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Autore: Baileys    08/04/2016    2 recensioni
Quando la giovanissima Alice Paciock aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts non poteva essere più felice. “Vado a cercare il mio grande forse” diceva, saltellando per casa.
Quando era stata smistata fra i Tassorosso si era seduta al tavolo e aveva detto sono qui per cercare il mio grande forse.
Quando era stata mandata in punizione per la prima volta al primo anno nella foresta proibita con James Sirius Potter gli aveva detto in confidenza che cercava il suo grande forse.
Dopo sei anni ad Hogwarts, ancora però pareva non averlo trovato, e sotto il suo diciassettesimo compleanno, tutti sapevano che stava tramando qualcosa di grosso, era troppo tranquilla in quel periodo.
Era marzo quando Alice scomparve.
Dopo giorni senza vederla i professori si misero in moto nel cercarla, giorno dopo giorno, ma Alice era scomparsa, o così pareva.
Stava a James, seguire gli indizi e andare alla ricerca di Alice, il suo grande forse.
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«Alice amava i misteri – rivelò Evie – così tanto da diventarne lei stessa uno»
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Paciock, Jr, Dominique, Weasley, James, Sirius, Potter, Lysander, Scamandro | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo I: Cieli invernali
 
Quando la giovanissima Alice Paciock aveva ricevuto la sua lettera per Hogwarts non poteva essere più felice. “Vado a cercare il mio grande forse” diceva, saltellando per casa.
Quando era stata smistata fra i Tassorosso si era seduta al tavolo e aveva detto sono qui per cercare il mio grande forse.
Quando era stata mandata in punizione per la prima volta al primo anno nella foresta proibita con James Sirius Potter gli aveva detto in confidenza che cercava il suo grande forse.
Dopo sei anni ad Hogwarts, ancora però pareva non averlo trovato, e sotto il suo diciassettesimo compleanno, tutti sapevano che stava tramando qualcosa di grosso, era troppo tranquilla in quel periodo.
Alice non era certo una che perdeva tempo, anzi perdere tempo le dava fastidio. Quando non aveva da studiare si divertiva. Era esuberante Alice. Era sempre stata una ragazza intelligente, brillante, pareva non aver preso nulla da Neville Paciock, ma non tutti sapevano che era dotata di un incredibile coraggio, degno di qualsiasi Grifondoro.
James e Alice si conoscevano fin da piccoli, avevano poco meno di un anno di differenza e i loro genitori erano amici dai tempi di Hogwarts. Tuttavia, per qualche strana ragione, dovuta forse alla diversa casa di provenienza e dal diverso anno, non erano mai diventati davvero amici.  Si salutavano, ma avevano di meglio da fare che passare del tempo con il figlio o la figlia degli amici di papà.
James doveva essere uno di quelli che tutti volevano essere. Era figlio di uno dei maghi più famosi del loro tempo, Harry Potter. Colui che è sopravvissuto, colui  che ha sconfitto Voldemort. Una vera celebrità.
James era bello, intelligente, divertente, popolare. Era capitano e cercatore della squadra di Quidditch, Caposcuola, in perenne lotta coi Serpeverde e Malfoy, e impegnato con la ragazza più carina del suo anno: Emma Baston, dai lunghi capelli rossi e gli occhi verdi. Inoltre e non cosa da poco, appena conseguito il diploma sarebbe diventato Auror, come suo padre. Se solo avesse avuto gli occhi verdi, gli occhiali e la cicatrice sarebbe stato la copia di suo padre, e nel profondo James avrebbe davvero desiderato essere così.
 
