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Autore: ARed    11/04/2016    7 recensioni
Bella ed Edward stanno insieme, si amano molto, ma sono giovani e pieni di sogni, lei Los Angeles, lui New York. Troppo distanti, perciò decidono di lasciarsi senza urla e senza rancori, pur amandosi.
Cinque anni dopo, si ritrovano a Los Angeles, si erano sentiti in quei anni e si erano anche visti. Avevano un ruolo importante l'uno nella vita dell'altro, anche se non facevano più le loro lunghe chiacchierate. Diventano amici, ma siamo sicuri che un amore come il loro si possa limitare ad una, se pur bellissima, amicizia?
" Non parliamo più io e te"
" Già.. se non si tratta di Los Angeles o di New York"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Jessica | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Dove eravamo rimasti..
Bella ha mostrato ad Edward l'appartamento che a lui è piaciuto subito, grazie al stupendo lavoro fatto da Bella.
Ha deciso di comprarlo ed hanno fissato un appuntamento con il proprietario. Abbiamo anche scoperto che i due protagonisti non sono single..

CAPITOLO 4 - Bella - Edward
AUGURI

Los Angeles - Fine Settembre 2016

EDWARD

Il giorno per la firma del contratto era arrivato, alle dieci in punto io e Bella dovevamo incontrare un delegato del proprietario per firmare il contratto d'acquisto del mio nuovo appartamento, era davvero un gioiellino e Bella aveva fatto un lavoro da fuori classe.
Alle 9:15 passai a prenderla al suo studio finalmente la mia amata Audi Q7 era arrivata a Los Angeles e non dovevo più usufruire dei taxi e dei passaggi di Bella.
<< Dov'è la tua Volvo?>>, domandò osservando la mia macchina.
<< Oh, l'ho lasciata per lei..>>, la mia vecchia auto era a Forks, guai a chi osava toccarla.
<< Traditore>>, disse lei salendo in macchina.
<< Allora ti piace quello che vedi?>>, le domandai andandomi a sedere al posto di guida. << Hai gusto non lo posso negare..>>
<< 1 a 0 per Cullen>>
<< Sbruffone, sbrigati che Downtown dista mezz'ora da qui!>>, Downtown è la zona amministrativa di LA, come lo è Manhattan nella mia amata New York.
Grazie al poco traffico raggiungemmo Downtown, dove vi erano gli uffici del proprietario dell'immobile.
<< Eccoci>>, disse Bella tutta contenta, indossava un pantalone a sigaretta bianco e una leggera camicetta blu inserita al loro interno, completava il suo look con degli altissimi tacchi blu notte. Era davvero cambiata, non gli indossava mai quando stavamo insieme.
<< Sembra di stare a New York!>>, costatai, essendo circondato da enormi grattacieli.
<< No, è molto meglio!>>, disse lei avviandosi verso l'entrata di uno dei più alti.
<< Aspettami non posso correre..>>, le dissi affiancandola.
<< Buongiorno signorina Swan>>, la salutò una ragazza dai capelli color biondo cenere.
<< Buongiorno, il signor Whitlock è nel suo ufficio?>>, era il delegato del signor Denali, il proprietario ancora in Florida per affari.
<< Sì, vi sta aspettando, piano 26>>, disse educatamente la signorina che continuava a lanciarmi delle occhiate maliziose, vedevo Bella sorridere, le aveva notate anche lei.
<< Grazie, tesoro andiamo?>>, risposi io prendendola per un fianco e accompagnandola all'ascensore, una volta dentro Bella scoppiò a ridere, era stupenda.
<< Anche questa ti salterebbe addosso?>>, vorrei che lo facessi tu, che cazzo stavo pensando? Era la mia ex per diamine, contentini! Mi rimproverai mentalmente l'aria della California non mi stava facendo bene.
<< Ovvio!>>, risposi sistemandomi il colletto della camicia, lei sbuffò.
