - tossì un paio di volte, così da schiarirsi la voce dopo la sottile imprecazione per essersi quasi fratturato il piede, - Come avrei potuto fargli "qualcosa", se quando mi sono a malapena avvicinato sono finito pugnalato? - alzò le spalle allargando le braccia per dimostrare l'ovvietà della cosa, e la ferita che aveva alla mano sinistra, la quale era avvolta da un bendaggio appena fatto.
- Pugnalato? - ripete confusa Celty, prima di tornare a portare l'attenzione su Izaya seduto al suo fianco, la cui espressione ora era divenuta un broncio seccato,
- Ecco perché manca un coltello - aggiunse Shizuo, che ancora si dondolava nervosamente sulla sedia, il tono piatto che non tradiva alcuna emozione in particolare.
- Eeeh... e pensare che ero venuto qui oggi, solo per dare un saluto al mio amato figliolo - sospirò con fare leggermente melodrammatico,
- La prossima volta chiama però, okay? - fu al quanto indifferente alla recita del genitore Shinra, mantenendo un sorriso di cortesia che aveva qualcosa di freddo e di distaccato. Forse le visite improvvise del padre stavano cominciando ad urtarlo, sopratutto perché erano solo una scusa per cercare di convincere Celty a partecipare a qualcuno dei suoi esperimenti.
- E' del tutto normale reagire così quando si viene assaliti da un pervertito con una maschera e un camice bianco - sbuffò Izaya incrociando le braccia la petto, - Mi aveva preso alle spalle! - aggiunse, tornando a quella piega penosa, - E' stato spaventoso! -
- Oh, è stato più spaventoso trovarsi ad affrontare qualcuno armato di un coltello con intenti omicidi! - protesto lui, - E non sono un pervertito! -
- Se non sei un pervertito malintenzionato allora perché indossi una maschera? - si infiammò Izaya,
- Povero ingenuo, non sai quanto è inquinata l'aria di Tokyo? E' solo per il bene della mia salute! -
- Oh, e io che credevo fosse perché avessi qualche terribile cicatrice a deturparti la faccia - commentò Shinra,
- Shinra... ne ero convinta anch'io - si aggiunse Celty.
- Tralasciando questo - ignorò i commenti del figlio e della quasi consorte, - ti sembra un atteggiamento da tenere? Aggredire qualcuno con un coltello solo perché vuole parlarti? - 
- Certo, perché lei ritiene normale presentarsi a qualcuno pendendo dal soffitto? -
- Beh... ammettilo papà, sei piuttosto sospetto -
- Ma adesso dove è finito il coltello? - intervenne a quel punto Shizuo, che cominciava a sentirsi urtato dalla conversazione, lo sguardo che cadeva inevitabilmente su Izaya, il quale, mantenendo ancora un broncio contrariato, si trovò costretto a poggiare suddetta arma sul ripiano del tavolo.
- Mi dispiace di averle macchiato la parete con del sangue, signorina Sturluson - si scusò con Celty chinando profondamente il capo,
- E con me non ti scusi!? - protesto il padre di Shinra indicandosi la mano ferita, - Se mi avessi danneggiato qualche tendine come potrei lavorare? -
- La prossima volta non aggredisca le persone alle spalle, allora - lo additò Izaya rabbioso.
"Se lo ha tenuto con se, non è che voleva usarlo come arma?" si trovò a riflettere Shizuo, ravvivandosi i capelli dietro la nuca. Era da un po' che le tempie avevano preso a pulsargli come se qualcuno, all'interno di esse, avesse preso a ballare il tip tap. Forse era sull'orlo di un'emicrania o di una crisi di nervi.
- Direi di ignorare mio padre e di chiudere il discorso - proclamò candidamente l'occhialuto,
- Shinra! Non credi di dire cose simili al tuo genitore sia crudele? -
- Stavi dicendo che non sai quello che sta succedendo, ma avevi notato qualche movimento strano, giusto? - domandò Celty, nessuno presto più altra attenzione al signore Kishitani che, offeso, prese comunque posto al tavolo con loro. Per questioni lavorative e personali, la cosa lo interessava al quanto, la Nebula studiava infatti fenomeni ed esseri intimamente legati al soprannaturali.
