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Autore: erik3090    10/04/2016    1 recensioni
Sequel di Lonely Souls: Le streghe di New Orleans
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il cancello era aperto, davanti ad esso una guardia anch'essa incappucciata, la luminosità era scarsa data da alcune lanterne e fiaccole ma si riusciva a vedere abbastanza bene da poter camminare tra le tombe in marmo e dei piccoli mausolei a forma di edifici.

Camminammo per altri cinque minuti, ero costantemente all'erta su ogni ombra che vedevo, perfino la mia, Arrivammo a una specie di catacomba, Mei mi fece cenno di entrare anche se io ero molto titubante ma non potevo tirarmi indietro.

Percorremmo alcuni metri di corridoio e poi quasi d'improvviso lo spazio si aprì in una grande sala illuminata a candele, altri individui incappucciati erano arrivati prima di noi ma non erano tutti, eravamo solo gli ottavi.

- Chi è quella? - fece uno a Mei.

- È una mia collaboratrice, ero di fretta oggi quindi le ho detto di venire. Qualche problema? - rispose a tono lui.

- Non è permesso, solo i membri del Gran Circolo possono parteciparvi. - fece un altro.

- E da quando? Non è mai esistita questa regola. - controbatté Mei.

Il tizio si avvicinò a grandi passi - Da adesso! - sbraitò cercando di colpire Mei con un pugno.

Un altro uomo alto un metro e novanta lo fermò appena in tempo prima di colpire il vecchietto - Fermo, non vorrai far scoppiare una guerra in città per una cazzata del genere vero? -

Il tizio all'inizio sembrò voler continuare poi si calmò - Fanculo! - gli rispose e si rimise in un cantuccio per gli affari suoi.

- Scusalo, abbiamo tutti i nervi tesi a causa della nuova Matriarca. - cercò di scusarsi l'uomo che aveva fermato l'altro.

- Non c'è problema. - gli fece poi si rivolse a tutti - Posso assicurarvi che non darà fastidi di alcun genere, è una delle poche persone di cui mi fido. - spiegò.

Tutti nella stanza rimasero zitti, segno che non avrebbero più parlato finché non avessi combinato qualcosa.

Nervi tesi? Quello stava per scatenare una guerra tra congreghe per una cazzata del genere!” sbottai tra me e me.

Non mi stupisce affatto che qualcuno perda la testa!” mi fece Evaline.

Hai ragione, meglio starsene calmi e ascoltare cosa hanno da dirsi, almeno per ora.” le proposi.

Buona idea!” mi rispose lei.

Aspettammo qualche minuto e anche il resto dei convocati alla riunione arrivò.

Non riuscii a distinguere nessuno dei membri nemmeno dalle voci, capii solo che tre di loro erano donne dalla voce più squillante, ma nulla di più.

Cominciarono con elencare ognuno di loro i problemi interni e le diatribe tra loro e le congreghe minori. Poi passarono alle incursioni dei Crociati più frequenti del solito, con alcuni battibecchi sul come agire: alcuni volevano attaccare e ucciderne il più possibile, altri invece preferivano nascondersi in bella vista, alla fine si decise che se i Crociati avessero fatto del male ai membri delle congreghe appartenenti o alleate del Gran Circolo avrebbero contrattaccato con il pugno di ferro. Dopo altre discussioni inutili si cominciò a parlare di faccende diverse.

- Dobbiamo restare uniti. Non possiamo permettere a nessuno di far del male alla nostra gente, è per questo che è stato creato questo Circolo. Uniti siamo forti, ricordatevelo. - fece un uomo durante un litigio.

- Forti? Non farmi ridere. Abbiamo dovuto lasciar fare alle anime solitarie quello che noi avevamo paura di fare, ossia uccidere la Matriarca Era. Ricordi? - sbottò un altro.

- Stai parlando della fantomatica congrega Lonely Souls? - chiese una delle donne.

- Esatto, proprio quella! - l'uomo fece una pausa - È grazie a loro se Era non cammina più su questa fottuta terra. - il tono era serio e di autocritica.

L'uomo che si era messo i mezzo al litigio scoppiò in una fragorosa risata - Sei un bambino se credi a queste idiozie. Nessuno può sottrarsi al rito di iniziazione, è una legge della stregoneria e della nostra città in particolare. Quei ragazzini si sono solo trovati tutti nello stesso posto e allo stesso momento con davanti a loro un ostacolo da superare. Di sicuro quelle streghe si saranno disperse da qualche parte, oppure sono morte. - spiegò.

- Eppure molti parlano ancora delle loro gesta e che si aggirino per la città. Se chiedessimo loro di unirsi a noi... - l'uomo non riuscì a finire la frase, fu interrotto dal suo rivale di discorso.

- Come osi solo proporre un'assurdità del genere? Credi davvero che potremmo accettare un accozzaglia di anime solitarie in questo sacro Circolo? - sbraitò.

Avevo superato il limite di sopportazione, stavo per intervenire quando Mei mi anticipò - Quell'accozzaglia di anime solitarie ha ucciso Chan Fung e i suoi tirapiedi liberando la mia di congrega. Per non parlare di Era e il suo Circolo interno di streghe pressoché invincibili dal nostro punto di vista. Eppure li hanno sbaragliati, uno dopo l'altro. È innegabile che siano straordinarie. - fece una pausa per far assimilare bene ai presenti ciò che aveva detto - Forse dovremmo chiedere il loro aiuto! -

L'uomo in disaccordo si avvicinò a Mei - Non mi abbasserò mai a tanto! - ringhiò facendo rimbombare la sua voce sulle pareti della cripta. A quanto pare sembrava che quel tizio fosse il capo lì dentro.

