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Autore: lightblue96    12/04/2016    1 recensioni
La sorella di Louis nasconde un segreto. Qualcosa che le ha rovinato la vita, che l'ha fatta cambiare radicalmente. E Louis è intenzionato ad aiutarla, anche se non sa la verità. E forse, non la saprà mai.
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Meglio essere felici nell'ignoranza che infelici nella consapevolezza. Preferisco così.
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E' così che inizia il suo diario. E' l'inizio della tragedia. La porta del suo inferno personale.
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Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Charlotte's Pov

 

Il giorno dopo a svegliarmi fu un suono persistente. Quando aprii gli occhi, vidi che era Louis. Stava cantando in camera mia, mentre curiosava in giro. Borbottai qualcosa e mi girai dall'altro lato, mettendo la testa sotto il cuscino.

"No, no, Charlotte. Ti devi alzare. Dobbiamo parlare"

"Vattene e lasciami dormire!" borbottai io.

"No. O ti alzi tu oppure ti farò alzare io" mi minacciò lui.

"Vai via!"

"Conterò fino a tre" mi avvisò. "Uno.. due.."

"Okay, okay mi alzo. Ma vattene! Devo vestirmi"

"Non ti sei mai vergognata di cambiarti davanti a me. A chiunque, in realtà"

"Beh sono cambiate molte cose. Ora esci"

Sospirò, ma alla fine uscì. Mi diressi verso l'armadio, presi tutto l'occorrente e mi andai a fare una doccia. Dopo una ventina di minuti ero pronta.

Andai di sotto. In cucina c'erano tutti: mamma, Mark, Louis e anche Harry.

"Ciao tesoro" disse mia madre.

"Buongiorno" risposi io. Poi mi diressi verso Louis. "Spero tu abbia avuto una ragione valida per svegliarmi a quest'ora. E comunque perché siete tutti qui?"

"Te l'ho detto che dovevamo parlare" fece Louis. "io e mamma abbiamo deciso che ti trasferirai a Londra con me e, una volta lì, troverai un lavoro"

Risi. "Certo, certo. L'importante è che sei convinto tu" dissi io.

"Sono serio" fece Louis. Smisi di ridere.

"Non verrò a Londra con te. Non andrò da nessuna parte con te. Discussione finita" Feci per andarmene, ma mia madre mi bloccò.

"Charlotte" iniziò lei. "Ti farà bene cambiare aria. Tutto quello che stiamo facendo, è per il tuo bene"

"Non sembra" dissi io. "Ma vedo che avete già deciso al posto mio" sussurrai io. Mi rivolsi poi a Mark e a mia madre. "Non capisco. Perché?"

"Sei cambiata, tesoro" mi rispose Mark. "Rivogliamo solamente la Lottie che conoscevamo"

Sapevo che i miei ci stavano male per il mio comportamento di merda, ma non potevo farci niente. La vecchia me era morta. Non sarei stata più quella bambina sempre felice e, poi, quella ragazzina piena di vita e gentile. No. Dovevano accettarlo.

"Maledizione! Questa sono io. Questa è la vera me." gli urlai contro. "E se non vi sta bene, allora è meglio che vada via. Ma non andrò con Louis"

"E invece verrai con me"

"L'importante è che ci credi, fratellone" dissi ridendo sarcasticamente.

"Oh andiamo Charlotte. Ci divertiremo. Sarà come ai vecchi tempi, ma più bello"

Scossi la testa. "Proprio non capisci, eh? Niente è più come prima"

"Allora spiegami com'è, Charlotte. Spiegati. Parlaci"

Mi morsi il labbro. Sospirai. "Quello che mi state facendo è ingiusto. E sappi" dissi rivolgendomi a Louis, "che ti renderò la vita un inferno"

E con quelle parole andai di sopra.

Sapevo che non sarebbe cambiato nulla. Tutto sarebbe rimasto uguale. Ma non sarei stata con le mani in mano. Me l'avrebbe pagata. Me l'avrebbero pagata tutti.



***


Partimmo il giorno dopo.

“Allora, come ti senti?” mi chiese Harry.

“Come ieri, l’altro ieri e il giorno prima ancora” risposi io.

“Lottie, non essere/”

“Non essere, cosa? Stronza? Mi dispiace ma sono così” lo interruppi io. “Ah, il mio nome è Charlotte. E non cominciare a fare il padre con me Louis. Ce l’ho già”

“Sai che non è così” fece lui.

“Certo, come no!” dissi io. Presi il mio ipod e mi misi le cuffiette. Almeno non avrei dovuto ascoltarli.


***

 
“Charlotte siamo arrivati” mi sussurrò Louis scuotendomi leggermente. Aprii gli occhi e, come un automa, uscii dall’auto e seguii mio fratello in quella che sarebbe stata la mia nuova casa. Per il momento, aggiunsi mentalmente. “Benvenuta nella mia umile dimora” fece lui facendomi entrare. “La tua camera è la seconda a sinistra”

“Okay, grazie. Buonanotte” dissi io, prendendo le mie valige e portandole nella mia nuova camera.

Era grande. Praticamente una camera matrimoniale, con una scrivania e una libreria. I mobili erano bianchi, mentre le pareti di un bel blu elettrico. Era fantastica. Se tutto questo fosse successo quattro anni fa, l’avrei adorata, avrei saltato per tutta la casa urlano felice e avrei abbracciato Louis così forte che l’avrei soffocato. Ora invece mi era tutto indifferente. Non provavo nessuna emozione. Felicità, gioia, speranza... niente. Assolutamente niente. Misi le valige sopra il letto rifatto e le aprii, iniziando a mettere tutti i miei abiti nell’armadio, l’intimo nei cassetti del comodino e così via. Ma la prima cosa che feci, la più importante, era nascondere il mio diario. Per il momento lo riposi dietro la libreria, ma, appena mi fosse arrivata tutta la mia roba, l’avrei nascosto meglio. Dovevo trovare un posto sicuro. A prova di Louis Tomnlinson. Tutti i miei libri, cd, il computer, lo stereo... sarebbero arrivati il giorno dopo.

Dopo aver messo a posto quel che avevo, decisi di farmi una doccia calda. Forse ci rimasi per un’ora abbondante. Ma non riuscii a staccarmi da quel calore che si propagava per tutto il mio corpo. Mi misi il pigiama, consisteva in una maglietta extra large che mi arrivava a malapena alle ginocchia, e andai in cucina per prepararmi un tea caldo. Non riuscivo a dormire senza berlo. A meno che non fossi ubriaca, certo. Il mio piccolo vizio. Oltre al fumo. Ma questo non lo sapeva nessuno. O meglio ero stata brava a nasconderlo, come tutto il resto.

“Non riesci a dormire?” Mi chiese Louis. Sobbalzai sorpresa. Non mi aspettavo di trovarlo ancora sveglio.

“No” risposi. “Non senza la mia tazza di tea”

Lui sorrise dolcemente. “Almeno questo è rimasto lo stesso”

Sospirai. “Lou, smettila. “

“Che ho fatto?” chiese innocentemente, alzando le mani in segno di resa. Scossi la testa.

“Adesso sono questa, che ti piaccia o meno” gli dissi. “Non sarò più come prima. Devi accettarlo”

Presi il mio tea, che nel frattempo avevo preparato e messo nella tazza, e me ne andai nella mia camera.




 

  
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