- Esatto... - confermò Izaya, guardando la Dullahan che, intanto, aveva sistemato la sedia per tornare al suo fianco, - C'era confusione, movimento... qualcosa che non andava. Per questo io mi sono tenuto alla larga della situazione, non volevo esserne coinvolto, stavo sulle mie - sospiro rammaricato. - Fino a quando l'anima di questo corpo non mi ha avvicinato - ora pareva dispiacergli che fosse avvenuto un simile incontro, - ... e sono finito qui -
- Sai perché Izaya ti abbia lasciato prendere il suo posto? O perché ti abbia scelto? - continuò Celty, approfittando che finalmente più nulla sembrava disturbarli.
- Mi ha chiesto di prendere il suo posto perché "qualcosa", gli impediva di tornare. Non sapeva cosa esattamente, ma credo sospettasse che fosse la causa per cui c'era tutto questo movimento da entrambe le parti, trai vari livelli di realtà insomma - spiegò tenendo lo sguardo basso, timoroso. - Per di più il suo timore era anche che, chi avesse provocato ogni cosa, potesse usare il suo corpo vuoto a piacimento, per questo mi ha chiesto di occuparlo -
- Izaya non poteva tornare? - esclamò Shizuo, in un commento fatto sovrappensiero,
- In quel momento era bloccato in quella sorta di limbo, non gli era possibile di tornare in se stesso. E questo ovviamente valeva anche per gli altri...-
- Gli altri? - ripete il signor Kishitani,
- Le altre anime dei vivi - spiegò laconico, visibilmente ancora ostile nei suoi confronti, il fatto che lo sguardo gli fosse caduto sul coltello, ancora posto davanti a lui sul ripiano del tavolo, non prometteva nulla di buono. - Ve l'ho già detto che c'erano movimenti strani, e questi erano dati dalla massa di anime di viventi che si sono riversate per la via del fiume Sanzu... La stranezza era che, appunto, come questo ragazzo - e si portò una mano al petto, sopra il cuore, - Erano tutte vive...-
- Quindi... dobbiamo supporre che sia questo ciò che è successo agli abitanti di Ikebukuro? Sono stati sbalzati fuori a forza dai loro corpi? - riflette ad alta voce il signor Kishitani,
- Non è un po' presto per dirlo? - obbiettò Shinra. - Forse c'è un altra spiegazione - ci dubitava anche lui, ma non potevano essere sicuri che tutti coloro finiti per svenire fossero stati soggetti al medesimo risultato.
- Beh... oltre che a questo - ed Izaya si indicò di nuovo, - Vale lo stesso per il ragazzino che sta dormendo nella stanza qui affianco. E visto come ha cercato di volare giù dalla finestra, direi che è quello l'ordine a cui il vostro amichetto Izaya, temeva di dover obbedire -  aveva preso a parlare tranquillamente, perdendo il fare timoroso ed esitante.
- Izaya non è mio amico - puntualizzo Shizuo stringendo i denti,
- Però è il mio - fece candidamente Shinra,
- Ogni tanto lo uso come collaboratore esterno - puntualizzò il signor Kishitani.
- Aspetta... allora hai visto anche Mikado, tra queste anime? - fece Celty ignorandoli,
- No, io non ho visto queste anime, le ho solo avvertite. Però, signorina Sturluson, lei dovrebbe avvertire che c'è qualcosa che non va in questo momento in quel ragazzino. Come vede che c'è qualcosa di strano in me -
- No, non c'ho fatto caso - ammise Celty, davvero si era fatta sfuggire una cosa simile?
- Credo dovremmo accendere il televisore - fu Shizuo a parlare, l'espressione fattasi tremendamente seria,
- E perché? - sembrò confuso dal suo intervento l'amico occhialuto,
- ... Se pensiamo che sia accaduta la medesima cosa a tutte le persone svenute al parco pubblico, e gli fosse stato impartito il medesimo ordine -
- Oh..- esclamò il signor Kishitani battendo il pugno chiuso sulla mano aperta, - vuol dire che dovremmo aspettarci che altri, come Mikado, tenteranno di prendere il volo giù da un davanzale -

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Durarara!! / Vai alla pagina dell'autore: Yumeji