- Ascoltate, dalle mie fonti ho saputo che alcune streghe impazzite si aggirano per New Orleans, e per di più abbiamo il problema della Matriarca. Davvero siamo in grado di gestire tutto questo soltanto noi? - chiese a tutti i presenti, ma sembrava rivolto soprattutto a me.

- Per quanto riguarda la Matriarca, dobbiamo eliminarla, oppure sarà guerra... - l'uomo prese un respiro profondo - Ora dicci di più su queste streghe impazzite. - ordinò.

Mei sembrava titubante a riguardo, lo capivo era l'ennesima scusa per cambiare discorso. Il vecchietto raccontò tutto ciò che sapeva sulle streghe impazzite sorvolando il nostro coinvolgimento.

Tutti nella sala rimasero ammutoliti, forse per paura o per il semplice ragionamento. Dopo un po' cominciarono i battibecchi e i brusii dei vari membri, era evidente che cominciavano a capire la gravità della situazione.

- Se sono stati davvero i Crociati allora la pagheranno! - sbottò uno.

- Hai ragione, dobbiamo fermare questa barbarie sul nascere. - continuò un'altra.

- Ma i Crociati uccidono le streghe, non ho mai sentito che le usassero per i loro esperimenti. - fece un altro ancora.

- E chi altro potrebbe essere allora? - chiese un altro ancora.

Il primo provò a replicare ma il capo lo interruppe - Questo è un problema secondario. - alzo la voce - Quello che più ci interessa ora è un piano per proteggerci da tutte queste minacce. - da come si muoveva sembrava un dittatore che parlava al suo popolo.

Molti dei presenti annuirono ma non proposero nulla, erano evidentemente intimorirti da quella persona.

Che manica di codardi!” pensai.

- È incredibile che ci siano ancora così tante congreghe attive a New Orleans. - sbottai, non mi ero reso conto di aver parlato a voce alta.

Tutti girarono il capo verso di me, non riuscii a vedere i loro volti ma sentivo le occhiatacce d'odio che mi stavano lanciando.

- Tu... come osi proferire parola in questo luogo sacro! - mi urlò il capo. Un'altra volta la voce si diffuse con un eco profondo per tutta la catacomba.

- Tutti voi siete solo degli idioti opportunisti. - cercai di soffermarmi sui vari gruppi di persone mentre pronunciavo la frase - Non fate altro che sfruttarvi l'un l'altro, nascondendo informazioni vitali, mentendo, facendo la voce più grossa per avere potere sugli altri. Patetici. - continuai.

Il capo alzo la mano - Indico una votazione. Chiedo che venga giustiziata immediatamente, chi è a favore? -

La maggior parte di loro alzò il braccio decretandosi a favore per la mia esecuzione. Mei non era tra questi.

- La maggioranza vince! Ora muori! - detto questo l'uomo fece dei gesti con le mani e creò delle lance d'acqua che scagliò verso di me. Con non poca fatica riuscii a teletrasportarmi alle spalle del mio avversario. Mi guardai attorno, i presenti rimasero stupefatti e ammutoliti per ciò che avevano assistito, il capo invece stava tremando.

Ma perché ogni volta mi attaccano, cazzo?” sbottai.

Forse è per colpa del tuo modo arrogante di porti con la gente.” mi schernì Evaline.

Fottiti.” le risposi con un sorriso.

Vedi che ho ragione. Però ora che hai intenzione di fare, genio?” mi chiese lei.

Beh...”

Non riuscii a finire la frase nella mia mente che il capo mi sbraitò contro - Che cosa significa tutto questo? Esigo delle spiegazioni. Subito! -

- L'hai attaccata e lei si è difesa. Non mi sembra un crimine questo! - rispose Mei.

- Noi abbiamo votato per la sua morte e lei si è permessa di difendersi usando poteri che non dovrebbero esistere, questo è un crimine! - urlò furioso. Ormai era chiaro che il potere decisionale di membro del Gran Circolo aveva dato alla testa la maggior parte di loro.

Ragionai sul come agire ma non mi venne nulla in mente, ogni mia opzione rischiava di peggiorare le cose. Tutti erano fissi su di me, se avessi fatto anche un solo movimento otto delle tredici streghe a favore della mia morte mi avrebbero attaccato all'istante.

Dal nulla un rantolo di dolore distolse la loro attenzione da me, una delle guardie stava barcollando con una mano insanguinata protesa verso di noi. Alcuni passi tremolanti dopo incespicò e cadde a terra di faccia, sulla schiena aveva una lacerazione talmente profonda che si vedeva la spina dorsale.

Alcuni membri lo soccorsero senza esitare, altri rimasero fermi a guardare - Che cosa è successo ragazzo? - fece una donna, dalla voce sembrava avere una cinquantina d'anni.

Il ragazzo emise un lungo gemito di dolore - Uno... lui mi ha chiesto di... darvi un... messaggio... -

- Quale messaggio? - chiese la donna con un accenno di preoccupazione nella voce.

Il ragazzo strinse il mantello della donna con le poche forze che aveva - Morirete... tutti... - ed esalò l'ultimo lungo respiro prima di posare il capo a terra.

Merda!” imprecai.

Non persi tempo, mi concentrai e provai a percepire di chi si trattasse e subito a pochi metri dall'uscita della cripta sentii una presenza molto potente, di sicuro più potente di ogni singola persona presente all'interno.

- Dobbiamo... dobbiamo fuggire! - uno dei presenti cominciò a correre verso nel corridoio.

- No, fermo! - provai ad urlare ma non servì a nulla. Pochi secondi dopo le grida strazianti di qualcuno che veniva brutalmente ucciso rimbombarono sulle pareti diffondendo un alone di sgomento ancora più intenso di prima.

