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Autore: sevy    04/04/2009    6 recensioni
Questa è una fanfiction venutami di getto, sulla coppia Albus/Minerva... è ambientata dopo l'ultima battaglia di Hogwarts e tiene conto di tutti gli avvenimenti del settimo libro tranne il rapporto Grindelwald/Silente.
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alba

Prima di tutto, vi devo sicuramente delle scuse per aver aspettato così tanto prima di postare un altro capitolo. Mi dispiace davvero tanto, sono così impegnata, ultimamente!

Grazie mille per le vostre recensioni! 

Yum: Grazie mille! spero che questo capitolo ti piaccia! 

danyan: che farei senza le tue costanti recensioni? Ti devo davvero ringraziare! Comunque, penso di essermi espressa male (ora che riguardo l'ho proprio fatto). Intendevo che qualcuno tornasse sul serio dopo morto, non come pallida ombra di sè. 

Blueviper: Grazie! Anche i miei personaggi preferiti sono Minerva McGranitt e Severus Piton... oltre ad Albus Silente, ovviamente! ;-) Grazie per avermi seguito! 

alida: grazie! spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento! 

Pervinca Potter 97: che bello risentire di te! ti ringrazio molto del tuo complimento... spero di non perdere il favore con questo capitolo. 

kami: che bello, una nuova lettrice! ti ringrazio molto, spero ti piaccia questo capitolo. 

E ora, dopo i ringraziamenti (davvero dovuti) ecco il capitolo:

Minerva McGranitt era ormai sveglia da molto, troppo tempo. Il castello era vuoto, e si sentiva non c’erano più le voci allegre e spensierate dei ragazzi, le urla, le litigate, le discussioni fra colleghi… solo lei. Per una volta, anche i professori avevano lasciato il castello, per festeggiare questo periodo di pace dopo la caduta di Voldemort. Ma questo non le importava granchè. Ormai si sentiva sola da circa un anno, da quando era morto Albus. Che differenza le faceva se il castello era vuoto o meno? Che melodrammatica, pensò poi, rimproverandosi. Non era vero che non le importasse. Amava i suoi ragazzi, e le piaceva averli attorno a sé, insegnare loro, cercare di trasmettere più che la semplice materia della Trasfigurazione. Ma, doveva ammetterlo, amava Albus di più, e la sua morte aveva lasciato un vuoto dentro di lei.

Scosse la testa, per scacciare i pensieri. Non doveva pensare ad altro che a trovare un modo per far tornare indietro Albus. Scorse ancora con gli occhi il pesante tomo di fronte a lei. Sotto i suoi occhi si erano formate delle occhiaie, e alcuni capelli neri erano riusciti a sfuggire alla stretta crocchia che portava di solito.

Lentamente le sue palpebre si chiusero nonostante il suo volere e Minerva si addormentò, appoggiandosi sulla notevole quantità di libri che aveva posizionato sul tavolo della biblioteca.

***************************************************************************************

“Minerva” la chiamò una voce.

Sicuramente era morta. Non poteva essere altrimenti. Come avrebbe potuto sentire la sua voce se non fosse stato così? Be’, era stata una morte veloce. Sperava fosse così. Sorrise.

“Albus” rispose solo, con il sorriso ancora sul suo volto, voltandosi verso dove aveva sentito la voce.

Strano. Le sembrava di essere ancora in biblioteca, si accorse guardandosi attorno velocemente, prima di fissare il suo sguardo su di lui. Era bellissimo, come sempre. Certamente la gente non lo definiva bellissimo, ma lei adorava il suo viso, i suoi occhi azzurri profondissimi e anche il suo naso storto. Notò che la sua mano non era ferita. Si avvicinò a lui, quasi di corsa, rischiando di inciampare più volte.

“Mi sei mancato” confessò di getto. Da quando era così impulsiva? Oh, non importava, ora. Era lì. Era lui. Era reale.