<< Dopo di lei>>, dissi quando le porte dell'ascensore si aprirono al ventiseiesimo piano, << Grazie signor Cullen>>.
<< Buongiorno abbiamo un appuntamento per la firma di un contratto con il signor Whitlock>>, disse Bella con tono professionale, a ragazzo seduto su una scrivania in vetro, che prima di rispondere fece una radiografia completa alla mia Bella, non è la tua Bella, mi ricordò la mia testa. 
<< Certo, lo avviso del vostro arrivo..>>, disse prima di prendere il telefono ed annunciarci.
<< Prego, potete entrare il signor Whitlock vi sta aspettando!>>
<< Grazie, tesoro andiamo?>>, rispose Bella utilizzando la mia stessa espressione di prima ed io circondai la sua vita con un braccio ed insieme ci dirigemmo all'ufficio del signor Whitlock, una volta entrati Bella si allontanò da me. Non mi piacque quel gesto, mi sentivo vuoto.
<< Buongiorno, lei deve essere la signorina Swan>>, disse un uomo sulla cinquantina stringendo la mano a Bella che ricambiò, << Si sono io>>
<< E lei è il signor Cullen, piacere di conoscerla>>, disse gentilmente.
<< Piacere mio>>, risposi ricambiando la sua stretta di mano e sedendomi sulla poltroncina davanti alla sua scrivania.
<< Complimenti è un ottimo giocatore, come sta?>>
<< Bene, un po' di riposo e poi torno>>, non amavo parlare del mio infortunio, mi faceva ricordare che dovevo stare lontano dal campo per almeno un anno.
<< Quindi è sua l'opera della ristrutturazione di quei vecchi appartamenti a Westside?>>, domandò rivolgendosi a Bella.
<< Si>>, disse lei abbassando lo sguardo.
<< Ha fatto un ottimo lavoro, in quel periodo ero alla sede di New York e non ho avuto l'onore di complimentarmi personalmente>>
<< Grazie>>, disse lei imbarazzata, non amava essere lodata, anche se lo meritava.
<< Allora signor Cullen, ecco il contratto per l'acquisto dell'immobile>>, disse aprendo una cartelletta azzurra.
<< Per il pagamento come preferisce fare?>>
<< Il mio avvocato credo le abbia già mandato il bonifico che sarà effettuato appena firmerò il contratto>>, dissi sedendomi meglio.
<< Sì, si ha ragione, quindi paga tutto subito. Ottimo, fossero tutti come lei!>>, rispose passandomi il contratto che cominciai a leggere.
<< Posso?>>, mi chiese Bella e mi avvicinai a lei per farglielo leggere.
<< È un ottimo appartamento per una futura coppia di sposi..>>, sia io sia Bella alzammo lo sguardo assieme, ci aveva scambiato per una coppia.
<< Noi non siamo fidanzati..>>, precisò Bella.
<< Siamo solo vecchi amici>>, perché poi doveri giustificarmi? Due persone non possono stare vicine che per forza sono fidanzate? Siamo nel medioevo?
<< Oh, scusatemi.. io non volevo>>, disse imbarazzato.
<< Non si preoccupi, direi che il contratto è chiarissimo, Edward se vuoi puoi firmare>>, disse Bella sorridendo e passandomi il foglio.
<< Un attimo chiamo il notaio>>
Pochi minuti dopo arrivò il notaio e con la sua presenza firmai il contratto, chiamai il mio avvocato per far partire il bonifico e il signor Whitlock mi consegnò le chiavi di casa mia.
<< Tanti auguri!>>, disse Bella una volta entrati in ascensore.
<< Molte grazie architetto>>, le disse stringendole la mano, avevo voglia di abbracciarla ma forse non era il caso.
<< Ora devo arredarlo, cominciare a sfogliare cataloghi su cataloghi..>>, non ne avevo proprio voglia.