- Che cosa facciamo adesso? - chiese uno dei presenti terrorizzato.

- Se usciamo fuori quello ci massacra, se rimaniamo dentro quello entra e fa fuori alcuni di noi ma almeno qualcuno potrà sopravvivere per raccontarlo. - disse il capo anche se dal tono di voce sembrava sul punto di avere un attacco di nervi.

- Ma di che cazzo parli, imbecille? Se quel tizio entra in un posto come questo ammazza tutti. Gli basterebbe tenere d'occhio l'unica uscita per non far scappare nessuno. Oppure potrebbe usare poteri strani per seppellirci tutti vivi. - sbottai.

- E allora perché non lo fa? - chiese un altro membro del circolo.

Ci rimuginai sopra - Effettivamente non avrebbe senso, a meno che... - sentii i loro sguardi ansiosi di sentire la risposta, si erano dimenticati che pochi istanti prima volevano uccidermi - Per lui non sia un gioco, come il gatto col topo! - finii la frase.

- Non ascoltate questa condannata a morte! Se rimarremo qui saremo salvi. - decretò impettito, sembrava aver catturato l'attenzione dei più spaventati.

Pochi stanti dopo la cripta cominciò a tremare, alcuni cominciarono ad andare nel panico, altri si acquattarono con le mani sulla testa per proteggersi, altri ancora si misero aderenti alle pareti, io ero tra questi.

Il terremoto durò circa un minuto e poi si fermò in un istante. Sapevo che i terremoti non si comportavano in quel modo, infatti era un processo graduale: piccole scosse, apice, e scosse di assestamento. Quello invece era del tutto improvviso, subito all'apice della potenza.

Tutte le persone all'interno della cripta mi guardarono attonite - Che c'è? Ho solo fatto un'analisi logica che anche un bambino farebbe. - li insultai scocciato.

Dall'entrata della caverna artificiale si sentì un rumore di risata, una risata inquietante e squillante simile a quella di una iena troppo cresciuta - Venite fuori o devo schiacciarvi sotto tonnellate di terra e macerie? - urlò, poi tornò a ridere.

- Che cosa facciamo adesso? - chiese Mei.

- Usiamo il piano dell'imbecille. Spiego meglio. Al posto di rimanere qui dentro e aspettarlo è meglio uscire tutti in una volta e sperare che qualcuno riesca a scappare. - ero convinto di quello che stavo dicendo, di sicuro qualcuno sarebbe morto, con qualunque piano si possa avere in mente in una situazione del genere qualcuno muore.

Tutti rimasero in silenzio, il loro terrore era palpabile. All'inizio nessuno di loro volle assecondare il mio piano ma dopo varie proposte assurde accettarono rassegnati.

Ci organizzammo in modo che le streghe più robuste e con poteri che non richiedessero armi davanti a fare da scudo e quelle più deboli in mezzo, invece io e Mei restammo dietro di tutti in caso servisse un piano d'emergenza.

Percorremmo il corridoio che dava sull'uscita, le fiaccole crepitanti creavano innumerevoli ombre al nostro passaggio. A pochi metri dalla soglia della cripta cominciammo a correre. Nel giro di qualche secondo alcune urla si fecero largo per il tunnel, era iniziata la battaglia.

Quando tornai all'aperto vidi due membri del Gran Circolo a terra in una pozza di sangue esanime. Girai la testa e vidi altri due trapassati da delle strane lame di acciaio puro, avevano ancora spasmi nervosi.

Alzai lo sguardo, sopra una delle tombe più antiche a forma di casa c'era un ragazzo con addosso solo pantaloni e scarpe, i capelli lunghi e per niente curati ondeggiavano al vento, un ghigno maligno sul volto.

- Tutto qui quello che sa fare il potente Gran Circolo? - schernì, la sua risata ricordava quella di una iena solo più squillante.

L'uomo che mi aveva attaccato pochi minuti prima si fermò e si girò verso il ragazzo - Non osare insultarci! - gli urlò.

Il ragazzo creò sulle dita una piccola sfera d'acqua che poi si divise in altre quattro sfere più piccole. Con un gesto della mano scagliò i globi liquidi in altrettante direzioni a una velocità impressionante.

- Ragazzina! - mi urlò Mei poco prima di spingermi di lato con un calcio.

Ruzzolai a terra facendomi male a un braccio - Ma che cazzo fai vecchie... - mi fermai e sgranai gli occhi.

La gamba di Mei era quasi del tutto scarnificata e perdeva sangue a fiotti - Ti ho appena salvato la vita... almeno dimmi grazie! - provò a scherzare lui.

- Ve... vecchietto... la tua... gamba... - provai a rispondere.

- Sì, me ne sono accorto. Ora scappa, qui ci penso io! - continuò come se niente fosse.

Mi guardai confuso intorno, altri tre corpi giacevano a terra. Uno aveva la faccia ridotta a un teschio con lembi di carne ancora attaccati, un altro aveva le budella che gli uscivano dalla pancia e l'ultima era tagliata in due verticalmente.

Il ragazzo sbuffò scocciato - Cazzo, ne ho mancata una. Va beh, rimediamo subito. -

Poi serrò il pugno e un muro di cemento si alzò quasi istantaneamente tra me e Mei.

Ma che cosa cazzo...? Due elementi?” pensai stupefatto.

Con un altro gesto della mano il muro cominciò a muoversi velocemente verso la mia direzione. Usai le gambe per cercare di attutire il colpo ma fui trascinato assieme ad alcuni corpi vicino a me. Diedi una veloce occhiata dietro alle mie spalle, una tomba in marmo era proprio sulla traiettoria del pezzo di cemento. Voleva schiacciarmi come una mosca.

