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Autore: Baileys    10/04/2016    1 recensioni
Quando la giovanissima Alice Paciock aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts non poteva essere più felice. “Vado a cercare il mio grande forse” diceva, saltellando per casa.
Quando era stata smistata fra i Tassorosso si era seduta al tavolo e aveva detto sono qui per cercare il mio grande forse.
Quando era stata mandata in punizione per la prima volta al primo anno nella foresta proibita con James Sirius Potter gli aveva detto in confidenza che cercava il suo grande forse.
Dopo sei anni ad Hogwarts, ancora però pareva non averlo trovato, e sotto il suo diciassettesimo compleanno, tutti sapevano che stava tramando qualcosa di grosso, era troppo tranquilla in quel periodo.
Era marzo quando Alice scomparve.
Dopo giorni senza vederla i professori si misero in moto nel cercarla, giorno dopo giorno, ma Alice era scomparsa, o così pareva.
Stava a James, seguire gli indizi e andare alla ricerca di Alice, il suo grande forse.
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«Alice amava i misteri – rivelò Evie – così tanto da diventarne lei stessa uno»
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Paciock, Jr, Dominique, Weasley, James, Sirius, Potter, Lysander, Scamandro | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo II: Il tempo
 
In seguito alla grande scoperta dell’indizio, James – il quale non aveva rivelato a nessuno del libro – non aveva fatto che rimuginarci sopra. Aveva pensato a qualsiasi terribile mago, Salazar Serpeverde, Voldemort, Grindelwald, ma nulla. Nessuno di loro pareva una plausibile risposta.
Aveva pensato di poter essere prigioniera di quel qualcuno, però un solo pensiero martellava nella testa di James: era tutto premeditato.
Lo avevano detto tutti d’altronde che Alice tendeva a lasciare indizi, che amava i misteri, la conosceva lui stesso. Alice aveva deciso di sua spontanea volontà di andare via, il perché ancora non gli era chiaro, ma sapeva che voleva che lui la trovasse, gli aveva lasciato degli indizi.
«Papà è preoccupato – disse Albus, il fratello di James, seduto comodamente sulla poltrona della sala comune Grifondoro – dice che presto anche le autorità del ministero partiranno alla ricerca di Alice» James ascoltò attentamente, stranamente, dubitava che le autorità riuscissero a trovarla, Alice era furba, sapeva come nascondersi.
«Perché il ministero deve entrare negli affari di Hogwarts? » si lamentò Rose, loro cugina.
«Perché qui nessuno di noi è al sicuro» disse Dominique. Lei era una ragazza strana, James doveva ammetterlo. Anche lei faceva parte della numerosa famiglia Weasley, sua madre era la bellissima Fleur Delacour, e sua sorella era Victoire, composta, bella, dolce.  Sarà stato per quello che lei, al contrario era scorbutica, annoiata e con una certa indifferenza delle regole. Era inquietante, nel suo trucco nero esagerato, il suo pallore e i capelli lunghi biondi che assomigliavano ad alghe. Doveva essere bella, Dominique se solo si fosse trattata bene.
«Con te dei paraggi, no di certo» rispose in malo modo Lily, la sorellina di James. Lily non aveva mai avuto problemi a dire quello che pensava, non se n’era mai fatti a sottolineare alla cugina Dominique quanto fosse inquietante.
«Lily stai buona» la sgridò James, con sguardo torvo.
«Non ho bisogno che qualcuno mi protegga da una bambina» rispose accigliata Dominique.
«Sei sempre più sgarbata» si lamentò Lysander Scamandro. Anche lui, come Alice, era figlio degli amici di Harry Potter, e quindi, conosceva la famiglia Weasley-Potter da tutta la vita.
«Potreste smetterla di litigare e dire per favore perché nessuno di noi è al sicuro? » si lamentò Rose, che non sopportava le litigate di famiglia.
«Andiamo Rose, davvero non ci arrivi? Pensavo avessi ereditato il cervello di tua madre» Dominique si beffò di lei, con un sorriso sghembo.
«Di sicuro ne ha più di te» rispose Lily, andando a difendere la sua cuginetta preferita.
«Smettetela di litigare! » si lamentò anche James, che era curioso di sentire il motivo di tale pericolo.
Dominique sospirò «Una ragazza non sparisce così di punto in bianco, nel bel mezzo dell’anno scolastico, perché ha voglia di farsi una vacanza»
«Stai dicendo che è stata rapita? » disse Albus, curioso.
«Forse sì, forse no» rispose, poi voltò i tacchi e salì le scale verso il dormitorio femminile Grifondoro.
Calò il silenzio fra tutti, effettivamente la teoria di Dominique non pareva fuori dal mondo, poteva benissimo risultare vera.
Quando mai un alunno come un altro spariva nel bel mezzo dell’anno scolastico?
James ci pensò, ma Alice non era un alunna come un'altra.
 