<< Ti posso aiutare io, ti porto nelle migliori mobilierie di Los Angeles, vedi tutto dal vivo e ti risparmi i cataloghi!>>, era un genio.
<< Davvero lo faresti?>>, speravo tanto non scherzasse.
<< Sì, visto che te l'ho proposto io>>
<< Quando potremmo andare?>>, domandai aprendo la macchina e facendo salire Bella.
<< Se vuoi anche oggi pomeriggio, dopo la tua fisioterapia..>>
<< Ma devi lavorare..>>, non volevo rimanesse indietro per colpa mia, già le avevo rubato quasi due ore della mattinata.
<< Non ti preoccupare, oggi non devo fare sopraluoghi, solo lavoro nello studio, che poi è mio.. quindi scelgo io gli orari>>, disse fiera di se mettendosi la cintura di sicurezza.
<< Va bene io finisco alle sedici oggi, ti passo a prendere per quell'ora..>>, partì alla volta di Westside.
<< No, passo io allo studio di Emmet, devo consegnare un prospetto lì vicino, poi ti raggiungo>>
<< Va bene, come vuole lei, architetto>>
Poco dopo raggiungemmo la bellissima zona, dove c'era il suo studio, prima che lei scendesse dall'auto, le posai un bacio sulla guancia, << Grazie>>.
<< A dopo Cullen!>>, disse scendendo.
Alle tre del pomeriggio ero già nelle grinfie di Emmet, << Allora Cullen, conoscevi Bella..>>, disse mentre dava leggeri colpetti sulla schiena.
<< Si>>, risposi trattenendo un urlo.
<< Scendi, per oggi basta così.. i muscoli stanno tornando alla loro posizione naturale>>
<< Questo vuol dire che posso tornare ad allenarmi?>>, domandai speranzoso.
<< No>>, rispose secco, << Vuol dire che la terapia funziona, dobbiamo cercare di rinforzare ogni muscolo coinvolto nell'incidente, piano piano>>, peccato.
Mi rialzai e misi la maglietta, << Va bene>>.
<< Com'era Bella a Forks?>>, domandò passandomi una bottiglietta d'acqua.
<< Perché?>>, cosa ne voleva sapere di Bella.
<< Non ci hai mai parlato di te..>>, neanche io a New York avevo mai parlato di lei, la faceva sembrare meno reale.
<< Stavamo insieme, ma dopo il diploma ci siamo lasciati>>, era stato uno dei periodi più brutti della mia vita, dove, anche se eravamo vicini, ci sentivamo lontani.
<< Sei l'ex di Bella?>>, chiese incredulo ed io annuì.
<< Scommetto che ti ha trovato tra le gambe di una Cheerleader e ti ha lasciato?>>, perché arrivavano tutti a quella conclusione? Io non l'avevo mai tradita.
<< Mi dispiace deluderti Emmet.>>
<< Bella ti ha tradito?>>, domandò ancora più incredulo ed io sorrisi.
<< Assolutamente no! Semplicemente io dovevo trasferirmi a New York e lei qui>>, sembrava quasi deluso da quello che gli avevo detto.
<< Siamo nel ventunesimo secolo, ci sono cellulari, c'è internet!>>
<< Non avrebbe funzionato, avrei dimenticato di chiamarla, l'avrei vista tre, quattro volte l’anno, ci stavamo allontanando già da prima della partenza>>
<< Avete fatto bene, poi stare per tutti quei mesi in astinenza. brr>>, disse rabbrividendo e facendo ridere me, era proprio un orso senza tatto.
<< Quando si ama, non si pensa al corpo delle altre>>, certo a New York non ero stato un santo, ma non l'avevo mai tradita quando stavamo insieme.
<< Sei un uomo e davanti ad una che te la sbatte in faccia, non resisti. Credimi>>, mi disse dandomi una pacca sulla spalla.
