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Autore: KiarettaScrittrice92    12/04/2016    5 recensioni
Dopo la conclusione della prima stagione, mi sono finalmente decisa a scrivere e pubblicare la mia prima long su questo fandom...
Avviso che ovviamente se mai la serie continuerà la mia storia non avrà più nulla a che fare con gli avvenimenti che accadranno dopo la comparsa di Volpina.
Questa storia perciò la potete considerare come un seguito alternativo che mi sono immaginata io, oppure semplicemente come una fic in più da leggere che spero vi emozionerà.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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Il limite

«Ti brucia ancora?» chiese la kwami rossa a pois neri, sbucando dalla sua borsa.
«Un po’… Però è strano, il Lucky Charm non dovrebbe riportare alla normalità tutto ciò che la vittima dell’akuma distrugge?» chiese la ragazza.
«Purtroppo no Marinette…» rispose Tikki.
La ragazza si voltò verso la sua piccola amica, il suo tono le era sembrato strano: un misto di preoccupazione e tristezza. Non l’aveva mai sentita così, tra le due era lei l’ottimista in tutto, d’altronde cosa ci si poteva aspettare dal kwami della fortuna se non positività?
«Tikki… Tutto ok?»
La piccola creatura rossa si riscosse dai suoi pensieri.
«Sì Marinette, tranquilla! - disse con un tono nuovamente deciso e gioioso, sorridendole - Però promettimi che d’ora in poi starai più attenta.»
«Promesso.» le sorrise di ricambio lei, per poi chiudere la borsetta.


Il ragazzo era già seduto al suo banco, appena la vide spuntare dalla porta dell’aula scattò in piedi. Fu un moto involontario, come se qualcosa l’avesse fatto riscuotere da qualsiasi pensiero che qualche momento prima gli fosse passato per la mente.
«Marinette! Come stai?» la ragazza si bloccò nel bel mezzo del suo tragitto dalla porta al suo banco, proprio davanti a lui, arrossendo vistosamente.
«B… bene! E tu come stoi… cioè stai?»
Al ragazzo gli scappò un sorriso, non sapeva il motivo, ma da sempre aveva trovato il suo balbettare e la sua agitazione dolci e innocenti. Eppure il giorno prima, davanti a Chat Noir, si era comportata in modo diverso dal solito: coraggiosa e intraprendente, proprio come Ladybug.
A quel pensiero e al ricordo del pomeriggio prima, lo sguardo verde gli cadde sul suo braccio destro dove una fasciatura bianca spuntava dalla manica della giacca. I suoi occhi ebbero appena il tempo d’intristirsi quando, con un leggero imbarazzo, la ragazza, probabilmente accortasi di dove stava guardando, si coprì l’avambraccio con l’altra mano e andò nel suo posto, proprio alle sue spalle.
Era colpa sua, era solo colpa sua se Marinette era rimasta ferita il giorno prima, avrebbe dovuto difenderla ed invece era stata lei a rischiare la vita per lui. Che razza di supereroe era se si faceva difendere da una ragazza?
Quella ferita al braccio della sua compagna di classe era colpa sua. Era colpa sua se si era ferita. Però… Quella ferita… 
Rimase a rimuginarci tutto il tempo, fino all’arrivo a casa.
«Plagg, è possibile che il Lucky Charm di Ladybug non riporti tutto alla normalità?» chiese il biondo, sdraiato sul suo letto.
Il piccolo kwami della sfortuna ingoiò il suo boccone di formaggio e poi parlò.
«Che io sappia no… Anche se…»
«Anche se?» chiese Adrien alzandosi di colpo e vedendo il suo piccolo compagno con uno sguardo pensieroso, come se stesse cercando di ricordarsi qualcosa.
«…Un paio di volte è successo… Sì ricordo di un paio di volte in cui le cose non tornarono tutte come prima. - disse poi ingoiando un’altro boccone di camembert - Ma non ti devi preoccupare.»
Il ragazzo si sdraiò di nuovo, con lo sguardo ancora più pensieroso e preoccupato di prima. Le parole del suo piccolo amico nero non l’avevano tranquillizzato per niente. Insomma come poteva non preoccuparsi dopo aver saputo che non sempre il potere della sua compagna poteva riportare indietro le distruzioni della vittima di Papillon? Sì, sapeva che se moriva lui, non poteva tornare indietro, una vita era una vita, ma anche una ferita? Eppure un sacco di volte aveva visto tra le vittime degli akumatizzati gente ferita, che però era guarita subito dopo il Lucky Charm. E allora com’era possibile che il giorno prima non aveva funzionato? Perché Marinette non era guarita? 
Quel dubbio lo tormentava e lo faceva arrovellare per trovare una risposta plausibile.


«Tikki, è da stamattina che sei pensierosa… Mi dici cos’hai?» chiese Marinette, posando la penna con cui stava facendo i compiti e prendendo tra le mani la piccola kwami.
«Marinette, devo dirti una cosa… È una cosa importante… Non te l’ho detta prima, perché avevo paura della tua reazione, ma se non te la dico rischio di perdere anche te e non voglio…»
«Perdermi? Come potresti mai perdermi?» domandò la ragazza, non ci stava capendo più nulla.
«Ascoltami, il Lucky Charm ha dei limiti: tutte le ferite umane che ricevete tu e Chat Noir, non sono guaribili.»
«Che cosa?!» chiese la corvina sconvolta.
«È così...»
«Ma cosa intendi per ferite umane?» chiese Marinette, ancora non riusciva a capire.
«Tutto ciò che non dipende dai poteri degli akumatizzati: tagli, graffi, colpi. Tutto ciò che è umano, che non è in qualche modo soprannaturale... Perdonami se non te l’ho detto…» la piccola creaturina scoppiò a piangere.
Marinette non l’aveva mai vista così disperata, era la prima volta che vedeva Tikki così fragile e vulnerabile e quasi le spezzava il cuore.
«Tikki, non importa… - disse con gli occhi lucidi, le faceva davvero male vederla così triste - Non sono più la Marinette che hai incontrato il primo giorno in cui Ladybug è arrivata a Parigi, non ho paura. So qual è il mio dovere e non mi tirerò più indietro.»
«Davvero?» chiese la piccola kwami rossa alzando lo sguardo ancora sconvolto verso la giovane amica.
«Certo! Ti prometto che starò più attenta. Non morirò, vedrai!» disse facendole l’occhiolino.
Aveva capito, non era difficile da comprendere: qualche suo predecessore, qualche altra Ladybug, aveva perso la vita perché aveva sopravvalutato il potere del Lucky Charm e la piccola kwami aveva perso la sua compagna.
Lei non avrebbe fatto lo stesso errore, avrebbe sconfitto Papillon al fianco di Chat Noir rimanendo in vita. Lo faceva per lei, per Tikki, ma anche per se stessa, perché lei aveva ancora tutta la vita davanti e l’avrebbe vissuta fino alla fine.

  
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