La sera, in camera con Lysander, James ritirò fuori l’argomento «non credo che Alice sia stata rapita»
Lysander lo guardò, alzando gli occhi dal libro di Storia della Magia «Perché? »
«Perché lo so»
«C’entri qualcosa tu? » chiese Lysander, curioso.
«Non direttamente – rispose James – diciamo che mi ci ha messo in mezzo lei»
«Che intendi dire? »
James tirò fuori il libro di astronomia, e aprì la pagina con l’indovinello «questo me lo ha fatto trovare lei, è un indizio! » spiegò James, mostrando la scritta all’amico. Lysander lesse l’indovinello, con le sopracciglia aggrottate, poi dopo innumerevoli secondi tirò su le spalle ed esclamò «Il tempo! »
James si diede dello stupido, era proprio il tempo la soluzione. Ringraziò di avere un amico come Lysander, così intelligente, così sveglio. «Sei un genio» disse sorridente.
«Non era facile, come indovinello» rise Lysander, soddisfatto di sé stesso.
James rise, poi un  idea, non troppo positiva «Ma questo dove ci porterà? »
 
Passarono un paio di giorni, Lysander e James cercavano una risposta, un collegamento fra l’indovinello e qualcosa di concreto.
James quel giorno si trovava nel giardino con la sua bellissima fidanzata: Emma.
Lei era perfetta, era dolce, simpatica, brava a Quidditch. Era la ragazza più bella del suo anno, ed era anche molto popolare. James aveva l’impressione che piacesse proprio a tutti, perché lei era il classico tipo che piace a tutti. E lei aveva proprio scelto lui, due anni prima, quando lo aveva baciato sotto il vischio, a Natale.
Si stavano baciando teneramente, abbracciati, quando Lysander corse verso di loro, entusiasta. «James, James l’ho trovato! » esclamava, felice. James, non ci pensò due volte, e lasciando Emma lì, sola nel giardino, seguì Lysander.
«Era davanti a noi tutto il tempo, insomma, ci passavamo davanti tre volte al giorno e non ce ne siamo mai accorti! – esclamava Lysander – le clessidre davanti a Sala Grande, James! Le clessidre sono un immagine del tempo, basterà guardare dietro alla clessidra Tassorosso! »
James appurò che la sua idea non era geniale.  Non persero tempo e arrivati alla Sala Grande, iniziarono a cercare un qualsiasi indizio.
Dominique, passava proprio di lì in quel momento, e rise di gusto nel vedere il cugino e Lysander, intenti a frugare dietro le clessidre.
«Continua pure a ridere, ma non capiresti, tu i sentimenti non ce li hai» sbuffò Lysander, guardandola male.
Dominique smise di ridere, quasi ferita andò via. Fu la prima volta per James, in 17 anni che si conoscevano che Dominique aveva vacillato. Non l’aveva mai vista così, quel commento di Lysander doveva averla colpita più profondamente di quanto credeva.
«James, un foglietto! » esclamò Lysander, tirando fuori un foglietto arrotolato, lo aprirono e James mise a confronto con la scrittura del libro di astronomia con quella del foglietto.
Sta sotto i colli, sta dietro le stelle
ed empie tutti i vuoti, tutte le celle.
Per primo viene, ultimo va
E vita e a riso termine dà.
  
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