<< Quando t'innamorerai, capirai le mie parole>>, risposi alzandomi, << Ora vado ho appuntamento con Bella>>
<< Non pensare a Bella in quel modo, è fidanzata!>>
<< Anch’io!>>, dissi prima di uscire e andare nello spogliatoio a farmi una doccia prima dell'arrivo di Bella.

BELLA
Ero felice, avevo fatto progressi con la scuola ad impatto zero, la mattinata trascorsa con Edward mi aveva fatto fare un tuffo nel passato, avevamo parlato come se non fossimo mai rimasti lontani per oltre cinque anni, ogni gesto era naturale, una complicità unica. E il fatto di spalleggiarci per evitare che i due a Downtown ci provassero, ancora ridevo.
Dopo aver consegnato il prospetto, raggiunsi lo studio di Emmet, trovai Edward che mi aspettava appoggiato alla sua macchina. Era davvero molto bello e provocante con quella maglietta che definiva bene il suo corpo muscoloso. Bella contieniti, c’è Jake!
Parcheggiai accanto alla sua macchina e scesi, << Eccoti, com’è andata?>>
<< Sono vivo!>>, disse passandosi una mano tra i capelli.
<< Andiamo! Sali..>>, lo invitai, ma lui con un cenno dalla mano mi chiese di avvicinarmi.
<< Non voglio scroccare. Quindi si prende la mia macchina!>>, mi disse tenendosi la schiena con una mano.
<< Ti fa male?>>, forse era meglio rimandare.
<< Sì, Emmet mi ha detto di camminare per diminuire il dolore..>>, senza nemmeno chiedere presi le sue chiavi e mi misi al posto di guida.
<< Guido io!>>, dissi quando lui venne vicino al finestrino.
<< Ringrazia la mia schiena!>>, concluse salendo sul posto del passeggero.
<< Grazie schiena, è sempre stato il mio sogno guidare un’Audi!>>, lui sorrise mettendosi gli occhiali da sole.
<< Ti fa tanto male?>>, domandai. Visto che ad ogni dosso faceva una smorfia di dolore.
<< Non ti preoccupare, se il dolore diventa insopportabile, ho gli anti dolorifici, ma non voglio abusarne..>>
<< Fai bene, sei forte>>, dissi mettendo la freccia e parcheggiando la macchina davanti al primo negozio di mobili, il più grande di Los Angeles, ma nulla di quello che vi era all’interno mi piaceva e di conseguenza non piaceva a lui.
Alle sei entrammo nell’ultimo negozio, vendeva mobili italiani d’alta qualità.
<< Ne abbiamo ancora per molto?>>
<< Dai Edward, non fare il bambino, non hai ancora preso nulla!>>, gli ricordai.
<< Perché alla signorina non piace nulla!>>, rispose incrociando le braccia al petto e facendo il finto offeso.
<< Smettila..>>
<< Com’è bello il suo ragazzo! È fortunata!>>, disse una dolce vecchietta, sorridendomi, oggi si erano decisi tutti a vederci come una coppia. Fantastico.
<< Lei non sa quanto!>>, rispose lui trattenendo le risate e circondandomi la vita con un braccio. Io feci un sorriso finto come una borsa Gucci a 10$.
<< Auguri>>, disse prima di voltarsi e raggiungere quello che presumo, fosse suo marito.
<< Tu.. tu dimmi, quando mi hai chiesto di sposarti, perché io proprio non me lo ricordo?>>
<< Nemmeno io, ma non volevo spezzarle il cuore, era così dolce...>>, disse facendo lo sguardo da cucciolo in cui io mi perdevo sempre.
<< Si può sapere cosa stai cercando?>>
<< Quando lo trovo, te lo dico>>, risposi io avviandomi verso la zona divani.
<< Tipo questo, ti piace?>>, dissi indicandone uno in pelle nera a due posti, lui non rispose si sedette, << Mmm, molto comodo, credo s’intoni con il grigio tortora delle pareti>>, finalmente cominciava a capire.