Cercai con tutte le forze di teletrasportarmi ma concentrarsi in quell'istante mi risultò difficile. Appena prima di schiantarmi sentii la sensazione che cercavo, riuscii a teletrasportarmi ma con me anche la spinta che mi fece sbattere addosso a un muro con la testa e persi i sensi.

Una scossa mi fece risvegliare, la testa mi faceva male. Aprii gli occhi tossendo per la polvere, lo spazio era piccolo e buio tranne che per uno spiraglio da dove entrava la luce. Guardai di lato e vidi qualcosa che mi fece trasalire, un cadavere in uno stadio molto avanzato di putrefazione.

Porca troia! Ma che...” sbottai tra me e me con una mano sulla bocca, poi però mi tornò in mente di essere stato quasi schiacciato addosso a una tomba da un muro mobile.

In qualche modo mi sono teletrasportato all'interno del loculo.” dedussi anche se detta così mi sembrava ancora impossibile.

Scavalcai quello che sembrava il corpo di una donna di umili origini del diciottesimo secolo, lo capii dai vestiti logori e impolverati che ancora indossava e provai a guardare fuori.

Vidi un uomo muscoloso, a torso nudo, alto sui due metri girato di schiena, coperto da rivoli copiosi di sangue e graffi. Aveva un paio di pantaloni ridotti a brandelli, la parte sinistra era piena di strappi ma intatta mentre la destra era inesistente dal ginocchio in giù. Notai una strana cicatrice su tutto il polpaccio.

Ragionai su chi fosse ma la soluzione poteva essere una sola.

- Vecchietto! - sussurrai quando capii.

La visibilità era ottima da quell'angolazione, tanto che potevo vedere anche l'avversario di Mei. Era lo stesso ragazzo dalla risata squillante che ci aveva attaccati all'uscita della cripta ed era praticamente illeso, in piedi sopra l'ennesima tomba.

- Maledetto bastardo... - rantolò Mei.

- Contro chi credevi di scontrarti, uno dei soliti noiosi e patetici pivelli? - rise ancora il ragazzo.

Mei si mise in posizione - Certo che no! Ma non pensavo fosse così dura. - ansimò.

Il ragazzo rise più forte - E io non pensavo che esistessero ordini di stregoni ancora in circolazione. E men che meno un Berserker in carne e ossa. -

Mei approfittando della distrazione del ragazzo attaccò. La sua velocità era notevole e il balzo successivo per raggiungere il suo avversario erano impeccabili. Arrivato alla distanza giusta sferrò una raffica di bugli poderosi al volto e allo stomaco del ragazzo che non provò nemmeno a parare, semplicemente incassò tutto.

Improvvisamente la polvere si alzò per una folata di vento e Mei fu rigettato all'indietro. Finì per razzolare a terra ma si rialzò in ginocchio con un'acrobazia.

Il ragazzo con un ghigno maligno in volto - Tutto qui quello che sai fare, stregone? -

Cercai di mettere bene a fuoco il suo corpo ma non trovai segni di colluttazione, neanche un piccolo ematoma. Mei non lo aveva colpito nemmeno una volta.

Mei aveva il fiato corto e non aveva una bella espressione sul viso - Dovresti... avere più rispetto per gli anziani, ragazzino... - prese un bel respiro e si alzò - Ho ancora qualche asso nella manica... ti consiglio di stare attento. -

Provai a concentrarmi sulla potenza che avevano. Mei stava accumulando potere diventando dieci volte più forte di Tiffany, mentre il ragazzo dai capelli lunghi aveva una lieve diminuzione di potere.

Non può vincere... non ce la farà.” mi disse Evaline con un tono grave nella voce.

Io non dissi nulla, non volevo credere a quell'affermazione.

Con uno scatto fulmineo Mei si portò davanti al suo avversario a mezz'aria e gli sferrò un pugno potentissimo al volto che lo fece letteralmente precipitare a terra, alcuni mausolei andarono distrutti dall'onda d'urto. Mei si diede la spinta sulla tomba in direzione del ragazzo e una volta arrivato a portata gli diede una raffica di pugni uno più potente dell'altro.

Quando il vecchietto provò a caricare il braccio dietro la spalla fece una smorfia di dolore, in quell'istante il ragazzo ne approfittò per tirare un calcio al fianco di Mei che finì per volare a qualche metro di distanza.

Mei rotolò di nuovo sul selciato, quando si rialzò vidi il fianco completamente abbrustolito.

Fuoco. Quattro elementi? Riesce ad usare quattro elementi contemporaneamente!” esclamai incredulo nella mia mente.

Non solo quattro, Erik, anche i loro diretti derivati! Un altro elemento è il metallo, ricordi le lame deformate sui due corpi di prima? Credo le abbia create lui.” mi spiegò Evaline.

Ma non dovrebbe essere impossibile?” le chiesi.

Sospirò pensierosa “Di norma sì. In questo però caso credo ci sia qualcos'altro sotto che ancora non sappiamo. Purtroppo Mei non riuscirà a resistere abbastanza a lungo...” continuò lei.

Ma che dici? La forza del vecchietto è schiacc...” cercai di dirle ma mi fermai quando notai che la forza vitale di Mei era diminuita della metà dopo l'attacco.

Il ragazzo si rialzò, portò la mano sulla guancia per toccarsi il labbro rotto, aveva anche un livido sulla guancia ma di altri segni neanche la minima traccia.

- Quel pugno l'ho sentito. Ora mi tocca ammazzarti come un cane! - fece con sguardo assassino.

