The Nekodachi
Ayumi
guardava l'avversario con gli occhi di fuoco. Il pelo maculato era
sporco di
polvere e aveva dei graffi sparsi qua e là; alcuni
sanguinavano, ma nonostante
questo la Crazydachi non batteva ciglio. Elvis giaceva a pochi
centimetri da
lei, la pelliccia lacera e il respiro affannoso.
-Tu... piccolo... demonio...-
balbettò il guardiano con fatica.
Conan, Kaito e Heiji erano all'altro capo della sala, davanti
all'entrata
principale.
-Non va bene, Ayumi é ferita ma continua a
combattere... è come se non
senta dolore...- disse Conan a voce bassa.
-E' terribile...- mugugnò il ladro con gli occhi bassi.
Heiji guardò i compagni annuendo, poi drizzò le
orecchie. -Sta arrivando!-
Appena Conan si girò indietro, comparve Ai con un computer
portatile sotto
l'ascella. Quando li vide si affrettò verso gli altri
Nekodachi, slittando
accanto al suo amato.
-Come sta andando?- domandò preoccupata.
-Ayumi sta-...-
Un istante dopo, si sentì uno strillo acuto. Era Ayumi. Il
gruppo fissò
sbalordito la Crazydachi, lontana di qualche metro, mentre si voltava a
guardarli, gli occhi ancora rossi ma l'aspetto non più
selvaggio.
-SPEGNILO! HAIBARA-SAN, SPEGNILO!- gridò.
La Nekodachi dal ciuffo ramato si rese conto di quanto fosse piena di
graffi
gocciolanti di sangue e gli uscì dalla bocca un urlo
strozzato: -Ti prego
basta! Smettila di combattere!-
Ayumi guardò per un attimo Elvis, che cercava di rimettersi
in piedi a fatica,
poi puntò di nuovo gli occhi sull'amica. -Non c'è
altro modo! Quando lo dirò,
azionate il pulsante lì vicino!-
-Che cos'hai in mente??-
In quello stesso istante, Ayumi si buttò a capofitto sul
guardiano. Lo trascinò
a pochi metri dal cristallo viola, cosicché la zona
lì intorno cominciò a
brillare, proprio come quando vi ci era finito Conan. La Crazydachi
gridò
ancora una volta: -Adesso!-
Fece per correre fuori dall'area
luccicante, ma
qualcosa la bloccò da dietro, schiacciandole la coda
cespugliosa.
-No! Che cosa...?- disse Ai con la gola secca, a bocca spalancata.
Kaito Kid scattò verso l'interruttore dietro di lui, ma
Conan lo fece ritrarre.
-Aspetta! Non puoi farlo, Ayumi è lì dentro!-
Ayumi cominciò a sentire il peso delle ferite mentre Elvis
si lanciò su di lei,
piantandola a terra e guardandola con odio. -Bene tesorino... verrai
rovinata
dal cristallo... con me!-
La piccola strizzò gli occhi e digrignò i denti,
le forze la stavano
abbandonando. Come se non bastasse, l'aura del cristallo sembrava quasi
distruggerle le membra.
La scienziata aveva il cuore a mille mentre osservava impotente.
-Cosa facciamo?- gnaulò a Conan, alla sua sinistra.
Heiji si avvicinò timidamente alla coppia. -Ai-chan, il
portatile, forse
dovresti...-
-NO!-
-FALLO AI-CHAN! FALLO E BASTA!- urlò Ayumi ancora una volta.
-NON POSSO! NO...!-
Kaito Kid zampettò lentamente al fianco di Ai. -Se lo spegni
riavrà la forza di
combattere. Potrebbe riuscire anche ad andarsene da lì in
tempo.-
La Nekodachi aveva la testa che vorticava. Fissò i suoi
amici uno alla volta,
poi il suo innamorato.
-Aì...-
Abbassò il capo stringendo i denti, gli occhi le pizzicavano
per le lacrime.
-...Ayumi-chan, promettilo, promettilo che non resterai lì
dentro!- poi con le
zampe tremanti spense il computer.
***
-Il mio Nekodachi? Dice sul serio?-
La voce di Heiji rimbombò nell'aria notturna della sua casa
ad Osaka. Aveva
squillato il telefono nel bel mezzo della notte, tuttavia appena aveva
sentito
le parole dell'ispettore Megure si era completamente svegliato, e ora
gli occhi
erano spalancati.