<< Credo proprio di sì, ne vuoi vedere altri?>>, anche se quel modello era perfetto per la sua zona living. 
<< No, questo va bene, ma vorrei aggiungerci una poltrona..>>
<< Ottima idea Cullen!>>, mi complimentai aiutandolo ad alzarsi.
<< Questa?>>, dissi indicandone una molto simile allo stile del divano, ma lui fece cenno di no e andò a sedersi su un’altra, davvero molto bella. << Questa, guarda è anche reclinabile e fa il massaggio>>, era un bambino, ma la sua scelta era davvero azzeccata, lo stile moderno della poltrona si conformava perfettamente a quello dell’appartamento. Feci cenno ad una delle addette alle vendite di venire. La gente però aveva ragione, sembravamo davvero una coppia di futuri sposi che andavano in giro alla ricerca dei mobili della loro casa, non dovevo esserci io a scegliere, non ero io la sua ragazza.
<< Magari voleva venire Jessica>>
<< No, è a San Francisco per una sfilata, e poi ha detto che chi meglio di un architetto poteva aiutarmi a scegliere con gusto!>>
<< Ha ragione ho un ottimo gusto!>>, dissi non appena la ragazza ci raggiunse.
La commessa ci disse che i divani sarebbero arrivati il giorno dopo, avendone una coppia in magazzino, così come il mobile della televisione, che avevamo scelto mentre la ragazza finiva di parlare con un altro cliente.
<< Per il mobile, domani ve lo portiamo, ma per montarlo bisognerà aspettare qualche giorno, in modo che i nostri operai si liberino>>, disse dispiaciuta.
<< Lo monto io, non ho nulla da fare tutto il giorno, almeno mi distraggo>>, disse Edward.
<< Il montaggio è compreso nel prezzo>>, precisò lei.
<< Non fa nulla, le istruzioni ci sono?>>, domandò e solo allora ricollegai il tutto.
<< Edward non puoi sollevare pesi, la schiena..>>, gli ricordai.
<< Ma mi annoio tutto il giorno, facciamo che se inizia a farmi male smetto, promesso>>, era testardo, fargli cambiare idea era quasi impossibile.
<< Facciamo che ti aiuto io dopo il lavoro>>
<< Va bene>>, rispose lui regalandomi un bellissimo sorriso, che gli arrivò agli occhi.
<< Forse è un po’ complicato..>>, disse la ragazza addetta alle vendite.
<< Sono un architetto, ci sono abituata ai disegni>>, ribattei io, orgogliosa della mia professione.
<< Sono un architetto io!>>, m’imitò Edward uscendo dal mobilificio italiano, facendomi ridere.
Una volta saliti in macchina decise di guidare, ma non mi portò al mio studio ma sul molo.
<< Perché siamo qui?>>, domandai scendendo dall’auto.
<< Sono le otto passate, mangiamo qualcosa poi ti accompagno a recuperare la tua macchina!>>
Andammo a prenderci un hamburger, e dopo mezz’ora di chiacchiere banali, ma divertenti tornammo a prendere la mia auto e ci demmo la buonanotte.
Era tanto che non mi sedevo a chiacchierare in quella maniera con lui, era rilassante e divertente allo stesso tempo, eravamo noi.
Il giorno dopo lavorai per un paio d’ore la progetto della scuola ad impatto zero, raggiungendo ottimi risultati e definendo i dettagli di un altro, fiera del lavoro svolto, salutai Alice e raggiunsi il nuovo appartamento di Edward.
<< Sei già qui!>>, dissi notando la porta aperta, sul pavimento scuro c’erano le assi del mobile disposte per ordine di lunghezza, su una ciotola i vari bulloni ed in fine lui con in mano le istruzioni.
<< Ora tu vieni qui e mi traduci questa cosa!>>, disse indicandomi il foglio ed io cominciai a ridere divertita.