Mei non replicò, rimase in silenzio. Ansimava e il dolore al fianco gli faceva visibilmente male.

- Cos'è, non parli più? - continuò serio il ragazzo. Con un gesto della mano fece muovere alcune colonne di roccia verso Mei che schivò agilmente.

Il ragazzo continuò ad attaccare con colonne di roccia e asfalto senza lasciare al suo avversario un momento di pausa. Mei schivò la maggior parte degli attacchi e gli altri usò la sua forza per distruggere i pilastri. Era una situazione di stallo. Mei a corto di fiato e il ragazzo che non si muoveva dalla sua posizione.

Rimasero a guardarsi per un lungo istante, poi Mei cominciò a tossire. Era una tosse strana, sembrava come se avesse qualcosa nei polmoni, alla fine vomitò sangue dalla bocca e si inginocchiò. In quel momento capii che quella trasformazione non era qualcosa di naturale.

Il ragazzo sogghignò - A quanto pare l'effetto è finito. Scommetto che quella medicina che hai preso ha delle controindicazioni letali. - cominciò a ridere - In pratica ti sei suicidato per dare a pochi idioti la possibilità di scappare. Peccato... peccato per la tua apprendista. È rimasta letteralmente schiacciata dal mio talento... - e scoppiò nella solita risata macabra e squillante.

Mei provò a reagire d'impeto ma il ragazzo gli intrappolò braccia e gambe fra dodici colonne, tre per ogni arto. Provò a reagire o a disincastarsi ma a ogni movimento il ragazzo strinse ancora di più la morsa causandogli dolori atroci. Le urla di Mei erano strazianti.

Il ragazzo guardò la gamba con la cicatrice - Ci siamo, l'effetto sta svanendo. - rise mentre la ferita si riapriva facendo sgorgare rivoli copiosi di sangue.

Mei prese fiato - Va a farti fottere! -

Il ragazzo lo guardò negli occhi - Oh beh, prima tu vecchio morto che respira! - formò delle lame d'acciaio e si mise in posizione per trafiggerlo.

- Ora basta Arthur! Lui ci serve vivo ancora un po'. - era la voce di una donna.

Arthur rimase con le lame alzate e pronte per colpire ma con riluttanza si fece indietro in silenzio.

La donna fece capolino con il suo vestito elegante blu e spaccatura sulle cosce, scollatura abbondante che lasciava intravedere il seno formoso. Aveva capelli corti e portati perfettamente, e una borsetta costosissima. Il viso bellissimo e ben curato.

Assieme a lei altri due individui che rimasero dietro le tombe, non riuscii ad identificarli fisicamente.

Si avvicinò a Mei e gli toccò con il dito il petto ormai tornato quello di un vecchio - Non hai lasciato riserve. Hai dato tutto quello che avevi. Sei nobile e coraggioso, te lo concedo. - gli disse con voce suadente.

Per un attimo sembrò soccombere a quelle parole, poi però Mei si riprese e la guardò negli occhi - che cazzo vuoi da me, puttana? - le chiese sputandole in faccia il sangue che aveva in bocca.

La donna rimase per un attimo immobile con gli occhi chiusi poi tornò a guardarlo - Voglio sapere dov'è la nuova Matriarca. -

Mei rise spavaldo - Chiedete alla persona sbagliata. - per un attimo incrociò il mio sguardo e i suoi occhi tornarono sereni come se non avesse più rimpianti - E anche se lo sapessi non te lo direi, nemmeno se mi promettessi un pompino, troia! - sorrise con i denti sporchi di sangue.

- Spavaldo anche nella morte. È un peccato non esserci incontrati decenni prima. - fece un cenno ad Arthur che si preparò per colpirlo - Cosa ti da tanto coraggio, vecchio? - chiese il ragazzo.

Mei lo guardò con uno sguardo stanco ma deciso - Conosco qualcuno così forte che vi cagherete sotto per la paura appena li incontrerete. -

- E chi sarebbe, il padreterno? - sogghignò il ragazzo.

Mei sorrise - Anime... solitarie... - ansimò.

Arthur esitò per un istante, poi squarciò il petto di Mei, il sangue cominciò a sgorgare dalle ferite. Il ragazzo si avvicinò al suo orecchio, gli disse qualcosa, spezzò la lama e si allontanò. La donna fece un cenno con la testa e Arthur lasciò cadere a terra il corpo del vecchio e tutti e quattro se ne andarono.

Rimasi a guardare tutta la scena sconvolto. Mi misi la mano sulla bocca cercando di trattenere ogni rumore che avrebbe attirato la loro attenzione.

Avevo seriamente paura. Paura di morire, paura di lasciare gli altri da soli, paura di non vederli più.

Cominciai a tremare e a piangere in silenzio. Restai lì per qualche minuto poi cominciai a sbattere la fronte più volte sul lato in marmo del loculo cercando di tranquillizzarmi.

Ok, Erik riprenditi, devi uscire di qui!” provai a motivarmi tra me e me. Evaline non riusciva a dire una parola, potevo percepire che era sconvolta nonostante sapesse cosa sarebbe successo.

Con la mano mi asciugai gli occhi, presi coraggio e con uno sforzo provai a teletrasportarmi fuori dalla tomba, ma non successe nulla. Avevo la testa con troppi pensieri per poter usare quella capacità.

Respirai profondamente per calmarmi, anche se la puzza di muffa, marcio e sangue non mi aiutava per niente. Feci un altro tentativo e ci riuscii. Sentii quella sensazione di vuoto, di pura essenza e subito dopo mi ritrovai all'esterno.

Mi guardai attorno, ovunque posassi gli occhi c'era il cadavere di qualcuno che pochi minuti prima era vivo e vegeto. Mei era davanti a me in una pozza di sangue con due pezzi di metallo conficcati nel torace.