-Abbiamo già mandato degli uomini al tempio del cristallo.
Saranno lì domani
pomeriggio se i calcoli sono esatti.-
-Ho capito... grazie mille. Partirò immediatamente questa
mattina.-
-Perfetto. Le faremo sapere. Arrivederci.-
-Arrivederci.-
Il ragazzo col ciuffo sbarazzino posò il telefono
cautamente, mentre nella sua
testa scorrevano tantissimi pensieri diversi che lo confondevano. Poi
sospirò. Conoscendolo, non se la starà passando così male...
***
Un ruggito si levò dalla sala del cristallo. Ayumi spinse
con le zampe
anteriori Elvis e lo schiacciò a terra.
-Piccola... bastarda...- sputò il
guardiano. Avrebbe voluto divincolarsi, ma la forza del cristallo lo
tratteneva
al pavimento e gli faceva mancare il respiro. La Crazydachi non
tentennava e lo
guardava con i suoi occhi rosso sangue mentre lo teneva bloccato.
-E sia... gli
umani vi perderanno per sempre. I Crazydachi aumenteranno e
sarà la fine di
anni di legame tra l'uomo e i Nekodachi!-
Di colpo la luce divenne ancora più accecante. L'intera sala
si illuminò e il
gruppo di Nekodachi fu costretto a chiudere gli occhi. Ayumi
ruggì ferocemente
una seconda volta. La cupola... ora!
La scienziata
sentì la sua voce
nella testa, o forse era la sua immaginazione... fatto sta che
cominciò a
camminare alla cieca alla sua sinistra, tastando il muro per cercare
l'interruttore. Quando lo trovò, una lacrima le scese dalla
guancia pelosa. Mi dispiace...
Alla fine schiacciò il bottone. Si sentì un
boato, e la luce divenne meno
intensa. Ai aprì gli occhi umidi e vide che dal soffitto era
sceso un muro
circolare trasparente, che teneva al suo interno la zona d'azione del
cristallo. Da fuori si distinguevano a malapena le figure di Ayumi ed
Elvis. Ai
si accucciò e strizzò di nuovo gli occhi, ma non
per la luce. Non c'era altro modo...
Dopo qualche minuto si destò, notando stranita che
l'ombra del guardiano
non c'era più. Schiacciò di nuovo il pulsante, e
la cupola cominciò a salire
verso l'alto, fino a sparire dalla vista. I compagni aprirono gli occhi
e
osservarono la scena sbigottiti. Non c'era traccia di Elvis. Un solo
corpicino giaceva a pochi metri dal cristallo viola. Ai si
avvicinò
lentamente a quel mucchio di pelo maculato.
-Aì... il portatile...-
La scienziata si fermò un attimo. Non aveva pensato all'aura
del cristallo. In
quel momento, semplicemente, non poteva pensare a quello. Ma la voce di
Conan
riuscì a farla riflettere giusto per un attimo,
perciò riaccese il computer. Quindi si addentrò
nella zona d'azione del cristallo viola. Posò una zampa
sulla pelliccia di
Ayumi.
-Ayumi-chan...-
L'amica si mosse leggermente. Lo stomaco di Ai si contorse mentre
quella si
alzò sulle quattro zampe e la guardò.
-Mmrow?-
Gli occhi erano rossi e le zanne ben in vista; dalla pancia emetteva un
lieve brontolio. Aveva un aspetto selvaggio, ma non attaccò
Ai.
-Ma... l'hai acceso? Perché non parla?- Ai sentì a
stento il mormorio di Heiji.
-Ayumi...- tentò ancora la Nekodachi.
La piccola dal pelo maculato barcollò, poi senza preavviso
si lanciò lontano da
Ai, verso l'entrata.
-Attenti!- li mise in guardia la scienziata.
Ma quella li sorpassò senza degnarli del minimo sguardo,
uscì dal tempio e
sparì nella notte.
....
...ehhhh... lo so, lo so, è da tanto che non aggiorno... scusate... colpa dell'università. Beh che dire, Ayumi... Ayumi è andata ç_çAlla prossima!