<< Dammi qui>>
<< Comunque, ciao Bella>>, mi salutò dandomi un bacio sulla fronte, una cosa così intima, così nostra. << Caio anche a te>>, risposi con il cuore a mille, << .. un attimo hai fatto tutto te?>>, dissi indicando le assi a terra, lui annuì.
<< Ora tu ti siedi e fai quello che ti dico io, chiaro?>>
<< Come vuole lei capo, dove sono i suoi trampoli?>>, domandò sedendosi e indicando le mie Converse.
Io gli feci la linguaccia e cominciai a montare il primo mobiletto, che doveva poi essere fissato al muro, Edward mi passava le assi più leggere e le varie viti, era un’ottima catena di montaggio. << Che manualità!>>, si complimentò lui, << Grazie>>.
Alle due del pomeriggio avevamo montato tutti i componenti del mobile e avevamo cominciato a fissarli al muro, con il trapano che mi ero portata dietro, l’avevo preso nel cantiere che avevo visitato prima di recarmi da lui.
<< Hai fatto un ottimo lavoro>>, disse lui ammirando il mobile completamente montato e dandomi il cinque, << Ho avuto un ottimo aiutante>>, risposi facendogli l’occhiolino.
<< Modestamente!>>
<< Intendevo il trapano!>>, precisai anche se non era vero.
<< Stronza>>, disse lui prima di abbracciarmi, << Grazie, i muscoli della mia schiena te ne saranno riconoscenti a vita>>, ricambiai il suo abbraccio massaggiando la sua schiena e beandomi di quel profumo di sandalo, che avevo scelto io anni prima.
<< Ho preso quella sta mattina>>, disse indicandomi una scatola verso la zona della cucina, ancora vuota.
<< La televisione?>>
<< Esatto, 50 pollici in alta definizione e schermo curvo, un affare>>, rispose andando a prenderla.
<< Aspetta li, ti aiuto>>, la tirammo fuori ed era davvero un ottimo televisore.
<< Ed è leggerissimo>>, aggiunsi. 
<< Dovrebbe essere fissato direttamente alla parete..>>, disse lui.
<< Nessun problema. Monto l’ingranaggio alla parte e poi la televisione>>
<< Bella faccio io, gli ingranaggi non sono pesanti>>, alzai le mani in segno di resa, potevo fargli fare almeno quella cosa, io mi sedetti a gambe incrociate per terra dettandogli le varie istruzioni e scoppiando a ridere ogni qualvolta si metteva le mani tra i capelli quando non ci capiva più nulla.
<< Ho finito!>>, disse applaudendosi tutto contento, mettendosi e saltando sul posto come un bambino che ha appena vinto un peluche al Luna Park.
<< Bravissimo!>>, gli dissi e lo aiutai a prendere il televisore e fissarlo alla parete, una volta avvitati anche gli ultimi bulloni, cominciai a cercare di raddrizzarlo. Edward si posizionò dietro di me e posò la sua testa sulla mia spalla, cominciai ad avere il respiro irregolare, quella vicinanza non mi faceva bene.
<< Spostalo leggermente a destra..>>, disse e il suo respiro sul mio collo mi provocò una serie di brividi. Con mano tremante la spostai leggermente a destra e mi voltai verso di lui. I suoi occhi fissavano i miei, mi rapivano completamente. Verde contro cioccolato.
La sua mano sinistra si posò sul mio fianco attirandomi leggermente a lui, sembrava di essere ritornati indietro di anni, fu naturale avvicinarmi ad Edward.
Non fu lui a baciarmi, non fui io a baciarlo. Ci baciammo e basta. Un bacio voluto, che da troppo tempo aspettava di essere dato, un semplice sfioramento di labbra, ma che creavano in me una miriade di emozioni, mi erano mancate, non avevo mai provato più nulla di simile, nemmeno con Jacob.
<< Edward>>, dissi allontanando le mie labbra dalle sue.
<< Scusa>>, rispose lui togliendo la mano dal mio fianco e allontanandosi di qualche passo.