“Minerva.” La sua voce tradiva una certa serietà. Lei fissò il suo sguardo su di lui. Gli occhi verdi si fusero in quelli azzurri di lui. Albus le prese dolcemente una mano.

“Minerva, non sei morta” le spiegò, calmo.

“Non… non sono morta? Ma, allora… sei…voglio dire… tu sei vivo?” chiese, balbettando leggeremente. Era tutto così strano. All’improvviso sembrava che tutto ciò che desiderava da tempo si fosse realizzato. Ma, con suo grande dispiacere, lui scosse la testa con un’espressione di dispiacere sul suo volto.

“Ho solo avuto il permesso di vederti un’ultima volta, Minerva.” Prima che potesse continuare, la donna si avvicinò dipiù a lui.

“Ma… perché? Come?” chiese, confusa, con le lacrime che minacciavano di riempirle gli occhi. Non sarebbe restato da lei. Avrebbe dovuto prevederlo. Eppure faceva così male… non voleva che Albus la vedesse piangere. Avrebbe pensato che fosse debole. E, in più, le lacrime le impedivano di vederlo con chiarezza e lei doveva vederlo, ancora un’ulima volta.

“Non hai importanza il come. Abbiamo poco tempo. Minerva, ti stai distruggendo. Mi fa male vederti lasciarti così andare. Non devi pensare alle cose passate… vai avanti.” La pregò Albus Silente, avvicinandosi di un passo a lei.

Minerva si discostò ferocemente. Le lacrime avevano invaso il suo viso.

“Andare avanti! A te fa male vedermi lasciarmi andare? Come pensi mi sia sentita io dopo che il mio migliore amico, l’uomo che amo da sempre, è morto?” chiese Minerva, urlando, per poi rendersi conto di ciò che aveva detto. Scioccata, si coprì la bocca con una mano, guardandolo timorosa.

“Scusami, io… non volevo dire ciò che ho detto, davvero… io…” iniziò a dire, con voce quasi supplice, quando lui la fermò con un bacio sulle labbra. Minerva, per quanto sorpresa, rispose subito al bacio. Il suo cervello iniziò a correre. Albus Silente la stava baciando!

“Penso di essere stato piuttosto chiaro, ma in caso il messaggio non fosse arrivato, ti amo anch’io.” Sorrise Albus guardandola dolcemente negli occhi.

Minerva lo abbracciò stretto.

“Non puoi andartene. Non posso vivere senza te.” Singhiozzò, abbassando lo sguardo.

“No, Minerva non dire così.”rispose Albus, con voce sempre dolce. Con due dita le alzò il viso fino a quando non si guardavano negli occhi.  “So che non sarà lo stesso, ma ci rivedremo. Fino ad allora, promettimi che non ti lascerai andare come hai fatto finora. Promettimi che cercherai di essere felice.” La pregò Silente.

“Albus…” iniziò lei, lasciando la frase in sospeso.

“Promettimelo, Minerva” disse di nuovo lui, serio. Lei sostenne il suo sguardo per un po’.

“Sì” rispose, infine, semplicemente. Lui sorrise.

“Devo andare” comunicò, un po’ dispiaciuto.

“Aspetta! Baciami, solo un’altra volta. Non ti rivedrò più per tanto tempo…” Albus Silente esaudì il suo desiderio. Questa volta fu un bacio più lungo e appassionato. Poi Albus si voltò e scomparve nell’aurora che si intravedeva dalle finestre.

Non sarebbe stato lo stesso, lo sapeva. Ma avrebbe potuto continuare, pensò. Il dolore non sarebbe passato, ma sarebbe migliorato. E, dopotutto, lo avrebbe rivisto. Niente è in grado di dividere il vero amore… pensò Minerva sorridendo ad una splendida alba. Fissandola, le parve quasi di sentire la morbida risata di Albus Silente.  

Questa tecnicamente sarebbe la fine... in effetti avevo in mente un epilogo, ma se mi dite che non lo volete non lo scrivo :-) Mi dispiace se vi ho deluso, sappiate che mi sono impegnata (è già qualcosa, no?) 
  
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