Cominciai a sudare e andai in iperventilazione. Mi appoggiai ad un muro di mattoni rosso con la mano e vomitai. Sporcai il mantello nero di vomito.

Cazzo. Non ne faccio una giusta!” pensai con ancora il fiatone. Ero abituato al sangue e alle battaglie, ma quello era un massacro in piena regola.

Feci l'ennesimo respiro per prendere di nuovo il controllo e andai a controllare il corpo di Mei. Speravo fosse in qualche modo vivo, per poter fare qualcosa, qualsiasi cosa. Non stava respirando, le mie speranze si affievolirono in un istante. Mi acquattai e con due dita toccai il suo collo all'altezza della carotide per sentirne il battito ma non ne aveva. Gli occhi erano ancora aperti, sul volto aveva ancora quell'espressione da vincitore.

Mi dispiace tanto Mei.” pensai con gli occhi chiusi.

Mi rialzai e andai verso l'uscita del cimitero. Presi il cellulare, digitai il numero di Tiffany e aspettai nel buio che qualcuno rispondesse.

- Ehi Evie, è già finito l'incontro tra i grandi capi? - scherzò Tiffany.

Rimasi in silenzio per un istante poi lo dissi - È successo un casino... -

- E cosa? - provò a chiedere titubante.

- Qualcuno ci ha attaccati. Il terremoto, le macerie che cadevano... - continuai senza ascoltarla.

- Evie, non capisco. Terremoto? Non c'è stato nessun terremoto. E chi vi ha attaccati? - continuò lei confusa.

Mi appoggiai a un muretto, ero esausto - Sono morte un mucchio di persone, Tifa. È stato un massacro. Mei ha provato a fermarli, ma è... - feci una pausa - Mei è morto. - le forze alle gambe mi abbandonarono e mi ritrovai seduto a terra.

Tiffany rimase in silenzio per qualche secondo - Tu... tu stai bene? - mi chiese con voce preoccupata infine.

Appoggiai la testa sulle ginocchia - No, non sto bene... -

- Okay, ho il gps del tuo cellulare, arrivo subito. Non muoverti! - mi fece.

- Amore, non dirlo a Kaileena. È un mio dovere. Lui mi ha salvato la vita... devo farlo io. - le spiegai. Era il minimo che potessi fare per lui dopo averci dato praticamente tutto.

- Va bene. Ora partiamo. Arrivo subito, okay? - mi ripeté.

- Sì! - feci, poi lei riattaccò.

Rimasi in silenzio in quella posizione per un po'. In un impeto di rabbia mi tolsi il mantello e lo gettai lontano. Ero stufo di sentire odore di vomito.

Ripensai alle parole della donna vestita elegante. Cercava una nuova Matriarca, cercava Thessa. C'era sotto qualcosa che non riuscivo ancora a capire. Poi c'era anche quel ragazzo, Arthur, che riusciva ad usare tutti quegli elementi senza perdere troppo potere.

Di sicuro non erano streghe normali e nemmeno Matriarche. Avevano una forza fuori dal comune, nonostante Mei fosse diventato molto potente non era nemmeno paragonabile all'abilità di Arthur.

Aspettai dieci minuti, quando arrivarono Tiffany e gli altri mi rialzai.

- Evaline, sei ferita? - mi chiese subito Tiffany appena mi vide.

- No! - le risposi.

Feci per andargli incontro quando incrociai lo sguardo di Kaileena. Mi mancò improvvisamente il fiato.

Lei fece un'espressione confusa - Cos'è successo? - si guardò attorno - Dov'è lo zio Mei? -

La presi presi per le guance - Kaily, ascoltami. Ci hanno attaccati, molte streghe sono morte. Altre sono riuscite a sopravvivere solo grazie a tuo zio. - le spiegai, volevo farle capire che importanza del sacrificio di Mei.

Ancora non capiva o forse non voleva accettarlo - Cosa vuol dire? Non capisco... - cercò di guardare anche gli altri che invece avevano già intuito dove volevo andare a parare.

Io continuai a fissarla negli occhi - È stato davvero bravo a trattenere il suo avversario. Si è sacrificato per loro... e per me! - un nodo alla gola mi fece vacillare per un istante.

Lei non disse niente aveva solo gli occhi lucidi.

- È morto, Kaily. Tuo zio è morto. - avevo di nuovo le lacrime agli occhi.

Lei si accasciò a terra seguita a ruota da me, poi si mise a gridare di dolore. Il suono riecheggiò attraverso i corridoi di lapidi e capitelli, le fiamme delle fiaccole tremarono creando ombre in movimento di statue immobili.

- Mi dispiace. Non potevo fare nulla... mi dispiace tanto. - l'abbracciai più forte che potevo.

Francis andò a vedere la scena del massacro alcuni metri più avanti sulla destra, si girò verso di noi e protese la mano in segno di rimanere lì. Aveva l'altra mano sulla bocca in segno di disgusto, anche per lui era troppo.

All'appello c'erano anche Thessa e Emris che assisterono a quella scena pietosa, una era impassibile con lo sguardo nel vuoto come se stesse pensando ad altro, mentre l'uomo aveva la fronte corrucciata dalla preoccupazione.

Con un profondo respiro mi rialzai e guardai tutti - Prima... prima di tutto dobbiamo fare una chiamata anonima alla polizia, così potremmo recuperare il corpo di Mei e dagli degna sepoltura. Poi torniamo a casa e facciamo il punto della situazione, devo raccontarvi tutto. - spiegai, non avevo lasciato per un solo istante la mano di Kaileena.