<< Credo che così sia dritta.. cosa ne pensi?>>, dissi per stemperare quella tensione e  quell’imbarazzo che si era creato tra di noi.
<< È perfetta>>, rispose lui sedendosi su una sedia, ed anche la televisione era apposto, mancavo solo i divani e la zona living era quasi completa.
<< Oggi pomeriggio portano i divani e la poltrona..>>, dissi voltandomi verso di lui, che annui. Non mi ero pentita di averlo baciato, non provavo alcun senso di colpa, eppure avrei dovuto cavoli, stavo con Jake!
<< Scusa>>, disse alzandosi per rispondere al telefono.
<< Jessica sta arrivando è appena tornata da San Francisco, vuole vedere l’appartamento>>, fantastico.
<< Bene, allora vado.. vi lascio soli>>
<< No, vorrebbe conoscerti, le ho parlato di te l’altro giorno..>>, disse avvicinandosi a me, cosa le aveva raccontato? Lo guardai perplessa.
<< Le ho detto che sei stata la mia ragazza al liceo. Cerco di essere sincero con lei..>>, ero contenta per lui, aveva trovato una persona forte capace di restargli accanto.
<< Sembri felice con lei..>>
<< Lo sono>>, disse facendo un timido sorriso.
<< Edward?>>, lo chiamò una ragazza dai capelli biondo miele, una ragazza bellissima, dai profondi occhi azzurri. Capivo perché Edward se ne fosse innamorato.
<< Tesoro sono qui>>, Jessica entrò nell’appartamento, la porta era aperta.
<< Ciao, ma è bellissimo qui dentro, ottima scelta!>>, disse lei avvicinandosi a lui e baciando quelle labbra che poco prima avevano baciato le mie. Abbassai lo sguardo, d’un tratto mi sentì..
<< Tu sei Isabella, giusto?>>, domandò allungando la sua mano verso di me.
<< Sì, chiamami pure Bella, devi essere Jessica>>, risposi stringendo la sua mano.
<< Edward mi ha detto che l’hai ristrutturato te>>
<< Si>>
<< Beh, hai fatto un ottimo lavoro. Complimenti!>>, disse dando uno sguardo generale.
<< Grazie>>, mi faceva sempre piacere ricevere i complimenti, ma la cosa m’imbarazzava molto, non amavo stare al centro dell’attenzione.
<< Non farle troppi complimenti che poi si monta la testa!>>
<< Simpatico Cullen!>>, ribattei io lanciandogli un’occhiataccia.
<< Se li merita, guarda la luminosità di questa zona giorno>>, adorava quella ragazza, sapeva apprezzare le cose belle, e il buon lavoro. 
<< È un uomo certe cose non gli arrivano al cervello..>>, le dissi facendola ridere.
<< Hai ragione, ora devo andare..>>
<< Perché? Andiamo a berci qualcosa>>, le proposi in fin dei conti era la ragazza di Edward, volevo conoscerla.
<< Mi piacerebbe, ma ho un servizio fotografico tra mezz’ora, passavo di qui e mi son detta perché non vedere l’ultimo acquisto di Edward!>>, peccato, volevo davvero conoscere la donna che rendeva felice una delle persone più importanti della mia vita.
<< Il lavoro prima di tutto>>
<< Sei libera domani sera?>>, mi domandò Edward.
<< Sì, perché?>>, Jessica non lo stava guardando in buon modo. Mi stava chiedendo un appuntamento davanti alla sua ragazza? Ma era scemo o cosa. Emmet gli stava bruciando tutti i neuroni con la fisioterapia.
<< Vieni a cena con noi, ti devo ancora ringraziare per l’appartamento>>, io a cena da sola con loro due? No, non era una buona idea, decisamente non era una buona idea.
<< Sì, sarebbe fantastico dai! Vieni Bella!>>, disse Jessica entusiasta.