James correva per le scale che portavano alla torre di astronomia, si era dimenticato il libro la mattina stessa e adesso, all’ora del tramonto, se n’era ricordato. Era il 28 febbraio 2021, l’inverno gelava ancora l’aria, tuttavia il cielo era colorato di un tiepido rosa, in quella particolare ora. Aveva il cuore in gola quando arrivò in cima alla torre, scoprendo, di sua grande sorpresa di non essere solo. Alice Paciock, dai capelli biondo cenere e il volto amichevole, smanettava col telescopio. Si era girata subito, appena aveva sentito arrivare qualcuno «oh, ciao James, il tuo libro è sul tavolo a destra» aveva detto con un sorriso, per poi abbandonare il telescopio. «Cerchi il tuo grande forse? » gli chiese James, avvicinandosi alla ragazza che nel frattempo si era affacciata alla ringhiera. «in realtà si» aveva risposto lei, senza perdere quel sorriso innocente. James si affacciò con lei e guardò il panorama.
«Almeno, alla fine ci sono dei bellissimi cieli invernali» disse lei.
Forse il problema di Alice, che gli aveva impedito di avere un vero e proprio ragazzo fino a quel momento, che gli aveva dato la reputazione di “strana” in tutta la scuola, era il suo vizio di parlar strano.
«Si c’è una bella vista da quassù» disse James, gli occhi socchiusi per il vento.
«Dalla cima della collina, ancora di più» disse, indicando l’unica collina a ridosso di Hogsmeade.
«Mai stato» rispose James. Alice sorrise, non distogliendo gli occhi dal cielo.
James guardò Alice, e pensò che se non avesse avuto quello strano vizio di parlar strano, e non fosse stata considerata così strana da tutti, e avesse avuto i capelli rossi, l’avrebbe sicuramente guardata con un altro occhio. Alice era sempre stata bella.
Rimasero un po’ in silenzio, finché il sole non scomparve dietro le montagne. James allora vedendo che Alice non accennava a muoversi, la salutò velocemente e avvicinandosi al tavolo prese il suo libro, qual era? Quello a sinistra. Pensò, e poi scese le scale.
 
Il giorno dopo, Alice non si fece vedere in Sala Grande per la colazione.
Neanche per la cena era presente.
Due giorni dopo, ancora non si faceva vedere.
Tre giorni dopo, la mattina, la preside Minerva McGrannitt fece un annuncio.
«Mi duole informarvi della sparizione di una vostra compagna, tutti i professori si sono già messi in moto, tuttavia non conosciamo le motivazioni della sparizione e chiediamo quindi da parte di tutti massima attenzione e chiediamo, a coloro che hanno informazioni e indizi, di non esitare a parlare con noi»
La gente iniziò a mormorare, a fare domande, a controllare chi fosse scomparso.
James di istinto guardò verso il tavolo Tassorosso, e vide Evie Finch–Fletchley, migliore amica di Alice, in lacrime.
Ora ne era certo: Alice era scomparsa.
 
Dopo giorni, Alice non era ancora stata trovata, i suoi genitori, Neville e Hannah Paciock, uno insegnante di Erbologia e l’altra infermiera della scuola, erano entrambi preoccupatissimi.
James stava salendo le scale che portavano alla torre di astronomia, dove si conduceva la lezione, al suo fianco Emma.
«Dovresti dire alla McGrannitt della tua conversazione con Paciock» lo rimproverava lei.
«Non so, era una conversazione da nulla» si limitò a giustificarsi James.
«Potresti essere l’ultimo che la ha vista! » ribatteva lei, ma a James non importava. Per qualche strano motivo, sentiva che doveva tenersi quella conversazione solo per lui.
Arrivarono alla torre e la lezione iniziò, ma quando James aprì il libro si accorse di scritte e formule che non aveva fatto lui. guardò la prima pagina e lesse “Alice Paciock Jr”
Aveva sbagliato libro! Aveva preso quello di Alice invece che il suo!
Ma lui aveva preso il libro che lei gli aveva indicato, no?
E allora, se lei gli aveva indicato quel libro, voleva dire che c’era una ragione.
James lo sapeva, Emma lo sapeva, tutta Hogwarts lo sapeva, perfino i professori: Alice era solita lasciare messaggi, indizi, indovinelli sparsi per Hogwarts, durante i suoi scherzi. Prendeva un libro dalla biblioteca, e lasciava alla bibliotecaria un biglietto con un indizio, e questa doveva cercare tutti gli indizi fino a ritrovare il suo libro. Per allenare la loro mente, diceva Alice, in realtà si divertiva da morire, Alice aveva sempre amato i misteri.
Fu una giornata pesante, quella, per James, e quando fu al caldo, nel suo letto, James aprì il libro. Notò che tutte quelle formule, quelle scritte andavano oltre perfino alle cose che avevano fatto loro al settimo anno, e non si spiegava come potessero essere così dettagliate, ma James lo aveva sempre saputo, che Alice doveva essere un genio. Stava per chiudere il libro quando in una pagina trovò un indovinello, che nulla c’entrava con le formule astronomiche:
Questa cosa ogni cosa divora,
ciò che ha vita, la fauna, la flora;
i re abbatte e così le città
rode il ferro, la calce già dura;
e dei monti pianure farà.
  
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