Tutti i presenti diedero il loro assenso al piano con solo degli accenni. Accompagnai Kaileena in macchina, aveva lo sguardo vuoto, parlare con lei in quel momento sarebbe stato inutile.

Tiffany prese il cellulare e fece la chiamata alla polizia - Venite al cimitero numero quattro. Fate presto, ci sono persone coperte di sangue ovunque! - poi agganciò ed entrò in macchina.

Quando tutti furono pronti per partire feci un cenno a Tiffany che mise in moto la macchina e tornammo a casa. Attraverso l'oscurità della notte mischiata ai colori e al brusio del Quartiere Francese mi fecero, anche se per un solo istante, tornare la serenità di due giorni prima.

Entrammo in casa, l'atmosfera tra i presenti non era cambiata, eravamo tutti frastornati e increduli. Kaileena si mise a sedere sulla poltrona, il suo guardo non era cambiato di una virgola, sempre fisso davanti a lei.

Dopo un lungo silenzio Jolene prese coraggio - Si può sapere che cazzo è successo? -

Sopirai, ero l'unico a sapere tutto - Il Gran Circolo era riunito dentro una cripta... tutta scena ve lo posso garantire. Dal nulla arriva una guardia che ci ha avvisati di un attacco e subito dopo muore. Un membro uscì fuori preso dal panico e viene fatto a fette, poi la cripta ha cominciato a tremare e abbiamo deciso di uscire tutti assieme. Lì per lì sembrava la tattica migliore ma fu un massacro. Mei mi salvò da un proiettile di quella che credo fosse acqua, la sua gamba... - mi fermai un attimo ripensando al polpaccio di Mei scarnificato e sanguinante - Un muro di roccia ci divise e tentò di schiacciarmi ma riuscii a teletrasportarmi all'interno di una tomba e salvarmi per un soffio. Mei invece ha attaccato il nemico per dare il tempo ai pochi sopravvissuti di scappare. Ha combattuto con tutte le sue forze, e forse anche di più, ma non è servito praticamente a niente. - raccontai, sapevo di aver detto qualcosa di sconclusionato ma non sapevo in che altro modo farlo.

Tutti nella stanza erano rimasti in silenzio mentre ascoltavano il mio riassunto.

- Ma per uccidere tante persone deve essere stato un numero consistente di streghe, in quanti erano? - ragionò Francis.

- È stato uno solo! A massacrare tutte quelle streghe è stato un solo ragazzo! - dissi con voce tremante.

Francis tossì - Mi prendi per il culo? -

Lo guardai negli occhi e feci no con la testa.

- Fammi capire bene, la fuori c'è una strega in grado di usare due elementi contemporaneamente? Non è possibile, giusto? - chiese lui confuso.

Sospirai - Non usa solo due elementi, ma tutti gli quattro principali e i derivati. In pratica non sappiamo fino a quanti elementi possa utilizzare... - spiegai pacato poi proseguii - Non è tutto. Quando ormai era quasi finito lo scontro sono apparse altre tre streghe. Due di loro non sono riuscita a vederli ma la terza era una donna attraente dell'alta borghesia, sembrava il capo del gruppo e cercava qualcuno. - guardai Thessa.

- Matriarche che cercano altre Matriarche, mi sembra quasi logico. - sbottò Tiffany anche se non sembrava del tutto sicura di quello che stava dicendo.

- Non erano Matriarche. Erano qualcosa di diverso... quasi come se le loro capacità fossero artificiali... - ragionai tra me a voce alta.

- Artificiali? Intendi dire che le hanno create e non sono nate streghe? - mi chiese Jolene.

Francis annuì - Può essere, sarebbe l'unica spiegazione. Ora non ci resta che confermare questa ipotesi, sapere chi le ha create e perché, ed infine trovare un modo per sconfiggerle. - rispose.

Risi nervoso - Solo? - poi sospirai - Comunque ora sapete tutto, io adesso non riesco a pensare quindi vorrei farmi una doccia e andare a letto. - decretai. Era solo quello che volevo fare, volevo riposare la mente e scacciare quelle orribili immagini dalla mia testa.

Tornò il silenzio, uno di quelli imbarazzanti dove nessuno voleva o non riusciva a parlare per non dire stupidaggini.

- È colpa dei Crociati... alla fine sono loro i responsabili di tutto. - fece una voce maschile.

- E cosa te lo fa credere? - chiese Francis.

Emris senza tanti giri di parole - Non sarebbe la prima e non sarà certo l'ultima volta che i Crociati provano questi esperimenti. Molte streghe pensano che loro perseguitino l'onore e le battaglie ad armi bianche ma la verità è che alcuni fanno il gioco sporco. Usano armi da fuoco, bombe, ordigni tattici di varia natura e perfino la genetica per creare veri e propri soldati per lo sterminio di streghe. Ecco cosa me lo fa credere. - spiegò.

- Cavolo... questo mondo fa proprio schifo! - sbottò Tiffany.

Mi alzai e feci per andare al bagno - L'hai detto! Ora smettiamola di parlarne. Kaileena è ancora catatonica e non voglio aumentare il suo stato. Jolene preparale un tè, e voi due preparate dei letti di fortuna per gli ospiti. - ordinai infine rivolgendomi a Francis e Tiffany che annuirono senza dire nulla.

Entrai in bagno e mi levai i vestiti sporchi. Gli stivali erano pieni di sangue, terra e qualcosa che non riuscii a riconoscere, erano praticamente da buttare. Le mie unghie erano sporche del sangue secco di Mei, provai a levarlo ma non ci riuscii. Mi tolsi mutande e reggiseno e mi gettai sotto l'acqua della doccia.