<< Va bene, però il ristorante lo scelgo io!>>
<< Assolutamente! Edward sarebbe capace di portarci in un fast food sul molo!>>, aveva imparato anche lei a conoscerlo, probabilmente molto meglio di me.
<< Hey.. io. Si avete ragione quella era la mia idea>>, ammise passandosi una mano nei capelli, era una cosa che amavo fare, accarezzare quei ciuffi ramati per ore, mi rilassava.
Bella riprenditi!
<< Il lupo perde il pelo ma non il vizio>>, disse Jessica baciandolo e salutandoci, doveva andare a fare il suo servizio fotografico in bikini.
<< Cosa ti prende Cullen?>>, gli domandai quando il fattorino ci portò le pizze.
<< Nulla, perché?>>, domandò sedendosi a terra ed aprendo il cartone con la pizza, la osservava come se fosse l’ottava meraviglia del mondo. L’avrebbe sposata se fosse stato legale.
<< La tua ragazza è andata a fare un servizio fotografico in bikini e tu sei così.. tranquillo?>>, chiesi davvero perplessa, quando andavamo alla spiaggia di La Push, assieme era gelosissimo di tutte le persone che mi guardavano anche se solo per sbaglio.
<< È il suo lavoro.. guarda che sono maturato!>>, beh se ci credeva lui, chi ero io per contraddirlo.
<< Crediamoci Cullen, buon appetito!>>, dissi ammirando anch’io la mia pizza.
<< Mi spiace averti fatto perdere la giornata al lavoro>>, disse sistemando i cartoni nel sacchetto nero dell’immondizia.
<< La gente parte per il week end, quindi il venerdì pomeriggio non faccio visite, lavoro solo nello studio, lavoro che ho fatto sta mattina. Quindi non sentirti in colpa, davvero>>, dissi uscendo, avevano portato i divani e dovevo dire loro in che appartamento sistemargli.
<< Vado ad aiutarli>>, disse mentre portavano in casa la poltrona.
<< Sta fermo qui! Hai la schiena a pezzi, non puoi sollevare pesi. Emmet ti ucciderebbe, se rovini il suo lavoro>>
<< Dici?>>
<< Sicuro, ah e poi ti costringerebbe alle sue torture a vita>>, questa minaccia funzionava sempre, infatti, si sedette buono buono sulla sedia senza muoversi, se non per firmare i documenti di avvenuta consegna. 
<< Bella grazie per tutto>>, mi disse prima di scendere dalla mia macchina, l’avevo accompagnato da Emmet per la sua dose quotidiana di torture.
<< Di nulla, mi piace aiutare gli amici>>, perché quello eravamo noi due semplici amici, che si volevano molto bene.
<< Avevo pensato anche di invitare Emmet ed Alice domani>>, era un genio, almeno non avrei fatto la terza incomoda.
<< Perfetto, dirglielo tu ad Emmet, magari si addolcisce>>, era una buona forchetta. 
<< Non smetto mai di sperarci, a domani>>, disse sporgendosi verso di me e lasciandomi un tenero bacio sulla guancia, avrei voluto prolungare quel dolce momento in eterno.
<< In bocca al lupo!>>
<< Viva il lupo!>>, rispose lui facendomi l’occhiolino e mille farfalle si liberarono nel mio stomaco.

Grazie, davvero per aver scelto di leggere End?. Allora vi piace, ditemi cosa ne pensate, i vostri commenti mi spronano a continuare a scrivere.
S i sono dati un tenero bacio, nessuno dei due se ne pente, ma sanno di aver sbagliato
Abbiamo conosciuto Jessica, cosa ne pensate di lei?
Forse è arrivato il momento di conoscere Jacob, che ne dite?
Dovevo pubblicare domani, ma sono all'università tutto il giorno, quindi mi sono detta perché non pubblicare oggi? A lunedì prossimo e buona settimana a tutte!
AlmaRed

   
 
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