IL TUO PESCE PROFETA? L’HO PORTATO ALL’ACQUARIO!

Whis non poteva dimenticare il giorno in cui il piccolo nucleo familiare che formava con Beerus si era allargato, includendo un cucciolo di pesce profeta.
Il gattino lo aveva implorato per mesi di comprargli un animaletto domestico ed un giorno, di punto in bianco, Whis aveva deciso di accontentarlo. Era uscito di nascosto e si era recato sul pianeta PredictFish01, dove aveva convinto uno dei suoi abitanti branchiati a seguirlo. 
Un pesce profeta era perfetto per il piccolo gatto: gli avrebbe ricordato quando dargli da mangiare, lo avrebbe fatto divertire prevedendo eventi futuri e lo avrebbe auspicabilmente responsabilizzato; tra le considerazioni di Whis albergava infatti la speranza che, rendendosi conto di quanto fosse faticoso avere una seconda vita a proprio carico, il cucciolo gli sarebbe venuto incontro nelle sue fatiche di Maestro e tutore.
La gioia del suo pupillo era stata immensa. Certo, di primo impatto aveva pensato che quel pesce fosse la sua cena, ma, spiegatagli la situazione, la sua emozione nel veder realizzato il proprio sogno era stata enorme. La serietà con cui si era occupato del piccolo ospite era stata encomiabile e, giunto il momento del suo pisolino di tre settimane, prima di congedarsi dal Maestro si era prodigato in centinaia di raccomandazioni su come fosse meglio prendersi cura dell’amico.
Whis l’aveva tranquillizzato. “Sono un adulto grande e vaccinato”, gli aveva ricordato. “So come ci si prende cura di un pesce”.
“Tranquillo”, aveva aggiunto il profeta, “io e Whis staremo benissimo!”
Solo allora Beerus si era coricato, tranquillizzato e sorridente.
Dopodiché il pesce profeta era andato nella sala giochi del gatto, Whis l’aveva chiusa distrattamente a chiave e si era dimenticato della sua esistenza.


Whis si ricordò del pesce solo il giorno del risveglio di Beerus. Terrorizzato, corse verso l’ultimo luogo in cui lo aveva visto, aprì la porta e lo trovò lì, non troppo vivace, disteso a pancia in su nell’acqua sporca.
In quel momento, sentendo alle sue spalle dei passi strascicati, uscì terrorizzato dalla stanza sbattendo violentemente la porta. 
“Beerus!” Salutò nervosamente. “Dormito bene?”
Il piccolo annuì. “Dov’é il pesce?” Chiese poi.
Whis arrossì. “Il pesce? Ecco... L’ho portato... All’acquario... Lì starà meglio... C’è più spazio... Avrà tanti amici...”
Beerus si rattristò, ma in poco tempo riconobbe che per il suo amico era la cosa migliore.
E Whis, di nuovo, si dimenticò di lui.


Qualche giorno dopo Beerus, entrando in sala giochi, trovò la boccia con dentro il pesce profeta, più vivo e arzillo che mai. 
“Ma non eri all’acquario?” Gli chiese curioso.
“Acquario?” Ridacchiò lui. “Whis mi ha chiuso qui dentro e si è dimenticato di me, allora per non morire sono entrato in modalità letargo! Ora ho una fame da lupi!”
Beerus lo nutrì, si scusò con lui per il comportamento del Maestro e poi si recò da Whis, furioso e a braccia incrociate. 
“Adulto, vaccinato, e che sa prendersi cura di un pesce, vero?” Gli chiese ironico.
Whis arrossì.