Le gocce picchiettavano veloci sul mio capo mentre mi insaponavo e sciacquavo il corpo e i capelli. Tutta la sporcizia mista allo shampoo stava cadendo nello scarico della doccia quando le gambe mi cedettero. Appoggiai la mano alla parete per tenermi in equilibrio, mi girava la testa. Scoppiai a piangere dalla rabbia e dal dolore. Avevo appena perso un amico e non ero riuscito a fare niente per aiutarlo, ero rimasto nascosto a guardare mentre lo uccidevano.

Uscii dalla doccia, avevo la testa vuota, non pensavo a nulla mentre mi asciugavo con l'accappatoio. Accesi il fon e mi asciugai anche i capelli ed infine mi vestii con la camicia da notte sotto l'accappatoio.

Tornai in sala, era passata un'ora da quando ero entrato in bagno e tutto era ormai pronto per la notte. Emris era in camera con Francis mentre Thessa in camera con Jolene e Kaileena, era l'unico modo per tenere d'occhio entrambi visto che ancora tutti nutrivamo dei dubbi sul loro conto.

Diedi la buonanotte a tutti entrai in camera, mi tolsi l'accappatoio e mi misi a letto. Sotto le coperte Tiffany mi abbracciò e io la lasciai fare, serviva tanto a me quanto a lei avere qualcuno vicino in quel momento.

- Sai, prima mi hai chiamata “Amore”, e per questo sono meno triste. - mi disse con un sussurro.

- Davvero? Non me ne ero accorta. - cercai di starle il più vicino possibile.

Mi strinse delicatamente alla vita - Sì, l'hai fatto. - fece una pausa - Non sono riuscita a battere quelle quattro Streghe Combattenti alla fine. Ma ti prometto che un giorno ce la farò. - aveva la voce quasi smorzata dalla frustrazione. - Ce la farò! - continuò.

Le accarezzai gli avambracci - Lo so! Ora dormiamo, i prossimi giorni saranno i più duri che abbiamo mai avuto. Okay? - le dissi con tutta la dolcezza che avevo.

- Sì. Buonanotte amore! - mi rispose, dalla voce sembrava aver riacquistato un po' di fiducia in se stessa.

Intrecciai le dita con le sue - Buonanotte a te amore. - e le baciai il dorso della mano.

Chiusi gli occhi per la stanchezza e crollai in un sonno profondo.

I due giorni seguenti passarono un modo atavico da parte di tutti. Tiffany andava al parco ad allenarsi, Jolene si esercitava col tiro con l'arco, Francis si sfiniva giocando a basket ogni pomeriggio, io e Kaileena invece andammo a ritirare la salma di Mei e preparammo il funerale.

Kaileena ogni tanto spariva per qualche ora per poi tornare, soprattutto la sera. Pensai che stesse in qualche modo affrontando la perdita, che stesse occupando la mente.

Il funerale si svolse in pompa magna ma a bara chiusa, le ferite sul corpo erano troppo gravi per poter esporre la salma ai parenti. Tra collaboratori, famigliari e amici eravamo più di duecento persone. Ci fu la cerimonia e una commemorazione dove alcuni famigliari parlarono del loro parente passato a miglior vita. Tutti avevano parlato bene di Mei, come se lo conoscessero bene, poi fu il turno di Kaileena.

Si alzò dalla panca e si avviò a passo spedito verso il microfono. Quando salì sul piedistallo della chiesa rimase in silenzio a guardare i presenti per un secondo, la maggior parte le applaudì per darle un po' di incoraggiamento ma da quello che vedevo nei suoi occhi non ne aveva bisogno.

- Grazie, davvero, non serve. - disse e le persone smisero di battere le mani - Grazie e grazie al cazzo. Sono qui sopra, da quanto, quindici secondi? In questi pochi secondi ho capito una cosa: i pezzi di merda sono ovunque, pure ai funerali. Sì, perché voi applaudite, fate le facce contorte dal dolore ma in realtà non vi frega una sega se mio zio è morto. E, diciamocela tutta, nemmeno a Mei frega niente di voi e lo sapete perché? Perché è morto. - cominciò.

La gente in chiesa rimase attonita, io e gli altri compresi. Non riuscivo a credere che stesse per fare una cosa del genere a Mei.

- E adesso avete delle facce indignate... - commentò lei con un sospiro - La verità è che siete voi quelli per la quale provare indignazione. Poche persone conoscevano mio zio e quelle poche persone stanno ora soffrendo come cani per la loro perdita, mentre voi trogloditi senza cervello venite al suo capezzale e osate parlare di lui? - alzo la voce arrabbiata poi prese un respiro profondo - Beh siamo in vena di sincerità oggi, no? Quindi vi dirò la verità. Sapete perché la sua bara è chiusa? Perché non è morto in un incidente come dicono tutti, è stata una strega ad ammazzarlo. - decretò.

Le persone si guardarono attorno confuse ma Kaileena continuò - Avete capito bene, ho detto streghe. Quelle di cui avete paura da bambini e che affollano i vostri incubi. Ma sapete una cosa? Lui è stato più coraggioso di tutti voi messi assieme perché le ha affrontate ogni volta. Per questo voglio concludere con un avvertimento: se scopro che uno solo di voi pezzi di letame in decomposizione ha a che fare con la sua morte, vi troverò tutti, uno a uno. E con questo ho finito. Andatevene tutti a fare in culo! - concluse gettando il microfono sul petto del prete.

Poi scese dal palco e percorse tutta la navata senza mai girarsi indietro fino a uscire dalla chiesa. In quel momento capii che in Kaileena si era spezzato qualcosa. Avevo paura per lei e per quello che aveva in mente di fare.


 

  
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