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Autore: No thing    12/04/2016    1 recensioni
"E se ci fosse una seconda possibilità? Qualcosa che consenta alle persone come me e te di creare un nuovo inizio, di scrivere un nuovo libro? Se le nostre anime non siano ancora perse? Il tuo cuore si può aggiustare, la tua anima ferita tornerà a vibrare. Tutti meritano una seconda possibilità. " Bethany si sente ormai una partita persa, ma arriva Jason a cambiarle la vita.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Corsa verso la libertà.

Si svegliò da quel sonno che sembrò eterno ed era ancora lì, sul pavimento, insanguinata. Allora si alzò, con la testa che le girava e si sedette per un attimo.

Sgaiattolò in bagno, il padre che ancora dormiva profondamente, si tolse i vestiti impregnati di sangue e si sciacquò, a lungo, in doccia, con l'acqua calda, caldissima, che le bruciava la pelle e forse con quella anche il dolore. Era magra, toppo magra,  piena di lividi neri e viola a decorare il corpo, alcuni lì da mesi quasi come tatuaggi. Le labbra e il volto erano sfigurati. Uscì dalla doccia, si cambiò e sbrigò alcune faccende per la casa. Lavare, stirare, pulire, tutto doveva essere perfettamente in ordine. Doveva sbrigarsi, a mezzogiorno di solito il padre si svegliava affamato e non avrebbe accettato un "aspetta" come risposta.

Tutto era pronto, e poco dopo il padre si svegliò. Bethany con il cuore in gola assisteva all'assaggio del pranzo.

In un secondo, il padre spazzò via il piatto dal tavolo e lo scaraventò a terra. Bethany si alzò di scatto e si allontanò, preparandosi a scappare in camera sua, ma il padre si prese il volto con le mani e si mise a singhiozzare rumorosamente. 

"La mia vita è una merda, Bethany, Bethany vieni qui" . Ella lentamente si avvicinò.

"Bethany!" Il padre si alzò bruscamente e la strinse dalle spalle. "Cos'ho fatto per meritarmi questo?? Sono un cattivo uomo?? Eh, Bethany?"

"No, non lo sei, non lo sei" negli occhi di lei la più pura paura, le gambe molli, il battito accelerato. 

"Fin quando tu vivrai io sarò legato a lei, non capisci?? Ti si legge in faccia il nome Margherita! Rivedo i suoi stessi occhi che mi guardano! Gli stessi!" Il padre urlava e piangeva e stringeva sempre più le spalle della ragazza.

"Per favore, ti prego, lasciami andare" Bethany aveva preso a piangere con lui, tremante, agonizzante.

"Margherita!" Afferrò felino il collo della ragazza con entrambe le mani e  con gli occhi iniettati di pura pazzia, la strattonò e la portò al muro. 

Bethany pensò che forse sarebbe stato meglio non opporre resistenza e lasciarsi morire, abbandonare quel corpo scarno e volare via. Ma poi, proprio mentre la testa cominciava a girare e il suo volto ormai aveva cambiato colore, fece partire un calcio secco e fortissimo tra le gambe dell'uomo, che la liberò. Cadde a terra, strisciò lungo il pavimento con ancora la testa che le vorticava e ispirando più forte possibile con la bocca e col naso, afferrò un coltello da cucina e lo puntò verso l'uomo.

"Tu non mi vedrai mai più qui. Come ti ha abbandonato mia madre, così ti abbandono io. Tutti ti lasciano solo. Meriti di morire solo. " E mentre diceva così camminava piano verso la porta d'uscita. Aprì lentamente la porta davanti agli occhi sbarrati del mostro che le stava davanti, lui si lanciò verso di lei che in un attimo uscì fuori e si precipitò per le scale sbattendogli la porta in faccia. 

Ad ogni gradino Bethany volava, ad ogni gradino assaporava la libertà, e non si guardava indietro. Sentiva solo le voci imprecenti di lui che urlavano cariche di rabbia e di dolore.

Vide il portone, lo aprì e letteralmente si volatilizzò davanti agli occhi della gente e dei suoi condomini che avevano sentito il trambusto, e che la guardavano correre increduli.

Non era più una pedina, non scivolava più tra gli altri. Adesso sfrecciava in mezzo ai passanti veloce e leggera come il vento. Libera.
  
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